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41: Sii coraggiosa... ma soprattutto sii te stessa

Francesca's Pov
Arriviamo davanti alla nostra scuola e scendiamo dal bus.
L'assistente mi rende la bici e io vado a casa.
Prendo alcune cose che mi servono per la spiaggia, monto di nuovo in sella alla mia bici e faccio ritorno al mio piccolo angolo di Paradiso.
Lego strettamente la bici ad un palo, poi mi siedo su quella vecchia sedia pieghevole e collego il telefono alla macchina da scrivere. Qui potrò stare tranquilla e mettere su carta tutto quello che ho provato.
Mi concentro sul suono ritmico delle onde per qualche istante, poi rivolgo i miei pensieri ad una persona che è collegata a questo posto: Daniel! Lui mi ha dato tanto, è sempre stato tanto buono con me ed è anche grazie a lui se ho conosciuto quel tipo d'amore. Spesso penso che lui sia una specie di angelo custode, riesce sempre a tirarmi su quando sto per sprofondare.
Dopo un po' inizio a scrivere il mio tema e dopo aver finito mi addormento sulla sedia, come al solito con la mano sulla bocca...
Mi sono appena svegliata e sono molto più tranquilla di qualche ora fa. Prendo il cellulare, vi collego gli auricolari ed inizio ad ascoltare musica a riproduzione casuale.
La prima canzone che parte è: "Esseri umani" di Marco Mengoni.
Sento una mano posarsi sulla mia spalla e mi volto di scatto.
"Calmati Francesca, sono io!" dice una voce familiare.
Mi calmo riconoscendo la voce di Daniel.
Tolgo gli auricolari, ma lui mi ferma il polso.
"Posso entrare anch'io nel tuo mondo?" chiede.
Per tutta risposta tolgo una cuffia e gliela passo. Lui sta per sedersi sulla sabbia, ma io gli faccio posto sulla sedia e metto le mani sulle ginocchia.
Lo sento appoggiare un braccio sulle mie spalle e mi rilasso. Restiamo così, in silenzio, con le onde del Mare e le meravigliose parole di Marco Mengoni in sottofondo.
"Oggi la gente ti giudica
per quale immagine hai,
vede soltanto le maschere,
non sa nemmeno chi sei.
Devi mostrarti invincibile,
collezionare trofei,
ma quando piangi in silenzio
scopri davvero chi sei.
Credo negli esseri umani,
credo negli esseri umani,
credo negli esseri umani che hanno coraggio, coraggio di essere umani.
Credo negli esseri umani,
credo negli esseri umani,
credo negli esseri umani che hanno coraggio, coraggio di essere umani.
Prendi la mano e rialzati,
tu puoi fidarti di me,
io sono uno qualunque, uno dei tanti, uguale a te.
Ma che splendore che sei
nella tua fragilità
e ti ricordo che non siamo soli a combattere questa realtà.
CREDO NEGLI ESSERI UMANI,
CREDO NEGLI ESSERI UMANI,
CREDO NEGLI ESSERI UMANI Che HANNO CORAGGIO, CORAGGIO DI ESSERE UMANI.
CREDO NEGLI ESSERI UMANI, CREDO NEGLI ESSERI UMANI, CREDO NEGLI ESSERI UMANI CHE HANNO CORAGGIO, CORAGGIO DI ESSERE UMANI.
L'amore, amore, amore, ha vinto, vince, vincerà.
L'AMORE, AMORE, AMORE, HA VINTO, VINCE, VINCERÀ...
CREDO NEGLI ESSERI UMANI,
CREDO NEGLI ESSERI UMANI,
CREDO NEGLI ESSERI UMANI CHE HANNO CORAGGIO, CORAGGIO DI ESSERE UMANI..."
Sento che Daniel mi avvicina di più al suo corpo, siamo praticamente guancia a guancia, poi lui mi fa voltare leggermente il viso e le nostre labbra si scontrano.
"Ti fidi di me, piccola?" chiede contro le mie labbra. Io per tutta risposta lo abbraccio forte.
Rimaniamo lì, stretti l'uno all'altra, finché lui non si alza e mi prende per mano.
Io metto via il cellulare e lui mi porta non so dove. Mi fa togliere le ballerine e la maglietta, poi fa altrettanto con le sue scarpe e la camicia, "almeno credo", mi solleva da terra e riprende a camminare. Sento l'acqua scorrere sotto di me e questa sensazione è bellissima.
