85: Tu eres un angel!
Francesca's Pov
Sono a casa, in camera mia. Penso a quel sacchetto che è sempre là, sulla scrivania della mia stanza, e non so che fare.
"Coraggio Francesca, puoi farcela!" dico, rivolgendomi a me stessa.
Tiro fuori con delicatezza il mio occhio a rotelle e inizio a camminare per la mia stanza. O meglio: provo a camminare, poi un brivido scuote tutto il mio corpo e cado insieme al mio occhio a rotelle che mi sfugge di mano. Crollo distesa sul pavimento e i miei occhi si riempiono di lacrime piene di disperazione... è tutto dannatamente difficile! Ma perché? Perché?
""Sei solo un'immatura, Francesca"!"
"AH, VATTENE AL DIAVOLO, GIULIO!" urlo all'indirizzo di un ragazzo che con le sue parole mi ha urtato sia i nervi che i sentimenti.
Mi mancava solo quell'idiota! Sì, mi mancava soltanto lui per completare quel quadretto che io detesto!
"Tesoro! Ehi!"
Sento la voce di mia madre e alzo la testa.
"Ti ho sentita gridare. Cos'è successo?" mi chiede.
Mi getto tra le sue braccia e mi sento al sicuro. Scoppio a piangere più forte e lei continua ad abbracciarmi e a consolarmi come fossi ancora la sua bambina. I miei occhi grondano acqua e sembrano catini pieni, ma non me ne importa... non più, ormai.
"Stavi pensando a Giulio?" mi chiede. "Tesoro, non ricordi cosa gli hai detto?"
Annuisco ricordando la mia scostante risposta.
""Senti, tu hai parlato, ora mi ascolti!" gli dissi rivolgendogli un'espressione piena di rabbia.
"Senti Francesca, io ho ragione, con quest'atteggiamento non andrai da nessuna parte!" ripeté lui, facendo arrivare la mia rabbia alle stelle, al punto che dovetti serrare i pugni dietro la schiena per non assestargli un ceffone. Non mi ero mai sentita in quel modo prima. Lui era il primo e speravo di cuore che fosse anche l'ultimo.
"Guarda: ti do ragione perché la ragione si dà agli stupidi, e ti dirò anche un'altra cosa: io i tuoi consigli non li voglio perché tu me li dai per sentirti superiore, non per altro! E ora vai a insegnare come diventare una persona senza cuore a qualcun'altro"!"
Ricordo che quel giorno tutto questo si era scatenato perché ero rimasta per un'ora a contatto con la mia più grande fobia e arrivata a un punto di non ritorno, pur cercando di evitarlo con tutte le mie forze, ero scoppiata in lacrime. Per questo quando Ernesto si comportava in quel modo con Serena mi arrabbiavo tanto con lui: rivedevo me stessa al posto di Serena e lui a quello di Ernesto e non potevo sopportarlo.
Mia madre ha saputo del mio "incidente" con Samuele, quindi vedendo il mio occhio a rotelle sul pavimento credo abbia capito cos'è successo.
"Tesoro, ascoltami, non affrettare tanto le cose. Questa ferita è troppo fresca per riprovare a soportarla. So che vuoi essere libera, ma non dare fretta al tuo cuore, è già molto provato."
"E... e nel frattempo come faccio?"
"Usa la bicicletta." mi dice lei con calma, poi noto che sta per aggiungere qualcos'altro. "E parla anche con Daniel, sai che lui ti conosce meglio di chiunque, anche se da meno tempo di me, questo è sicuro. Vedrai che forse, parlando con lui, potrai sentirti meglio. Ti farà bene."
"Lo so, però... io n-non posso" balbetto. "Lui s'infurierebbe, si scontrerebbe con Samuele, e io non voglio!"
"Non potresti semplicemente chiedergli di non farlo?"
"Lui è buono e mi vuole bene... ma ho paura che provi una rabbia incondizionata verso Samuele."
"Che la provi!"
"Mamma, lui non è un vigliacco: lo cercherebbe, si scontrerebbe con lui e ho paura che possa succedergli qualcosa, io..."
"Sarebbe peggio se non glielo dicessi. Lo scoprirebbe da solo e sarebbe peggio, fidati!"
