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82: Ti guardo come tu mi vedi

Franco's Pov
Sono appena arrivato al villaggio e mi è stato detto che io e Serena siamo ospiti dei ragazzi. Bella fortuna! (Non sono sarcastico, giuro.)
La prima persona che vedo è il capo: Salvatore! "Ehi signor Argentino!" mi chiama.
"Ehi Capo! Me lo fai un favore?"
"Ovvio! Spara" dice.
"Faresti venire qui Serena? Ehi, però non dirle che sono io a volerla vedere, mi raccomando!"
"Tranquillo!"
Chissà quanto sarà contenta la mia piccola quando verrà qui? Io lo sono già, ho il cuore a mille, accidenti!
Serena's Pov
"Ehi, signorina Bernardi!" mi chiama Salvatore. "C'è una persona qui fuori che ti aspetta!"
"Chi è?" chiedo curiosa.
"Eh no! Non te lo posso dire!"
"Ti ha detto di non dirmelo?" chiedo sorpresa.
"Per l'appunto. Vieni o no?" chiede Salvatore.
"Vengo, vengo!"
Lui mi prende a braccetto e mi porta nel giardinetto della casa degli animatori. Mi fa mettere seduta su di una sedia, poi dice: "Aspetta qui, tra poco arriverà qualcuno a cui tu tieni molto!"
Lo sento allontanarsi e aspetto l'arrivo di questa fantomatica persona.
Una sedia viene sollevata e messa proprio di fronte a quella su cui sono seduta, quindi allungo le mani.
Sento altre due mani, morbide e più grandi delle mie, condurmi verso qualcosa. Tocco una benda e la voce, ben camuffata, dice: "Tirala su!" Faccio come richiesto e dopo sfioro la pelle del viso di quel ragazzo, riconoscendolo. Beh, non che la sua voce non mi avesse aiutato, ma mascherata a quel modo era ben difficile da riconoscere!
"Posso vederti?" chiede con dolcezza.
"Vedermi come?"
"Vederti come tu vedi me!" risponde lui.
"Lo faresti sul serio?" chiedo.
"Altrimenti perché ti avrei detto di alzarmi la benda sugli occhi?"
Giusto, perché?
Credo che lui stia cercando il mio viso e per aiutarlo inclino la testa in avanti. È un'abitudine che ho preso già da un po' e Francesca mi ha detto che anche lei lo fa molto spesso, perché ha bisogno di avvicinarsi alle persone o alle cose, forse per sentirle meglio.
Mi accorgo che lui tocca i miei capelli e sento le sue mani avvolgerli per poi srotolare le matasse create.
"Hai dei bellissimi riccioli." dice.
"Bellissimi non so, però hai fatto centro: sono ricci!" gli dico. "Vai avanti, dai!"
Sfiora per qualche istante le mie orecchie, poi passa alle guance e infine agli occhi.
"Hai degli occhi grandi" mi dice.
"Sì, e poi?" lo esorto a continuare.
"Hai le guance morbide e se ti vedessi adesso direi che sei diventata rossa" mi dice ridendo e la sua risata mi contagia.
"Lo direi anch'io!" dico.
"Hai... delle labbra lisce e carnose e stai sorridendo contro il mio palmo!" dice toccando le mie labbra che, come ha detto lui, si curvano in un sorriso quando le sue dita le accarezzano.
"E tu stai sorridendo insieme a me!" gli dico.
All'improvviso, quando arriva a toccare le mie spalle, lo sento tirarmi a sé ed abbracciarmi... l'abbraccio che mi dà dura solo qualche attimo, ma è già molto.
Lui scende giù per le mie braccia e di colpo si avvicina alle mie mani, le afferra e inizia a girarle e rigirarle tra le sue, tracciando i loro contorni con le dita e accarezzando ogni centimetro della mia pelle.
Lo sento soffermarsi sulle nocche delle mie dita e sulle venature dietro di esse, poi i suoi polpastrelli percorrono le lineee che s'incrociano sui miei palmi ed a quel punto, con il corpo scosso da violenti brividi, inizio a chiedermi perché si stia soffermando così tanto a lungo sulle mie mani.
"Stai tremando" mi dice intrecciando le mie dita con le sue. "C'è qualcosa che non va?"
"No, non è niente di particolare... è che... v-volevo sapere... perché ti stai soffermando su quel punto?" chiedo.
"È stato un gesto del tutto istintivo. Ho ripensato ad un film... e in pratica i protagonisti si promettevano amore senza parlare... Solo toccandosi le mani."
"E tu... tu cosa senti?" gli chiedo.
"Sento che sei la persona giusta, la miglior ragazza che io abbia mai incontrato in tutta la mia vita! Io ti amo piccola Sery!"
"E come fai ad esserne sicuro?"
"Perché mentre ti sfioravo provavo emozioni che non ho mai provato prima... quando ho preso le tue mani non so descriverti come mi sentivo, ma era qualcosa di meraviglioso e inimitabile!"
"Non sai quanto vorrei poterti vedere!" gli dico con una nota di tristezza nella voce.
"Ma tu mi vedi" mi dice lui, "e l'ho imparato grazie a te! Tu mi vedi con le mani, con le orecchie... con il cuore! Tu mi vedi meglio di quanto io veda te!"
"Per questo hai quella benda?" gli chiedo.
"Sì, per questo e perché volevo che tu capissi che sei uguale a me, a tutti gli ospiti, a tutto il mondo! E sai perché sei uguale a tutti?"
"Perché?" gli chiedo. Giuro che stavo per scoppiare in lacrime prima che lui mi dicesse quelle bellissime cose.
"Perché ognuno di noi è diverso dall'altro ed è la nostra differenza a renderci uguali" mi risponde lui con un sorriso.
"Sai che oggi è in programma la realizzazione di un osservatorio per guardare le stelle? Devono essere stupende" dico, desiderando ardentemente di poterle vedere anch'io.
"So dove vuoi arrivare, e sai una cosa? Anche tu riuscirai a vedere le stelle questa sera..."
"Ma tu, che io sappia, non hai poteri miracolosi!" gli dico. "Come farai a farmi vedere le stelle se io non posso vedere niente?"
"Se vuoi posso farti un esempio di come tutto sia possibile... me l'ha raccontato tuo fratello!" dice.
"Mio fratello?"
"Sì, Daniel... ora ti racconto cos'è successo. Durante una gita sulla neve era stato proposto uno spettacolo di fuochi e per farlo vedere a Francesca lui ha utilizzato delle tattiche e l'ha coinvolta. Sapessi quanto era felice!"
"Davvero? Come ha fatto?" gli chiedo.
"Non so quali siano stati i metodi, ti basti sapere che tu questa sera vedrai le stelle insieme a noi!"
Istintivamente mi alzo e lo abbraccio, poi gli tolgo la benda che a quanto pare lui ha dimenticato di togliere, poi mi fa sedere ed entra in casa.
Franco's Pov
Entro in casa e trovo i ragazzi intenti a preparare tutto per la cena.
Mentre penso a quello che vorrei fare per Serena ricordo un'occasione in cui abbiamo discusso per una mia distrazione che l'ha ferita e dopo neanche cinque minuti eravamo nuovamente lì, mano nella mano.
"Ehi ragazzi! Vorrei fare una cosa per Serena... potreste aiutarmi?"
(Nota Autrice: questo capitolo è collegato alla canzone: "Due satelliti" di Marco Mengoni, anche se io ho sostituito il verbo collegato alle mani con il verbo: "Toccare.")

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