193: Un concerto colto speciale...
Isabel's Pov
Non so bene per quale motivo, ma quella ragazza che ho conosciuto oggi mi ricorda molto la descrizione che mi fece un mio amico di una ragazza alla quale teneva moltissimo. Lui mi ha detto che è una ragazza cieca e che forse soprattutto per quello si gode appieno la vita, bruna, occhi color castano scuro, altezza media, un po' robusta e con i ricci che creavano una spirale sulla fronte. Quella ragazza è praticamente la manifestazione vivente di quella descrizione. Lo voglio contattare... magari è proprio quella ragazza!
Io: "Ehi Daniel! Mi potresti mandare una foto della ragazza di cui mi hai parlato?"
Hermano: "Eccola!"
Lo chiamo in questo modo perché ho origini spagnole e lui, quando per un periodo sono stata in Italia, è stato più che un fratello per me.
Mi manda una foto, io la osservo e... Cavolo! È lei!
Io: "Oggi l'ho incontrata, sai? È meravigliosa..."
Hermano: "Te l'avevo detto, Isabel!"
Io: "Pensavo di farla esibire insieme a noi."
Hermano: "L'effetto sorpresa le ha portato molta soddisfazione... provaci!"
Io: "Grazie."
Hermano: "Solo vorrei vedere la performance."
Io: "No problem, te la farò avere appena finito."
Sento qualcuno entrare, mi giro e vedo Leo.
"Isabel... stai pensando a quella ragazza?"
Annuisco. "Non mi fa pena, sai? Mi rende orgogliosa. Per questo, se né tu né gli altri avete nulla in contrario, vorrei che in un brano lei ci accompagnasse."
"Perché no? Da quello che mi è sembrato ci sa fare... sai, io penso di essermi preso una cotta!"
"Davvero? Per chi?"
"Per la ragazza siciliana che era con loro..."
"Quale? Erano tre." gli ricordo.
"Mi sembra si chiami Sofia."
"Ah..." gli dico sorridendo.
"Ti prego, non dirlo agli altri, Isabel!"
"Tranquillo, sarò una tomba!"
"Non esagerare! Ti ho soltanto chiesto di non dirlo a nessuno" mi ricorda lui.
"Tranquillo, lo facevo solo per sigillare la mia promessa di non dire nulla."
Lui scoppia a ridere. "Non è che mi vergogno, ma mi ha colpito al punto che desidero dedicarle un brano..."
"Che ne diresti di: "Sei qui"? Mi sembra che le si adatti..."
"Dai, perché no? Può andare" mi dice per poi alzarsi e stringermi a sé.
"E dopo offrile una foto, un passaggio, quel che vuoi, e parlate del più e del meno." seguito a consigliargli.
"Ci vediamo tra poco per le prove, Bel!" mi dice Leo facendomi ridere. A dire la verità detesto essere chiamata in quel modo, perché so che per iscritto dovrebbe essere: "Belle", e che loro, dato il mio nome, scrivono: "Bel" per accorciarmi il nome. Beh, preferisco il mio nome completo a questo punto.
In ogni caso gli sorrido, mi preparo e li raggiungo. I ragazzi giustamente sono agitati... anch'io lo sono.
Proviamo tutti i brani che porteremo al concerto e una volta finito, ovvero quando siamo più o meno soddisfatti, sono passate tre ore. Siamo sfiniti, ma allo stesso tempo soddisfatti. Spero vivamente che tutto vada per il meglio... ho molta paura.
È notte inoltrata quando, non riuscendo a dormire, vado sulla terrazza dell'hotel e osservo il panorama. L'Italia è bellissima... è un sogno che accomuna me e gli altri quello di viverci. La nostra meta, però, è la città delle leggende, del calore, della confusione fatta al modo giusto: la nostra meta è Napoli. Se lo dicessi a Francesca credo che ne sarebbe contenta, perché si capisce subito che lei ama moltissimo la sua città, considerandone pregi e difetti.
