4: Nuovi amici e... soprannomi
Non ci posso credere! Lui mi ha appena detto che non potrà dimenticarmi?
"Dici davvero?"
"Ovvio che dico davvero principessa! È impossibile dimenticare una ragazzina dolce e forte come te! Non voglio che ti offenda se parlo dei tuoi occhi, ma io ti guardo negli occhi e vedo una ragazza meravigliosa!"
"Io... non so come ringraziarti..."
C'è qualche attimo di silenzio, poi lui chiede: "Potresti darmi il tuo cellulare?"
Tolgo il cellulare dlla tasca, disattivo la voce-guida e metto l'oggetto tra le sue mani anche se non capisco cosa voglia fare. Al contatto con le sue mani sento dei brividi attraversare il mio corpo.
L'unica cosa che ho capito è che ha tirato fuori qualcosa da una tasca. Dopo qualche istante lui mi restituisce il cellulare.
"Ecco fatto!" dice mentre mi prende la mano per rendermi il telefono, e questo contatto provoca un ulteriore brivido al mio corpo che è già un po' provato.
"Non so cos'hai fatto ma va bene così!" dico sorridendogli con molta timidezza.
"Posso rapirti per qualche minuto?" chiede.
Decido di fidarmi e lui mi prende la mano e mi aiuta ad alzarmi.
Mi porta sulla spiaggia e mi chiede: "Ti farebbe piacere se ti facessi vedere com'"è fatta la spiaggia?"
"Magari!" rispondo.
"È ancora tutto al suo posto... su, vieni!"
Mi porta in giro senza farmi urtare. Quando c'è un oggetto, visto che abbiamo stabilito un accordo, mi stringe la mano per chiedermi se mi va di toccarlo e guida la mia mano nel caso di risposta affermativa.
"Posso chiederti una cosa?"
"Quello che vuoi."
"Vorrei vedere anche te, ma non mi piace fare da sola... mi sento in imbarazzo... e io..."
"Tranquilla, ti guido io." dice prendendo le mie mani e percorrendo con me il suo corpo.
È parecchio più alto di me e la cosa mi piace. Quando incontro qualcuno più alto di me mi sento al sicuro.
"Grazie" gli dico quando lui ferma i miei movimenti. Trovo la sua schiena e istintivamente lo abbraccio. Lui mi posa la testa sulla spalla ed io mi stringo con più forza al suo corpo, facendomi piccola piccola come se volessi farmi proteggere da lui. Mentre siamo ancora stretti in quell'abbraccio lui mi dice: "Di niente. Anzi, per quanto tu possa essere timida non dovresti vergognarti di vedere. Chi vede con gli occhi non si fa mica tutti questi scrupoli! Al contrario!"
"Lo so, però... io per vedere qualcuno dovrei fare tante cose: ascoltarlo, toccarlo e farmi toccare... e non credo che siano tutti disponibili come te."
"Beh, tanto peggio per loro! Non conosceranno mai il tuo tocco delicato." mi dice lasciandomi un bacio sulla fronte. Perfetto, si comincia con i complimenti! Francesca, controllati!
Restiamo così per qualche altro minuto, anche se io non so cosa darei per restarci per sempre. Mi sento così bene tra le sue braccia da dimenticarmi del buio che è sempre presente.
"Dai, adesso andiamo." dice dopo un po' sciogliendo l'abbraccio per prendermi la mano e dirigendosi verso un muretto sul quale credo che siano seduti tutti gli altri membri della mia comitiva.
"Eccola qui, sana e salva!" dice.
Tutti si avvicinano a me e io mi scuso nel caso in cui si siano preoccupati per me.
"Tranquilla, se sei al sicuro e il giro che hai fatto ti ha resa felice allora va bene."
Mia cugina riesce sempre a rincuorarmi.
"Molto" le rispondo felice per poi voltarmi verso il mio accompagnatore e, rivolgendomi stavolta a lui: "Grazie mille!"
"Il mio lavoro è rendere felici le persone e oltre ad essere un dovere per me è un piacere!"
Deve avere un cuore davvero nobile per pensarla così.
"Potrei farti una domanda?"
La mia richiesta esce dalle mie labbra prima che me ne renda conto, ma lui non è scandalizzato.
"Dimmi pure..."
"Com'è fare questo lavoro?"
"È difficile, è vero, ma allo stesso tempo vedere felici gli ospiti riesce a ripagarti di tutti gli sforzi fatti."
Il mio cuore batte fortissimo e le parole di Daniel mi colpiscono, mi lasciano senza parole.
"È... è davvero meraviglioso!"
Lui mi prende anche la mano sinistra e mi si avvicina. Le sue labbra toccano appena la mia fronte.
"Tu sei meravigliosa!"
Oh cielo, questo è davvero troppo!
"Grazie" dico abbassando la testa.
Non arrossire Francesca! Non devi arrossire!
"A... a domani" balbetto.
"A domani" dice lui portandomi verso un divanetto e facendomici mettere seduta.
Si allontana e io resto immobile a ripensare alle sue parole e al gesto che ha compiuto per me.
"Dobbiamo andare tesoro..." dice Linda prendendomi la mano e facendomi alzare.
Torniamo alle casette e io vado in bagno e indosso il pigiama.
Vado a mettermi a letto, stavolta nella mia "stanza".
Dopo qualche minuto crollo addormentata...
È mattina presto e io mi sveglio e noto che stamattina c'è il Sole.
Raggiungo la mia comitiva e andiamo in spiaggia.
Accidenti, le onde sono altissime e una di queste mi spaventa perché mi arriva dell'acqua addosso! Inizio a piangere per la paura, ma di colpo due braccia mi cingono la vita.
"Ehi! Va tutto bene piccola, sta tranquilla."
Riconosco subito la sua voce e tendo le braccia per ricambiarlo.
"S-scusami" balbetto.
"Non preoccuparti" mi dice lui. "Dammi la mano, voglio farti vedere una cosa."
Mi prende la mano e la ferma sulla sua maglietta. È un po' umida.
"Inconvenienti di questi giorni, ma non è nulla di pericoloso. In ogni caso, se dovessi avere una paura incredibile tu dimmelo e io ti porterò più in alto."
Gli sorrido per ringraziarlo, dopodiché lui si avvicina agli altri della mia comitiva e fa vedere loro un gioco con le carte, almeno credo.
"Ma questo Francy non può farlo!" dice mio padre.
"Non è detto" dice Daniel per poi voltarsi verso di me. "Che ne dici, vuoi provarci?"
Annuisco curiosa e sorpresa del fatto che lui riesca sempre a trovare un modo per coinvolgermi nelle attività.
"Metti le mani avanti Francesca" dice convinto, "ogni volta che ti toccherò la mano ti farò capire che carta ho, d'accordo? Però dovrò andare abbastanza veloce!"
Gli sorrido, lui inizia questo giro e alla fine riesco a indovinare la posizione della carta richiesta.
"Posso rubarvela per un po'?" chiede agli altri del mio gruppo. "Una ragazza dello Junior Club ha chiesto di lei."
Tutti sono d'accordo a lasciarmi andare e lui mi porta al tavolo dei ragazzi per poi dire: "Mi piacerebbe restare, ma mi manca ancora molto prima di finire il giro."
"D'accordo" dico, "e grazie!"
"Di niente."
Ginevra mi saluta, si siede accanto a me e mi rende partecipe delle attività proposte da Simone, l'animatore che si occupa del nostro gruppo.
Giunta l'ora di pranzo stavolta è Ginevra ad accompagnarmi e ci salutiamo con un caloroso abbraccio.
Siamo nelle casette, stavolta separati, e abbiamo finito il pranzo quando sento gridare i miei genitori.
Si stanno augurando tutto il male possibile e mi fa così male starli a sentire che prendo tutte le mie cose e, facendo meno rumore possibile visto che è scattata l'ora X, "ovvero l'ora del riposo", appoggio il mio occhio a rotelle sui ciottoli e senza accorgermene mi ritrovo sulla spiaggia.
Sono inciampata sullo scalino della spiaggia sbucciandomi un ginocchio e mi fa molto male, quindi mi sdraio su di un lettino preso a caso. Non vorrei crollare, ma a quel punto piango e dopo un po' sento il sonno arrivare, mi copro la bocca con una mano e mi addormento...
Daniel's Pov
È ancora un po' presto per ricominciare a lavorare, quindi decido di andare sulla spiaggia.
Una volta arrivato scorgo una figura in lontananza: è sdraiata su un lettino e ha una mano che le copre la bocca. Mi avvicino per capire di chi si tratta e quando la riconosco mi sorprendo.
Francesca! Ma perché è qui da sola?
Mi metto accanto al lettino e la vedo addormentata, ma c'è qualcosa che non va. Le prendo la mano che non copre la bocca e mi accorgo che sta tremando. I suoi occhi sono gonfi e rossi. Cosa può averla ridotta così?
Le tolgo con attenzione la mano dalla bocca e la vedo digrignare i denti. È più che evidente che è agitatissima!
"Francy! Ehi!"
La chiamo con dolcezza per non spaventarla, ma appena si rende conto di non essere sola lei fa uno scatto per sedersi.
Francesca's Pov
"Francy! Ehi!"
Una voce mi chiama dolcemente, ma io non riesco ancora a distinguerla.
Appena mi rendo conto di chi mi sta chiamando scatto a sedere.
"Piano, calmati, non devi fare così!"
Diciamo che ho un "trauma" da figuraccia, ma non voglio parlarne.
Tu definisci tutta la tua vita un trauma!
Sta zitta per una volta, anzi, te lo dico in spagnolo: callate!
"Ho fatto o detto qualcosa?"
La mia ansia sale alle stelle, ma lui mi tranquillizza dicendo: "Tranquilla, non hai fatto niente se non stringere i denti e tremare come una foglia. Ma adesso dimmi piuttosto: ti è successo qualcosa di grave?"
Non vorrei dirglielo, odio mettermi a piangere davanti agli altri, ma con lui non riesco a fingere e gli racconto tutto.
"Ecco... dopo pranzo io ero rientrata, ma i miei si sono messi a litigare e io non potevo restare lì! Lo so che loro mi vogliono bene... ma quando litigano io divento invisibile! Loro riescono solo a vedersi l'un l'altro e augurarsi tutto il male del mondo e io non lo sopporto, non lo sopporto!"
Scoppio in un pianto disperato e senza controllo e mi ritrovo a cercare rifugio tra le sue braccia. Lui non me lo nega, mi stringe forte a sé e mi scompiglia i capelli con una mano. Il mio cuore batte forte e il mio corpo è scosso dai singhiozzi.
"Ehi, ehi, ora calmati tesorino, va tutto bene! Nessuno ti farà più del male! Non posso vederti così!"
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro