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79: Il risultato della crudeltà

Serena's Pov
Mi sto preparando per andare al campo estivo insieme a Francesca. È l'ultimo giorno e sono felice perché con i ragazzi mi trovo benissimo. Improvvisamente mi viene in mente una cosa.
Io: "Ehi Francy, che ne diresti se ti raggiungessi al cancello?"
My Bestfriend: "Va benissimo, ti aspetto qui. Sono veramente felice che tu voglia camminare da sola!"
Recupero il mio bastone e la borsa della piscina, scendo le scale salutando i miei fratelli con un bacio sulla guancia ed esco.
Vado verso il cancello, ma di colpo mi sento spingere a terra e poi una voce femminile dice: "Perdonami tesoro, non ti avevo vista!"
"N-nemmeno io."
La mia voce esce tremante: so benissimo che l'ha fatto apposta!
"Scusami, ti ho sporcata! Dai, vieni qui, ora ti pulisco!"
Non so perché, ma ho la netta sensazione che questa ragazza, invece di aiutarmi, mi stia gettando addosso ancora più terriccio di quanto non ne avessi già.
Mi lascia lì, ferma come se fossi uno spaventapasseri.
Mi tocco la maglietta: è completamente coperta di terra!
"Serena!" mi sento chiamare da colei che può considerarsi la mia migliore amica.
La sento avvicinarsi e le sue dita toccano la mia maglietta, con molta delicatezza.
"Chi è stato?" chiede, avendo capito dal mio tremore che è successo qualcosa.
"U-una... una ragazza" balbetto tra le lacrime.
"Vieni qui." mi dice dolcemente tirandomi a sé.
"Ma... ma così ti sporcherai anche tu!" tento di protestare, ma lei mi abbraccia ugualmente.
È dolcissima, come mio fratello Daniel. Forse è per questo che si vogliono tanto bene!
"Dai, coraggio, ci penso io a questa maglia... Forse non avrò due occhi di falco, ma posso farlo comunque!"
Mi fa sedere su un muretto, estrae qualcosa dalla sua borsa e quando sento la maglia bagnarsi capisco che sta usando una salvietta imbevuta.
"Ecco fatto!" dice una volta finito.
"Grazie." le dico con voce tremante.
"Ehi!" Attira la mia attenzione con quel garbo e quella dolcezza che sono soltanto suoi, e che, anche se involontariamente, hanno fatto breccia nel cuore dei miei fratelli e nel mio. "Non pensarci, okay?"
"Lo so, ma..."
"Capisco" dice, per poi posarmi una mano sulla spalla. "Senti, mettiamola pure così: adesso io e te andiamo al campo estivo e vediamo se ti distrai un po'."
"Grazie." dico, abbracciandola.
Riprendiamo le nostre cose e andiamo a quella piscina.
Per qualche ora dimentico tutto quanto, ma di colpo, ripensando agli scherni della ragazza, stringo gli occhi che sono sul punto di straripare e corro via.
"Ehi Serena... aspetta!" sento la voce di Francesca che mi chiama e per lei mi dispiace, ma non riesco a fermarmi.
Perdonami amica mia. Tu sei sempre stata tanto buona e comprensiva con me! Non vorrei crearti problemi più di quanti tu non ne abbia, hai sofferto già troppo, ma io sono una combinaguai. Mi dispiace, ma mi capita fin troppo spesso di far preoccupare le persone alle quali voglio più bene. Perdonami se ti sto facendo preoccupare, ma non posso evitarlo!
Vado alla stazione, faccio un biglietto a caso  e prendo un treno a caso.
Francesca's Pov
Ho cercato Serena per tutta la piscina, anche all'esterno, chiamandola e mostrando la sua immagine di profilo su WhatsApp, ma non la trovo. Sono già passate tre ore, non so più che fare, mi sento dannatamente in colpa!
Corro a casa Bernardi, ma sono sola. Completamente sola. Serena è scappata e non so che fine abbia fatto. Il problema è che lei non conosce bene le strade e rischia di perdersi.