"Ehi, Isabel!"
"Ciao, Elia!" esclamo voltandomi verso il mio ragazzo.
"Sei nervosa, vero?" mi chiede lui accarezzandomi i capelli.
"Già. Sono molto nervosa." rispondo con voce leggermente tremante.
"Hai ragione. Anch'io lo sono e dato che non sapevo cosa fare sono venuto qui a prendere una boccata d'aria."
"Hai fatto bene, Elia." dico sorridendo.
Mi avvicino a lui e lo bacio. So che sembrerà assurdo, ma la sua presenza mi fa stare meglio.
"Sapevo che avresti subito capito che desideravo un tuo bacio." dice Elia continuando a tenermi stretta.
"Certo che lo sapevi... perché era quello che desideravo anch'io." gli dico. "Però adesso basta. I ragazzi non sanno che stiamo insieme e..."
"Perché non glielo diciamo?"
"Lo sai, Elia. I ragazzi non vogliono che ci siano storie tra i componenti della band. Ci manderebbero via seduta stante e so che sarebbe un'enorme perdita... tanto per te quanto per me... io non voglio, capisci?"
"Io vorrei sapere chi ha inventato questa cosa." salta su Elia.
"Abbassa la voce, accidenti! Ci eravamo messi d'accordo, c'entriamo tutti, perché... perché quando Max e Thomas hanno litigato per Sarah è successo un putiferio... non te lo ricordi?"
"Solo che Max è ancora innamorato perso di Sarah e per Sarah è uguale. Loro si amano molto, ed anche..."
Gli chiudo la bocca con una mano. Non voglio che si metta nei guai. Per quanto mi riguarda, anche se tengo moltissimo alla band, mi va bene che i ragazzi mi scoprano, ma non sarebbe giusto mandare via Elia. Dove lo trovano un chitarrista migliore di lui?
"Io comincio a rientrare. Non mi seguire, eh?"
Rientro e vado a mettermi a letto.
Francesca's Pov
Quando rientriamo Sofia mi prende in disparte dicendomi che vuole dirmi una cosa importante.
Quando entriamo nella sua camera lei si affretta a chiudere la porta ed io cerco il letto e mi ci siedo. Se non erro una situazione simile si è verificata tra il fratello di Sofia e Daniel, quando il primo ha confidato all'altro di essersi innamorato della mia migliore amica. Lo so perché è stato proprio Giorgio a rivelarmelo.
"Dimmi, Sofi."
Lei mi prende le mani. È piuttosto agitata, me ne rendo conto.
"Sono cotta di Leo dei Teendays" dice.
Mi fa questa confidenza pronunciando quelle parole in un colpo solo, quasi timorosa di dimenticarne qualcuna ed io capisco che è totalmente nel panico, tipo me.
Mi alzo, cerco le sue mani e le stringo forte nelle mie. Tremano, e non ci vuole uno scienziato per capire perché reagisce in questo modo. Io lo so: ha molta paura di questa cosa, forse nuova per lei.
"Sai Fra... io una volta sono stata fidanzata, ma non mi sono mai sentita in questo modo... e poi il ragazzo con cui stavo mi ha tradita ed io ho paura di soffrire ancora. I miei fratelli si sono spaventati parecchio e non voglio rinnovare loro quelle preoccupazioni."
"Sofi, il fatto è che se non ci provi non potrai mai sapere se Leo è un ragazzo a posto o meno" le dico. "Lo sai, io queste cose le dico soltanto se c'è una parte che vuole provare a vivere un'esperienza."
"Lo so... è per questo che non so come comportarmi." mi spiega lei.
"Domani andremo al loro concerto. Prova ad attaccare bottone con lui, parlagli, cerca di capire come ti senti quando lui è vicino a te, e nel caso t'informerai su come potreste restare in contatto. Tieni sempre presente che fa parte di una band ed è sempre in giro."
