194: Mi sono persa [parte 1]
Francesca's Pov
Quando Sofia torna da noi non sta nella pelle dalla gioia. Evidentemente è successo qualcosa di bello con Leo.
"RAGAZZE, LEO MI HA INVITATA AD USCIRE!" urla.
Credo che qualcuno le abbia tappato la bocca e quando parla capisco che è Giulia.
"Mi fa piacere, ma non gridare" dice sottovoce.
"Scusate..." dice Sofia, ricomponendosi.
Torniamo tutte a casa ed Alice rompe il silenzio dicendo: "Sofi, ti servirà il vestito adatto!"
No, ti prego... tutto ma quello no... ti prego!
"Domani andremo ad un centro commerciale per vedere qualcosa che possa esserti utile." interviene Maya con un sorriso.
Mettiti l'anima in pace, Francesca, ti verrà un attacco di nervi domani mattina, inizia a prepararti...
Va' al diavolo!
Scusami, volevo solo avvisarti!
"Francy, se vuoi possiamo anche fare qualcos'altro." mi dice Giulia.
"No, tranquille... va bene così" dico provando a far finta di niente.
Vado a dormire, ma sono completamente in ansia...
Ci svegliamo di buon'ora. Tutte sono felici... tutte tranne me e forse Giada che sembra abbia la testa altrove.
"Ragazze, facciamo una cosa. Io conosco un centro commerciale. Se non a tutte piace l'idea di andare a vedere dei vestiti qualcuna di noi andrà con Sofia per aiutarla a scegliere il vestito e le altre andranno dove desiderano. Ci daremo appuntamento ad un certo orario e ci vedremo all'entrata. Vi va?"
"Posso scioperare anch'io?" chiede Sofia.
"Eh no! Tu no, carina" le dice la Veneta.
Ci mettiamo tutte in cammino verso il famoso centro commerciale. Una volta all'entrata Giulia dice: "Ora sono le nove, giusto? Ci rivediamo qui tra due ore, va bene?"
"Va bene." rispondiamo all'unisono.
Io cerco un negozio nel quale vendano film e quando lo trovo attivo l'applicazione CamFind, mostro in camera i vari DVD e leggo i titoli e le storie dei vari film. Riesco a trovare due film comici e altri due film che desidero vedere da un pezzo. Visto che ne mancano due per concludere la rassegna cinematografica della scuola vado a cercarli, in modo da poterli vedere tranquillamente a casa, prima di vederli con la scuola.
Una volta trovati decido di cambiare settore e vado nella libreria. Ginevra ama i libri, specialmente quelli nuovi, e per il suo compleanno, il 9 marzo, ovvero quasi due settimane prima del concerto di Francesca Michielin, vorrei regalarle un libro.
Cerco un libro che a me piace tantissimo. Si chiama: "Non ti vorrei", e dato che l'ho letto e abbiamo gusti simili spero che possa piacerle.
Vado a pagare anche quello, oltre ai dischetti, e lo metto in una busta.
La tappa successiva è il negozio di CD, quelli di musica, in questo caso. Ne trovo molti che mi piacciono, tra cui quelli dei due album della Michielin, ovvero: "Riflessi di me" e: "Di20Are".
Mentre cammino qualcuno mi viene addosso, facendomi cadere di spalle.
"Oddio, perdonami!" dice la persona che mi ha investita.
"Non fa niente" rispondo calma.
Mi soffermo sul suono di quella voce e riconosco il ragazzo che mi è venuto addosso.
"Simone!" sussurro.
"Francesca!" esclama a sua volta.
"Che ci fai qui?" chiedo.
"Vorrei fare una sorpresa ad Alice e dichiararmi." mi risponde lui. "Conosco i suoi gusti, quindi sto cercando un regalo per lei."
"Oh, che tenero! Buona fortuna, allora" dico sorridendo per poi iniziare a raccogliere le mie cose dal pavimento.
"Aspetta, ti do una mano." dice mettendo i dischetti dentro la busta.
"Grazie." dico.
"Figurati! Ti prego, non dire ad Alice che sono qui... solo che mi serve l'indirizzo di casa di Giuly."
"Certo." rispondo scrivendolo sul cellulare.
"Sei un tesoro" ripete lui. "A stasera!"
"Ciao Simone!"
Lui si allontana. Io vado nel settore di prodotti come bagnoschiuma e creme e, sempre con le etichette, faccio rifornimento del set completo... tutto rigorosamente alla vaniglia, come è scritto sui flaconcini. Amo i prodotti alla vaniglia, perché quando me li spiaccico in faccia sento le guance morbide.
Controllo l'orario: sono le 10:30. Pago anche queste cose e, considerando che potrei metterci un po' a trovarla, decido di iniziare ad avviarmi ora verso l'entrata.
L'unico problema è che, mentre sto per uscire, si forma una tremenda calca ed io mi ritrovo giusto in mezzo. C'è gente che spinge, altra che sgomita, ed io mi ritrovo a farmi trascinare dalla corrente, se si può utilizzare questa metafora.
Quando finalmente riesco a liberarmi mi rendo conto di non sapere più dove mi trovo. Mi gira terribilmente la testa e non so proprio che cosa fare. Mi appoggio ad una parete, tendo le braccia in avanti e cerco di respirare profondamente. Mi manca l'aria e temo che stia anche per venirmi da vomitare. Mi succede ogni volta che mi ritrovo in mezzo ad una calca assurda tipo quella: mi sento veramente male.
Questo è uno dei motivi per i quali odio questi posti.
Quando finalmente riesco a riprendermi un po' tiro fuori il telefono, per capire dove mi trovo. Il negozio contiene prodotti per la casa.
Okay, posso farcela. Basta sentire dove il vento è più forte, per uscire almeno da questo negozio.
Provo ad andare dritta, ma voto degli scaffali e per poco le cose che ci sono sopra non mi finiscono addosso. Svolto a sinistra per poi andare dritta e mi ritrovo ad urtare la parete di fondo con la rotella della mia guida.
Okay Francesca, niente panico. Hai provato quelle due direzioni e non andavano bene, ora mettiti con le spalle appoggiate a questa parete e vai dritta. È l'unica strada che è rimasta, giusto?
Respiro profondamente, appoggio le spalle alla parete fredda per poi staccarmi dalla stessa e andare sempre dritta. Finalmente sento un leggero vento sul viso.
Bene, sono uscita dal negozio di prima... ma ora dove vado?
Tendo l'orecchio, per capire quale può essere un punto in cui c'è meno affluenza, ma le voci vengono praticamente da ogni parte. Non so come fare, accidenti!
Crollo a terra e scoppio a piangere per la frustrazione. Mi sento un topo in trappola in momenti come questo. Vorrei gridare, ma mi trattengo dal farlo. Continuo solo a singhiozzare.
Improvvisamente una mano fresca mi si posa su un braccio ed una donna chiede: "Tesoro, cosa ti è successo?"
"Per favore, mi aiuti" sussurro continuando a piangere.
"Su, vieni qui" dice la donna facendomi alzare e accarezzando i miei capelli. "Dimmi dov'è che devi andare, ti aiuto io..."
"E-ecco, io..."
Cerco di spiccicare qualche parola, ma non riesco a farlo e la donna mi dice: "Dai, vieni, ti do un po' d'acqua e quando ti sarai calmata mi spiegherai."
(Collegamento video-capitolo: le persone del cortometraggio si sono perse e vedono come vede Francesca, per cui, nonostante i tentativi, si sentono perse.)
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