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54: La cantante mascherata

Francesca's Pov
"Sì... sono io, perché?" chiedo con la mia consueta voce tremante da timida per eccellenza quale sono.
"Beh, perché mi hanno parlato molto bene di te e perché hai risposto a quell'annuncio."
"Come lo sai?" chiedo temendo di essere seduta accanto ad uno stalker.
"Tranquilla, io non sono uno che spia le persone" dice ridendo, "il fatto è che sono io che gestisco quel bar insieme al mio fratello gemello e dato che mi hai mandato una tua foto ti ho riconosciuta..."
Volta con delicatezza il mio viso verso sinistra, mi alza un po' il mento e dice: "Hai degli occhi stupendi."
"Forse... ma... penso che tu ti sia accorto del fatto che i miei veri occhi non sono dove occhio e croce stai guardando."
"Sì che l'ho notato, ma puoi stare tranquilla perché io non sono il tipo che prende in giro. Ho litigato solo con una ragazza che fingeva di non poter vedere nel senso che viene spesso inteso."
Nel senso in cui viene spesso inteso? Okay, questo ragazzo è molto simpatico e sensibile, e lo dimostra il fatto che abbia detto questo. È vero, io vedo a modo mio. Mica servono necessariamente due occhi funzionanti per vedere!
"Senti, se ti do il mio numero potresti per favore mandarmi una registrazione della tua voce mentre canti?"
"Per il lavoro voglio sperare!"
"Sì, per il lavoro."
Gli do il mio telefono, disattivo la voce-guida e aspetto. Sembra un dejà-vu, tempo fa ho fatto la stessa cosa con Daniel e quel ricordo mi provoca tristezza.
"Tutto bene?" mi chiede gentilmente il ragazzo.
"Sì, tranquillo, sto bene." rispondo.
Sì, ci abbiamo creduto! Soprattutto lui, guarda!
Coscienza, non ti ci mettere anche tu, d'accordo?
Oh, ma dai! Non sei per niente una brava attrice quando devi fingere di essere felice!
Ho capito, ma tu sei un'artista quando si tratta di portare la mia autostima sotto le mie stesse scarpe, lo sai, vero?
"Ho detto qualcosa di sbagliato?" mi chiede Franco.
Poverino! Lui non ha fatto nulla per rattristarmi.
"Ma no, tranquillo, ero solo pensierosa" gli rispondo dicendo una mezza verità.
"Tenevi tanto a questa persona, vero?" mi chiede di colpo.
"Di chi parli?"
"Del ragazzo che ti abbraccia nella foto che hai sullo schermo" risponde lui tranquillo.
"Beh, ecco..."
"Se non vuoi parlarne non sei costretta a farlo" mi rassicura, "se e quando ti sentirai pronta a farlo potrai confidarti con me, d'accordo? È chiaro che tu ora non voglia, mi conosci appena!"
Mi prende la mano e dice: "La prof sta arrivando! Dopo continuiamo, va bene?"
"D'accordo."
La professoressa di inglese entra in classe e ci salutiamo con un: "Buongiorno" collettivo. Anzi, con un: "Good Morning" collettivo!
Nei cambi d'ora passo il tempo discorrendo su questa o quella cosa con Franco e scopro che lui ha cambiato classe con molte difficoltà poiché era capitato in una classe di bambocci, come li chiama lui, e di ragazzine isteriche che gli correvano dietro. Inoltre l'indirizzo che aveva scelto non gli piaceva ed eccolo qui.
"Sta tranquillo perché io non corro proprio dietro a nessuno." lo informo.
"Lo so! Tu sei la tipica ragazza che è timida con chiunque conosce, ma quando una persona si conquista la sua simpatia si apre psicologicamente senza fare troppe storie. Ed io sono sicura che tu sia quel tipo di persona che aiuta chiunque."
"Non lo so... è possibile" dico non avendoci mai pensato.
Io di solito sono dalla parte dei "deboli" perché anch'io sono stata considerat in questo modo e ho dovuto lottare per far crollare queste convinzioni canoniche.
Le ore passano velocemente e al suono della campanella io sono in cortile per il solito motivo.
Attraverso strade secondarie per non essere travolta da quella folla che a volte potrei addirittura definire selvaggia per il modo disordinato in cui sono soliti non uscire, ma fuggire dalla scuola.