"Hai ragione... il fatto è che non so quanto le mie sensazioni possano aiutarmi a fidarmi davvero di lui."
"Invece nel mio caso le sensazioni sono state provvidenziali."
"In che senso?"
"Nel senso che è grazie a loro che sono riuscita a fidarmi a dovere di chiunque conosco. Per esempio tu mi sei stata subito simpatica quando ho sentito la tua voce e quando ho toccato il tuo viso. Capisci?"
"Wow! Grazie!"
"Di niente. In ogni caso potresti fare un tentativo, vedi come procede... e se non va..."
"E se non va ci ho provato, giusto?" chiede.
"Precisamente."
"Grazie di cuore, Francy."
"Ma figurati! Te l'ho già detto: quando ti serve aiuto dimmelo e io cercherò, nei limiti delle mie possibilità, di esserti utile."
"Sei un tesoro, lasciatelo dire." mi dice abbracciandomi.
Le mie guance si tingono di un color rosso acceso a giudicare dal calore che invade il mio viso e dal sorriso di Sofia, e tutto per una semplice parola composta da sei lettere!
"Lo sai che è davvero stupendo il modo in cui arrossisci ogni volta che qualcuno ti dice una cosa che ti è stata già detta da una persona che consideri... molto speciale?"
Sembra che lei ci abbia pensato prima di pronunciare le parole che concludono quella frase. È vero, ogni volta che mi viene fatta una "citazione" io arrossisco senza se e senza ma.
Tra una chiacchierata e l'altra si fa notte. Andiamo tutte a metterci a letto ed io continuo a ripetere nella mia mente le parole di Isabel. Ha detto le stesse parole che ricordo a memoria pronunciate anche dal mio ragazzo quando ci siamo rivisti in quel posto. Era stato molto gentile a dirmi questo e quella frase mi ha fatta uscire dal baratro parecchie volte.
Chissà se sono davvero tanto "meravigliosa" come hanno detto loro o se mi ci vedono soltanto perché mi vogliono troppo bene per vedermi diversamente...
Tra un pensiero e l'altro scivolo nel mondo dei sogni.
È il grande giorno: o meglio, la grande sera! Io sono agitatissima, non sono mai stata ad un concerto prima d'ora, ancora meno di beneficenza, e l'idea di aver già conosciuto i ragazzi mi rende felice. Alla fine ho solo anticipato l'esperienza che farò insieme a Ginevra il 20 marzo... chissà come andrà a finire?
Le ragazze si sono offerte di prepararmi, ma non mi hanno neanche chiesto se volevo truccarmi o cose simili, sapendo che l'idea non mi andava tanto.
"Ecco qua! Una preparazione di dieci minuti, ma in ogni caso molto efficace!"
Giulia mi fa voltare da tutte le parti, come una modella, e dice: "Sei bellissima, tesoro!"
"Giulia, sembra che debba farlo io il concerto" le dico con un lieve sorriso.
Sento le altre ragazze schiarirsi la gola e capisco che c'è qualcosa che non vogliono farmi sapere... almeno per il momento.
Prendiamo l'autobus specifico per il concerto, che è pieno di gente.
Credo siano soprattutto ragazzi, proprio come me, ma ci sono anche alcune persone più avanti negli anni... e tutti, nessuno escluso, intonano quei brani fino a non farcela più.
Dato che ci siamo io, Carlotta e Giada, ci fanno passare da una porta sul retro.
Ognuna di noi consegna la sua offerta, dopodiché entriamo e ci sono molte voci che si sovrappongono tra loro. Non so cosa pensare.
Improvvisamente sento qualcuno prendermi la mano, forse per annunciare la sua presenza, e dirmi: "Francy, sono Max. Qual è il brano che preferisci tra i nostri?"
"Ciao, piacere" dico timida. "Non so come fai a conoscere il mio nome, ma comunque non fa niente. Ecco... il brano che preferisco si chiama: "È quello che senti"..."