Forse mia madre non ha proprio tutti i torti... ma io ho paura.
E se lui decidesse di tornare per spaccare la faccia a Samuele? Santo cielo, per quanto io non lo sopporti anche lui è un essere umano, e poi... che ne so? E se accadesse il contrario, cioè che Samuele spacca la faccia a Daniel? Non lo sopporterei!
Oh mio Dio, io glielo dico, ma Tu fa' che vada tutto bene, ti prego!
Io: "Dan... dovrei dirti una cosa, ma non ti arrabbiare."
Dan: "Ahi ahi! Che cosa vuoi dirmi, piccola?"
Io: "Ecco... vedi... ieri ho incontrato la sorella di Samuele, quella ragazza che ha gettato a terra Serena, hai presente? Lei è venuta da me... mi ha chiuso la bocca con una mano e mi ha minacciata... io... io mi ero liberata, ma poi è arrivato Samuele e tutti e due mi hanno portata su di un marciapiede..."
Dan: "E dopo?"
Io: "Samuele mi ha tolto il mio occhio a rotelle, cioè, ecco... il bastoncino bianco, e l'ha lanciato. Bo avuto paura che colpisse qualcuno, io..."
Dan: "Okay, ma ora stai bene?"
Io: "Sì, ma... ora non riesco più a maneggiare il bastoncino!"
Dan: "Perché?"
Io: "Perché se solo lo tocco mi torna in mente quel momento, inizio a tremare e il bastone mi sfugge di mano."
Dan: "Vuoi che venga da te?"
Io: "Preferisco che continui a fare quello che stai facendo: non ti piacerebbe vedere Samuele. E poi... io non voglio che facciate a botte."
Dan: "Va bene, però adesso cerca di stare tranquilla. Sai, anch'io ho una notizia per te. È una buona notizia, sta tranquilla."
Io: "E cioè?"
Lui mi manda un messaggio vocale, ma a parlare è... Serena!
"Francy, ora io ci vedo! Tu mi avevi chiesto di dirti com'è tornare a vedere e ti dirò che è stupendo! È come svegliarsi da un lungo sonno senza sogni!"
Io: "Davvero?"
Sery, in un altro messaggio vocale mandato con il cellulare di suo fratello dice: "Davvero amica! Però ti dirò che non è stato poi così male il periodo in cui non vedevo, forse per la mia maestra!"
Io: "Non esagerare, non è stato brutto perché tu l'hai reso più bello!"
Sono molto felice per Serena. Insomma, ha recuperato la vista: non le è successa una cosa di tutti i giorni. Non tutti riescono a recuperarla.
Eppure, chissà perché, non sono felice al cento per cento. C'è quel qualcosa che non vorrei che ci fosse, quel qualcosa che mi turba e che mi fa male.
Daniel's Pov
Da quando Francesca mi ha detto cosa le è successo non riesco a pensare ad altro. Se il mio pensiero è corretto lei finirà per chiudersi in casa, per colpa di quell'idiota.
Se solo potessi andrei da lui e gli spaccherei la faccia. Questa proprio non doveva farla né a lei né a me. Giuro che vorrei sapere dove si trova per il gusto di dirgliene quattro. La sorella è il suo soldatino e non capisco come faccia a non accorgersene!
Mentre ci prepariamo per la cena mi squilla il cellulare.
Guardo lo schermo e vedo il: "Numero sconosciuto" lampeggiare su di esso. Attivo l'opzione di localizzazione e rispondo. Non l'avessi mai fatto!
"Chi è?"
"Indovina un po'!" mi dice.
"Samuele! Cosa vuoi?" chiedo.
"Hai saputo dell'incidente?"
"Non è stato un incidente! Non fare l'ipocrita Samuele!"
"Temo che ben presto la povera Francesca rimarrà da sola, perché tu ti stancherai di una povera..."
"Non ti permettere di dire "povera cieca" perché ti fulmino!" dico.
"Come hai fatto a sapere quello che volevo dire se non mi hai fatto parlare?"
"Parli come se non ti conoscessi!" gli dico, chiudendo la chiamata.
Sento due braccia cingermi la vita, mi volto e vedo mia sorella.
"Daniel, cerca di calmarti!" mi dice. "Lui non c'è, vuoi prendertela con il muro?"
"Sapessi quanto mi ha fatto male dire quello che le avrebbe detto quel mostro! Non sai quanto mi ha fatto soffrire!"
"Invece lo so!"
"E come lo sai, scusa?" chiedo.
"L'ho percepito nel tuo tono di voce quando hai detto a Samuele di non dire quella cosa e... Ed io..."
"Scusami Sery" dico abbracciandola. "Non volevo..."
"Cos'è che non volevi?" chiede.
"Non volevo urlarti contro."
"Ma non l'hai fatto! Mi hai soltanto chiesto come sapevo che ti faceva stare male quello che avevi detto..."
"Preferirei che Francesca mi fulminasse in questo momento!"
"Ma che dici? Lei fulminarti? Ma figurati se Francy ti fulmina! Lei ti vuole bene..."
"Lo so che non lo farebbe mai!"
"Perché non le dici quello che ti è capitato?"
"No, meglio non farlo, Serena! Lei ha già un mucchio di preoccupazioni!"
Calum's Pov
Passo accanto a Samuele mentre lui parla al telefono e sento le parole: "Incidente" e: "Francesca".
Quando la persona dall'altra parte chiude la chiamata io mi avvicino a Samuele e corro ad afferrare il suo braccio. È colpa sua, ne sono sicuro!
"COS'HAI FATTO A FRANCESCA?" lo aggredisco.
"Ah, che c'è? La piccola non te l'ha detto?"
"Non provare a chiamarla così!"
"Oh, vedi, la povera bambina è ormai incapace di fare da sola! Poverina, è rimasta traumatizzata da quello che ha visto e... oh, mi correggo! Lei non l'ha visto! Non lo può vedere l'evento che l'ha traumatizzata!"
Ora il lume degli occhi lo perdo io, tant'è vero che gli tiro un pugno sul labbro che lo getta per terra. Lui si rialza subito e mi colpisce con un destro dritto sullo zigomo. Cerco di reggermi in piedi, lo getto a terra e inizio a colpirlo con una rabbia senza limiti. Samkele si rialza e prova a colpirmi, ma nonostante sia arrivato a farlo non riesce a buttarmi a terra ed io continuo.
"Ehi, sei impazzito? Smettila!" mi dice un ragazzo dagli occhi celesti. Lo riconosco: è Nicolas, l'amico argentino di Francesca nonché proprietario, insieme al fratello, del bar in cui lei lavora.
"Lasciami!" gli dico agitandomi visto che lui mi ha bloccato prendendomi per le spalle.
"Non ti lascio! Credi di risolvere qualcosa pestandolo a sangue?" chiede.
Samuele non si smentisce: approfitta della tregua, si alza e mi prende a pugni facendomi cadere.
"E tu, bamboccio" dice Nicolas fermando Samuele e stringendogli forte un polso, "sappi che se ti ho salvato la faccia devi ringraziare Francesca che dopo quello che le hai fatto non ti considera ancora una bestia, chiaro?"
Samuele gli dà un pugno sul naso, ed un altro su di uno zigomo facendolo sanguinare, poi se ne va, piuttosto ammaccato e barcollante.
"Vieni, appoggiati." mi dice Nicolas aiutandomi a rimettermi in piedi.
Mi medica le ferite, poi io vedo una figura su una bicicletta. La bici si ferma a pochi passi da noi e la voce delicata di Francesca chiede: "Perché siete vicini alla fontana? È successo qualcosa?"
"No, nulla" dice Nicolas, "avevamo solo un po' caldo e..."
Lei si avvicina a me, scende dalla bicicletta e mi tocca il viso. Sussulto al suo gesto e lei capisce tutto.
Francesca's Pov
Appena sfioro il viso di Calum sento delle crosticine sotto le dita e la superficie delle sue guance è... ricoperta di sangue secco.
"Calum, ma... ma tu sanguini!"
"Sta tranquilla Francesca, non è niente" dice.
Intanto quando lo tocco sussulta e sento perfettamente la forma di un pugno stampata sul suo volto.
"Cal... che hai fatto?" chiedo.
"Ho incontrato quella bestia di Samuele!" dice Calum.
