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53: Timori e speranze

[Attenzione: il titolo del capitolo è uguale a quello della composizione per pianoforte che ho aggiunto di sopra.]
Francesca's Pov
Mi stacco dall'abbraccio e cerco di calmarmi, cosa impossibile.
"Francesca! Va tutto bene?" mi chiede lui dolcemente.
"Sì... va... va tutto bene." lo rassicuro, o almeno ci provo.
Lui prende le mie mani tra le sue e poiché ho le dita ghiacciate sento che lui mi strofina le mani per scaldarle.
"Accidenti, per quanto tu sia dolce fisicamente mi sembri un iceberg" mi dice facendomi ridere.
"Ahahah, non hai tutti i torti!" gli dico ridendo e riprendendomi un pochino.
"Finalmente ce l'ho fatta a farti ridere!" dice soddisfatto come se avesse appena ottenuto il più grande dono al mondo.
È sempre carino con me, anche se non possiamo stare insieme... accidenti, lui è... mio cugino!
"Io... credo che sia meglio che vada a... a parlare con... con Giorgio..."
Per quanto mi costi dirlo devo allontanarmi da lui prima che i miei sentimenti mi portino a fare qualche sciocchezza.
"Sì... forse è meglio" mi dice, "se preferisci io aspetto qui."
"No, per nessun motivo! Sono io quella che è entrata in casa tua, non chiedermi cosa preferisco."
"Va bene" mi dice infine ed andiamo entrambi a casa sua.
Giorgio è gettato sul pavimento, con la faccia contro il muro, da come me l'ha descritto Daniel, e capisco perché.
Mi avvicino a lui e lo stringo forte a me per dargli conforto.
"Sei Ginevra?"
"No, sono Francesca." gli rispondo.
"Francesca... è tutto a posto?"
"Io... io ho... bisogno di parlarti." dico.
"Ragazzi, io vi lascio soli. E tu, Giorgio, qualsiasi cosa lei ti dica ascoltala e non prendertela con lei perché non ha colpe." lo avverte Daniel.
"Tranquillo" lo rassicura lui.
Io e Giorgio restiamo soli e lui mi prende una sedia e mi fa accomodare.
"So di cosa volevi parlarmi, anzi, di chi volevi parlarmi" mi informa, "ma io non me la sento di andare da Ginevra. Mi ha tradito e questo è quanto. Non me la sento di vederla né di parlarle. Lo sai, vero?"
"Lo so, ma... ma quel bacio... non è stato spontaneo." dico dapprima esitante, poi tutto d'un fiato non riuscendo a controllarmi.
"Come... non è stato spontaneo? Che significa? Dimmelo, te lo chiedo per favore!" mi dice con una nota di agitazione nella voce.
"Giorgio, ti prego, ascoltami! Quando te ne sei andato io l'ho sentita gridare contro Samuele. Gli ha detto: "LASCIAMI!", e lui l'ha chiamata: "Povera stupida!", e se n'è andato via."
"Samuele? Il ragazzo che ti perseguita Francesca?" mi chiede lui esitante.
"Sì, è proprio lui, Giorgio!" gli rispondo. "Ricordi quella volta in cui sono stata ricoverata in ospedale e il giorno della mia dimissione tu e gli altri siete venuti a prendermi? Tu mi hai chiesto chi mi avesse graffiato la faccia e io ti ho detto che non volevo parlarne. Beh, è stato lui, e quel gesto, il bacio intendo, è venuto fuori per complicare la vita a voi due visto che io vi voglio bene. Ti prego Giorgio, credimi!"
"E io... io come faccio a sapere che lei ti ha raccontato il vero?"
Ricordo che quando le ho toccato il viso per riconoscerla ho sentito dei segni anche là.
"Ha un bernoccolo in testa... e dei graffi sul viso. Samuele l'ha ridotta così probabilmente perché lei ha opposto resistenza."
"Va bene" dice finalmente Giorgio, "lo farò. Comunque, lasciatelo dire Francesca, sei un tesoro! Chi farebbe tutta questa strada a quest'ora e con una bicicletta come "accompagnatrice"?" Gli sorrido e lui mi abbraccia forte.