Arrivo a casa e trovo un biglietto, (chiaramente scritto in Braille) attaccato al frigo.
"Tesoro, sono dovuta andare via prima dell'ora che ti avevo detto perché ho delle commissioni da fare mentre tuo padre inizia il lavoro in anticipo. Sul ripiano della cucina c'è un piatto di pasta, se vuoi riscaldalo nel forno a microonde. Credo di doverti dire: "A domani"! Un bacio. Mamma."
Ah, benissimo! E da oggi inizierò la mia vita da adolescente casalinga. Vado a rifare il mio letto che per la fretta ho lasciato disfatto e che neanche mia madre ha potuto rifare, poi vado a scaldare la pasta nel forno a microonde. Finisco velocemente quello che ho nel piatto, non sapendo esattamente se essere felice di poter fare quasi tutto da sola o se sentirmi triste per il fatto di essere in compagnia probabilmente soltanto delle Anime della Casa, che qui a Napoli sono molto rispettate, anzi, oserei dire quasi venerate.
Lavo velocemente le stoviglie e metto via il tutto, poi prendo il cellulare e, dopo aver trovato il contatto di Franco sul mio cellulare, gli mando un messaggio vocale in cui canto una parte di: "Cette chanson douse" (non sono sicura si che scriva così) di Céline Dion.
Lui mi scrive dicendo: "Sei assunta!"
Sono davvero felice di questo, ma gli scrivo che se lui vuole posso anche aiutare come cameriera e lui mi dice: "Ti metto alla prova. Vieni qui verso le sette, va bene?"
"Okay" rispondo immediatamente.
Mi metto subito a studiare per poter arrivare in orario sul posto di lavoro.
Per fortuna nel tratto finale dell'anno scolastico i professori ci fanno qualche piccolo sconto, altrimenti sarei bella e fritta!
Sono le cinque, magari potrò sdraiarmi qualche minuto. Mi metto sul mio letto e mi copro con una coperta leggera, (so di essere strana perché con le temperature attuali è assurdo coprirsi, ma io non riesco a restare scoperta! È un'abitudine, mi sento molto più protetta così.)
Mi copro la bocca, (lo so, è passato molto tempo, ma io non sono abituata a lasciare la bocca scoperta.)
Grazie Parker!
(Parker è il cognome di colui che ha fatto sorgere dentro di me mille dubbi riguardo a quello che faccio o non faccio mentre dormo. È il ragazzo della stazione di servizio, Stefano, ma lui non mi ha riconosciuta probabilmente! Devo dire, però, che lui non lo faceva per farmi venire dei dubbi, sono io la complessata!)
Meno male che lo sai!
NON T'INTROMETTERE! NESSUNO TI HA INTERPELLATA!
Mi addormento ridendo, anche se con questa mano che mi fa da... non lo so, da scotch dei ladri per capirci, non dovrebbe essere molto semplice!
La sveglia suona ed io mi tiro su lentamente, vado a sistemarmi un po' meglio la maglietta e scompiglio con le mani i miei capelli ribelli, poi mi sciacquo il v,so e lavo i denti. Non mi trucco perché non mi piace e sono talmente imbranata che farei un pastrocchio. Non ho intenzione di presentarmi al primo giorno di lavoro come un pagliaccio!
Salgo sulla mia bicicletta e mi dirigo al bar in questione.
Attacco la bici al palo una volta arrivata, ma Franco mi dice: "No, non metterla qua fuori, te la tengo io!"
"Grazie mille."
"Tieni. Questa è l'uniforme da cameriera e alle nove e un quarto ti darò la maschera."
"Okay, grazie."
Lui mi fa vedere la disposizione dei tavoli ed io, timidamente come mio solito, chiedo ai clienti cosa desiderano e scrivo tutto sulla mia macchinetta, giusto per non dimenticare nulla.
All'improvviso, però, sento una voce familiare.
"Scusami carina, potresti portarmi un caffè?" chiede una voce che avrei preferito dimenticare: quella del mio ex professore di musica.
"Sì... glielo porto subito" rispondo con voce tremante.
Vado a riferire il tutto a Nicolas, l'altro fratello di Franco, e prendo il vassoio con la tazzina di caffè. All'improvviso sento una mano posarsi sulla mia spalla, ma prima che io possa muovermi sento una voce gentile e familiare dire: "Tesoro, sono io: Daniel. Ti accompagno io se vuoi, il... il tuo... professore, chiamiamolo così se vuoi, ti ha messo lo sgambetto."
