6: Figuracce e serate a 4
Francesca's Pov
"Oh santo cielo, faremo tardi come al solito" dico, mentre come al solito aspetto che gli altri si preparino e mi raggiungano.
Linda mi raggiunge con Mirko ed Alex.
"Tranquilla, stavolta non sarà così!" dice mia cugina.
Sorrido e ci dirigiamo in anfiteatro.
Io mi siedo tra Linda e Alex e davanti a me credo che ci sia Ginevra.
Siamo comunque arrivati un po' tardi, infatti sono partiti dallo sketch del presepe, credo.
Al secondo, che si chiama: "La Sonnambula", mi capita di sentire una frase da parte di Daniel che mi fa ridere: "Ma che tien 'a 'rteteca Salvatò? T'e sta fermo!"
"Ma cos'hai, le pile in corpo Salvatore? Devi stare fermo!"
Infatti questo sketch parla di due amici che si vedono dopo dieci anni, "Daniel e Salvatore", e il primo è sposato con una vecchia conoscenza, "Giulia", la quale soffre di sonnambulismo e per tre volte si avvicina a Salvatore, togliendogli tutto quello che ha addosso. L'ultima volta, però, le carte si ribaltano.
Poi ci sono stati i Neri per Caso, La Piccola Fiammiferaia con Alessandro e Gaia, Il Lattaio, degli sketch di un medico e alcuni pazienti un po' matti e per concludere quella serata c'è stato quello che fino ai primi due minuti doveva essere uno spot pubblicitario, poi si è trasformato in una barzelletta.
Ah, e poi Giorgio e Alessandro in uno sketch di un barista e un uomo che parlava in modo strano.
Mi sorprendo di non essere ancora caduta dalla sedia, ho riso moltissimo!
Dopo il solito momento del ballo torniamo a casa.
Mio padre, Linda, Mirko e Carmine si fermano fuori per giocare a poker e io decido di fermarmi un po' con loro.
All'improvviso, però, Carmine dice una cosa che mi fa ridere.
Mi copro la bocca con entrambe le mani per trattenermi e divento rossa per lo sforzo.
Sento una mano posarsi sulla mia spalla, sussulto e mi volto di scatto.
"Calma, calma, sono io" dice sottovoce Daniel.
"Non volevo" dico sottovoce. "Ho cercato di trattenermi..."
"E ci sei riuscita bene! Ma come mai siete tutti qui fuori?"
"Io... io non... non avevo molta voglia di a-andare..."
"Sta calma, non devi giustificarti come a scuola."
"Beh, noi eravamo qui per giocare a poker visto che non siamo stanchi."
"Beh, io... Io v-vado..." dico balbettando.
Il mio cuore batte fortissimo e sento che le mie guance stanno per andare a fuoco.
Sto dicendo troppe stupidaggini e sono troppo nervosa.
Oh no, non prendermi la mano, non adesso almeno!
"Ehi! Stai bene Francesca?"
"Io... ecco..."
Nonostante io stia annegando nel Lago dell'Imbarazzo non ho né la forza né l'intenzione di lasciare la sua mano.
"Tranquilla, se vuoi rientrare vai!"
"Okay" dico, "a domani."
Gli lascio la mano e mi dirigo verso casa mia, ma dimentico la presenza dei gradini e cado battendo con forza il ginocchio ferito per terra. Mi mordo le labbra per non gridare e appoggiandomi ai lati della scala mi alzo con la maggior cautela che mi è possibile. Entro in casa, vado a mettere il pigiama e mi nascondo sotto un lenzuolo. Al diavolo le mie guance bollenti!
Chissà cos'avrà pensato di me vedendomi arrossire, agitarmi, e poi anche cadere(
All'improvviso sento vibrare il mio cellulare.
Prendo il telefono, la macchinetta per leggere e scrivere e collego tutto.
Dan: "Non ho avuto tempo di chiedertelo, ma volevo sapere... ti sei fatta male("
Dan? Ma perché si è salvato così?
Io: "No, no, nulla... Non mi sono fatta nulla, davvero!"
In realtà quando mi sono alzata la botta mi faceva un po' male, ma ora è tutto passato... beh, non proprio tutto... c'è l'imbarazzo che mi brucia dentro.
Dan: "Posso chiederti un favore?"
Io: "Okay."
Dan: "Non sentirti in imbarazzo con me, non serve. E poi... io non so cosa ti faccia paura, ma vorrei che non ti coprissi più la bocca prima di addormentarti!"
Ah, che dolce!
Lui si preoccupa per me!
Io: "È una storia lunga..."
Scema, potevi dirglielo, lui avrebbe capito!
Dan: "Se e quando vorrai parlarne io sarò pronto ad ascoltarti. Ma ti prego, non coprirti la bocca!"
Daniel's Pov
Mi piacerebbe guardarla in questo momento!
Vorrei vederla quando dorme, ma senza quella manina che le tappa la bocca!
Non avrebbe nulla di cui vergognarsi: non parla, non si muove, ma digrigna i denti e a volte trema. Non capisco come mai abbia tanta paura di sbagliare nel modo di comportarsi!
Francy: "Grazie mille!"
Io: "Di nulla. Non dovresti nemmeno dirmelo, sai?"
Aspetto qualche minuto, poi faccio il giro della casa, mi avvicino alla sua finestra e la guardo. Si è addormentata, è davvero tenera!
Scavalco la finestra e mi metto in ginocchio vicino a lei.
All'improvviso la vedo agitarsi e lei inizia a dire parole strane.
Francesca's Pov
Un ragazzo mi tiene ferma per le braccia e stringe fortissimo la presa.
"No, ti prego!"
Il ragazzo mi spinge indietro e inizia a dirmi cose orribili che ora non voglio neanche scrivere.
Riesco a dirgli che è un mostro, ma poi un movimento mi fa capire che quel ragazzo sta per alzare le mani.
Un attimo prima che accada, però, mi sento scuotere per un braccio e poi una voce mi dice: "Calmati, va tutto bene!"
Riconosco la sua voce e mi calmo.
D'istinto gli racconto quello che ho passato all'asilo.
"Era un inferno! Quando ero una bambina mi trattavano malissimo, prendendomi in giro o obbligandomi a fare cose che non volevo! Le maestre, poi! Loro dicevano che ero svogliata, che ero una stupida, e mi facevano fare cose che io non volevo..."
Lui mi stringe la mano e sento i suoi nervi tesi.
"Che genere di cose?" chiede.
"Sciocchezze... ma quando veniamo obbligati a fare qualcosa niente può essere considerato una sciocchezza."
"Non ti hanno fatto del male?"
"No... non fisicamente almeno. Ma mi dicevano di tutto ed era orribile!"
Sto per piangere, ma lui se ne accorge e mi stringe la mano.
"No, non voglio vederti piangere ancora! Non agitarti!"
Stringo un po' i denti e lui per calmarmi mi accarezza il viso con l'altra mano.
"Scusami... per essermi aperta in questo modo!"
"No, non devi scusarti con me! L'unica cosa che posso dirti è che mi fa rabbia sapere che dei bambini vengono influenzati ad essere cattivi!"
"Sì, dei bambini! Perché è successo all'asilo!"
"Ehi! Ora basta! È passato e non si ripeterà più!"
"Ne sei sicuro? Sai, io... io ho sognato di incontrare uno di quelli che mi derideva... ma da grande! E lui... lui stava per farmi del male!"
"Era solo un incubo, tranquilla!"
Mi dà un bacio sulla fronte e io mi rilasso.
"Ora devo andare, ma tu promettimi che starai tranquilla!"
"Lo prometto!"
Lui esce dalla finestra, almeno creno.
Piano piano mi addormento e stavolta senza incubi. Nei miei sogni c'è soltanto lui...
È mattina e io mi alzo presto.
Scendiamo in spiaggia e là io e Ginevra ci rivediamo e io le dico: "Ginevra, devo confidarti una cosa!"
"D'accordo..."
La mattinata passa velocemente tra giochi e corse in acqua. Stamattina l'acqua è più penetrabile, non ci sono onde troppo alte.
Verso la fine, mentre io e Ginevra siamo sedute sul lettino, una voce familiare ci attira.
"Ehi ragazze!"
"Giorgio!" dico alzandomi per andare a salutarlo e portando con me la mia amica.
"Allora ti ricordi di me!"
"Ovvio! Come potrei non riconoscerti?"
Lui ride.
"Ehi, ciao bellezza!" dice, rivolgendosi a Ginevra che mi stringe la mano.
"Ciao Giorgio!" lo ricambia lei, tendendo la mano libera per stringere la sua.
"Ragazze, stasera alle otto al gazebo del villaggio!"
Credo di avere un'espressione interrogativa in faccia, infatti Giorgio dice: "Abbiamo una sorpresa per voi!"
"Tu e chi?"
"Io e Daniel!"
Al suono di quel nome il mio cuore si ferma.
"Davvero?" chiede Ginevra.
"Davvero! So che da sole siete puntuali e per questo non dovrebbero esserci problemi!"
"No, saremo puntuali" affermo.
Lui dà un bacio sulla guancia sia a me che a Ginevra che inizia ad agitarsi.
Le stringo la mano e cerco di calmarla.
Vado a casa a farmi la doccia, esco con gli altri per il pranzo e resto per un po' con loro a parlare del più e del meno, poi la comitiva si allarga perché si aggrega anche la famiglia di Ginevra.
Usciamo tutti insieme per andare in spiaggia e trascorriamo lì qualche ora a fare il bagno e gridare come dei matti.
Arrivate le sette di sera ci dirigiamo verso le casette. Solita storia: una doccia veloce e una riunione in comitiva.
Io e Ginevra abbiamo avuto il permesso di andare con Giorgio e Daniel.
Andiamo da loro alla zona prestabilita e i ragazzi ci raggiungono.
Ci salutiamo e ci sediamo intorno ad un piccolo tavolo.
"Abbiamo dei regali per voi!"
Giorgio e Daniel ci danno dei pacchetti.
Io apro il mio e dentro c'è un foglietto... SCRITTO IN BRAILLE! [È il codice che uso io per scrivere.]
"Su, leggilo!"
Giorgio sembra elettrizzato.
"Un ti vogliamo bene multiplo da tutti noi della Crazy Smile Company!" leggo ad alta voce. "M-ma... chi l'ha scritto?"
"L'ha scrito il mio collega qui presente!" mi risponde Giorgio.
"Come? Come ci sei riuscito?"
Ma soprattutto, perché hai fatto questo per me?
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