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45: Amore condannato

"Amore che non posso dire,
amore che non posso dare,
amore che non posso avere,
AMORE CHE NON POSSO AMARE... AMORE!"
Francesca's Pov
È stata una giornata indimenticabile.
Mi sono sentita così felice oggi! Ora che sono a casa ricordo con piacere questa giornata e spero di non rimuoverla mai.
4 aprile 2015, 4 aprile 2015... Questa data corrisponde al miglior compleanno di sempre. Adesso sono qui, nel mio letto, e sono sul punto di addormentarmi, ma sono incredibilmente tranquilla...
Sono in un parco, pieno di fiori e di allegri uccellini che cantano nei loro nidi. Sento la voce di Daniel che mi chiama, ma non riesco a raggiungerlo. Allungo le braccia verso di lui per salutarlo, ma ogni volta che tento di avvicinarmi lui si allontana.
"Non puoi avvicinarti a lui, Francesca!" dice una voce burbera alle mie spalle mentre una presa ferrea stringe i miei polsi. "Stando accanto a lui in quel modo sbaglierai! Non ti avvicinare!"
"LASCIAMI! LASCIAMI!" grido dimenandomi come se fossi legata e stessi cercando di liberarmi.
Mi sveglio con la tachicardia e la fronte madida di sudore. Respiro profondamente per tentare di calmarmi, ma questo sogno è davvero strano.
Mi accorgo che è ancora notte, ma non ho alcuna voglia di rimettermi a dormire, sono troppo agitata.
All'improvviso mi arriva un messaggio su WhatsApp, ma io non conosco questo numero.
Numero anonimo: "Sei nervosa?"
Io: "Chi sei?"
Numero anonimo: "Non importa!"
Io: "O mi dici chi sei o ti blocco!"
Numero anonimo: "Sono un amico che deve darti una notizia che cambierà la tua vita."
Io: "Sappi che io non mi fido delle persone che non conosco, ancor meno se mi contattano alle quattro del mattino su WhatsApp!"
Numero anonimo: "E se ti dicessi che il ragazzo che tanto ami in realtà è tuo cugino?"
Sussulto a quell'uscita. Ma lui che ne sa? Forse ha solo sbagliato numero!
Oh sicuro, perché chi sbaglia numero fa rivelazioni eclatanti alla persona alla quale scrive, non è vero?
Sei rassicurante devo dire, eh?
Cerco di essere razionale!
Oh, accidenti!
Io: "Sai almeno come mi chiamo o stai cercando un altro numero?"
Numero anonimo: "Tu ti chiami Francesca Bernardi!"
No! No, non può essere vero!
Impongo ai miei occhi di non traboccare e cerco di tranquillizzarmi, ma è inutile.
Devo parlare con Linda. Per fortuna il suo ultimo accesso è stato alle 4 e mezza del mattino.
Io: "Lì, devo parlare con te!"
Linda: "Che succede tesoro?"
Io: "Tu conosci qualcuno della famiglia di Daniel?"
Linda: "No, conosco soltanto Denise, perché me lo chiedi?"
Io: "Perché un tizio mi ha detto che siamo cugini!"
Linda: "Cosa?"
Io: "Davvero!"
Linda: "Ti conviene parlare con lui!"
Io: "Ho paura, Lì!"
Linda: "Lo so, ma devi parlare con Daniel, non puoi tenerti tutto dentro."
Niente lacrime, non oggi! Non devo piangere...
...SETTE ORE DOPO...
Ho scritto a Daniel dicendogli che ho bisogno di parlare con lui.
Oh santo cielo, speriamo bene!
Ho preso il bus per arrivare al luogo in cui ci dovremmo vedere e lo aspetto su di una panchina in un posto non eccessivamente affollato... almeno così sembra.
"Ehi!" mi sento chiamare da una voce maschile.
Mi alzo dalla panchina e mi dirigo verso la direzione da cui proviene quella voce e dico un: "Ehi!", appena percettibile.
"Che ti succede principessa?" mi chiede.
"Una persona mi ha scritto dei messaggi su WhatsApp... ma il numero era... anonimo!"
Poiché gli sto stringendo la mano sento i suoi nervi tesi.
"Cos'ha detto?"
"Ha... ha detto che tu ed io... siamo parenti!"
I suoi nervi si tendono sempre di più. Lui sta più o meno come me.
"Io non conosco nessun'altra Francesca Bernardi e se anche fosse i miei ed i tuoi non si conoscevano per niente prima che li facessimo incontrare noi!"