Daniel mi porta dietro il tavolo ed io faccio un giro assurdo per non incappare nella trappola del professore.
"Grazie carina" mi dice ridendo sotto i baffi.
"Senta, se ha intenzione di infastidire la mia cameriera la prego di uscire" mi difende Franco.
"Non voglio infastidire la sua bambolina, stia tranquillo." gli fa il verso lui per poi alzarsi e andare via.
"Tranquilla, il tuo turno da cameriera è finito." dice finalmente Franco. "Vieni con me."
Daniel's Pov
"Scusi, perché è qui?" chiedo rivolgendomi al professore di musica. Professore poi!
"Per vedere il numero della nuova cantante."
"Perfetto, allora resterò anch'io" dico sedendomi e chiedendo un caffè, giusto per passare il tempo. Insieme a me ci sono Giorgio, Ginevra, Salvatore e Giulia e anche loro ordinano lo stesso.
Sono le 21:30 quando uno dei proprietari del bar si avvicina al palco e dice: "Signore e signori, grazie per essere presenti. Questa sera abbiamo per voi una sorpresa molto speciale... questa sera abbiamo un numero molto particolare... quello della CANTANTE MASCHERATA!"
Viene spostata una tenda e appare una creatura meravigliosa, almeno all'apparenza... dal suo modo di camminare mi sembra di capire che è una ragazza molto timida.
"Cosa ci proponi?" chiede.
""L'hai dedicato a me" di Alessandra Amoroso" risponde lei con una voce dolcissima.
Tempo qualche poi parte la base e infine il ragazzo stringe la mano della ragazza e lei inizia a cantare.
Francesca's Pov
L'emozione, la paura di sbagliare, tanti sentimenti diversi ma di simile effetto si frammischiano da loro dentro di me mentre aspetto che Franco mi stringa la mano per darmi il segnale di iniziare a cantare... poi arriva il grande momento... beh, sempre secondo me!
"Penso a volte: "Smetto!",
poi però riprendo
e torno da te...
guardo e poi mi pento,
provoco il distacco, ma invece...
E non so razionare amore,
dare, più o meno dosare quello che mi viene in testa
io lo devo dire...
e poi farà anche male, ma continuerò, continuerò,
e guarderò passare il tempo,
mi godrò ogni momento,
e se cambierai in fondo
resterò sempre convinta
che l'hai dedicato
in segreto
a me...
Certo, mi hai ferita,
però mi è bastato dormirci un po' su...
quindi mi rialzo
e anche fosse tardi io cerco di te
perché se anche non può bastarti io continuerò, continuerò
e guarderò passare il tempo,
mi godrò ogni momento
e se cambierai in fondo
resterò sempre convinta
che l'hai dedicato
in segreto a me.
Guarderò passare il tempo,
mi godrò ogni momento
e se cambierai in fondo resterò sempre convinta
che l'hai dedicato
in segreto a me.
SARÒ SOLA CONTROVENTO,
NAUFRAGO IN MARE APERTO,
DISILLUSA MA LO AMMETTO CHE ASPETTO TE,
NON SO ANCORA CON CHI PERDO,
NON ME LO STO PIÙ CHIEDENDO,
LASCERÒ PASSARE IL TEMPO, VOGLIO CALMA E...
guarderò passare il tempo,
mi godrò ogni momento,
e se cambierai in fondo
resterò sempre convinta
che l'hai dedicato
in segreto a me.
Guarderò passare il tempo,
mi godrò ogni momento
e se cambierai in fondo
resterò sempre convinta
che l'hai dedicato
in segreto
A ME...
Che l'hai dedicato
in segreto... A me... A me..."
Scoppia un applauso scrosciante ed io ripenso al giorno in cui ho cantato al karaoke del villaggio. Ripenso a lui, alla sua mano nella mia, alla stretta che gli avevo chiesto come segnale per iniziare, al suo: "Ora puoi anche rilassarti, Francesca! Sei stata bravissima!" Accidenti, perché, perché il mio pensiero torna sempre là?
Cavolo, lui è rimasto qui! E se mi avesse riconosciuta?

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