80: Fantasmi del passato
Francesca's Pov
Sono sul pavimento della mia stanza, con le mani sulle guance e il viso appoggiato sul materasso, e non riesco a fare nient'altro che sia diverso dal piangere a dirotto. Per quanto io sia infuriata con Ernesto non gli posso dare tutti i torti: è stata colpa mia se Serena è scomparsa. Sono stata una scema a lasciarla andare senza una parola. Perché sono stata così stupida, perché l'ho lasciata andare via così?
Mentre continuo a singhiozzare sento due mani delicate e fresche posarsi sulle mie spalle e delle dita giocare con il tessuto della maglietta che ho addosso. Sento una strana sicurezza invadere il mio corpo e le dita della ragazza, (perché so che è una lei), forse perché lei vede che mi rilasso, continuano come se niente fosse il loro andirivieni sulle mie spalle tremanti. Provo ad immaginare chi sia e passo in rassegna il tocco di varie persone di mia conoscenza. Mia madre? Lo escludo, lei ha un altro tipo di tocco, sempre delicato, ma speciale, anche se in modo differente. Mi viene in mente una persona alla quale tengo moltissimo e decido di provare a chiamare la ragazza, giusto per assicurarmi che sia lei o per smentire la mia ipotesi, quindi sussurro: "Sei tu, Lì?"
"Sì, sono io!" mi risponde lei.
Mi cinge le spalle con le braccia e la sua testa è proprio sulla mia, come in una foto che abbiamo fatto nell'estate di sette anni fa. L'unica differenza è che non ero né triste né inginocchiata sul pavimento gelido. Lei mi tiene stretta a sé e e continua a ripetermi che è tutto a posto.
"Santo cielo Lì! Mi ero ripromessa di aiutare Serena, e invece le ho creato soltanto altri problemi!"
"Non è vero!" mi dice Linda. "Chi le è stata accanto fin da quando è uscita dall'ospedale, anzi, anche prima, quando suo fratello la considerava una maglietta fatta a strisce e utilizzata come straccio da pavimento? Chi le ha consigliato quel campo estivo? Chi le ha insegnato il Braille? Chi le ha regalato quel bastoncino bianco che tu chiami "occhio a rotelle"? Di sicuro non io!"
"E per ottenere cosa? Farla scappare per le prepotenze di una stupida!"
"Ecco, l'hai detto! Per colpa di una stupida, non per colpa tua!" mi dice Linda. "E poi... senti, se quell'idiota del fratello, "sto parlando di Ernesto, non scattare", non apprezza i tuoi sforzi, che veda da solo come cercare sua sorella... non ho niente contro di lei, per carità!"
"Perché hai specificato quel "non scattare"? Cosa intendevi dire?" chiedo ridendo appena.
"Perché non era il caso di coinvolgere quel povero Daniel" spiega ridendo.
"MEEEENO MAAAALE!" dico parlando un po' come lei e un po' come lui, anche se ho utilizzato altre parole.
"Ahahah piccola folle!" mi dice Linda. "Vedo che ce l'hai fatta a fare da te quella voce!"
"Immagino di sì!" rispondo.
"Tesoro, ti sta vibrando il telefono!" mi avverte.
"Grazie Lì!" dico sorridendo.
Prendo il telefono e la macchinetta e leggo il messaggio.
Dan: "Ehi piccola, Serena è venuta dove sono io adesso!"
Io: "COSA? È FANTASTICO!"
Dan: "È qui, tranquilla! Non so come abbia fatto, ma è venuta qui!"
Io: "Con il treno... forse l'ha guidata il suo cuore, non lo so!"
Dan: "Chissà?"
Inizio a saltare come un grillo per tutta la stanza, tanto che Linda è costretta a fermarmi.
"Che ti prende? Ti ha dato di volta il cervello?" chiede sorpresa.
"HANNO TROVATO SERENA,! NON IMMAGINERAI MAI DOV'È!"
"Dai, ora cerca di calmarti e spiegami tutto!"
"È al villaggio in cui adesso lavora Daniel!"
"Che? Come ci è arrivata?" mi chiede, sempre più sconcertata.
"M-ma non lo so Lì, non lo so! L'avrà guidata l'istinto!" mi azzardo ad ipotizzare.
Linda mi prende la mano e dice: "È possibile!"
"E se le mandassimo Franco? Sempre che lui voglia, è chiaro" dico.
"Beh, chiamalo e chiediglielo!"
Franco's Pov
"La smetti di fare avanti e indietro?" dice indispettito Nicolas.
"Scusami tanto se sono dannatamente preoccupato per la mia ragazza!"
"Ehi, calmo!" mi dice Martin.