"L'unica scelta che abbiamo è quella di andare in ospedale e fare l'esame del DNA" gli dico esitante.
Lui mi prende le mani, se le porta sulle labbra e vi lascia un bacio.
"Sarà meglio andarci subito!"
Ci dirigiamo in ospedale e ci sediamo in sala d'aspetto. Lui mi tiene la mano e vi forma dei cerchietti con il pollice.
"Ehi ehi ehi, ma guarda chi si vede!" dice una voce familiare.
Ah no, anche qui no! Cosa fa qui Samuele?
"O meglio: ma guarda chi io sto vedendo perché lei..."
"Sì, sì, lo so" dico imitando una voce annoiata, "cerca qualche battuta più divertente, te lo consiglio vivamente!"
"Sei venuta per una visita?" mi domanda lui.
"Una specie..."
"Francesca e Daniel Bernardi, è il vostro turno!" ci chiama una donna.
"Ehi, sta tranquilla!" mi rassicura all'orecchio. "Vedrai che tutto andrà per il verso giusto!"
Entriamo in quella stanza e un uomo ci fa accomodare.
"Molto piacere" ci saluta, "cosa volete sapere?"
"Beh... noi..."
Sono troppo in imbarazzo per rispondere, quindi lui viene in mio aiuto.
"Noi abbiamo lo stesso cognome, quindi vorremmo sapere se siamo cugini." dice.
"Ah, capisco... ehi tesoro, sta tranquilla." mi rassicura. "Mi dispiace solo di essere costretto a farti un prelievo, ma sta tranquilla... non ti farò male, fidati..."
"O-okay." dico.
Mi fa mettere il braccio su di un cuscinetto e mi scopre il braccio.
"Rilassati" mi dice tranquillo.
Cerco di essere il più rilassata possibile e chiudo il pugno.
"Oh, vedo che il prelievo non è una pratica estremamente sconosciuta per te." mi dice. "Sei pronta tesoro?"
"Sì." rispondo.
"Okay, brava!"
Ho un laccetto intorno alla parte superiore del braccio e sento Daniel passarmi la mano sinistra su di un braccio. Sento un leggero pizzico sul mio braccio.
"Però! Sei una ragazza molto coraggiosa, eh?"
"Forse..." dico a bassa voce.
"Okay, ora tocca a te" dice il dottore.
Lui fa quello che ho fatto io, (da quel che mi è sembrato di capire), e subito dopo il dottore si rivolge a me.
"Ehi signorina, sta tranquilla, okay? I risultati arriveranno tra un'ora... due al massimo." dice.
Sono fortunata, qui sono tutti abbastanza accomodanti.
"Grazie!" dico.
"Figurati cara" mi dice lui, "ora andate in sala d'attesa ragazzi, appena avrò i risultati ve li darò. Ah, giovanotto, perdonami se mi permetto di intromettermi, ma in ogni caso io ti direi di non separarti da questa ragazza. Si vede che vi volete molto bene."
"Non si preoccupi, anzi, grazie!" dice Daniel per poi prendermi la mano e portarmi in sala d'attesa. Sono appena entrata e la tensione si fa di nuovo sentire. Mi torturo il ginocchio per passare il tempo, ma dopo un tempo non ben definito lui mi ferma il polso.
"Così strapperai il tessuto di quei leggins e anche la tua pelle. A questo punto io preferirei che giocassi con il cellulare come tutti gli adolescenti!" mi dice ridendo.
So che è una risata fatta più che altro per smorzare la tensione, ma non riesco fare subito lo stesso perché non ho proprio lo stesso autocontrollo che ha lui se si tratta di ansia.
Sento qualcuno passarmi davanti e mi volto verso Daniel.
"C'è qualcuno?"
Lui sembra pensarci un attimo, poi dice: "Sì, è... è Samuele..."
Mi sembra che si diriga nella direzione dalla quale noi siamo venuti... ma cosa sta facendo?
Samuele's Pov
Accidenti, quei due si sono accorti che sono in proccinto di andare nella stanza dalla quale loro sono usciti! Vedo la cara Francesca aggrottare la fronte, come se si stesse chiedendo perché io stia andando di là. Cavolo, è bellissima, anche se detesto ammetterlo lei mi è sempre piaciuta. Non so perché, ma da bambino avevo l'indole di un piccolo tiranno.
Come se ora fosse cambiato qualcosa!
Smettila vocina interiore, mi dai sui nervi!
Ma è la verità!
Beh, sì, sono ancora un tiranno, ma quella ragazzina mi piace tanto!