Giorgio's Pov
Ho visto un'espressione un po' turbata sul viso della mia amica quando le ho detto: "Sei un tesoro" e anche se un po' in ritardo ho capito il motivo della sua reazione.
"Scusami" dico frettolosamente.
"Tranquillo, va tutto bene. La sola cosa che conta adesso è che tu e Ginevra recuperiate il vostro rapporto. Dai, vai da lei!"
"Okay, ma prima ti riaccompagno a casa. Non è prudente andare in giro da sola a quest'ora."
"Io non vado in giro, devo solo arrivare a casa."
"Ma ci vorrà almeno un paio d'ore in bici, dai! Almeno arriviamo fin sotto casa di Ginevra, ti prego!"
"Oh, e va bene! Sei un maestro nell'arte di convincere la gente Giorgio De Martino, lasciatelo dire" dice ritornando la mia piccola amica allegra, per quanto possibile.
"Lo so, grazie" le dico.
"Modestia a parte... sarà meglio andare." ironizza lei.
Tanto lo sa che non ci credo nemmeno io! In quello che ho affermato, è chiaro.
Arriviamo sotto casa di Ginevra e io fermo l'auto. Anche Francesca scende dall'auto e ci salutiamo con un bacio sulla guancia... all'improvviso sento una voce gridare e inizio a correre. È lei: Ginevra!
"LASCIAMI STARE! CHE COSA VUOI DA ME? AIUTOOOO!"
La voce di Ginevra viene strozzata, probabilmente il suo aggressore le ha messo una mano sulla bocca.
Chiamo il portiere e gli dico: "Sono un amico della signorina Ginevra Esposito! Per favore, mi aiuti ad aprire la porta, la prego!"
"Chi è lei?"
"Mi chiamo Giorgio De Martino! La prego, mi procuri delle chiavi, la prego!"
Ho il cuore in gola per l'ansia, riesco a stento a pronunciare quelle parole.
"Va bene. Ecco, prenda" dice allungando un braccio per darmi le chiavi.
Corro al terzo piano, apro la porta di casa sua e la vedo schiacciata contro il muro, tremante e in lacrime. Ha il viso pieno di graffi e qualcuno le tiene una mano sulla bocca e contemporaneamente le bacia il collo. Lo guardo in faccia: è lo stesso dell'altra volta!
Lo tiro per il colletto della camicia e tolgo la sua mano dalla bocca di Ginevra che è diventata rossa.
"Se non esci in questo preciso istante ti caccio io a forza di calci!"
"Oh, va bene, non te la rubo la tua bambolina!"
Gli tirerei un pugno, ma Ginevra è troppo spaventata.
Samuele va via, e direi anche che era ora. Mi avvicino a Ginevra che è rannicchiata sul pavimento e sta ancora tremando come una foglia per l'accaduto.
"Giorgio, te lo giuro, io non volevo, non volevo!" mi dice tristemente.
"Lo so Ginevra, lo so" dico do cingendole la vita e prendendola in braccio. La guardo per essere sicuro che non abbia ferite. Se le ha dato uno schiaffo giuro che gli cambio i connotati!
"Ti ha colpita per caso?" le chiedo.
"No... mi ha... g-graffia-ta... e mi ha sbattuta al muro." risponde.
"Ti prometto... che quel mostro non ti toccherà più. Mai più!"
Ginevra's Pov
Giorgio solleva delicatamente il mio viso e lo sfiora con delicatezza.
"Ginevra, ma... sei piena di graffi!" mi dice preoccupato.
"Non è niente."
"Dai, vieni che ti disinfetto i graffi."
Ci dirigiamo in bagno e lui estrae l'occorrente per disinfettare le mie ferite dall'armadietto dei medicinali.
"Ora ti brucerà un pochino." mi avverte lui. "Se dovesse bruciarti molto stringimi il braccio, okay?"
Annuisco e mi lascio curare le ferite. Gli stringo leggermente il braccio ogni tanto, ma cerco di contenermi, anche per non fargli male.
"Dimmi: i tuoi staranno via molto?" mi chiede.
"Un paio di giorni" rispondo un po' sorpresa dalla domanda.
"Ah, e... ti piacerebbe se restassi con te? Tranquilla, ti prometto che non ti farò niente di male."
"Giorgio... per favore, potresti dormire con me? Ho davvero paura di restare sola dopo quello che è successo."