Il mio fratellino psicologo, per capirci.
"Scusatemi." dico con tristezza. "È che... io... io sono preoccupato per Serena!"
"Avanti, vieni qui!" dice Flor alzandosi e allargando le braccia, in modo che io possa gettarmici dentro.
Mi lascio stringere in quell'abbraccio materno e mi sento tranquillo dopo ore.
"FRANCO, FRANCO!" grida Thomas.
"Che succede, Tommy?" chiedo.
"La ragazza bruna, Francesca, ti ha scritto! Hanno trovato Serena!" mi dice elettrizzato.
"E dov'è ora?"
"È ad un villaggio, quello in cui lavora suo fratello" risponde mio fratello.
"Puoi darmi il cellulare?"
Thomas mi salta letteralmente addosso per darmi il mio cellulare. Leggo il messaggio di Francesca e le sono maledettamente grato. Quella ragazza è veramente un angelo per il semplice fatto che mi ha avvertito.
Francesca: "Se ti dico dov'è il posto ti andrebbe di andare da lei?"
Io: "E me lo chiedi? Ovvio!"
Lei mi scrive il nome del posto e il luogo in cui si trova, poi mi dice come arrivarci ed io m'informo su quello che più o meno è il costo dei treni regionali. Vedo che per fortuna non è molto, e con la parte restante dei soldi per il lavoro al bar, (quella che mi sposta), ce la faccio alla grande a pagarmi un biglietto per Paestum.
Prenoto per questa sera stessa, o meglio, per questo pomeriggio visto che partirò alle cinque. Preparo velocemente le mie valigie e saluto la mia famiglia con abbracci ed effusioni. Sto arrivando Sery!
Francesca's Pov
Sono contenta che Franco abbia accettato.
Decido di uscire di casa, magari vado alla stazione a salutare il biondo!
Sono vicina alla stazione quando una ragazza mi mette lo sgambetto facendomi cadere.
"Oh, perdonami! Non l'ho fatto apposta, tesoro" mi dice.
Tesoro un accidente!
Mi ha fatto dare la rotella del mio bastone sul ginocchio e cavolo se fa male!
E poi... io questa voce la conosco! Che sia la ragazza che ha maltrattato Serena stamattina?
"Ti serve aiuto?" chiede.
"No, grazie, faccio da sola!"
Mi alzo subito da terra e mi allontano. Questa ragazza io la conosco... ne sono sicura!
""Mettiamola così, ragazzina: visto che tu mi hai fatta cadere adesso me la pagherai!"
"Giuditta, non l'ho fatto apposta!"
Lei mi afferrò per un braccio per tenermi ferma e iniziò a tirare la catenina che portavo al collo fino a spezzarla.
"SEI PEGGIO DI TUO FRATELLO!" le gridai contro riferendomi a Samuele.
Lei era sua sorella, la sua più fida compagna di cattiverie.
Per tutta risposta alla mia affermazione la ragazza scoppiò in una risata sentita."
Giuditta! Quella strega è tornata nella mia vita, quasi nello stesso modo di suo fratello: umiliandomi! Ma cosa diavolo ho fatto di male?
Arrivo giusto in tempo alla stazione e Franco mi viene subito incontro e mi abbraccia.
"Ehi Francy!"
"Franco!" dico stringendolo in un abbraccio.
"Sei arrivata giusto in tempo" mi dice sorridendo.
"Lo so!" dico sorridendogli di rimando.
"Grazie mille!"
"Per che cosa?"
"Per avermi avvisato del fatto che Serena era con suo fratello!"
"Ma figurati! So quanto tieni a lei, altrimenti non te l'avrei detto, perché anch'io le voglio un bene dell'anima!" gli dico.
Sento il suo sorriso e lo ricambio subito.
"Dai, il tuo treno sta arrivando!" dico lasciandolo andare.
"Come cavolo hai fatto a sentirlo con tutta questa confusione?" chiede Franco.
"SEEEEGRETOOOO!" gli rispondo.
"Ahahah furbetta! Dai, ora vado!"
"Ciao Franco Fritzenwalden!"
"Ciao Francesca Bernardi!"
Lui si allontana e credo stia salendo sul treno. All'improvviso dice: "Scusami" e capisco che deve avermi salutato con un gesto della mano.
"Tranquillo!" gli rispondo sbracciandomi in modo che lui mi veda.
Sento il treno partire, aspetto che sia lontano dalle mie orecchie e quando il suo sfrecciare diventa inudibile mi volto per andarmene, ma...
Sento delle dita ghiacciate sulla mia bocca.
"Non dire niente!" mi dice una voce femminile. "Non parlare o sarà peggio per te!"
