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57: Cuori infranti

Francesca's Pov
Soltanto due parole continuano imperterrite a ripetersi nella mia testa: Daniel e incidente. Le associo, anche se non vorrei, e il mio cuore inizia a battere a precipizio... non può essere!
Mi sento come se qualcuno si fosse divertito a stringermi polsi e caviglie fino a farmi sentire dolore ovunque.
"D-Denise... è proprio sicuro che lui abbia... avuto... un..."
Faccio una fatica immane a trattenere le lacrime quando lei mi risponde: "Purtroppo sì, è successo... e prima di perdere conoscenza ha detto: "Francesca! Francesca"!"
""FRANCESCA"!"
""FRANCESCA"!"
""FRANCESCA"!"
Ancora una volta quella parola mi viene detta da tre voci identiche, uguali alla voce dell'uomo che ha saputo rendere la mia vita un sogno, un'interminabile magia.
Perché lui mi chiamava? Cosa voleva dirmi? E adesso io che faccio?
"I-in quale o-ospedale si trova?" balbetto sentendo che se non lascio uscire le lacrime i miei occhi, sia quello vero che quello protesico, mi scoppieranno.
Denise mi dice dove si trovano, io corro a casa a prendere la bici e poi filo verso l'ospedale in questione.
Arrivo in ospedale e appena scendo dalla bici due braccia mi stringono la vita ed io alzo le mani per allacciarle dietro il collo della persona che mi sta abbracciando.
"F-Francy..." mi chiama una Denise distrutta dal dolore.
"Denise, sono qui! Ehi!" dico abbracciandola.
Cerco di offrirle il mio conforto nonostante il mio cuore sia andato in frantumi dopo la sua telefonata.
Ora come ora mi sento come se stessi precipitando in un pozzo senza fondo. Continuo a cadere, sempre più in fondo, e temo che se dovessi arrivare giù mi farei seriamente male. Spero di non raggiungere il fondo e di riuscire a risalire in superficie prima di toccarlo.
"Vuoi... a-andare da lui?" chiede Denise.
"Vorrei, ma..."
"Che ti prende? C'è qualcosa che non va?"
"Tu hai assistito all'incidente o te l'ha detto qualcuno?"
"Me l'ha detto Vanessa, una ragazza che sta frequentando..."
Non sono gelosa. No, per niente. Non ne avre, alcun diritto. Lui è una bellissima persona e se e quando, (spero più quando che se), si riprenderà spero che sia felice con questa ragazza, che lei sia buona tanto quanto lui e che gli dia quello che io, anche volendo, purtroppo non posso dargli.
"Com'è successo Denise?" le chiedo con le lacrime agli occhi.
"Stavano camminando... poi un tizio probabilmente ubriaco è andato verso di lei e quando è caduta lui le è saltato addosso per salvarla."
Percepisco un'altra presenza alle mie spalle e mi volto di scatto.
"Denise... t-ti prego, perdonami!" dice una voce femminile a quanto sembra strozzata dai singhiozzi.
"Sta tranquilla Vanessa, in fondo tu non hai nessuna colpa."
Sento uno sguardo bruciare su di me e istintivamente cerco di rannicchiarmi il più possibile.
"Chi è questa ragazza?" chiede quella che, da quello che ho potuto capire, è la famosa Vanessa.
"Lei è Francesca" mi presenta Denise mentre io tendo la mano verso l'altra ragazza.
"Ah... quindi sei tu la famosa Francesca!" mi dice quest'ultima.
"Beh, sì... e tu, invece, dovresti essere Vanessa, vero?"
"Sì, sono io."
"Potrei parlarti un attimo?" chiedo.
"Sì, naturalmente" mi risponde Vanessa con tranquillità.
Mi prende per mano e ci allontaniamo un po'.
"Senti, se vuoi dirmi che lui è tuo non toccare l'argomento" mi avverte subito.
"No, no!" mi affretto a dire.
""NO!"? Ma... ma come può..."
"Io non ti direi mai: "Lui è mio!", perché lui non è proprietà mia né tua! Piuttosto avevo bisogno di un favore e... soltanto tu puoi farmelo!"
"Ti ascolto: di che si tratta?"
Sento una morsa stringermi il cuore mentre pronuncio quelle parole che per me saranno decisive.
"A-aiutalo... a dimenticarmi."
Vanessa's Pov
Questa ragazza è d'oro! Mentre diceva quelle parole è scoppiata a piangere. So che lei è sinceramente innamorata di lui. In realtà tutto mi sarei aspettata tranne una richiesta del genere. Nei film la ragazza che stava con l'uomo che tu ami prima di te è cattivissima e di solito dice: "LUI È MIO E IO TI RENDERÒ LA VITA IMPOSSIBILE!", sentendosi forti, forse quanto il Padreterno, ma lei è diversa.
"Perché dovrebbe dimenticarti?" chiedo.
"Perché noi due siamo cugini e non possiamo stare insieme... non sta bene!"
Questa creatura tanto dolce e tenera non può avere rivali, tantomeno me, quindi la stringo in un abbraccio e la lascio sfogare.
"Ora... ora io chiedo solo che lui stia bene! Solo quello, lo giuro! Ma Tu non portarmelo via, ti prego!" dice alzando la testa come per guardare il cielo. "Sono sicura che lui abbia ancora tanto da fare... tante ragazze timide e spaventate dalla vita, come me, devono essere ancora salvate e questo può farlo soltanto qualcuno come lui che ha le virtù degli angeli. Tu lo sai, ne sono sicura! Non portarlo via, ti prego!"
Questa ragazza sembra un angelo per il modo in cui parla, la sua indole dolce e disposta al sacrificio e... questo pianto silenzioso.
"Francesca! Ehi! Sono sicura che andrà tutto bene!" la tranquillizzo.
Le accarezzo la schiena con una mano e con l'altra stringo il suo corpo al mio.
Dopo qualche attimo focalizzo la mia attenzione sulla sua voce e dico: "Ma tu sei quella ragazza che canta nel bar dei fratelli Fritzenwalden!"
Lei annuisce debolmente.
"Santo cielo, è incredibile!" dico. "Lui mi parlava spesso di te, lo sai?"
"Vanessa..." mi dice esitante.
"Che ti succede Francesca? C'è qualcosa che devi dirmi?"
"Posso vederlo? Solo per oggi, te l'assicuro!"
"Macché! Tu puoi venire a trovarlo quando vuoi. Sei una persona importante per lui, è proprio di te che lui ha bisogno, molto più di quanto ne abbia di me. Vieni, ti accompagno."
Lei richiude il bastone bianco e se lo mette sotto il braccio per poi prendermi la mano. La porto nella camera in cui è ricoverato Daniel e le prendo una sedia che metto accanto al letto sul quale è disteso, o meglio, attaccato da quelle macchine che ha addosso.
"Vuoi che ti descriva come sta?" le chiedo.
"Sta come stavo io quando ero in quel letto" mi risponde coprendosi il viso con le mani. "Scusami, non volevo essere cattiva!"
"Ehi! Non dire così, non sei stata cattiva... è semplicemente vero. Lui mi ha detto in che stato ti ha vista quando eri all'ospedale e ti confermo che sta proprio così purtroppo."
"Tu credi negli angeli che vengono sulla Terra?" chiede.
Quella domanda mi suona strana, infatti allungo un braccio e le metto una mano sulla fronte per capire se ha la febbre. A quel gesto lei s'irrigidisce. Cosa le prende?
"Sto... sto bene Vanessa, davvero" mi dice con voce tremante. "È che io le persone generose come lui le chiamo Angeli."
"Perché?" le chiedo esitante.
"Perché lui mi ha salvata dalla mia timidazza e dalle mie paure più grandi." mi spiega lei. "È stato disposto a capirmi, a starmi vicino, e non potrò mai ringraziarlo a sufficienza per questo. Sai, prima ho avuto quella reazione perché anche lui una volta ha pensato che avessi la febbre quando ho avuto un malessere, e in effetti era vero. Lui è rimasto accanto a me quando è successo e ogni volta che qualcuno fa quello che hai fatto tu... beh, ecco, io... Io reagisco così."
Lei gli prende la mano e dice: "Sai, io potevo sentirti quando mi parlavi. Tu puoi fare lo stesso, vero? È po/sibile anche a te sentirmi?"
Daniel's Pov
Da qui dentro posso sentire le voci e vedere i volti attraverso una piccola porta. La ragazza che mi sta parlando adessk è la mia Francesca, la ragazza che ne ha passate tante e che continua ad andare avanti facendo fatica.
Quella ragazza che ha imparato a sue spese che la vera fkrza sta nella fragilità di una persona e che non biasima chi ha paura, ma lo protegge con qualunque mezzo.