"Vuoi che ti faccia scendere o preferisci restare così?" mi chiede.
Io mi lascio andare e lui, capendo, si abbassa un po' e mi lascia in modo che io possa scendere.
Ci ritroviamo nell'acqua fresca di marzo, con il Sole che ci accarezza la pelle e io non potrei essere più felice di così.
Dopo un po' lui mi chiede se mi va di fare un giro, io annuisco e mi ritrovo aggrappata alla sua schiena. Noto che lui non affonda e si muove agilmente, infatti andiamo velocissimi. Io, giusto per aumentare un po' la corsa e per aiutarlo visto che lo sprint che c'è ora non durerà in eterno, inizio a fare dei movimenti. Ridiamo entrambi durante il tragitto, almeno finché io non perdo l'equilibrio da eterna imbranata quale sono. Non mi aggrappo a lui, non mi piacerebbe che rischiasse di ritrovarsi a testa in giù per sorreggermi, ma lui riesce ad afferrarmi prima che mi ci ritrovi io e mi dice: "Eh no! Non ti libererai di me così facilmente, angioletto!"
Io improvviso dei gesti che vogliono dire: "Capirai! Come se io avessi l'intenzione, anche minima, di liberarmi di te!"
Lui sorride e mi abbraccia. È così bello stare qui, con l'acqua che ci arriva fino alle spalle, a stringerci e coccolarci! Anche se, a dirla tutta, più che altro è lui a coccolare me!
All'improvviso dei brividi percorrono e scuotono tutto il mio corpo.
"Hai freddo piccola?" mi chiede lui.
Io mi rannicchio tra le sue braccia e lui, capendo, mi fa uscire dall'acqua e mi fa sdraiare su quella sedia che porto sempre con me. (È una sdraio.) Lui è in piedi vicino a me e per scaldarmi strofina le mie mani con le sue.
Sul resto del corpo ho la pelle d'oca, quindi lui provvede anche a questo. Provo un'infinità di emozioni attraverso quel semplice tocco e sono piacevoli.
"Ti senti un po' meglio ora("
Oddio, chiedimelo di nuovo, vorrei dire, o anche comunicare se a chi legge piace di più, ma non posso, sarebbe troppo imbarazzante! La sua voce profonda mi piaca molto perché mi calma e mi fa sentire protetta, ma non me la sento di farglielo sapere poiché potrebbe prendermi per svanita. Mi limito a rispondergli con un cenno d'assenso. Io sto sempre meglio quando sono con lui, ma non potrei dire nemmeno questo!
Daniel mi prende le mani e io, sorridendo, mi tiro su e lo abbraccio. Non so spiegarmi il perché, ma con lui mi sento tranquilla, so che posso essere me stessa e lui non giudicherà le mie azioni, ma continuerà a restarmi vicino.
Finalmente sono asciutta. Lui recupera la mia maglietta e le scarpe ed io mi rivesto velocemente.
"Che ne dici? Vuoi andare a casa?" mi chiede con tono dolce.
Annuisco e lui mi riaccompagna a casa.
Gli invio un messaggio in cui scrivo: "Perché ti sei preso tanto disturbo per me?"
"Insisti con questa storia? L'ho fatto perché ti amo! Capito? IO TI AMO MIO ANGIOLETTO!" mi risponde lui.
Gli getto le braccia al collo e lui mi solleva da terra e mi bacia dolcemente. Non saprei spiegare come mi sento ogni volta che ci baciamo. Basti sapere che per me è una sensazione indimenticabile.
"Ma lo sai che tra meno di due settimane è il tuo compleanno?"
Eh? Cosa? Che giorno è oggi?
Il 24 marzo, genio!
Che? Oddio, è vero, il 4 aprile è il mio compleanno!
Buongiooorno! Ben svegliaaata Francesca! Hai dormito bene?
Puoi smetterla?
No! Non posso!
Dopo un primo momento di sgomento gli sorrido. Ma perché me l'avrà detto? Che cosa vorrà fare?
"Sai, vorrei renderti felice" mi dice lui rispondendo alla mia domanda, "vorrei fare qualcosa per te. Cosa ne dici?"