Peccato che lei non mi sopporti e abbia scelto di stare con quel David, Damian...
Daniel! Daniel maledizione, si chiama Daniel!
Sì, come vuoi!
Ma stai facendo innamorare Francesca di mezzo mondo con tutti i nomi che hai dato a quel povero ragazzo!
Entro in quella stanz di soppiatto, afferro le carte di Daniel e di Francesca e noto che la compatibilità sanguigna è minima. Oh maledizione, perché?
Okay, niente panico! Prendo le carte che ho scritto io e faccio uno scambio per poi infilare il risultato originale dell'esame in tasca. Okay, ora posso andare via, anzi, devo farlo! Subito!
"Bernardi! È il vostro turno" sento gridare da una voce femminile. Oh no, e adesso che diavolo faccio?
Aspetta... IL CAMICE! C'È IL CAMICE DI UN MEDICO! Lo indosso in fretta e furia, imposto la voce e mi siedo al mio posto.
Francesca's Pov
"Bernardi, è il vostro turno!" ci chiama la solita signorina.
Io sono nel pieno dell'angoscia ed il povero Daniel mi sopporta da ore.
Lui, però, non dà segni d'impazienza, anzi, è sempre molto gentile e accomodante con me. Non so come rignraziarlo.
Non c'è lo stesso medico di prima, ma un'altra persona che ha una voce un po' strana, come se avesse la raucedine.
"E-ehm... ecco il risultato del vostro esame!" dice per poi dare delle carte a Daniel.
"Si sente bene, dottore?" gli chiedo no@tando la sua voce un po' strana.
"Sì... ho solo un po' di raucedine." mi risponde lui.
Sento che Daniel è molto teso e chiedo: "Cosa succede?"
"Il test... è positivo." dice.
"Ah... beh... grazie" dico rivolta al dottore.
Usciamo dalla stanza e Daniel mi chiede: "Va tutto bene?"
"Sì, sto bene."
"Vuoi che ti accompagni?"
"N-no... lascia perdere, torno con l'autobus... grazie di tutto e... a presto!"
Lo saluto con un sorriso, forse il primo sorriso forzato della mia vita. Lui insiste per accompagnarmi almeno fino al bus ed io cedo.
Prima di andare via dico: "Temo che tra noi non possa continuare."
"Sì, mi dispiace dirlo ma è vero" mi dice lui covoce leggermente tremante. "Ti chiedo perdono principessa!"
Non so per cosa si sia scusato, ma gli sorrido.
Durante tutto il tragitto non ho fatto altro che isolarmi dal mondo e dalla dolorosa realtà.
Appena arrivata a casa vengo fermata dai miei genitori che mi domandano cosa mi sia successo.
Rispondo che al momento non mi va di parlarne, ma mio padre, irritato, dice: "SMETTILA DI FARE LA MISTERIOSA E DICCI SUBITO CHE DIAVOLO TI PRENDE!"
"HO DETTO CHE NON NE VOGLIO PARLARE!" grido tirando un pugno al muro e rinchiudendomi in camera mia.
Una volta sola scoppio in lacrime: meglio l'autosegregazione che l'obbligo! Non ho intenzione di uscire di qui! Sono stufa del fatto che tutti vogliano ASSOLUTAMENTE sapere cos'ho, soprattutto quando me lo chiedono con un tono simile. Ma chi si credono di essere?
"Francesca, posso entrare?" chiede mio padre.
"No, non puoi!"
"Per favore, lascia che ti spieghi! Ho appena litigato con tua madre ed ero preoccupato perché avevi un'espressione triste, non volevo che lo considerassi un rimprovero!"
"Beh, io un rimprovero te lo faccio perché il fatto che voi abbiate litigato come al solito non ti dà il diritto di trattarmi così! E smettila di raccontarmi la storiella del: "Non volevo rimproverarti!", perché non è più credibile!"
"Va bene, ti lascerò in pace, ma tu calmati!"
"Oh, chiaro! Io devo calmarmi e tu puoi fare una scenata quando più ti aggrada!"
Questo pensiero lo tengo solo per me perché mi sembra troppo da dire, anche se ho una rabbia tremenda che mi brucia dentro.
Piango silenziosamente, un po' per la scenata di papà e un po' perché ho appena scoperto di aver commesso una specie di incesto.  Daniel è mio cugino ed io non avrei dovuto innamorarmi di lui in quel modo. Eppure...
"Amore che io voglio dire,
amore che io voglio dare,
amore che io voglio avere,
amore che io voglio amare... amore!"

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