"Comunque non spaventarti: ho sentito Isabel parlare con te."
"Ah, okay."
"A dopo."
"A..." inizio, ma quando mi rendo conto di quello che ha detto resto interdetta. Perché: "A dopo"? Ci sarà un firmacopie? Insomma, che... boh? Va beh, io intanto riesco a raggiungere il mio gruppo, Sofia mi fa prendere posto e si siede accanto a me. Al lato opposto, invece, c'è Ginevra.
Dopo un po' il concerto inizia.
I ragazzi ci accolgono e vengono accolti con una sorta di festa, anche perché sono conosciuti per la loro grande affabilità e non senza ragione.
Il primo brano che interpretano è: "New Generation", e tutta la platea si alza e balla.
Stessa cosa per il secondo: "I can dance", poi, per il terzo che è: "C'è di più", l'atmosfera esplode letteralmente, e non senza ragione! Un brano che esorta a credere in se stessi, in un futuro migliore.
Prima di passare al quarto Leo si ferma e dice: "Sofia De Martino, vieni davanti al palco che questo è tutto per te!"
Sofia quasi sviene quando Leo le dice di piazzarsi davanti al palco, ma io la esorto a farsi avanti e i ragazzi cantano: "Sei qui", brano al quale si unisce anche Sofia, con una grinta pazzesca.
Subito dopo Isabel dice: "Dovrei andare a cercare una persona" e, credo, scende dal palco. Sento una mano fresca posarmisi sulla spalla e la riconosco come quella della spagnola, che mi sussurra: "Francy, ti va di cantarlo con noi il prossimo brano?"
No, fermi, un momento... che cos'ha detto?
"Isabel, ma sei seria?" chiedo.
"Serissima. Te la senti?"
Nemmeno mi accorgo di quello che faccio, ovvero avviarmi con lei, almeno fino a quando non mi ritrovo sul palco, di fronte a Sofia e a tutta questa gente. Ho molta paura, ma prima di iniziare i ragazzi mi tranquillizzano.
"Come farò a capire quando è il mio turno?" chiedo agitata.
"Qualcuno di noi ti toccherà la spalla, non preoccupartene."
Isabel: "È quello che..."
Max: "È quello che..."
Francesca: "È quello che..."
I: "È quello che..."
F: "È quello che..."
M: "È quello..."
I/M/F: "È QUELLO CHE SENTI!"
I: "SENTI!"
I/M/F: "Che può dar luce come un lampo... nel mio universo. È QUELLO CHE SENTI!"
F: "SENTI!"
I/M/F: "Che può far bene come un suono... nel mio silenzio. È QUELLO CHE..."
I: "Sei, si riflette negli occhi miei,
nel mio cuore che fa: "Bumbum!",
la mia testa che va tra le nuvole e fa..."
I/M/F: "Mi piaci!"
F: "Finché ho voglia io ti penserò
se domani ancora ci sarai.
Ma non posso farci niente se non capirai..."
I/M/F: "È QUELLO CHE SENTI!"
I: "SENTI!"
I/M/F: "Che può far bene come un lampo... nel mio universo. È QUELLO @Che SENTI!"
F: "SENTI! Che può far bene come un suono nel mio silenzio..."
I/M/F: "È QUELLO CHE SENTI... che può dar luce se nel mio universo c'è... che può far bene se nel mio silenzio c'è!"
Per poco non mi ritrovo spalmata sul pavimento a causa del tremito delle gambe. Quelli che dovrebbero essere Leo e Thomas mi fanno scendere e mi salutano entrambi con un bacio sulla guancia per poi ritornare ai propri posti.
Il sesto brano che interpretano è: "Segui il ritmo", o: "Feel the Rhythm", dato che la interpretano sia in italiano che in inglese, e a quel punto sembra che non si capisca più niente. Tento di ignorare il terrore della perdita di orientamento, sperando di essere ancora nel mio gruppo, anche se per me che sono abituata ad avere un'idea di dove sono per non andare nel panico è un'impresa quasi impossibile... in ogni caso cerco di lasciarmi andare, come dicono i ragazzi, e, chissà come, riesco a farlo.