Spalanco la bocca per la sorpresa. Non vorrei che lui perdesse tempo a preparare qualcosa di particolare per me, ma al tempo stesso mi lusinga molto. Non è cosa da tutti preoccuparsi tanto per una persona ed essere una delle fortunate... mi rende felice.
"Non dovresti preoccuparti per me" gli scrivo.
"Infatti tu non sei il centro del mio mondo!"
Resto un po' interdetta, ma non so se essere dispiaciuta o meno. Da una parte sono felice perché se io fossi il centro del suo mondo lui non potrebbe praticamente più vivere, ma dall'altra parte sono un po' triste perché ad una ragazza non fa mai del tutto piacere non essere una presenza costante nei pensieri del suo lui. Quello che mi dice dopo mi fa rimanere davvero di stucco.
"Tu sei il mio mondo, il che è molto diverso!" dice. "Se non mi preoccupassi del mio mondo di cosa mi dovrei preoccupare allora? È questa mancanza di considerazione del mondo che lo ha portato alla rovina!"
Oddio, come faccio a rispondere ad una cosa simile?
Semplicemente lo abbraccio. Vorrei riuscire anche a parlare con lui, ma nel provarci sono costretta a constatare che quel momento per me non è ancora arrivato.
"Non sforzarti" mi dice lui, "parlerai quando ti sentirai pronta, ricordalo!"
Ha così tanta pazienza con me!
"Ehi tesoro, visto che domani non hai scuola potremmo vederci anche in mattinata. Se vuoi, naturalmente!" mi dice.
Io annuisco e gli sorrido. Sono felice di uscire con lui!
"E se facessimo unire a noi anche Giorgio e Ginevra?"
No, ma questo ragazzo è telepatico! Mi fa sempre piacere stare con quei due matti generosi e questo Daniel lo sa benissimo.
Annuisco e lui dice: "Allora ci vediamo domani, angelo mio!"
Io sto per salutarlo quando mi viene in mente che i miei genitori oggi non torneranno a casa, quindi, con mano tremante, prendo la sua mano e gli faccio segno di chiudere la porta che è rimasta aperta.
"Tutto bene piccola?" chiede lui, non capendo.
Io annuisco, poi capisco che continuando con questi gesti non risolverò nulla. Afferro tutto quello che mi occorre per scrivere e gli mando un messaggio.
Io: "Sai, i miei genitori non ci sono e da quando il "prof" di musica è entrato in casa tua non è che mi alletti più di tanto l'idea di restare sola in casa durante la notte. Potresti restare con me, per favore?"
Lui mi si avvicina, mi cinge la vita con le braccia e mi stringe a sé come per rassicurarmi.
"Se ti fa stare più tranquilla faremo come hai detto tu, d'accordo?"
Oddio, temevo che dicesse: "Come hai scritto"!
Vado a fare una doccia veloce, soprattutto per non lasciarlo lì da solo troppo a lungo, poi gli lascio libera scelta e lui, come si suol dire, segue il mio esempio.
Si è fatta sera e decidiamo di preparare qualcosa da mettere sotto i denti. Nonostante io sia stata attenta il grembiule che Daniel mi ha procurato è pieno di farina, ma almeno ho risparmiato il secondo cambio utilizzandolo per coprire i miei vestiti. Lui ne ha usato uno della mia scuola materna, più come straccio che come grembiule dato che ero molto più piccola di adesso e da indossare non va bene per me, figuriamoci per lui che è più grande!
Quel grembiule è completamente infarinato essendo entrato in contatto con il mio per pulirlo. È un oggetto che mi risveglia brutti ricordi, quindi lo afferro e inizio a strizzarlo con forza nel lavandino, come se stessi facendo altrettanto con la maestra che mi ha terrorizzato per anni. Lui si accorge che quel grembiule mi fa riaffiorare ricordi orribili e me lo strappa di mano. Non mi ha fatto male, più che altro non voleva che stessi male.
"Ehi! Adesso non pensare al passato, okay? Rivangare ricordi dolorosi può solo ferirti! Pensa alla canzone che abbiamo ascoltato oggi sulla spiaggia."
Non capisco. Perché?
Lui, quasi leggendomi nel pensiero, mi risponde: "Dice: "Credo negli esseri umani che hanno coraggio di essere umani." Tu hai creduto nella gente e ti sei dimostrata forte. Sei stata umana, ma prima di tutto sei stata te stessa! Continua a credere in chi ti ama e ricorda che se qualcuno di noi ti facesse qualche sgarbo, anche se spero di no, non sarebbe un gesto intenzionale..."
Gli sorrido e lui mi toglie di mano il grembiule dicendo: "Questo ormai è uno straccio, è meglio gettarlo via. In più il ricordo che hai di questo grembiule non è piacevole."
Ah, se lo amavo prima ora lo amo tre volte di più come minimo! È tanto dolce e comprensivo!
È tutto pronto, possiamo sederci e godere dei nostri sforzi.
Mentre io apparecchio lui riempie i piatti e stiamo per sederci quando qualcuno suona il campanello.
Andiamo ad aprire e un coro di voci allegre ci saluta.
Ci sono tutti i ragazzi! Oddio, casa mia è piccolissima e non so dove potremmo sistemarci, ma non importa, in qualche modo faremo.  Quello che conta è che loro siano qui.
Domani sia la mia scuola che quella di Ginevra sono chiuse per lavori. Matilde deve andare via presto proprio per la scuola.
La cena è allegra anche perché abbiamo ben pensato alla pizza fatta in casa e abbiamo sistemato i tavoli.
Dopo un po' i ragazzi vanno via e sia io che Daniel andiamo a letto...
Mi sveglio in mezzo alla strada. C'è silenzio. Ma che ci faccio qui?
Sento delle voci fin troppo familiari intorno a me.
"Ma chi abbiamo qui? La cara Francesca! Ma che piacere!" dice la maestra. "Sai chi c'è qui con noi?"
Con noi? Che cosa vuol dire?
"Abbiamo portato anche il tuo Daniel!" dice Samuele.
No! Non possono averlo sequestrato, no!
"Poverino! Guarda come ti strappo via la tua dolce metà in meno di un secondo!"
Sento qualcosa di freddo premere sulla pelle della mia gola. Non so cosa sia, non sono abbastanza lucida da capirlo, ma so che, qualunque cosa sia, è pericoloso.
"NO! NON FARLO SAMUELE, NO!" grida Ginevra.
Credo che sia lei che Daniel stiano cercando di avvicinarsi, ma un vento insolito evidentemente li sta respingendo.
Inizialmente mi sento soffocare per la paura, poi getto la testa all'indietro e...
"AAAAAH!" urlo con tutto il fiato che ho in gola.
È l'unica cosa che posso dire, è come se la mia lingua non potesse mettersi in posizioni differenti da quella per pronunciare queste due lettere ed è orribile, soprattutto ora.
Mi risveglio, questa volta per davvero, e mi ritrovo sdraiata su un fianco, sul pavimento gelido.
Sento una voce allarmata: "Francesca! Oh mio Dio, cosa ci fai lì per terra?" È lui, Daniel!
Cerco di alzarmi, ma lo faccio talmente in fretta da perdere di nuovo l'equilibrio... per fortuna lui riesce a prendermi al volo!
Mi aiuta a sdraiarmi sul mio letto e mi sfiora un braccio.
"Rilassati, sei troppo tesa" mi fa notare. "Va tutto bene. Sì, così, brava!"
Finalmente il mio corpo si rilassa sotto il tocco leggero delle sue mani.
"Cos'è successo amore mio? Che ci facevi lì sdraiata?"
Cerco di spiegargli cosa mi è successo mimando l'incubo e lui capisce.
"Com'è possibile che tu l'abbia sognato piccola? Lui è in... carcere."
Il tono della sua voce si abbassa.
"L'hai incontrato Francesca?"
Annuisco per poi scoppiare in lacrime. Lui, come sempre, mi conforta abbracciandomi e coccolandomi, un po' come si fa con i bambini. Si sdraia accanto a me e mi parla a bassa voce. Le sue parole sono rassicuranti.
"Lui non c'è" mi dice. "Non è un mago e gli è impossibile fare del male fisico a qualcuno da lontano."
Restiamo così, abbracciati, fino a farci cogliere dalla stanchezza. Ora sto bene, sono tra le braccia del mio amore e lui riesce sempre a tranquillizzarmi quando ce n'è bisogno. Sembra strano anche a me il fatto che quando sono stretta a lui in questo modo non mi accada di avere incubi.

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