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65: Dediche e aspirante collega animatrice

Francesca's Pov
"Ti prego, resta..." mi dice lui con dolcezza.
"E... e come faccio?" chiedo.
"I tuoi lo sanno già, e poi se vuoi puoi essere nostra ospite" risponde risolvendo ogni mio dubbio, "in questo modo non dovrai pagare."
"Davvero?" gli chiedo esitante.
"Se ci darai un piccolo aiuto sì... Ma se non vuoi..."
"Ma scherzi? È fantastico!" lo rassicuro, se si può dire così per la mia grande felicità, abbracciandolo.
Non posso credere che farò un'esperienza di circa una settimana nel campo dell'animazione!
"Il problema è che per ora non ti pagano perché sei minorenne e non sei ufficialmente nell'agenzia..."
"Non fa niente" gli rispondo io con un sorriso, "è molto meglio che paghino voi che siete più esperti... io posso aspettare un altro anno, e poi mi piace."
"Dai, allora andiamo!"
Andiamo a parlare con gli impiegati della direzione e sono ben lieta di aver fatto loro una buona impressione... a dire il vero la cosa mi spaventava, ma non posso ancora credere che farò le veci della quinta animatrice e visto che lo desideravo praticamente da quando ero piccola non nego che la cosa mi fa molto più che piacere!
"Spero che resti del parere di cui sei ora, Francesca!" mi dice la donna che lavora in direzione.
"Io credo che resterò di questa opinione, anche se sarò di sicuro un po' provata" le rispondo continuando a sorridere.
"Ma come farai per i movimenti? Il residence è abbastanza grande, sai?"
"Beh, imparerò" rispondo.
"E nel frattempo mi occuperò io di lei." aggiunge colui che da una vita è il mio protettore.
"Bene, allora è meglio che andiate." dice la donna, congedandoci.
Ci dirigiamo verso la zona vicina all'anfiteatro. È bellissimo stare mano nella mano con lui, senza dover più temere di fare qualcosa di sbagliato.
La lezione di ballo è appena iniziata e su questo sono abbastanza avvantaggiata dato che da mesi ho dei fantastici maestri. Uno dei tanti è Salvatore, che a quanto pare è stato riconfermato Boss, e un'altra è Giuly. Inizialmente non vedevo spesso il mio angelo, per questo non ho parlato di lui, ma anche lui è stato molto importante per questo, come per tutto ultimamente.
Mi si avvicina una bambina che dice: "Sei nuova?"
"Sì, ma non starò qui a lungo." rispondo con dolcezza. "Come ti chiami tesoro?"
È la prima volta che io chiamo qualcuno in questo modo e un leggero brivido scuote il mio corpo. Quanto tempo è passato dal primo: "Tesoro" che mi ha detto Daniel! E ora io lo sto dicendo ad una bambina.
"Francesca." mi risponde lei.
"Ah, che coincidenza! Anch'io mi chiamo Francesca."
"Però! E ora come ci distinguiamo?"
"Un'idea ce l'ho io!" dice una voce familiare alle mie spalle.
"BOOOSS!" dico correndo verso di lui per abbracciarlo.
Lui mi solleva letteralmente da terra e sorride come mai prima.
"E allora? Come sta la mia piccola Francesca?" mi chiede.
"Sei sempre il solito!" esclamo fingendo una frustrazione che non ho affatto.
"Ma dai! Ti sei offesa?" mi chiede.
"No, è che sono già una nanetta per conto mio e se ti ci metti anche tu... eh?"
Lui scoppia in una fragorosa risata. "Era da un pezzo che mi mancavano i tuoi occhi colmi di gioia, sai?"
"Beh, da oggi in poi te li farò vedere più spesso Boss!"
"Era ora che la verità venisse fuori, piccola!"
C'è una nota di serietà nella sua voce, ma è una serietà positiva per fortuna.
"Povero Calum. E pensare che non gli credevo" dico sentendomi un po' in colpa per non avergli concesso il beneficio del dubbio. "È solo che avevo paura che fosse solo un bel sogno..."
"Metti in conto che neanche lui è un santo." mi ricorda Sal appoggiando entrambe le mani sulle mie spalle.
"Visto che sei qui potresti darci una mano?"
