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66: Help us!

Daniel's Pov
Sono state ridistribuite le stanze dato che ce ne sono solo tre qui dentro.
Giulia e Salvatore sono in una stanza, io e Francesca in un'altra e Simone ha a disposizione la camera singola.
Io e Francesca andiamo nella stanza uno alla volta e ci mettiamo a letto. Lei, probabilmente sfinita dal viaggio, si addormenta quasi subito. La vedo farsi piccola piccola, poi si copre la bocca con una mano come sempre e si lascia andare al sonno...
Francesca's Pov
È mattina presto quando mi risveglio e mi ritrovo in posizione trasversale sul letto, appoggiata al petto del mio angelo. Questo si alza e si abbassa regolarmente, ma non capisco se sia sveglio anche lui o meno. Nel dubbio mi alzo e cerco di mettermi seduta, ma lo faccio con calma ricordando le mille occasioni in cui lui me lo ricordava. Mi sento afferrare una mano e mi giro di scatto.
Da quello che ho potuto capire anche lui ha abbandonato la posizione sdraiata. Restiamo fermi, mano nella mano, per qualche secondo.
Gli sorrido e lui mi dice: "Sei mattiniera come al solito tu, eh?"
"Credo" rispondo con un filo d'imbarazzo però abbastanza evidente. "A dire il vero speravo di svegliarmi prima per fare una cosa per voi..."
"Che carina che sei! Cosa esattamente?" mi chiede.
"Volevo... a-andare al bar, per prendervi qualcosa... mi hai insegnato tu la strada ieri, ricordi?"
"Ricordo, ma tu non hai bisogno di ringraziarci perché anche il resto della banda è contento che tu sia dei nostri!" mi dice con dolcezza.
"Beh... ecco... sarei un'ingrata se non vi ripagassi in qualche modo e..." balbetto.
È impressionante il mio essere impacciata e al tempo stesso sicura quando mi trovo insieme a lui. Sicura perché so che lui non mi farebbe mai del male, non di proposito, almeno, e impacciata nel parlare... come del resto mi capita ancora con tutti o quasi.
"Io ti dico che non ce n'è bisogno, ma se lo desideri così tanto presto o tardi ti si presenterà l'occasione."
Gli sorrido e ci alziamo dal letto. Io vado velocemente a prepararmi, (Ginevra e Giorgio mi hanno aiutata con i colori prima di partire), e appena finito, ovvero cinque minuti dopo, filo nella minuscola cucina per prendere le posate che poi porto fuori, nel giardinetto, per apparecchiare la tavola.
Una volta finito corro in casa in modo che nessuno si accorga di quello che ho fatto.
I ragazzi si sono appena svegliati e stanno andando tutti a vestirsi. Accidenti, indossare maglie a maniche lunghe con questo caldo non dev'essere per niente facile. Io mi adeguo agli altri, ma per me e loro ho sempre una borraccia con acqua fredda, almeno per evitare problemi collegati a malori dovuti al caldo. Io ne so qualcosa e non ci penso nemmeno a farmi salire la febbre ancor meno adesso, no grazie!
Quando usciamo tutti in giardino Salvatore dice: "È arrivata la Fata della Colazione o cosa?"
Imbarazzata al massimo abbasso la testa per non far notare il rossore che mi si sta espandendo per tutta la faccia.
"Ehi rossa! Stai bene?" mi chiede ancora il Boss.
"Sì, sto bene Sal, non preoccuparti" lo rassicuro per poi frizionarmi il viso con un fazzoletto bagnato. "Ho solo un po' caldo."
"Giusto un po', vero?" chiede Simone ridendo.
"Forse un po' di più di un po'" ammetto, anche perché in parte è vero.
"Secondo me lei è diventata rossa perché è stata tanto gentile da apparecchiare la tavola per noi, ma non lo vuole dire." dice Giulia. "È vero Francy?"
"Mi stai stalkerando?" le chiedo ridendo.
"No, ma ci conosciamo da un anno, abbiamo parlato molto, quindi ti conosco abbastanza bene" risponde lei.
Sorrido timidamente e dopo una veloce ma allegra colazione e gli ultimi preparativi andiamo in spiaggia.
"Francesca, lo scalino!" mi ferma di botto Salvatore. "Il solito scalino. Stai attenta!"
Faccio un passo indietro trovandomi in bilico, poi mi faccio lentamente avanti.
Siamo appena arrivati e c'è uno strano trambusto sulla spiaggia.
Sento una donna gridare: "FRANCESCA! FRANCESCA, SVEGLIATI! AIUTO!"
"Francesca? La bambina con cui ho parlato ieri?" chiedo preoccupata.
"Sì, proprio lei!" risponde Salvatore.
Mi dirigo verso quella voce, quasi correndo, e inciampo più volte sui lettini.
"Cos'è successo?" chiedo alla donna che a quanto pare è in posizione inginocchiata accanto ad un lettino.
"L-lei... stava giocando, poi ha iniziato a respirare male e ha detto di non vedere niente."
"Accidenti, è tutta rossa, forse è per il calore" dice Simone.
Estraggo velocemente la borraccia dallo zaino e sia io che Daniel iniziamo ad attingere acqua con dei fazzoletti e frizionarle la fronte e le guance.
Un debole mugolio mi avverte del fatto che lei si sta svegliando.
"Ciao..." sussurra debolmente.
"Ti senti un po' meglio?" le chiedo.
"Un po' sì." mi risponde lei.
Cerca di alzarsi, ma io le prendo la mano e Daniel le dice: "No, ferma, non ancora. Se ti gira la testa stai giù ancora un po', d'accordo?"
"Okay, grazie."