"L-l'hai preso a botte! Perché? Non capisci che potevi farti del male?" Scoppio in lacrime al pensiero che lui abbia fatto del male ai miei due amici. "Nico, tu stai bene?"
Lo sento gemere leggermente e tirare su col naso come se fosse raffreddato.
"Nico, ti ha colpito?" chiedo preoccupata.
"Solo due volte Francesca!" mi risponde calmo.
"Qui?" chiedo toccandogli delicatamente la zona offesa.
"Ahi!" sussulta Nicolas.
Prendo un fazzoletto dalla tasca e lo bagno con l'acqua fresca della fontana.
"Okay! Resisti un po'!" dico.
Gli bagno la zona contusa con il fazzoletto e lui sembra smettere di sanguinare.
"Di': ti è capitato altre volte di fare da paciere, vero?"
"Una volta, tra mio fratello e un altro tizio."
"Ah... capisco. Su, appoggiati e resisti un po', d'accordo?"
Lui si rilassa.
"Ecco, ci siamo quasi" gli dico notando che a quanto pare il sangue non sta più fuoriuscendo con la stessa frequenza.
"Okay. Abbiamo finito, ma non credo che questo basti per farti passare il dolore."
"Grazie comunque."
"Cal, vieni che ti aiuto" dico.
Lui si appoggia alla mia spalla e io bagno un altro fazzoletto per fermare l'emorragia.
"Ahi!" sussulta lui ed io dico: "Oh, scusami!"
Aspetto qualche altro secondo e quando noto che la zona è più fresca e non scorre più sangue stacco il fazzoletto.
"Va meglio?" chiedo.
"Molto meglio."
"Francesca, ma è vero quello che ha detto Nicolas?" chiede Calum.
"Di che parli?"
"Parlo del fatto che tu, nonostante tutto quello che ti ha fatto Samuele, non lo consideri una bestia."
"È vero, ma..."
"Sei un angelo" mi dice Calum.
Scuoto la testa come per dire di no, ma lui sembra non credermi.
Saluto i ragazzi con la mano visto che temo che un bacio sulla guancia possa provocare loro ulteriore dolore e mi dirigo verso casa. Improvvisamente sento dei lamenti e riconosco la voce in questione. È la persona che, purtroppo per me oserei dire, fa costantemente parte dei miei peggiori incubi, il ragazzo che io ho aiutato quando era ubriaco fradicio e la causa della mia minore indipendenza... è... SAMUELE!
Mi avvicino al ragazzo, scendo dalla bicicletta e lo raggiungo.
"Si può sapere che hai combinato?" chiedo fredda.
Non riesco ad essere troppo gentile con lui.
"Il tuo amichetto Calum mi ha pestato!"
"Gli avrai dato un motivo per colpirti." dico.
"Senti, se vuoi criticarmi è meglio che te ne vada!" mi dice.
"E chi vuoi che ti curi, eh? Dai, alzati!"
Lo afferro per un braccio e lo aiuto a rialzarsi per poi avvicinarmi ad un'altra fontana.
Immergo il terzo fazzoletto nell'acqua, ma lui protesta.
"NO! QUELL'ACQUA NON ME LA METTO IN FACCIA!" urla.
"Vuoi rimanere qui per strada dissanguato? Da bravo, fai poche storie e fatti aiutare!"
Samuele's Pov
Quanti torti ho fatto a quella ragazza? Tanti!
Anzi, no, dire: "Tanti" è poco! Troppi!
Eppure lei è sempre qui, ora sta bagnando un fazzoletto per curarmi e lo sta premendo sulla mia guancia con le sue piccole dita delicate... è troppo buona!
Sussulto per un istante e lei ritrae di scatto la mano e dice: "Oh, scusami!"
Ma dico io: non solo lei ti sta aiutando, tu ti metti a fare lo schizzinoso e ti fai trattare come un bambino?
Stupida vocina!
"Ecco fatto!" dice staccandosi da me.
"Aspetta... prima di andare via vorrei dirti una cosa" dico.
"Dimmi." dice lei, amaramente.
Mi avvicino al suo viso, prendendolo con delicatezza. Non avevo mai notano quanto fossero morbide le sue guance... ma adesso lo so bene!
Mi avvicino sempre di più, ma...
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