187: La vita è meravigliosa
Francesca's Pov
Per fortuna ieri Linda e mia madre hanno mantenuto la loro promessa ed io, dopo la scuola, ho deciso che andrò a trovare Carlotta insieme ad Asia. Sembra che la cosa che le è successa le pesi molto più di quanto immaginassimo. L'altro giorno si è tranquillizzata, ma ieri, da quello che mi ha detto Asia, si è chiusa in se stessa, come chi non ha molto da perdere e vuole perdere quel poco che gli resta. Mi è dispiaciuto molto, perché so quanto può essere difficile volersi bene dopo che hai fatto la drastica scoperta di non rispecchiare gli ideali di perfezione della società. Io so cosa vuol dire, per questo non vorrei che lei ci cadesse, ma il massimo che posso fare è tentare di farla rialzare. Non si può smettere di provare dolore per una certa ragione se prima non vi si passa attraverso. Non vorrei che le toccasse, ma non posso fare niente contro il dolore che si prova quando qualcosa di non molto positivo ti sconvolge la vita. Posso solo cercare di restarle accanto e tenerle la mano per incoraggiarla a non demoralizzarsi, perché è la cosa più brutta che possa capitarci.
Quello che mi dispiace è il fatto che forse, con la mia espressione stanca dovuta alla mia notte tormentata dagli incubi, non potrò essere poi molto utile a Carlotta perché non sarò credibile a sufficienza... ecco una delle troppe negatività del fare troppo caso alla faccia delle persone, accidenti!
La madre di Asia viene a prendere sia me che la figlia e dice ad Asia che ha richiesto al tribunale l'affidamento di Carlotta, in modo che le due abitino insieme.
Asia è al settimo cielo, anche perché Carlotta praticamente non si fida di nessuno se non di lei, me e forse qualcun'altro... anche se ce n'è voluto di tempo.
Io mi tocco le braccia. Le mie ferite si stanno finalmente rimarginando e, da quello che mi ha detto la dottoressa Miriam, presto scompariranno del tutto. A me fa piacere, ma non perché voglio sentirmi bella, più che altro perché desidero che, almeno a livello fisico, chi mi fa del male non lasci traccia. A volte desidero persino che, invece di chiamarsi Gabriella, quella donna si chiami Nessuno.
Almeno, come diceva Polifemo, io potrei dire: "Nessuno mi ha fatto del male!"
Mentre ci penso arriviamo in ospedale e stavolta la madre di Asia decide di entrare con noi.
Asia sembra felice e la cosa non mi stupisce affatto perché questa donna è spettacolare. Lei stessa, per un periodo, quando aveva la nostra età è stata in carrozzina, ma ha imparato a stare bene con se stessa, anche perché, con poco tatto, le era stato detto: "Non hai speranze." O meglio: forse questo le ha reso le cose più difficili, ma l'appoggio della sua famiglia, sul quale poteva sempre contare, è stato determinante, almeno stando al mono in cui ha raccontato la sua esperienza.
Entriamo dentro e quando varchiamo la soglia della camera di Carlotta ci viene detto che è stato obbligatorio sedarla, come la volta scorsa, stando a quanto ha detto Asia. Ha avuto un'altra crisi e ha sbattuto la carrozzina dall'altra parte della stanza... almeno credo, perché i medici hanno detto anche che stava per buttarsi di testa dal letto.
La madre di Asia mi fa mettere le mani sulle sue per farmi capire cosa sta facendo e noto che sta accarezzando il viso di Carlotta. Dopo averlo capito la lascio andare e cerco di pensare positivo per quando Carlotta si sveglierà. Della sua famiglia lei non ha più nessuno, purtroppo, e in questo momento, se potessi, prenderei la madre e la trascinerei qui, per farle vedere in che condizioni l'ha ridotta. La sua pupilla, il suo gioiello, sosteneva sempre quella donna quando si parlava di Carlotta. Certo, prima lo era, ma per il semplice motivo che le dava retta, mentre un figlio dovrebbe esserlo sempre.
Forse per me è stato più facile perché io la mia famiglia ce l'ho avuta accanto quando ne ho avuto bisogno, persino quando era proprio lei, la ragazza distesa in quel letto, ad insultarmi. Che strane coincidenze capitano a volte nella vita! Io venivo derisa e insultata da lei praticamente sempre e adesso sono proprio io che spero tanto di riuscire a renderle la traversata del Mare del Dolore un po' più facile di quanto lo sia stata per me. Per i miei occhi sono stata malissimo, ma ora forse è proprio grazie a loro che sto bene. È grazie a loro che ho scoperto la vera bellezza, che è quella che non si vede subito e proprio per questo è bellezza. Per ottenere la vera bellezza bisogna fare fatica, sbattere la testa contro il muro, versare lacrime, alzarsi con le ginocchia sbucciate... e mica è semplice!
Forse per questo a volte ci si ritrova a gettare la spugna durante la traversata o, nella peggiore delle ipotesi, ancora prima di cominciare. Ma quando riesci a raggiungere l'obiettivo sei la persona più felice al mondo.
Beh, perlomeno così è stato per me!
Percepisco un leggero mugolio, segno che Carlotta si sta svegliando, e vado verso il letto per prenderle la mano. Asia, prendendo spunto da me gira intorno al letto e si mette dall'altro lato, anche se non so se le ha preso la mano o no. È comunque là e credo che a Carlotta farà piacere vederla.
Lei finalmente parla, ma quello che dice mi fa rabbrividire: "Che cosa ci fate qui con un relitto come me? Lasciatemi al mio destino!"
Per rendere più chiaro il concetto stacca bruscamente la mano dalla mia.
"Carlotta, ma che diavolo stai dicendo?" le chiede Asia, forse persino più sconcertata di quanto non sia io.