Con il brano successivo, che poi è quello grazie al quale ho conosciuto i ragazzi, ovvero: "Giulietta e Romeo", andiamo di nuovo a sederci e sembra che sia tornata una sorta di calma. I ragazzi vengono accompagnati dai battiti di mani del pubblico e questo mi fa tornare a capire dove mi trovo.
I quattro brani a seguire sono: "Senza amore", "Una stella sarai", "Lasciami andare", ed: "Un brivido sei", che i ragazzi usano come conclusione dicendo: "Siete un po' stanchi?", e dopo un: "Sì", in risposta loro continuano dicendo: "Beh, anche noi... siamo un po' stanchi, ma anche felicissimi di essere riusciti a divertirci con questa compagnia spettacolare!", e si conquistano i cuori di tutti noi. Sono davvero dolci!
Dopo i saluti che chiudono quella festa, i ragazzi si prestano a fare foto e firmare autografi a tutti. Quando arriva il turno di Sofia, però, Leo dice: "Ho qualcosa di meglio per te, principessa! Ti va di venire al bar qui vicino? Insieme a me?"
Ho la sensazione che, anche se Leo ha finto di essersi un po' montato la testa con Sofia, sia alquanto impacciato, per cui le consiglio di andare e i due si allontanano.
"Fra, se vuoi aggiungo i ragazzi al nostro gruppo di viaggio!" dice Giulia. Io le sorrido come per acconsentire, perché evidentemente ha già chiesto il parere delle altre, che sono d'accordo.
Mentre Sofia e Leo sono al bar noialtri andiamo a prendere un cornetto. I ragazzi sembrano stremati, ma al tempo stesso mi sembra che siano veramente felici e questo rende molto felice anche me.
Sofia's Pov
Sono seduta al bar insieme a Leo, che mi offre un caffè. Come lo fanno qua non è male, però quello di Napoli è unico.
Ma se stai pensando al caffè perché hai gli occhi fissi sul tavolo?
Inizi a rompere le scatole, tu?
Dai, scherzavo.
Vattene subito!
Non posso, sono la tua coscienza!
Anche quella di Francesca è tanto petulante?
Noi siamo lo specchio delle nostre padrone!
this massacro di botte!
Ti picchi da sola, Sofi?
Preferisco, purché tu chiuda il becco!
"Come ti è sembrata l'esibizione?" mi domanda Leo.
"È stato tutto bellissimo... in particolare il brano che mi hai dedicato tu e quello in cui avete fatto esibire Francy" rispondo, cercando di non tormentarmi le mani a causa dell'ansia. Cavolo, lui è il mio idolo e in più mi piace, ma in questo caso come ragazzo!
"Sofi, ti va di rivederci domani sera in questo bar?"
"Certo... perché no?" rispondo timida.
"Ecco, tieni." dandomi un foglietto. "Qui c'è il mio numero. Se anche tu potessi darmi il tuo mi faresti un favore enorme."
Prendo un pezzo di carta ed una penna e gli scrivo il mio numero. Va bene che di solito si usa direttamente il cellulare, ma in questo modo è più romantico... non so perché, ma la vedo così.
"Beh... a questo punto ci vediamo domani!"
"A domani" dice lui dandomi un bacio sulla guancia che mi fa rabbrividire.
Piccolo dettaglio: anche le sue labbra tremano a contatto con la mia pelle calda.
Dio mio, non mi sono mai sentita in questo modo. Ma che mi succede?
(Nota Autrice: purtroppo non sono riuscita ad aggiungere i tre brani che concludono la sessione usata per il concerto, ovvero: "Una stella sarai", "Lasciami andare" e: "Un brivido sei", ma il terzo potete trovarlo nel capitolo 13.)
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