36: Per te... ci saremo!
Francesca's Pov
Grida confuse e parole spezzate giungono alle mie orecchie. Sono ancora mezza intontita dal sonno, ma capisco che i miei stanno litigando. Non so se sto sognando, ma se anche fosse credo che sarebbe un incubo. Per fortuna una voce bassa riesce a farli smettere di litigare come due belve. Non riesco a riconoscere la voce di colui che mi ha salvata, anche se so che è un lui e facendo due più due capisco che si tratta del mio angelo: Daniel!
Inizio a tremare e sudare freddo a causa dell'agitazione.
Dopo qualche istante realizzo che non sto sognando. Devo alzarmi da qui e andarmene, sono davvero stanca!
Mi tiro su con un po' di fatica, vado a cambiarmi, recupero le mie cose e corro via dalla casa del mio protettore. Poverino, lui ha fatto di tutto per proteggermi e sarei davvero ingrata se me ne andassi senza dargli almeno una spiegazione.
Vado a sedermi su di un muretto e gli scrivo un messaggio.
Io: "Dan... ti prego, perdonami. Sono andata via perché ho sentito litigare i miei genitori e non mi piace che si facciano del male. Non preoccuparti, io sto bene. Devo ringraziarti di cuore per tutto quello che stai facendo per me, sei un angelo!"
Mi alzo da quel muretto e continuo a camminare, almeno finché non sento una voce dire: "Ma tu guarda chi abbiamo qui!"
Un'altra voce mi fa trasalire: "La mia alunna preferita! Ma come stai?"
Oh no! Samuele e il prof da soli sono tremendi, ma insieme sono una bomba ad orologeria per me.
Inizio a tremare quando afferrano le mie spalle e sento che stavolta nessuno verrà a salvarmi.
Porto al petto il mio occhio a rotelle, poi mi viene un'idea. Mi allungo e batto in terra l'occhio a rotelle e i piedi visto che non posso urlare per chiedere aiuto. Per fortuna lassù c'è qualcuno che mi vuole bene e sento una voce che dice: "Lasciatela in pace!"
Non conosco questa voce, ma sono sicura che sia qualcuno che mi aiuterà.
I due vengono arrestati e il poliziotto, "evidentemente è un poliziotto", mi prende le mani e dice: "È tutto a posto, sta tranquilla."
Cerco di dire un: "Grazie", ma per me parlare ormai è un'utopia.
"Se non puoi parlare non sforzarti. C'è qualcuno che vuoi vedere("
Annuisco e gli mostro il contatto di Daniel.
"Per cosa sta Dan?" chiede il poliziotto.
"Daniel" scrivo sul telefono.
"Okay, allora adesso lo chiamiamo e gli diciamo dove sei, d'accordo?"
Annuisco timidamente e mi stringo nel maglione. Fa un freddo tremendo nonostante il Sole di oggi.
"Che ti succede signorina?" mi chiede.
Divento rigida, non so che cosa fare. Mi sento davvero strana.
Lui si avvicina a me e appoggia una mano sulla mia fronte. Il suo tocco è ben diverso da quello di Daniel.
"Ma tu hai la febbre! Che ci fai per strada?"
Gli scrivo un semplice: "Lunga storia."
"Okay... adesso chiamerò il tuo amico e gli dirò di venire a prenderti, eh?"
Sorrido timidamente e gli passo il cellulare in modo che lui chiami Daniel.
"Aspetta, non posso fare nulla se tu non mi dici come ti chiami. Scrivi se vuoi, ma devo saperlo per aiutarti."
Ricordo di avere una collana con il mio nome, quindi la alzo appena e gliela mostro.
"Molto bene Francesca" dice il poliziotto, "okay, ora posso chiamare il tuo amico."
"Non c'è bisogno" dice una voce maschile alle mie spalle. È lui: Daniel!
Daniel's Pov
Ho letto il messaggio della mia piccola e la immagino triste e preoccupata. Non so se andare o meno a cercarla, so che vorrebbe stare sola, ma ho paura che le accada qualcosa.
Decido di uscire di casa e andare a cercarla quando la sento parlare con un poliziotto. Lui le chiede chi può chiamare per dire dove si trova lei e quando sento dire: "Dan" il mio cuore perde un colpo. Lei è l'unica che mi ha considerato come qualcuno che avrebbe potuto aiutarla.
È totalmente diversa da ogni altra ragazza: non cerca di nascondere i suoi difetti, soprattutto quelli fisici, ma non è questo a renderla perfetta, almeno per me. Quella perfezione che tutti cercano non esiste, ma è il nostro portare con orgoglio anche il peso dei nostri difetti a renderci perfetti e lei fa questo. Non cerca di nascondere le occhiaie, non indossa un paio di tacchi solo perché vanno di moda, ma non per questo la si può considerare un maschiaccio. Al contrario: lei è è un angelo e ha paura di ferirsi perché le sue ali sono già state strappate una volta dal suo corpo.
Corro verso di lei e dico: "Non c'è bisogno" riferendomi al discorso del poliziotto sul telefonarmi.
Mi avvicino alla mia piccola e l'abbraccio: è molto scossa, sta tremando.
"Cosa le è successo?" chiedo.
"Due uomini la stavano importunando" mi risponde il poliziotto, "ma non credo fossero due persone qualsiasi. Per caso la ragazza ha ricevuto altre aggressioni?"
"Sì, ma morali più che fisiche" rispondo. "Se non le dispiace vorrei portarla a casa, è molto agitata."
"Sì" risponde il poliziotto e io prendo la mano della mia piccola e la porto con me.
"Ti hanno fatto qualcosa?" chiedo guardandola per assicurarmi che non abbia ferite.
Lei scuote la testa e io la tiro verso di me e l'abbraccio per rassicurarla.
"Io ci sarò sempre per te, piccola" le dico lasciandole un bacio sulla guancia che è a dir poco infuocata. "Ti giuro che non ti lascerò sola!"
Francesca's Pov
Sono stanca di versare lacrime, di appoggiarmi agli altri come se non sapessi fare da me, di non poter dire il fatto suo a chi se lo merita. Non sono mai stata una ragazza che nasconde le cose, ma non sono nemmeno tanto schietta da evitare gir, di parole. Mi sento così fragile in questo momento! Ho una tremenda paura di cedere da un momento all'altro e ora anche confidarmi è diventato difficile perché devo scrivere tutto anche quando sono faccia a faccia con il mio confidente.
Stringo forte a me il mio angelo e lui mi riporta a casa.
Ho preso freddo e questo provocherà un allungamento nei tempi di guarigione, ma è bello sapere che qualcuno tiene a me.
I ragazzi della comitiva mi hanno fatto una sorpresa splendida facendosi trovare tutti a casa di Daniel.
Ho saputo cose che mi ero persa, specie per quanto riguarda la mia amica Ginevra e il suo Giorgio che non è per niente cambiato.
Quello che è cambiato è il fatto che ora Giorgio viene qui durante la settimana e Ginevra va in Sicilia con lui nel week-end.
"In pratica quelli che lavorano al porto ci hanno procurato un pass speciale... sai com'è, per non spendere una barca di soldi" dice Giorgio, "e uno degli impiegati mi ha preso in simpatia e mi sta insegnando il vostro dialetto... o la vostra lingua."
"Fai un po' tu" gli scrivo. C'è poco da fare: lui e quegli altri Crazy, come il nome della loro agenzia d'animazione, mi fanno sempre ridere e non poco.
"Anch'io in questo senso ho avuto fortuna" mi spiega Ginevra, "tra quelli che lavorano al porto, Giorgio, i suoi parenti e gli altri ragazzi anch'io sto imparando molte cose."
"Beh, allora mi promettete che se e quando potrò ricominciare a parlare le insegnerete anche a me?" chiedo. Ehi, a modo mio ma lo chiedo!
"No!" salta su Giorgio.
"No cosa?" chiedo.
"Non mi piace quel: "Se" che hai aggiunto" mi risponde lui, "il: "Quando" è più che sufficiente."
"Su questo devo dargli ragione" afferma Matilde, "prima o poi tu potrai tornare a parlare, ne sono più che sicura! Devi solo avere pazienza!"
"E ricorda che noi ci saremo sempre per te" aggiunge Alice.
"Parola!" dicono tutti gli altri all'unisono.
Ascoltandoli parlare così ho una voglia di parlare che non saprei spiegare.
Sono tutti così gentili con me!
Sì, soprattutto uno di loro, non è vero?
Ma perché devi rovinare sempre tutto, perché, perché?
Perché mi diverto!
Oh, ma insomma!
E dai, non faccio niente di male!
MANDATEMI UNA COSCIENZA SOSTITUTIVA!
A quanto pare Giorgio non è l'unico matto, come dici tu!
E questo perché, scusa?
Perché non si può chiedere un'altra coscienza, ti conviene accettare che dovrai sopportarmi a vita!
Senti, io ho accettato fin troppe cose e ne ho fin sopra i capelli, quindi o ti calmi o ti spegni come hai fatto fino ad ora!
Oh, va bene! Che noiosa che sei!
Beh, comunque io continuo a pensare che mi piacerebbe tornare a parlare per me, ma anche per loro che sono disponibili ventiquattro ore al giorno per aiutarmi e amici come loro non esistono da nessuna parte. Spero tanto che questa storia finisca bene!
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