Riconosco quella voce quasi istantaneamente: è quella strega di Giuditta!
Cerco di contorcermi, ma lei stringe più forte la presa sulla mia bocca.
Riesco a mettere un braccio dietro la schiena, quindi lei può afferrarmi solo l'altro. Io lo agito in modo che lei sia occupata a tenerlo, e con la mano libera la prendo di sorpresa tirandola per il colletto della maglia che indossa.
Lei non si decide a togliermi le mani di dosso, quindi dovrei colpirla per liberarmi, ma...
Continuo a trattenerla, raggiungo il suo braccio e inizio a stringere finché lei non molla la presa.
"Che cosa vuoi? Perché mi stai torturando?" le chiedo furiosa.
"Ah, vedo che la bambina di una volta non è proprio come la ragazza di oggi! Beh, meglio per te!"
"Senti, tu mi sei piombata addosso facendo altrettanto con la mia amica, ti sei presentata alla stazione e mi hai tappato la bocca intimandomi di non gridare, quindi ora rispondimi: CHE DIAVOLO VUOI DA ME?"
"Perché dovrei dare spiegazioni a una come te?"
"Prima di tutto perché sono una persona tanto quanto te e quell'imbecille di tuo fratello, secondo: perché la mia vita la gestisco io, non tu, e ho il diritto di sapere tutto ciò che la riguarda! E ora parla!"
"Ehi, piccoletta! Che maniere!" dice proprio... Samuele?
"Che cosa volete da me?" chiedo iniziando ad innervosirmi sul serio.
Lui mi strappa di mano il mio occhio a rotelle e inizia a trascinarmi, fino ad arrivare su di un marciapiede affollato.
Improvvisamente Samuele lancia il mio occhio a rotelle e spero di cuore che cada a terra e non colpisca qualcuno. Ti prego mio Dio, ti prego!
"Addio angioletto!" mi scherniscono.
Resto da sola e in quel momento sento gli occhi riempirsi di lacrime.
"Perché hai fatto questo, perché? Perché tu e tua sorella non fate altro che torturare me e adesso anche Serena, perché? Avreste potuto colpire qualcuno!" dico.
Afferro il cellulare, cerco il contatto di Nicolas e lo chiamo.
Nicolas Pov
Sarei andato a salutare Franco alla stazione, ma purtroppo non ho potuto visto che Martin si è sentito male.
"Come ti senti Freud?" chiedo.
"Un po' meglio" risponde lui. "Sai, poco fa... non so, ho avuto la sensazione che fosse successo qualcosa a... hai presente la ragazza con i capelli castani, quel bellissima, che sorride sempre?"
"Chi, Francesca?"
"Esatto!" dice.
Improvvisamente sento squillare il telefono e leggo il nome del contatto.
"Stavi parlando di Francesca?"
Lui capisce e sorride.
"Pronto?"
"N-Nicolas..."
"Francesca, che ti è successo?"
"T-te lo spiego da vicino... sono su un marciapiede che si trova fuori dalla stazione!"
"Okay, cerca di stare calma, ti raggiungo subito" le dico.
Rivolgendomi a Martin gli dico: "Fratellino, io devo andare!"
"Va bene, ci vediamo dopo."
Esco subito di casa e corro verso la stazione. Trovo il suo bastone per terra e poco più avanti c'è lei. Ha il viso nascosto contro un muro e sta tremando.
"Francesca! Ehi!" la chiamo con la massima dolcezza.
"Nico..." sussurra per poi voltarsi e appoggiare le mani sulle mie spalle. "Ti prego, aiutami!"
"Ehi! Spiegami cos'è successo, altrimenti come posso aiutarti? Su, racconta!"
Cerco di darle il suo bastone, ma vedo la sua mano tremare come se avesse le convulsioni.
"No... prendilo tu! Ti prego!"
"Che ti prende, Francesca?"
"È... è che..."
Afferro l'oggetto e lo chiudo per poi riporlo nel sacchetto che lei porta sempre con sé.
"Vieni, appoggiati a me" le dico prendendo il suo braccio e aiutandola ad appoggiarsi al mio.
Lei prova a spiegarmi quello che è successo, ma è difficile.
"Me lo dirai dopo, con calma" la rassicuro per poi cambiare strategia e mettere il braccio dietro le sue spalle. "Dai, andiamo a casa tua e dopo che ti sarai calmata mi spiegherai cosa ti è successo, va bene?"
Lei annuisce semplicemente ed io la riporto a casa. Raccatto una sedia e la faccio sedere lì per poi portarle un bicchiere d'acqua.
"Tieni" le dico passandoglielo, "vedrai che con questo ti sentirai meglio. Dai, bevi!"
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