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72: Ernesto e i sensi di colpa

Francesca's Pov
Lui stringe con forza un po' eccessiva la mia mano, tanto che comincio a chiedermmi se la telefonata che ho ricevuto c'entri qualcosa.
"Ehi... stai... stai bene?" gli chiedo con voce tremante.
È la prima volta che sono io a fargli questa domanda. È come se fosse giunto il momento di ripagarlo per tutto il bene che mi ha fatto.
L'unica parola che gli sento dire è: "Serena..."
Capisco al volo cos'è successo: lui ha detto: "Serena", e poi: "Come è stata investita?" Non c'è altra spiegazione, purtroppo, ed io non posso molto in questo momento. Lo abbraccio. Non so che altro fare.
"Ti ha detto dove l'ha portata?" chiedo. "Chiunque te l'abbia detto."
"Me l'ha detto Ernesto, e mi ha detto in quale ospedale."
"Te la senti di andare a raggiungerli?"
"È mia sorella" risponde lui, "non la lascerei sola neanche per tutto l'oro del mondo!"
"Allora vorrei venire con te." gli dico.
Mi prende a braccetto e andiamo a piedi fino all'ospedale.
"Ecco, poco più avanti c'è mio fratello" dice Daniel. "E sta... lui sta..."
Il suo tono sorpreso mi fa pensare che lui stia facendo qualcosa di eclatante, qualcosa che non farebbe mai... ma cosa?
Un singhiozzo risponde alla mia domanda. Lui sta... piangendo? Ma che...
Il primo gesto che mi viene in mente di fare è quello di andargli incontro e consolarlo. Tutto il rancore che provavo al suo indirizzo è... è sparito! È come se non l'avessi mai provato e non mi spiego come sia possibile. In ogni caso non mi faccio troppe domande, vado da Ernesto e lo abbraccio da dietro.
"Ehi!" gli dico con voce calma.
"Ti ricordi che me l'avevi detto?" chiede singhiozzando. ""Un giorno tutto il dolore che ora reprimi tanto facilmente verrà fuori con una crisi di pianto, violenta e incontrollabile, davanti a tutti, magari nel mezzo di una festa"."
"A cosa servirebbe che te lo dicessi adesso?" chiedo retoricamente. "Non otterrei altro che farti sentire peggio."
"Perché ti preoccupi del mio stato d'animo?" chiede Ernesto.
"Perché non sono rancorosa come credi. Ti parlavo in quel modo perché mi faceva rabbia il modo in cui ti rivolgevi a lei, ma non ti avrei abbandonato..."
Mi fern di colpo sentendo gli occhi bruciare. Cerco di reprimere le lacrime, ma poi le lascio uscire ritenedno stupida l'ipotesi di frenarle. Andrei contro me stessa e non mi piace farlo.
Daniel's Pov
Sono proprio alle spalle di Francesca e istintivamente metto le mani su di esse. La sento sussultare e, come ha fatto lei con mio fratello, le sposto i ricci di lato e le tocco la guancia che sta iniziando ad inumidirsi... mi dispiace tanto.
Ben presto lei raggiunge mio fratello in un fiume di lacrime. Io non riesco a versarne. È come se tutto il dolore che provo mi si fosse cristallizzato dentro e fa male, molto male. Mi unisco all'abbraccio e compio un'azione che per me è quasi un'abitudine quando Francesca sta così: mi ritrovo a giocare con i suoi bei ricci, aggrovigliati a causa della tensione, ma comunque morbidi e delicati, come lo è lei nel suo tutto... la prima cosa che mi ha colpito quando l'ho conosciuta è stata proprio quell'innocenza, quella timidezza che era una caratteristica che mi sembrava singolare, qualcosa che soltanto lei avrebbe potuto possedere. Lei, nessun'altra al mondo... E non era certo per i suoi occhi, semplicemente... perché era lei!
"Sery ha trovato la forza nelle sue lacrime. L'hai detto tu che le lacrime sono rigeneranti." le ricordo.
Lei abbozza un sorriso. "Sery si riprenderà." dice sottovoce, quasi parlando a se stessa, "non le accadrà niente di male."
Un dottore esce dalla stanza e tutti e tre ci alziamo dal pavimento.