"Va bene tesoro mio" mi dice lui lasciandomi un bacio sulla fronte.
"Tesoro mio? E da quando in qua mi chiami in questo modo?"
"Ho imparato da Daniel, come hai detto tu, ricordi?"
""Perché non prendi esempio da lui, Giorgio"?"
Sorrido al ricordo di quella mattina e lo stringo a me. Tra le sue braccia mi sento protetta... come ci si sentiva Francesca con... con Dan.
"Giorgio... tu credi alla storia della parentela tra la mia amica e Daniel(" chiedo con esitazione.
"Sarò sincero: questa storia mi è sempre... andata di traverso, nel senso che non ci credo." mi risponde lui. "Cioè, un tizio contatta Francesca e le dice che scoprirà qualcosa su Daniel, senza che nessuno dei familiari dell'uno o dell'altra lo sapesse lei si ritrova imparentata con lui e si lasciano... no, questa storia non mi convince."
"Allora è come dico io. Senti... e se cercassimo di scoprire quello che è successo?"
"Le vuoi molto bene, eh?" mi chiede Giorgio.
"Non sai quanto amore mio!" gli rispondo. "Mi dispiace da impazzire che stia soffrendo!"
"Principessa... dispiace anche a me, lo sai?"
Ci sdraiamo entrambi sul letto e lui mi cinge la vita con un braccio.
"Tranquilla, un modo riusciremo a trovarlo. La verità, prima o poi, viene sempre fuori."
Con lui tutti i miei timori si dissolvono come la nebbia e mi sento tranquilla. Mi addormento tra le sue braccia ringraziando mentalmente la mia amica per avermi aiutata a fargli scoprire cos'ho passato.
Francesca's Pov
Una maschera. Ecco cosa indosso: una maschera, come quelle di cui parla Pirandello. In molti romanzi, tra cui: "Uno nessuno e centomila" lui parlava delle facce che una persona può assumere. Io so che dentro sono distrutta mentre c'è chi mi vede felice anche se un po' stanca, chi capisce che sto male e perché e chi mi vede semplicemente come la classica ragazza ribelle che lotta contro il mondo.
Peccato che io non abbia niente della ribelle. Sono soltanto una ragazza che aveva incontrato una persona a dir poco meravigliosa e che di punto in bianco ha dovuto separarsi da quest'ultima.
Mi sto preparando per andare a scuola dopo essere stata costretta a sorbirmi lo sgradevolissimo spettacolo dei miei genitori che litigavano perché ultimamente tiriamo avanti a fatica.
Ieri, dalle dieci a mezzanotte, ho cercato annunci per un lavoro part-time e forse ho trovato qualcosa che fa al caso mio.
L'annuncio in questione dice: "Cercasi ragazza con bella presenza vocale più che fisica, che accetti di coprirsi il volto con una maschera e che porti cover musicali a sua scelta."
In poche parole mi chiede di cantare a un pianobar e di celare il mio viso con una maschera. Forse posso farcela, anche perché gli orari sono ragionevoli e sia mia madre che mio padre hanno deciso di spostare i loro turni lavorativi da mattutini a pomeridiani per un guadagno leggermente maggiore.
Oggi pomeriggio ho un colloquio con il padrone del bar e magari, visto che so più o meno servire a tavola, potrò anche aiutare come cameriera.
Vado a scuola e noto che nel posto accanto al mio non è più seduta Denise. Lo capisco da una voce maschile che mi dice: "Tu devi essere Francesca Bernardi. Piacere, mi chiamo Franco Fritzenwalden."
Spazio Autrice
Salve a tutti coloro che eventualmente leggeranno questo capitolo!
Sorpresi? Anche Franco della serie Flor, (e questo è un regalo che mi sono fatta da sola), è presente in questa storia.
Chissà cosa succederà tra Franco Fritzenwalden, che per quanto possa essere una specie di playboy è comunque molto rispettoso verso le ragazze, (è un controsenso ma io la vedo in questo modo), e la dolce, timida e determinata Francesca Bernardi?
Beh, lo scoprirete nei prossimi capitoli.
Hasta luego! (Forse da oggi saluterò così, perché come negli sketch d'animazione che io amo tanto anche nella mia vita ci sono moltissimi intercalari.)

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