3: Contatti e risate
Mi sveglio molto presto, un po' come al solito quando vado in vacanza.
Accidenti, è il secondo giorno e si mette a piovere, che sfortuna! Ma poi è un controsenso, siamo a settembre e fa un freddo terribile!
Ho dormito in camera dei miei perché stavo congelando e perché non riesco a stare in quella scatola, "la chiamo così perché è una stanza talmente piccola che ci entro a stento."
Mi dirigo nel bagno, ancora più piccolo della stanza dove dovrei dormire io, e vado a vestirmi.
Raggiungo gli altri e restiamo a parlare per un po', ma poi mi alzo tremante e cerco mia madre.
"Mamma... mi sento male" dico spaventata.
"Cosa ti senti( Che cos'hai Francy?" chiede lei.
"Non so, mi sento strana" rispondo.
"Vieni, sdraiati un po'" dice lei prendendo la mia mano e conducendomi nella casetta.
Faccio come dice, mi sdraio un po' e dopo un tempo che mi sembra lunghissimo mi sento meglio e torno dagli altri.
Parliamo un po' del più e del meno e ogni tanto ci sfugge qualche battuta.
Arrivano le 4 del pomeriggio e all'improvviso una voce familiare ci dice: "Ehi, ciao!"
Accidenti, che mi prende? Perché il mio cuore batte così velocemente? Che mi succede(
"Tutto bene?" ci chiede Daniel.
"Tutto bene" risponde Linda.
Lui ci spiega che a breve ci sarà un torneo di biliardo, "se è al diminutivo non lo so", ed io ho la sensazione che tutti guardino me.
"Noi siamo d'accordo! Tu che vuoi fare Francy?" chiede Mirko.
Mi faccio avanti con un po' d'esitazione e rispondo: "Io vorrei... ma non sono capace."
"Se questo può consolarti non sei l'unica." mi rassicura Daniel.
"Allora okay" dico illuminata da un sorriso.
"Però se me lo permettete, e se tu sei d'accordo Francesca, vorrei accompagnarti io."
Non so cosa mi prenda, ma sono quasi presa da una frenesia che mi spinge a rispondere: "Sì che sono d'accordo!"
Potevo essere un po' meno sfacciata però.
Accidenti, ma te la dai una calmata?
La fai così facile( Beh, allora vieni tu qui al mio posto voce isterica!
Non posso!
Sono la tua coscienza, non posso e blablabla, è una storia vecchia!
"Scusami, forse sono stata un po' sfrontata!"
"Ehi, sta tranquilla perché prima di tutto non è vero, e poi non mi risulta che tu sia venuta qui per studiare il galateo!"
Grazie angioletto custode!
"Resta lì, voglio salutarti come si deve" mi dice, e poco dopo le sue labbra sono sulla mia guancia destra.
Mi sento rossa e accaldata e spero che lui non mi guardi in faccia, ma voglio ricambiarlo.
Mi volto verso di lui e allungo il collo per ricambiare il gesto. Le mie labbra tremano quando vengono a contatto con il suo viso e io cerco di contenermi, ma è inutile. Sento i muscoli del suo volto contrarsi, credo che stia sorridendo.
"Sei davvero tenera" mi dice.
"Io... io..." balbetto, ma lui mi prende la mano e dice: "Sei molto timida e se vuoi saperlo il modo in cui reagisci a un piccolo gesto è davvero dolcissimo!"
A dire il vero quello dolce sei tu, vorrei dirgli, ma come al solito mi manca il coraggio per poterlo fare.
Lungo la strada vengo a sapere che lui ha vent'anni e che non ha ancora incontrato la persona giusta.
La cosa mi stupisce: è quel tipo di persona che ti mette a tuo agio, ti permette di fare quello che ti senti di fare e non ti costringe a fare le cose.
A quel gioco siamo stati stracciati, ma è stato comunque divertente restare a fare il tifo per gli altri della comitiva.
Verso le sette rientriamo e io non posso non pensare al fatto che io e lui siamo stati in contatto fisico per più di cinque minuti visto il mio imbarazzo cronico.
Dopo cena ci prepariamo tutti per uscire e io resto in giardino, nella disperata attesa che qualcuno si degni di uscire da quelle benedette casette.
All'improvviso una voce femminile dice: "Ciao" e io ricambio.
"Dove sei?" chiedo.
"Vieni, vieni avanti" dice la ragazza per guidarmi verso di sé.
Io mi avvicino e lei mi prende la mano.
"Mi chiamo Ginevra" mi dice, "tu come ti chiami?"
"Francesca" rispondo. "Piacere."
"Anche per me" dice lei. "Senti, se vuoi domani possiamo andare insieme allo Junior Club."
Ah, dimenticavo! Qui anche ai ragazzi viene data l'opportunità di conoscersi attraverso questo gruppo!
"Credo di sì" acconsento. "Mi permetti di farti una domanda?"
"Sicuro!"
"Anche tu stai aspettando qualcuno per andare in anfiteatro?"
"Sì" risponde lei.
"Posso chiedere ai miei di venire con te?" chiedo.
"Dai, perché no?"
Chiedo ai miei il permesso per iniziare ad avviarmi con una nuova amica e per fortuna mi viene accordato.
Torno fuori, Ginevra mi prende la mano e ci avviamo verso l'anfiteatro.
Io amo in modo particolare le serate dei villaggi perché il ricordo di una stupidaggine come una battuta o un momento preciso riesce a strapparci un sorriso.
Per fortuna è ancora il turno dei bambini di esprimersi e siamo arrivate in tempo perché l'ultima canzone è: "Soku bati vira". Credo si chiami così.
"Tu sei pronta all'avventura?" mi chiede Ginevra.
"Intendi la serata giochi?"
"Sì, esatto!"
"Pronta non lo so, ma voglio divertirmi!"
"Perfetto."
Arrivano anche gli altri, sia della mia comitiva che di quella di Ginevra.
CHE L'AVVENTURA ABBIA INIZIO!
...UN'ORA DOPO...
È stato davvero stupendo! Come in tutti i villaggi che si rispettino siamo stati divisi in due squadre. Ginevra è andata nella squadra di Giulia l'animatrice, io ero nel grupo di Daniel, ma ci siamo augurate buona fortuna e i due caposquadra hanno concordato nel dire che quella è la cosiddetta sportività.
Ora siamo fine serata e io non ho tanta voglia che questo finisca.
"Ehi! Tutto bene?"
Riconosco subito quella voce e rispondo con un timido: "Sì."
"C'è qualcosa che ti preoccupa?"
"Ecco... io..."
Calmati Francesca, non ti sta ascoltando tutto il mondo!
"Se non vuoi parlarne va bene lo stesso" dice lui.
"No... è che... è un peccato che le cose belle finiscano. E poi... io non vorrei perdere i contatti con le persone che ho conosciuto qui."
Ma cosa...(
Ma sei stupida?
Non ce l'ho fatta, ma stavolta devo darti ragione!
Io ho sempre ragione!
Ma doveva toccare proprio a me la coscienza che si dà tante arie?
Sì cara, devi rassegnarti!
Non è il momento di scherzare!
Quel silenzio che consente il mio litigio interiore viene interrotto di colpo.
"Se ci scambiamo i numeri non perderemo questo tipo di contatto... e se tu hai paura che ci si possa dimenticare l'un l'altro puoi essere sicura che io non potrei mai dimenticarti!"
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