"Volentieri!" rispondo. "Cosa vuoi che faccia Capo?"
"C'è una bambina, Lucia, che secondo me è rimasta scossa da una conversazione con un collega in precedenza."
"Perché?"
"Ogni volta che qualcuno le si avvicina si nasconde. Indovina chi è l'unico di cui si fida?"
"Un'idea ce l'avrei, ma preferisco che me lo dica tu."
"Soltanto Dan può avvicinarla" mi risponde lui preoccupato, "ma chi è quell'incapace che l'ha spaventata?"
"Vuoi che vada a parlare con lei?" chiedo.
"Ho la sensazione che a te darà retta."
"Va bene, dimmi dov'è e ci vado subito." dico.
"Vieni, ti accompagno" dice Salvatore per poi prendermi la mano e condurmi non so dove. "Eccola qui la piccola Lucia."
"Anche lei piccola, Boss?"
"Così sembra."
"Mamma, chi è quella ragazza?"
Lucia ha una vocina dolce e delicata. È la mia copia a livello di timidezza. "Parlava di te" dice Salvatore a bassa voce.
Mi avvicino alla bambina mentre Salvatore torna alla zona ballo.
"Ehi, ciao!" dico rivolgendomi alla bambina.
"Ciao." mi ricambia lei.
"Perché sei qui tutta sola?" le chiedo.
"Perché ho una paura tremenda di espormi. Non so perché, ma ho paura di fare figuracce e..."
"Ah, ho capito. E che pensi di questi ragazzi? Quelli dello staff, intendo."
"Sono simpatici e gentili, ma ho paura che mi prendano in giro ancheloro..."
"E perché dovrebbero? Ti dirò una cosa: io sono esattamente come te e loro non solo l'hanno capito, ma mi sono stati anche accanto."
"Io vado a vedere... ma da questa altezza è impossibile che io riesca a vedere qualcosa" dice con voce esile.
È molto piccola e capisco cosa vuole dire.
"Signora" dico rivolta alla mamma, "se me la metto sulle spalle riuscirà a vedere un po' meglio?"
"Sicuro." mi risponde lei.
"Potrebbe accompagnarmi?"
"Con piacere!"
M'inginocchio e faccio salire la bambina sulle mie spalle.
"Tieniti forte, okay?" le dico.
"Va bene."
Lucia's Pov
È tanto gentile questa ragazza!
Sembra una sorella più grande che accontenta la sorella piccola.
Per quello che ho potuto capire adesso lei è in prova come animatrice e se va bene la ripropongono tra un anno. Spero che accada perché si vede che le piace, e poi è buona e gentile.
Hanno fatto partire una canzone che a me piace e che so anche ballare, ma mi vergogno in mezzo a quella gente.
"Vuoi che andiamo un po' in disparte?" chiede gentilmente.
"Non ti dispiace?"
"Ma no, Lucia! Dai, vieni!"
Si abbassa mettendomi giù e preneendomi per mano.
"Mi guidi tu, signorina?" mi chiede.
"Va bene."
Andiamo un po' più in là dell'anfiteatro, poi io mi fermo e prendendoci le mani iniziamo a ballare.
"Ma sei bravissima! Ti piace ballare?"
"Tanto, però mi vergogno." le rispondo.
"Secondo me potresti fare un tentativo" dice con calma. "Ma solo quando ti sentirai pronta. Mi prometti di pensarci su?"
"Sì" rispondo per poi dirigermi verso gli altri.
"Ehi!" ci saluta Daniel.
"Ciao..." dico timidamente stringendo leggermente il braccio di Francesca che girandosi dice: "Anch'io faccio così, anche se so che con lui posso stare tranquilla."
"Hai compiuto una specie di miracolo Francesca, lo sai?" le chiede.
"Che miracolo?"
"Lucia è molto riservata ed è un vero miracolo che si sia lasciata andare con te in così breve tempo."
Lei sorride. "Grazie." dice, poi arrossisce.
Wow, allora è vero che è timida come me!
Restiamo tutti insieme ed io mi unisco al gruppo... non è male come temevo.
Francesca's Pov
È giunta la sera e i ragazzi si presenteranno con canzoni e sketch comici.
"Ehi Francesca, posso chiederti un favore?" mi domanda Daniel.
"Io sono in debito con te, e non di poco, quindi dimmelo e farò il possibile per aiutarti."
Lui mi passa un foglio scritto in Braille.
C'è il testo di una canzone che conosco e si chiama: "Una su un milione".
"Potremmo proporla insieme se vuoi" mi dice. "Vorrei dedicartela perché se non mi sbaglio tu avevi paura quando è iniziato tutto."
"Molta paura" rispondo. "Paura di non essere abbastanza."
"Beh, anch'io."
"Forse... posso farcela!" dico.
"Non sai quanto mi renda felice sentirti parlare in questo modo!" mi dice.
Gli sorrido e ci uniamo entrambi a Sal, Giuly e Simone. Stando con loro non corro il rischio di far tardi, anche perché stavolta sarò in scena anch'io, non proprio come loro, ma... come una riserva di un qualche sport.
Mentre ci penso sento la voce di Daniel dire: "Attenta al gra..." Sto per inciampare, ma lui mi afferra prontamente il polso e mi aiuta a rimettermi in equilibrio.
"Stai bene?" mi chiede.
"Sì... sto bene tranquillo." lo rassicuro.
Arriviamo all'anfiteatro e Giulia mi chiede di aiutarla con i bambini. Avere molti amici nel campo dell'animazione torna utile se ci si ritrova in questo genere di situazioni e sia io che Giulia ci occupiamo di quei piccoli angeli dalla voce ridente che hanno tanta voglia di scatenarsi per quello che ho potuto capire. Ho notato di aver fatto scalpore tra i bambini, ma nessuno mi ha chiesto il come e il perché dei miei occhi... ho sentito tanto affetto e sono tanto felice! Anche gli altri ci danno una mano e vedo che il gruppo è più compatto che mai.
Dopo questo iniziano le presentazioni e io vengo definita: "Beniamina dei timidi" e: "Aspirante collega", dal mio capo, il miglior Boss che potesse capitarmi.
Ad aprire la serata, guardacaso, siamo io e Dan.
Come già detto la base scelta è: "Una su un milione" e venendo qui ci siamo divisi le parti a seconda di toni e parole.
F: "Accettami così. Ti prego, non guardare...
Nella mia testa c'è un mondo da ignorare."
D: "Voglio che tu sia mia complice discreta,
accettami e sarai la mia bambola di seta.
Accettami e vedrai, andremo fino in fondo."
F: "Non pensare a cosa è giusto e a cosa sta cambiando."
D: "Andiamo al Polo Nord o al Sud se preferisci."
F: "Accettami, ti prego, dimmi che ci riesci."
D: "Non ho detto mai di essere perfetto."
F: "Se vuoi ti aiuto io a scoprire ogni mio difetto."
D: "Se ne trovi di più ancora mi sta bene."
F: "Basta che restiamo ancora così, insieme."
D: "Amo, amo, è qualcosa che si muove."
F: "Su e giù per lo stomaco, più freddo della neve."
D: "Amo, amo, è un buco alla ciambella."
F: "La sua dolcezza effimera la rende così bella."
D/F: "Accettami e vedrai, insieme cresceremo,
qualche metro in più e il cielo toccheremo,
più alti dei giganti, più forti di Gozzilla,
faremo una crociera su una nave tutta gialla.
Andremo su un'isola che sembra disegnata,
con colori enormi e un Mare da sfilata.
Per quanto mi riguarda ho fatto già il biglietto,
ti prego, non lasciarlo accanto a un sogno in un cassetto."
D: "Amo, amo, è qualcosa di speciale."
F: "Su e giù per lo stomaco, è come un temporale."
D: "Amo, amo, è il sugo sulla pasta."
F: "Finché non è finito non saprò mai dire basta."
D/F: "Amo, amo, è un dono di natura,
perché la nostra storia non è mai un'avventura.
Amo, amo, è una semplice canzone,
che serve a me per dirti che sei uno/a su un milione."
Non sono ancora abituata al risultato positivo di queste cose, e a quanto pare lui non è proprio da meno, ma di sicuro è in condizioni migliori delle mie. Ci stringiamo in un abbraccio, non tanto per concludere la performance quanto per dirci un: "Ti amo!", reciproco, non gridato dalle nostre labbra, ma dal nostro cuore.

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