Io intanto le abbasso quella specie di tetto che hanno i lettini delle sfiagge per riparare la testa dal Sole.
"Ora dobbiamo andare, ma tu riguardati... va bene?" le dico.
"Okay... grazie."
Per il resto del tempo tutti ci dividiamo tra l'occuparci degli ospiti in generale e l'andare a vedere in che condizioni è Francesca.
La giornata passa in fretta e giunge l'ora di cena, ma accade un imprevisto.
"Giuly, il pavimento nella tua stanza è bagnato." dico, ma ne segue un grido e poi un piccolo colpo.
Corriamo tutti ad aiutarla e lei si aggrappa al mio braccio dicendo: "Ahia! N-non riesco ad appoggiarlo!"
"Come non riesci ad appoggiarlo?" le chiedo per poi farla uscire dalla stanza e sedere su una sedia.
"C'è un medico da queste parti, vero?" chiedo.
"Perché?" chiede Simone.
"Perché credo che sia in uno stato di dolore estremo! Giuly, riesci a muovere le dita?" chiedo mostrandole dei piccoli movimenti delle dita. Lei ci prova, ma credo che se ne sia già pentita perché dice un: "No! Ahi!", molto sentito.
"Aspetta." dice Salvatore per poi inginocchiarsi davanti a lei, come se le stesse osservando la caviglia. "È un po' gonfia... è meglio che non la muova per il momento."
"E co-come facciamo per s-stasera?" balbetta Giuly.
Accidenti, oggi c'è il cabaret! È un caso di "forza maggiore" purtroppo, ma intanto come possiamo chiederle di stare in piedi due ore se è in queste condizioni?
"Ragazzi, con lei ci resto io" dice Salvatore velocemente, "è meglio che non si muova di qui, per adesso."
"Allora dobbiamo cambiare programma." dice Simone.
"Aspetta, forse no! Sempre che Francesca sia d'accordo." salta su Daniel.
"Cosa c'entra?"
"L'unico modo che abbiamo per fare le cose per bene è chiederle aiuto" risponde lui. "Te la senti di prendere il posto di Giuly, Francesca?"
"Mi salveresti" dice Giulia.
"Beh... non so come finirà, ma tra me, te e Simone... non tanto per me che sono una matricola, ma per uoi due che siete esperti dovremmo farcela."
"Sei un tesoro" dice Giulia stringendomi a sé, forse un po' troppo a causa del dolore che avverte alla caviglia.
"Crede che sia il caso di fasciarla Sal?"
"Credo proprio di sì Fra. Senti, se il pavimento è asciutto potresti andare a prendere una fascia dal mio zaino? È a sinistra del letto."
"Sì, ci vado subito" rispondo sciogliendo l'abbraccio di Giulia.
"Senti, non per farti sentire incapace, ma almeno fino alla stanza ti accompagno io. Un'altra caduta non ci vuole proprio." dice Simone.
"Tranquillo, lo so." gli dico.
Arriviamo alla stanza e Simone dice: "Puoi andare, il pavimento è asciutto."
"Doveva proprio aspettare Giulia per asciugarsi, eh?"
"Così sembra." concorda lui.
Io prendo la fascia e torno in cucina. Non so cosa stia facendo Salvatore ma Simone mi dice: "Senti, se vieni con me io ti dico quali sono gli sketch, tanto li conosci. Per le battute vai a soggetto."
"Va bene" gli dico.
Simone mi dice quali sono gli sketch. Per i primi due non ci sono problemi... anzi, anche qualcuno in più, ma l'ultimo è un problema. Come diavolo posso interpretare una regista esaurita? Aspetta, forse non c'è bisogno di interpretarla se cerco di farmi venire in mente qualcosa che mi irrita. E di quelle... inutile dirlo, ce ne sono a bizzeffe!
Spero solo di non mettermi a ridere mentre sclero, sarebbe davvero il colmo!
Andiamo a fare il nostro lavoro e dato che Giuly mi ha praticamente insegnato tutto non ho problemi nemmeno con i più piccoli. E poi ci sono Simone e. Daniele per qualsiasi cosa faccio loro un segno.
Il primo sketch è quello della Sonnambula. È chiaro che stavolta la moglie la faccio io, mentre Simone interpreta l'amico di lunga data.
"Ehi Simone, è da una vita che non ci vediamo, vero? Che sorpresa!"
"Eh già, è parecchio tempo! Ma tu come stai?"
Il dialogo va come previsto, poi arriva il mio primo momento fatidico. Nella versione che ho visto io la moglie colpisce più volte il marito, ma ad essere sincera io non credo che lo farei mai neanche per scherzo, quindi invento una smorfia che riservo all'uno e all'altro.
Mi avvicino di soppiatto a Simone. Oddio, adesso gli devo togliere la giacca? Ti prego, non farmi tremare la mano!
Simone si agita come un'anguilla mentre io cerco di togliergli quella benedetta giacca.
"Simò, t'è venuta 'a 'rteteca? Te vuò stà fermo?" ["Simone, ma ti si sono caricate troppo le batterie? Vuoi stare fermo?"]
A quella battuta mi viene da ridere e mi mordo le labbra.
"Simone, si può sapere perché fai quei gesti?"
"No, volevo cercare di fermarla."
"Ma non ti servono i gesti, stai un attimo fermo!"
Lo so io perché ha fatto dei gesti: per dirmi di non ridere, ma non avrei mai capito l'antifona se non fosse stato per l'uscita di Daniel.
Beh, tutto sommato la serata è andata abbastanza bene, anche se ho avuto difficoltà nello sclero compulsivo del rush finale. In ogni caso mi sono divertita un mondo. E quando mi ricapita un'occasione del genere?

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