"Dotore... per caso è venuta qui una ragazza che risponde al nome di Serena Bernardi?" chiedo.
"Sì... è stata portata qui un'ora fa. È in uno stato di incoscienza e... devo dirvi che c'è un problema. Vedete... la ragazza, a causa del colpo preso alla testa, ha riportato danni non trascurabili al nervo ottico."
Francesca ha un sussulto. So che queste parole l'hanno profondamente turbata. Non so a cosa stia pensando, ma do per scontato che sia preoccupata per la reazione di Serena, se e quando dovesse svegliarsi.
Francesca's Pov
Un'altra probabile vittima del buio eterno. Un'altra persona che sarà costretta a ricominciare da zero. Un'altra persona con gli occhi colmi di lacrime. Chissà per quanto tempo Serena dovrà soffrire se quel "danno" dovesse giungere agli estremi? Oh no, no! Non vorrei mai che lei... fosse obbligata a ripartire da zero, no!
Non per questo denigro i miei occhi... solo che non credo sia facile ritrovarsi catapultati in un modo di vivere diverso da quello ordinario. Io stessa, quando non riuscivo a parlare, stavo male. Anzi, non male... di più!
Sento una mano posarsi delicatamente sulla mia, ma non ho bisogno di sentirlo parlare per capire chi è. Ho imparato a riconoscere quel tocco delicato.
"Prometto che se dovesse andare come non vorrei... cercherò di aiutarvi." dico.
Sono cosciente del fatto che mi è impossibile fare chissà che, ma per vivere è necessario sapere perlomeno qualcosa delle condizioni nelle quali si vive, e qualcosa la so anch'io.
Ernesto's Pov
Sono passate molte ore e Francesca è entrata nella stanza di mia sorella, si è messa a sedere vicino al letto e non si è mossa più di lì. È una ragazza da ammirare già per questo.
Io lascio l'ospedale, non ce la faccio più a stare là dentro, e i ragazzi del mio gruppo mi hanno detto che andranno al bar in cui lei lavora.
Li raggiungo, ma sono a pezzi.
Prendo una birra e inizio a bere insieme ai miei compagni di gruppo. Tutti forti. Come anch'io credevo di essere. Ora, invece, mi sto rendendo conto di quanto fosse ridicolo il mio ostentare il fatto che da anni non versavo più una lacrima. Due anni, per esattezza. Ora, invece, se penso a mia sorella in quel letto d'ospedale ho solo voglia di piangere, ma piangere sul serio.
Mentre butto giù l'ennesima birra parte la canzone: "Distratto" di Francesca Michielin. Ogni singola parola di quella canzone è una pugnalata al cuore per me, perché è tutto vero. È maledettamente vero. Io ascolto quelle parole, una per una, e più vado avanti ad ascoltare più sento le lacrime spingere contro le mie palpebre serrate per non consentire loro il passaggio... vano tentativo.
"Un'ora, un giorno o poco più,
per quanto ancora ci sarai tu
a volermi male di un male
che fa solo male?
Ma non ho perso l'onestà,
e non posso dirti che passerà,
tenerti stretto quando in fondo sarebbe un inganno.
E NON VEDI CHE STO PIANGENDO?
CHI SE NE ACCORGE NON SEI TU,
TU SEI TROPPO DISTRATTO! Ehi!
Un'ora, un giorno o poco più,
dicevi sempre: "Per sempre", sì, però
guarda cosa è rimasto adesso che niente è lo stesso.
Se non fa rumore l'anima
e quando sei qui davanti non s'illumina
è perché non ne sento più il calore,
non ne vedo il colore.
E NON VEDI CHE STO PIANGENDO?
CHI SE NE ACCORGE NON SEI TU,
E IL TUO SGUARDO DISTRATTO! EHI EHI, ehi!
E NON VEDI CHE STO FINGENDO?
E NON MI GUARDI GIÀ PIÙ,
COL TUO FARE DISTRATTO!
STRAPPA LE pagine dei giorni con me.
NON MI RIVEDRAI PIÙ,
puoi bruciarle perché
E NON MI FERIRAI,
non mi ferarai,
E NON MI ILLUDERAI,
non m'illuderai,
E NON SARÀ,
non mi tradirai
MAI PIÙ
come credi.
Un'ora, un giorno o poco più
per quanto ancora ti crederò?