Lacrime copiose percorrono il suo volto e lei non prova più a trattenerle perché sa che non sarve. Io la vedo, la sento, ma non posso parlare perché sono chiuso in questa stupida cella. Se solo potessi liberarmi sarei disposto a fare qualunque cosa.
Francesca's Pov
"Fra! Ehi! È ora di andare." mi dice Vanessa togliendo la mia mano dalla stretta di Daniel.
"Non so, mi sento un'egoista all'idea di andare al bar mentre lui è in questo stato" le spiego agitata.
"Lo so. Vedrai che lui capirà lo sforzo che stai facendo e potrà capirti."
Mi alzo e io e Vanessa andiamo al bar. Non ho proprio la testa per servire i clienti e il Signor Sarnataro, il sostituto dei gemelli, mi prende la mano e dice: "Vai tesoro, ci penso io qui. Tu ti rifarai più tardi."
Il Signor Sarnataro è il padre che tutti sognano, soprattutto i figli con genitori intransigenti: è dolce, gentile, comprensivo... e in questo momento mi ci vuole.
Una volta giunto il momento della cantante mascherata scelgo: "E poi" di Giorgia, che mi sembra la canzone più adatta alle circostanze.
Di solito provo forti emozioni quando mi trovo su un palco e mi capita di cantare... ma oggi non provo proprio nulla... anzi, qualcosa provo: dolore!
Come al solito censuro alcune parole.
"E poi...
e poi...
e poi sarà come...
cadere giù,
non arrivare mai.
E poi,
e poi,
e poi sarà come bruciare
nell'inferno che imprigiona...
E se ti chiamo: "Amore" tu non ridere!
Se ti chiamo: "Amore"...
E poi...e
poi...
e poi sarà come...
la notte che,
che non passa mai...e
poi
sarà
e poi sarà come impazzire
in un vuoto che abbandona...
E se ti chiamo: "Amore" tu non ridere!
Se ti chiamo: "Amore"...
AMORE CHE NON VOLA,
CHE TI SFIORA IL VISO E TI ABBANDONA!
AMORE CHE SI CHIEDE...
TI FA RESPIRARE E POI TI UCCIDE E POI...
E POI...
TI DIMENTICA
TI LIBERA, E POI... E POI...
la notte che, che non passa mai...
La notte che... che non passa mai...
E poi, e poi, e poi sarà come sparire,
nel vuoto che...
che non smette mai!
E poi, sarà, oh e poi sarà come...
se vorrai andare via...
E se ti chiamo: "Amore" tu non ridere! Se ti chiamo: "Amore".
AMORE CHE NON VOLA, CHE TI SFIORA IL VISO E TI ABBANDONA, AMORE CHE SI CHIEDE...
AMORE CHE SI PIEGA, TI FA RESPIRARE E POI TI UCCIDE E POI, E POI, TI DIMENTICA, TI LIBERA...
E POI, E POI, TI LIBERA...
E POI, E POI, LA NOTTE CHE... CHE NON PASSA MAI...
La notte che... che non passa mai..."
Sento le lacrime spingere contro le mie palpebre, scendo velocemente dal palco e corro fuori dal bar... accidenti a chiunque l'abbia investito!
All'improvviso sento una voce impastata alle mie spalle.
"Ehi bellezza!"
Riconosco quella voce e mi si blocca il respiro, ma mi avvicino lo stesso.
"Samuele..." lo chiamo dolcemente intuendo dalla voce che si ritrova e dal fatto che è sdraiato a terra che è ubriaco fradicio.
"Fraaancesca? Possivile che ti aaavia mandata un angelo? Magaari il mio angelo."
(Nota Autrice: so come si scrivono le parole: "Possibile" e: "Abbia", ma gli ubriachi quando dicoo la B nei film sembra che dicano la V!)
"Che ci fai per strada, per giutta in questo stato?" chiedo.
"Eero ad una feesta" risponde lui. "Ma tuuu come hai fatto a trovarmi?"
"Sei stato tu a chiamarmi dicendomi: "Ehi, bellezza!", genio!" rispondo prendendolo per un braccio, ma con delicatezza.
In questo momento non mi fa alcuna paura, sembra che non riesca a stare in piedi! Mi fa quasi pena, anzi, senza il quasi: mi fa pena e basta!
"Avanti, appoggiati a me che ti riporto a casa!" gli dico mettendo il suo braccio dietro il mio collo e tirandolo su.
Direi quasi che mi disgusta, ma non perché è ubriaco, per le cose orribili che mi ha detto!
"Perché mi stai aiutando? E come ci riesci?"
