29: Cose incredibili
Daniel's Pov
"Come? No, non può essere, non può essere!"
"Purtroppo è così. La ragazza deve aver provato un'emozione... molto forte perché purtroppo attualmente è in uno stato di coma. Abbiamo chiesto un consulto con molti specialisti e io non so se... se si risveglierà, ma... se anche fosse... credo che l'esperienza vissuta lascerà il segno."
Sento le gambe cedere, crollo sulle ginocchia e metto i palmi delle mani sul pavimento gelido per non perdere completamente l'equilibrio. Cerco di metabolizzare le parole che mi ha appena detto il dottore: la mia piccola è in coma e forse resterà così per sempre. Non ci posso credere o forse... non ci voglio credere!
"Potrei... andare da lei?"
Il dottore mi guarda sorpreso: probabilmente non si aspettava nulla di simile. Di solito chi è disperato sfoga la rabbia contro gli oggetti o contro le persone, anche involontariamente. Io non lo faccio, perché semplicemente non ne ho la forza! Io non provo rabbia, non per il momento, almeno.
Ho solo bisogno di rivederla!
"Ne è sicuro?"
"Non sono mai stato più sicuro in vita mia..."
Mi alzo a fatica da terra, faccio cenno a Denise di sedersi e seguo il dottore.
Entriamo in quella stanza. La mia piccola è distesa sul lettino, in mezzo ad un mucchio di tubi e macchinari... uno di essi è nella sua bocca e le fornisce ossigeno.
"Non riesce nemmeno a respirare?" chiedo rivolgendomi al dottore.
"Sì, ci riesce, ma da sola... beh, temo proprio che dovrebbe fare uno sforzo davvero immane!"
"Se la toccassi... le farei male?" chiedo.
"Fisicamente no, ma faccia attenzione ai tubi... non deve spostarli per nessun motivo."
Il tubo dell'ossigeno è rivolto verso sinistra, quindi io le sfioro la guancia destra.
Non è giusto! Lei è poco più che un'adolescente e dovrà restare confinata in questo letto per sempre!
"Ehi! Ciao amore mio" dico, "puoi sentirmi? Beh, io credo di sì perché se sei stata capace di rispondermi a gesti mentre dormivi adesso almeno potrai ascoltarmi, no?"
Passa qualche secondo e lei non reagisce, ma all'improvviso una visione mi sorprende: le sue labbra si muovono: mi sta sorridendo!
"Allora puoi sentirmi! Sai una cosa? Sei meravigliosa, davvero! Quando dormi sembri un angelo... ma ti preferisco quando puoi riposarti senza tutti questi marchingegni!"
Le bacio la fronte: è gelida e questo mi fa paura. Sì, mi fa molta paura!
"Io so che puoi farcela! Ti ho vista soffrire, cadere e poi rialzarti con una ferita, ma comunque più forte di prima!"
Le sue labbra sono rimaste in quella posizione che le porta un bellissimo sorriso. Non so che pensare nel vederla così... spero con tutto il cuore che si riprenda, ma ho paura di quello che potrebbe succederle dopo.
Lei continua a non reagire, il suo corpo è rigido e immobile.
"Perché non ce la fai? Perché sei crollata? Quante cose sono successe in quella scuola?"
Dopo qualche minuto sento una mano toccarmi la spalla e mi volto.
"Ehi!" La voce di Salvatore mi fa tornare alla realtà.
"Sal... chi ti ha detto quello che è successo?"
"Ginevra" risponde lui. "Una volta conosciuta la diagnosi del dottore Denise ha chiamato la madre di Francesca e lei ha avvertito Ginevra. Noi della CSC l'abbiamo saputo da lei, ma non so dirti se i ragazzi potranno raggiungermi."
"E c'è qualcun'altro("
"Linda, Ginevra e la madre di Francesca." mi risponde lui.
Porto le mani al petto e sento dei brividi che sconvolgono il mio corpo.
"Povera... mi dispiace tanto vederla in questo stato" mi dice Salvatore avvicinandosi e accarezzandole una mano. "Ehi, ciao Francesca! Mi senti, vero? Sono Salvatore, il Boss!"
"Sì, anche lei ti chiamava sempre così" dico con una risata amara.
"Perché "mi chiamava", Daniel( Perché parli di lei al passato?" mi chiede il mio amico afferrando la mia mano.
"Perché per ora lei non mi può parlare" gli rispondo amaramente.
"D'accordo, ma chi ti dice che non potrà mai più farlo( Ti dico una cosa: questa ragazza è riuscita a tenere testa a chi l'ha mandata all'ospedale e l'ha fatto senza scomporsi, senza permettere che lui rigirasse la frittata, quindi io sono sicuro che da un momento all'altro la vedrai schizzare fuori da questo letto come un missile e saltare per tutta la stanza fino allo sfinimento! Non è vero Francesca?" conclude con un tono scherzoso al punto giusto, come piace alla mia Francesca.
"Mi spieghi chi ti dà questa forza?" chiedo.
"La persona che sta soffrendo più di tutti noi messi insieme!"
"E chi è?"
"È Francesca!"
Lo guardo interdetto: ma che sta dicendo?
"Io sono sicuro che non ci sia nulla di peggio che poter sentire chi ci parla e non poter rispondere alle sue parole in alcun modo."
Mi volto e vedo che lui sta guardando negli occhi la mia piccola. Quelle palpebre che di solito vanno su e giù adesso mi sembrano pietre per la loro immobilità assoluta. Ma se incontrassi chi l'ha ridotta così io... io...
All'improvviso percepisco un movimento. Ho la mano appoggiata sul letto e all'improvviso sento una mano afferrare la mia e stringerla. Guardo la ragazza sdraiata sul letto e noto che ha cambiato posizione: è lei che mi sta stringendo la mano!
"S-Salvatore... hai visto anche tu quello che è successo, vero?" chiedo.
"Sì che l'ho visto! Tu non muoverti da qui, io vado a chiamare qualcuno!"
Salvatore esce dalla stanza per andare a cercare aiuto ed io resto immobile, pietrificato. È una cosa incredibile! Ha sentito che ero nervoso e che per lei avrei spaccato il mondo o cosa? Mi sembra tutto così assurdo!
"Tu l'hai capito, vero? Hai capito che ero fuori di me, che non potevo sopportare l'idea che ti accadesse qualcosa per..."
Lei mi stringe ancora più forte la mano e questa è la conferma di cui avevo bisogno.
Francesca's Pov
Questo posto è bello, non lo nego. Qui posso vedere anche con gli occhi e per me questa è una sensazione del tutto nuova.
C'è una bellissima spiaggia, simile a quella che c'era al villaggio La Fenice e ci sono dei bambini che giocano. Uno in particolare attira la mia attenzione: è un biondino con gli occhi dolci, simpaticissimo.
Lui neanche mi credeva quando gli ho detto che per me quella visuale del mondo era nuova!
Si chiama Carmine e abbiamo legato subito.
"Fra, non stai bene?" chiede notando che sono preoccupata.
"Non so... ho una strana sensazione" dico fermandomi per ascoltare i miei amici.
Ora ci sono Daniel e Salvatore nella camera in cui si trova una me piena di tubicini. La me che ha sempre vissuto ad occhi chiusi.
All'improvviso percepisco una forte tensione e sento la voce di Daniel, ma con l'eco. Dice: "Ma se incontrassi chi l'ha ridotta così io... io..."
Devo fare qualcosa, non posso permettere che si faccia ancora più male!
Con fatica cerco di muovere il mio corpo, afferro la sua mano e la stringo.
"Francesca! Ehi! C'è qualcosa che non va?" mi chiede Carmine.
"No, non è nulla, davvero!"
"Dimmi la verità: tu vorresti tornare da chi ti ama!"
"Non sai quanto lo vorrei, ma ho paura di sbagliare strada o che la porta per uscire di qui sia chiusa!"
"Qui le porte non sono mai chiuse nel senso che intendi tu" dice Carmine, "non ci sono sbarre, sta tranquilla. E poi secondo me presto il tuo angelo custode verrà a prenderti per farti uscire."
"E tu come lo sai?" chiedo.
"Perché l'Angelo guardiano capisce chi vuole restare e chi vuole andarsene per tornare sulla Terra o per raggiungere il cielo. Tu ed io torneremo a casa se lo meriteremo."
"Se lo meriteremo, hai detto? E come si fa a meritare di tornare a casa?"
"Rinunciando."
"Non capisco."
"Tu hai detto che non hai mai visto prima d'ora, vero?"
"Sì, è vero!"
"Saresti disposta a rinunciarci per tornare a casa?"
"Cioè... questa è una prova?"
"Sì, esatto! Se tu sarai disposta a farlo potrai tornare. Vedi, quando ti sveglierai il tuo corpo tornerà esattamente come prima... a meno che non ci sia anche un'altra prova da superare."
Porto entrambe le mani al cuore e i miei pensieri si fissano su questa rinuncia: io sono davvero disposta a tornare quella Francesca che per i suoi occhi ha sofferto, ma al tempo stesso ha amato quegli occhi perché ha capito che non è sempre vero che gli occhi non mentono? Io sono disposta a rinunciare a qualcosa che desideravo da un bel po' ma che non mi avrebbe del tutto... resa me stessa?
"Carmine, tu vorresti tornare a casa?" chiedo all'improvviso.
"Vorrei, ma io sono qui da mesi e mi hanno detto che per un po', dopo essermi svegliato, dovrò smettere di correre."
"Allora corri qui che devo dirti una cosa!"
Lui corre verso di me e mi abbraccia.
"Tu hai una famiglia che ti vuole bene?" gli chiedo.
"Sì... i miei genitori mi vogliono bene."
"E ti mancano?"
"Sì, moltissimo!"
"Pensaci: tu potresti tornare a camminare dopo un po' e la tua famiglia sarebbe contenta di rivederti."
Mentre parlo con Carmine e lo guardo penso alla scelta che anch'io dovrò fare.
"Tu cosa farai?" chiedo.
Getto un ultimo sguardo intorno, poi chiudo gli occhi.
"Vorrei tornare" rispondo.
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