Solo, perso e più confuso,
non avresti voluto
vedermi scivolare via,
fuori dalle tue mani, che fantasia!
Fuori dalla tua vita, ma mi hai preso soltanto in giro.
E ORA VEDI CHE STO RIDENDO?
E CHI MI GUARDA NON SEI TU,
TU ERI SEMPRE DISTRATTO! EHI, EHI, ehi!
ORA CHE MI STO DIVERTENDO,
CHI MI CERCA NON SEI TU,
TU ERI TROPPO DISTRATTO!
STRAPPA LE pagine dei giorni con me
NON MI RIVEDRAI PIÙ,
E NON mi FERIRAI,
non mi ferirai,
E Non M'ILLUDERAI,
non m'illuderai,
E NON SARÀ,
non mi tradirai,
MAI PIÙ
come credi.
Per un'ora, un giorno, forse un po' gi più
non girava il mondo se non c'eri tu,
e non volermi male adesso
se non ti riconosco."
Io sono stato maledettamente distratto con mia sorella! L'ho vista in lacrime, l'ho sentita urlare, mi ha addirittura schiaffeggiato, ma io le ho risposto con tante parole d'incomprensione e uno schiaffo.
Scoppio a piangere come un disperato, fregandomene degli altri, anche perché non riesco a smettere.
""Un giorno tutto il dolore che ora reprimi tanto facilmente verrà fuori con una crisi di pianto, violenta e incontrollabile, davanti a tutti, magari nel bel mezzo di una festa"..."
Quella frase mi dà un ulteriore colpo al cuore.
Continuo a piangere, non m'importa di niente e di nessuno.
Una ragazza del gruppo, l'unica con la testa sulle spalle, mi si avvicina e dice: "Ernesto, vieni via, ti prego!"
"Lasciami in pace, Melissa!"
La ragazza mi prende per le braccia facendomi alzare e mi trascina in bagno. In tutto questo tempo, "mentre mi portava con sé", non ha spiccicato parola.
Mi fa inginocchiare e, tenendo una mano sulla mia fronte, mi mette due dita in gola per liberarmi da quello che ho in corpo. Faccio uno sforzo tremendo, neanche io so come riesco a respirare, ma lei ogni tanto mi agita una mano davanti al viso per farmi vento. La sento accarezzarmi la schiena e dire: "Avanti, ora alzati!"
Ci provo, ma cado miseramente e scoppio nuovamente in lacrime.
"Ehi!" La sua voce dolce mi giunge come il richiamo degli angeli... il più bello al mondo.
Mi ritrovo a singhiozzare sul suo petto. Lei non dice nulla, mi stringe a sé e basta, non mi chiede il motivo delle mie lacrime, si limita a confortarmi come può ed è davvero bello da parte sua, soprattutto considerando che pochi secondi fa l'ho trattata malissimo, come ho fatto spesso con mia sorella e forse lei ha capito che è questo il motivo che mi spinge a comportarmi da perfetto idiota.
"Melissa, io... io... n-non..."
"Parleremo solo quando sarai pronto" mi dice.
Sfogo tutto il mio dolore e lei mi abbraccia, restando in silenzio, ma è quello che mi serve in questo momento e lei se n'è accorta.
Melissa's Pov
Sento Ernesto singhiozzare e sussultare sul mio petto e lo stringo ancora più forte a me per rassicurarlo e fargli capire che io ci sono, ma non so se il mio aiuto potrà bastargli o no.
Non so cosa mi abbia spinta ad aiutarlo nonostante il suo rifiuto categorico, però l'ho fatto e mi sento bene se posso aiutarlo.
Improvvisamente, però, lo sento agitarsi ancora di più e capisco che c'è qualcosa che non va.
"Che ti succede Ernesto?" gli chiedo.
"Mia sorella... mia sorella..."
Mi rendo conto che sta sudando freddo e afferro i suoi polsi per bagnarli con dell'acqua. So che sta rischiando di svenire.
Serena's Pov
Mi risveglio... o meglio, credo di essermi risvegliata. Percepisco una sensazione di sicurezza trasmessa da due mani che tengono molto strette le mie.
"Serena..." mi dice sottovoce mio fratello Dan.
Spalanco gli occhi, ma...

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