Gli vorrei dire: "Tu sei un idiota, eppure parli e ti muovi!", ma non mi sembra il caso di discutere con lui in questo momento.
Di colpo sento una voce dire: "Samuele, dove sei?"
Alzo una mano e faccio segno al ragazzo, non troppo distante da noi a giudicare dalla sua voce, e gli dico: "Scusa... conosci Samuele?"
Il ragazzo si avvicina toccandomi una spalla e dice: "È mio fratello! Grazie per l'aiuto!"
"Faabio, fratellone!"
"Idiota! Ti sei ubriacato di nuovo, vero?"
"Lascialo stare Fabio, parlare adesso è inutile."
"Credo di... di sentirmi male!"
"Oddio, no, non qui!" gli dico.
Lo porto verso le erbacce e mi metto alle sue spalle. Con una mano gli sostengo il mento e con l'altra gli trattengo i capelli sfiorando appena la sua fronte con una piccola parte della mano. Rabbrividisco al solo pensiero di star compiendo un gesto che ha compiuto anche colui che mi ha cambiato la vita e per di più lo faccio per aiutare colui che me l'ha resa difficile.
"Perché lo stai facendo?" mi chiede Fabio.
"Se lo sapessi te lo direi, ma non ne ho idea!"
Aiuto Samuele ad alzarsi dopo aver gettato via anche l'anima e io und lato e Fabio dall'altro lo portiamo fino a casa sua.
Fabio mette a letto il fratello, poi mi raggiunge e dice: "Posso accompagnarti a casa?"
"No, grazie, ci vado da sola."
"Ma a quest'ora è pericoloso, e poi tu hai aiutato Samuele e mi sembra di capire che lui con te non ha fatto lo stesso! Per favore, permettimi di accompagnarti."
Però! Fabio è completamente l'opposto di suo fratello, ma si dice che gli opposti si attraggono. Sarà per questo che fanno parte della stessa famiglia?
"D'accordo" gli dico, "grazie."
Saliamo sulla sua auto, ma io mi tengo a debita distanza.
Non si sa mai!
"Non ti fidi di nessuno, vero?"
"In realtà mi fido delle mie sensazioni. Per quanto riguarda te ho sensazioni positive, ma ti conosco appena!"
"Tranquilla, io non ho nessuna intenzione di farti del male!"
Il pensiero di Daniel in un letto d'ospedale mi fa rabbrividire e i miei occhi diventano lucidi preannunciando un pianto inarrestabile.
"Non stai bene, Francesca?" mi domanda Fabio.
"Non è niente."
"Ma tu... tu piangi! Che ti prende?" chiede.
"Io..." dico ormai in lacrime. "No, non è niente..."
"Ehi!" Lui ferma la macchina e mi abbraccia forte.
"Non è niente."
"Non dirmi che stai bene perché stai piangendo" mi dice Fabio.
Piango sul suo petto e lui mi lascia sfogare.
"Tutto si può risolvere, sta tranquilla." mi rassicura.
"Non so cosa ti succeda, ma non preoccuparti."
"Fermati... fermati qui" gli dico afferrando il cellulare e localizzando il luogo in cui mi trovo.
"Sei sicura?" chiede lui.
"Sono praticamente arrivata." dico.
Lui mi saluta con un bacio sulla guancia e io scendo dall'auto.
L'ospedale è a poca distanza da casa mia e vado lì. Chiedo il luogo in cui si trova la stanza 212. Mi ci accompagna un'infermiera ed io mi siedo accanto al letto.
"Ciao" dico con voce flebile. "Sono sempre io, Francesca."
Gli prendo la mano e la stringo nella mia.
"Ti prego... ti scongiuro! Se tu mi prometti di non andartene io ti assicuro che non cercherò più di scoprire la verità sulla nostra parentela! Ti lascerò vivere felice con Vanessa! L'ho conosciuta, sai? È una ragazza meravigliosa e merita di essere felice, come lo meriti tu! Io mi toglierò di mezzo se è questo che vuoi, te lo giuro..."
Mi sento toccare il braccio destro e allungo la mano per afferrare quella della persona che mi sta sfiorando, ma mi sembra quasi di passare attraverso quella mano che continua ad accarezzarmi il braccio nonostante io non stia toccando niente.
"Non fare certe promesse! Piuttosto giurami che continuerai a cercare per scoprire la verità! Ti prego!"
Quella voce... è la sua voce, ma non proviene dal letto, bensì da un punto alle mie spalle.
Ma che succede?

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