"Ho detto che invece di stare qui a cercare di recuperare un relitto umano ve ne dovreste andare a divertirvi!" risponde secca.
"Cerca di non fare la stupida, eh? Se siamo qui è perché ti vogliamo bene!"
"Chi potrebbe volermi bene se sono costretta a letto e sono in queste condizioni?" chiede Carlotta, scatenando l'ira di Asia che, a giudicare dal colpo secco che fa eco nella stanza, deve averle appena tirato uno schiaffo.
"Asia!" esclama sua madre, sconvolta.
"Sai che hai ragione? Ma noi non ti dovremmo lasciare da sola per le tue condizioni, dovremmo farlo per il semplice fatto che sei ridicola, stupida e viziata!"
Detto questo Asia gira intorno al letto come prima e corre fuori.
"Tesoro, aspetta!" dice la madre.
"Vado io..." le dico, "non si preoccupi."
Esco dalla stanza e, seguendo il suono dei singhiozzi di Asia, riesco a raggiungerla e ad abbracciarla.
"Ehi!" le dico, facendola voltare verso di me.
"Fra... perché mi sono innamorata di quella ragazza?"
"Perché non sei tu a scegliere dove va l'amore. È lui che ti porta. È successo anche a me, con la differenza che lui è più che altro un paladino della giustizia e non sopporta che io mi sottovaluti."
"Ma questi sono pregi! Io mi sono innamorata di una ragazzina viziata che non sa alzare la testa e lottare, capisci?"
"Non essere così dura con lei, Asia. Carlotta non si è mai ritrovata in una situazione simile, senza la sua famiglia. Ha sempre avuto tutto e passare dal tutto al niente non è semplice. Non fraintendermi, non voglio dire che tu non sei nulla, anzi, ma lei prima aveva una casa, una madre, tutte le comodità e poteva camminare senza problemi, in più faceva la superiore, diciamo... e ora per lei è tutto nuovo, chiaro?"
"Però... il fatto è che... la cosa che mi fa imbestialire è quello che ha detto sulle sue condizioni, Mi sono sentita come se avesse offeso mia madre e non posso permetterglielo! Non posso, Francesca!"
"Non mi risulta che tua madre se la sia presa, però." le dico.
"Okay, ma... ma non..."
"Ora cerca di calmarti e quando starai meglio torna di là, chiedile scusa per il ceffone e abbracciala..."
"Questo è il modo in cui si riconciliano i bambini, però!" dice Asia.
"E che cosa c'è di meglio per ricucire un rapporto della semplicità di un bambino?"
"Va bene... quando starò meglio rientreremo e le chiederò scusa. Però ti prego, accompagnami, ho molta paura."
"Certo, tranquilla."
Carlotta's Pov
Vedo la donna che è rimasta con me guardarmi preoccupata. La guancia mi fa ancora male per colpa dello schiaffo che mi ha tirato Asia.
Cavolo, perché non riesce semplicemente a capirmi? Perché si arrabbia e basta? PERCHÉ?
"Carlotta, stai bene?" mi chiede la donna.
"Come posso stare bene?" le dico secca. Lei non si scompone minimamente, si siede vicino al mio letto e mi afferra la mano.
"Ti chiedo scusa per quello che ha fatto mia figlia... ma lei ha reagito in quel modo per il semplice fatto che anche a me è capitato di muovermi su una carrozzina."
L'affermazione di quella donna mi sconvolge.
"E... e come ha fatto?" chiedo.
"Ho imparato ad osservare il mondo da una prospettiva diversa" mi risponde lei con tranquillità. "E sono sicura che lo imparerai anche tu..."
"E come faccio? Io ho persino pensato di farla finita" ammetto coprendomi il viso con entrambe le mani.
"E perché hai cercato di intraprendere quella strada, tesoro? Dimmi."
La sua voce è sempre composta, tranquilla.
"Perché mi sento inutile."
"Tesoro, ascolta: può essere che un giorno tu riesca a camminare di nuovo, ma se deponi le armi ora non saprai mai se quello che ti è successo poteva cambiarti la vita oppure no."
Mi accarezza di nuovo il viso e sorride come se non fosse successo niente.
Ho capito perché sta facendo questo: mi sta prendendo da un verso che usava anche Francesca quando ero molto scossa. Allungo leggermente il collo, guardo la porta e dalla fessura intravedo una corda attaccata a qualcosa. Capisco che cos'è e dico: "Francy, Asia, potete entrare, se volete..."
Francesca entra velocemente e mentre si avvicina guardo la madre di Asia come se la stessi supplicando di non dire quello che le ho detto.
Il motivo? Semplicemente me ne vergogno troppo per poterne parlare.
Lei mi fa il segno dell'okay, poi sento qualcuno crollarmi tra le braccia. È Asia. Va subito a toccare il segno che mi ha fatto in faccia, ma stacca la sua mano subito dopo, come se si fosse scottata.
"Scusami, scusami, scusami!" dice.
"Scusami tu" le dico di rimando mentre le scompiglio i capelli, "è normale che tu te la sia presa, Asia, solo che io non avrei mai potuto immaginare che tua madre fosse stata come me... mi dispiace..."
Lei non fa altro che piangere ed io la stringo, strofinando una mano sulla sua schiena. Evidentemente Francesca se ne accorge, perché sta sorridendo.
Vedo che la madre di Asia le accarezza i capelli, come per dirle grazie per qualcosa. In effetti lei prima è uscita per rincorrerla, parlarle e rassicurarla. Si vede che Asia ha un bellissimo rapporto con la madre, cosa che io non ho mai avuto veramente.
La invidio, e anche parecchio, ma so che quella donna dolcissima farà da madre anche a me.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro