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197: La mia orribile gemella Natasha

Francesca's Pov
Sono circa le dieci di mattina quando tutte ci vediamo in salotto. I ragazzi a quanto pare sono già partiti, ma non hanno voluto "disturbarci", e nonostante siano stati molto carini a me dispiace molto di non averli salutati.
Ci raccontiamo quello che è successo ieri, ma mentre Asia racconta il suo punto di vista il suo telefono squilla.
Io sono seduta vicino a lei, quindi sento la sua gamba tremare a contatto con la mia e capisco che questa è una chiamata indesiderata.
"Chi è, Asia?"
"Francy, è... è mia sorella..."
Mi ha parlato di sua sorella e so che non è quella che si definirebbe "una bella persona".
"Metti in VivaVoce, tesoro!" le dice Carlotta e scommetto che le ha poggiato una mano su una spalla per farle coraggio.
"Pronto?" sussurra Asia.
"Perché hai tanta paura della tua sorellina?" le chiede la ragazza che le sta parlando.
"Natasha, che vuoi?"
"Ehi, che modi! Volevo solo dirti che domani torno a casa... ne sei felice?"
"Vuoi sapere la verità? Non mi fa affatto piacere! La mamma dovrebbe chiuderti fuori dalla porta e lasciarti là a chiedere aiuto!"
"Sei cattiva!" le dice Natasha simulando un pianto disperato in un modo assolutamente ridicolo.
"Smetti di gracchiare!" le dice Asia. "E non far finta di essere cambiata perché stacco!"
"Va bene. Vedo che non sei per niente stupida come sembri. In ogni caso preparati, perché ti farò soffrire per il modo in cui mi hai cacciata di casa... carina!"
"E che pensi di fare?"
"Per esempio me la potrei prendere con la tua ragazza o con qualche tua amica, tanto sono una più strana dell'altra, avrò modo di divertirmi!"
Credo che Denise abbia tolto il telefono ad Asia, perché sta urlando contro Natasha.
Le sta gridando una serie di parolacce e insulti vari che adesso non ricordo neanche.
Subito dopo c'è silenzio, poi Denise chiude la chiamata.
Asia scoppia in lacrime. Io mi alzo e vado a mettermi davanti a lei, che mi crolla letteralmente tra le braccia.
"Coraggio Asia, non te la prendere" dico.
"Non posso evitarlo, Francesca!" mi dice lei. "Mia sorella è molto cattiva... e Serena forse lo sa, perché è per colpa sua che suo fratello ha sofferto..."
Serena sembra capire, perché la sento tirare me ed Asia in un abbraccio. So che è lei, perché mi ha sfiorato un braccio.
"Certo che lo so, ma non va bene che sia tu a stare male per questo. Tu sei sua sorella, ma non sei lei..."
"Serena, io mi sento in colpa e ho molta paura di lei... perché lei... l-lei una volta mi..."
"Ti...?" chiedo prendendole una mano.
"Mi ha aggredita!" dice lei stringendo la presa sulla mia mano. "Se non fosse intervenuta mia madre... lei..."
Ci rimango malissimo. Insomma: una sorella che cerca di rovinare la vita all'altra, distruggendola fisicamente e psicologicamente, è una cosa che non concepisco.
"Asia..." cerco di balbettare qualche parola, anche la più stupida, ma mi sento male, non ce la faccio.
"Non dirmi nulla se non ce la fai! Basta che mi abbracci, come solo una vera amica sa fare! Credimi!"
E io lo faccio.
L'abbraccio, perché non voglio che stia male per qualcuno che, da quello che mi è sembrato di capire, almeno per ora non merita le sue lacrime sincere.
Sento qualcuno avvicinarsi e le ruote della carrozzina mi fanno capire che è Carlotta, unite al fatto che Asia si stacca da me per correre verso di lei e, credo, abbracciarla come forse non ha mai fatto.
"Amore mio!" le dice Carlotta.
"Ti prego, non lasciarmi!" dice Asia. "Tienimi stretta, perché adesso sono io quella che ha bisogno di te... aiutami, te lo chiedo per favore, Carlotta! Aiutami..."
Io, dal canto mio, mi allontano per lasciarle un po' tranquille. Mi piacerebbe vedere una scena romantica, però non posso intromettermi soltanto per il mio egoismo, non fa per me.
Asia's Pov
Lascio che la mia ragazza mi tenga stretta a sé e mi consoli.
Mi accarezza i capelli con una mano e con l'altra mi tiene vicina al suo corpo, muovendo le sue dita su e giù per la mia schiena e le sono grata per il solo fatto che, nonostante le minacce di Natasha, lei mi è rimasta accanto. Ho avuto solo una storia prima di quella che ho avuto con la sua, ma quando quella ragazza si è scontrata con quella iena ha deciso che quello che sentiva non era sufficiente a farla restare con me. Non la biasimo, però. Ci rimasi molto male all'epoca, ma lei non aveva tutti i torti. Quel mostro è capace di qualsiasi azione, io lo so bene, perché le sue botte non lasciarono segni eterni sulla mia pelle, ma nei miei ricordi non c'è altro che quello, unito alle lacrime di mia madre che aveva paura di farmi male anche se mi stava semplicemente accarezzando. Ricordo che quel giorno in cui io, nel delirio della febbre, le dissi che Natasha era la mia disgrazia e il motivo per cui ero in ospedale, in quello stato, lei non sapeva che fare, ma quando vide che Natasha voleva finire il suo "lavoro" la cacciò dalla stanza trascinandola per i capelli. Fu la sola volta in cui le vidi compiere un'azione aggressiva, poi ci furono solo le mie lacrime troppo evidenti, unite alle sue, più silenziose.
Solo una madre può piangere in quel modo, perché per non farsi sentire da te è disposta a reprimere tutto il dolore e a consolare il tuo.
"Sai, mia madre una volta mi ha letteralmente salvata, perché lei, mentre io ero in ospedale, è entrata nella mia stanza con l'intenzione di concludere quello che aveva cominciato tempo prima. Io ero... t-troppo stanca e debole per reagire ad un'altra aggressione... poi è arrivata mia madre, ha visto che cosa voleva fare e... non le ho mai visto fare una cosa del genere. Tu la conosci, lei è buona, ma quel giorno non ha pensato a nulla e l'ha trascinata fuori per i capelli!"
"La vuoi sapere la verità?" mi chiede la bionda.
"Quale?" chiedo di rimando.
"Ha fatto bene" risponde lei, "tua sorella meritava persino di peggio!"
"Questo magari no... è comunque mia sorella..."
"Certo che lo è, però lei non ci ha pensato due volte a massacrarti di botte!" mi grida contro lei.
"Tu non capisci niente!" urlo a mia volta, staccandomi per poi allontanarmi frettolosamente da lei. È mai possibile che ci tocchi litigare per ogni minima cosa?
Corro in corridoio e poi fuori. Sento che Giulia mi corre dietro e la vedo, ma vedo che anche Carlotta si sta trascinando con la sedia e Francesca cerca di bloccarle.
La frase che conclude il tutto è: "Ragazze, lasciatela stare... è stato un brutto colpo per lei, ha solo bisogno di stare un po' da sola."
Quanto ha ragione! Ne ho bisogno! Solo qualche minuto, poi tornerò la stessa di prima.
Cammino velocemente per un po', singhiozzando... poi mi arriva un messaggio. È Ernesto, il fratello di Diana e Serena.
Ernesto: "Asia, Natasha mi ha cercato!"
Lui sa che lei è mia sorella... quando Natasha stava con lui e lo portò a conoscere nostra madre, io dissi che lui mi piaceva, era lei che non mi piaceva affatto.
Mia madre mi disse che non avrei dovuto essere così dura con lei, era mia sorella, ma io le dissi che lei non sapeva perché avevo parlato in quel modo.
Io: "Che vuole da te?"
Ernesto: "Dice che domani tornerà a casa!"
Io: "Accidenti a lei!"
Vorrei gridare, ma non ho nemmeno la forza di fare questo.
Quella strega è stata capace, attraverso la sua dannatissima telefonata del cavolo, di togliermi persino quella. È incredibile!
Decido di tornare a casa e scrivere là ad Ernesto, perché guardare la strada facendo schizzare un occhio da destra a sinistra e leggere i suoi messaggi con l'altra non è poi così comodo.
Rientro e mi fiondo nella mia stanza per poi mettermi a sedere sul letto e farmi spiegare tutto da Ernesto, che mi dice di essere stato chiamato da Natasha, la quale gli ha detto, senza mezzi termini, che sarebbe tornata e l'avrebbe riconquistato o, come io preferisco dire, ovvero sinceramente, l'avrebbe imprigionato di nuovo nella sua rete del cavolo!
Ma proprio io devo avere una sorella simile? A questo punto preferivo essere figlia unica, come Francesca, Denise o qualcun'altra delle mie compagne di viaggio! E poi mi dispiace per la nuova ragazza di Ernesto: Melissa. Lei è buona come il pane, non merita di soffrire per colpa di quella deficiente di mia sorella! Eppure, quel giorno, sulla porta, io avevo avvertito Ernesto, ma lui aveva risposto che dovevo starne fuori e ch se c'era qualche problema l'avrebbero risolto da soli.
Ecco com'è andata a finire.
Ora Natasha perseguita non solo me, ma anche Ernesto, e forse tormenterà anche Carlotta o qualcun'altra delle mie amiche, solo per il piacere di farmi star male!
Prima di rendermene conto mi addormento e vorrei non averlo fatto perché ora sogno un orribile ricordo...
"SEI LA PEGGIOR SORELLA CHE POTESSE TOCCARMI, NATASHA!" urlo cercando di non scoppiare a piangere davanti ai suoi occhi di ghiaccio.
"Zitta!" mi dice lei tirandomi uno schiaffo che mi getta per terra.
"PERCHÉ MI FAI QUESTO?"
"Ti ho detto di stare zitta!" mi ripete lei colpendomi ancora, stavolta con doppia razione di violenza.
"Io ti detesto, Asia! Non sopporto l'idea di averti come sorella, perché non sei per niente normale... ma non lo capisci?"
"IO NON SONO UNA PERSONA NORMALE?" urlo conficcandole le unghie nelle gambe, come farebbe una belva. "TU NON SEI NORMALE!"
Mi arriva un pugno ed io stringo di più le mie dita sulle sue gambe.
Vedo il sangue che mi è colato dalla bocca finirmi sulla maglia e ne sento il sapore.
Anche Natasha urla, poi spinge via le mie mani e inizia a prendermi a calci. Si sposta verso la mia testa e mi riempie di calci soprattutto là.
Non ho più la forza di urlare.
Natasha, soddisfatta, ride e se ne va.
Provo ancora sensazioni fisiche, ma le sento sempre più lontane, come se non mi appartenessero.
Sento mia madre aprire la porta e cerco di trascinarmi verso di lei. Solo che credo che lei si sia accorta di quello che è successo, perché per sfuggire a mia sorella io ho rotto non pochi oggetti. Stavo anche per romperle un vaso in testa!
"Asia! Tesoro, che ci fai là?"
Mi sveglio di colpo, quando sento che mi manca la forza di parlare o di respirare e il sangue cola dalla mia bocca, ma mi sveglio gridando.
"Asia!" mi sento chiamare. Mi volto, apro gli occhi e vedo Francesca ferma sulla soglia.
"Fra..." sussurro.
"Tranquilla, va tutto bene." mi dice afferrando le mie mani e stringendole forte nelle sue.
"Ho paura" le dico sottovoce.
"Non sei sola e lo sai! Quello che ti ha fatto tua sorella non è una cosa facilmente passabile... per quello Carlotta ha reagito in quel modo poco fa."
"Dov'è lei?" le chiedo senza smettere di piangere.
"È qua fuori. Ci siamo preoccupate tutt'e due, ma lei ha voluto che fossi io ad entrare, perché temeva che tu l'avresti cacciata dopo quello che è successo. Vuoi che la faccia entrare, Asia?"
Annuisco debolmente, ma ricordo che lei non può vedermi.
"Asia! Ehi!"
"S-sì..." rispondo sottovoce. Lei si alza, corre verso la porta e al suo posto entra qualcun'altro. Una carrozzina sfreccia verso il mio letto e sento le mani di una ragazza accarezzarmi il viso. È lei!
"Scusami, scricciolo" dice Carlotta, per poi fare un'acrobazia e stendersi sul letto vicino a me.
"Non lasciarmi, ti prego! Ho bisogno di te... e anche tanto!"
"Shh, non c'è bisogno che tu dica niente! Io resto con te! Se per altri l'amore non bastava a contrastare tua sorella per me basta, e se non dovesse bastare farò in modo che il mio cervello lo consideri sufficiente."
Non servono altre parole, bastiamo noi due.

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