Inizio a suonare il campanello con disperazione, come se qualcuno mi stesse seguendo.
Mi apre Ernesto.
"Francesca, ma che... Perché sei sola? Dov'è mia sorella?"
"E-Ernesto..."
"CHE FINE HA FATTO MIA SORELLA?" urla Ernesto.
"Ti prego Ernesto, lascia che ti spieghi" sussurro tra le lacrime.
"COSA VUOI SPIEGARMI?" mi grida contro. "MIA SORELLA È DA SOLA, IN MEZZO A STRADE CHE NON CONOSCE, E TU MI VIENI A PROPORRE UNA CHIACCHIERATA DAVANTI AD UNA TAZZA DI CAFFÈ MAGARI, EH?"
"NON DICO QUESTO, MALEDIZIONE! PERCHÉ NON SAI ASCOLTARE, IDIOTA? UNA RAGAZZA HA PRESO IN GIRO TUA SORELLA IN TUTTI I MODI POSSIBILI ED IMMAGINABILI, LEI SI È SENTITA UMILIATA ED È SCAPPATA DALLA PISCINA, TI È CHIARO? E TI DIRÒ DI PIÙ: IO CERCAVO UNA SUA FOTO..."
Non faccio in tempo a continuare poiché le lacrime mi rendono impossibile parlare. Non so che fare, non posso procurarmi quella foto senza aiuto.
"Francesca..."
"OH, VAI AL DIAVOLO!"
Esco da quella casa sbattendo la porta e corro giù per le scale del giardino. Mi siedo sull'ultimo scalino e mando un messaggio a Daniel.
Io: "Ciao..."
Dan: "Ehi piccola, tutto bene?"
Cavolo, ma cos'ha di speciale lui? Come riesce ad accorgersi di quello che provo attraverso un semplice messaggio?
Io: "Ecco..."
Dan: "È successo qualcosa a Serena?"
Io: "Perdonami!"
Daniel's Pov
Perdonami? Perché perdonami? Cosa le devo perdonare?
Poi ricordo ciò che ho scritto prima e collego le cose: è successo qualcosa a Serena.
Lei si sente in colpa, perché si era proposta di aiutarla, con tutte le buone intenzioni, e si sente come se il peso di tutto quello che può succederle gravasse unicamente sulle sue spalle... e non è semplice.
Io: "Ehi, non hai alcun bisogno di chiedermi scusa. Ti va di dirmi cos'è successo, piccola?"
Francy: "Serena... è sparita!"
Già la immagino in lacrime, povera creatura!
E povera anche Serena, da sola per strade a lei sconosciute.
Io: "So che non c'entri niente, tranquilla."
Non so perché, ma ho la netta sensazione che lei sia molto più vicina a me di quanto io pensi.
Esco dalla casetta in cui vivo con i miei compagni di squadra, (i ragazzi dell'equipe), e sono sopra pensiero fino a quando non vedo una ragazza camminare con un occhio a... o meglio: con un bastone bianco stretto nel pugno. Sembra smarrita, come se cercasse qualcuno. Guardo i suoi occhi azzurri, ma non sono sicuro che sia lei. È in lacrime!
Mi avvicino a lei e le chiedo: "Hai bisogno di qualcosa?"
La ragazza s'immobilizza, poi mi crolla tra le braccia.
"D-Dan..." sussurra.
"Serena!" la chiamo io, altrettanto sottovoce, stringendola forte a me. "Calmati piccola, è tutto a posto."
"Sono un disastro!"
"Ehi! Non dire così!" le dico.
Serena's Pov
Chi dice che il figlio primogenito è il più predisposto a fare il gradasso si sbaglia di grosso. Addirittura io ho più fiducia in lui che negli altri, che sono comunque nel mezzo. Non tanto Diana, della quale mi fido senza problemi, quanto Ernesto che poi è più grande di me soltanto di qualche mese.
Forse il problema è quello che abbiamo passato.
Daniel continua a tenermi stretta a sé e mi bacia la fronte per farmi capire che va tutto bene eche lui per me ci sarà sempre.
Mi porta nella casetta dell'animazione, mi fa sedere su di una sedia e mi dà un bicchiere d'acqua fresca.
"Bevi... vedrai che ti sentirai subito meglio."
Butto giù il liquido contenuto nel bicchiere un po' troppo in fretta, al punto che rischio di strozzarmi.
"Ehi ehi ehi!" dice mio fratello battendomi una mano sulla schiena. "Non avresti dovuto inghiottirla quell'acqua, sai?"
Quei colpetti che lui mi dava due secondi fa per non farmi strozzare sono ben diversi dal ceffone che mi ha mollato mio fratello in pieno viso, quel giorno in cui, per la prima volta, sono scappata in lacrime.
"Ehi! Cos'hai, ti senti male?"
Si mette accanto a me e mi prende le mani.
"Io... n-non proprio" balbetto.
"Stavi pensando a quello che ti hanno fatto oggi?" mi chiede con dolcezza.
"A-anche, ma... non solo a quello" rispondo esitante. "Non riesco a gettarmi alle spalle tutto quello che è sâccesso... con Ernesto."
Lui mi lascia una mano, si sposta mettendosi proprio di fronte a me come per guardarmi negli occhi e con la mano libera va su e giù per la mia guancia destra, la stessa che qualche settimana fa è stata "offesa" da quel ceffone.
"Hai bisogno di qualcosa Sery?" mi chiede con dolcezza.
"N-no... mi sento solo un po' stanca."
Mi accorgo della presenza di un'altra persona e quando parla capisco che si tratta di Giulia.
"Vieni Serena, vieni nella mia stanza, almeno ti sdrai un po'" mi dice.
Mi prende la mano, mi porta in una stanza e mi fa distendere su un letto. Sento qualcuno sedersi vicino a me e una mano afferra la mia. Riconosco la mano di mio fratello e mi rilasso. Adesso sto davvero bene... mi manca soltanto la presenza di Franco.
Dopo qualche minuto mi addormento...
"Dove credi di andare, ragazzina?" dice una voce dietro di me.
Sono in un corridoio, anche se non so di quale posto.
"Cercavo la mia amica Francesca" rispondo.
"La tua amica Francesca? Ah, quella cieca, come te! Mi dispiace, ma lei non c'è, amore mio" dice la ragazza che mi ha buttata a terra.
"M-ma..."
Mi sento afferrare per le spalle e spingere sul pavimento dalla ragazza. Lei inizia a lanciarmi addosso del terriccio e dell'acqua credo, mi sento sporca e bagnata e poi la sento ridere e dirmi beffarda: "La prossima volta prova a guardare i cartelli stradali e concentrati su dove ti trovi, povera stupida!"
Improvvisamente una mano scuote forte la mia spalla.
"Serena! Serena! Ehi!" mi sento chiamare e pochi secondi dopo mi ritrovo tra le braccia di mio fratello.
"Va tutto bene, va tutto bene."
Inizio a toccare il materasso, poi la maglietta, e infine cerco il bastone bianco che è sul comodino accanto a me, dove Giulia lo ha accuratamente piegato e posto.
Realizzo che stavo sognando e abbraccio forte mio fratello.
Lui lascia un bacio sulla mia fronte che sta per: "Tranquilla, è tutto finito", e mi fa sdraiare sul letto per poi toccarmi il viso per asciugare le mie probabili lacrime.
"Co-come sapevi che stavo avendo un incubo? Ho fatto qualcosa come dei versi o altro?"
"A dire il vero hai soltanto stretto forte il copriletto, ma adesso spiegami: è un'epidemia?"
"Di che parli?"
"Del fatto che sei la terza persona che quando si sveglia chiede se ha fatto qualcosa mentre dormiva! Prima Francesca, poi Ginevra e adesso tu!"
Scoppio a ridere alla sua affermazione, mi piace il suo modo di scherzare, senza prendere in giro ma comunque con simpatia... è meraviglioso!

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