186: È semplice! Certo, come no!
Carlotta's Pov
Adesso mi stanno visitando. Asia è seduta accanto a me e mi stringe forte la mano. Sa che ho paura.
"Carlotta, riesci a muovere le gambe?" mi chiede il medico che mi sta visitando.
Ci provo, ma mi agito quando mi rendo conto che non mi sento le gambe. Mi tiro su contando sui gomiti, ma quando provo a toccarmi una gamba noto che non ho percepito il calore della mia stessa mano in quel punto e caccio un urlo.
"AIUTO! NON SENTO LE GAMBE!" grido.
"Carlotta..." sussurra Asia.
Mi agito, rischiando anche di farmi male, poi il dottore che mi ha visitata mi inietta qualcosa in un braccio e io mi addormento.
Asia's Pov
"Dottore... che significa questo?" chiedo.
"Ho dovuto sedarla perché rischiava di farsi del male."
"Questo l'ho capito, ma... ma davvero lei non potrà più camminare?"
"Non ci sono molte speranze."
"Oh mio Dio... l-lei... lei ha una personalità irruenta, ma è molto fragile... molto fragile!"
"Lo so, ma non posso fare niente, purtroppo... escludendo una cosa: informarmi con i miei colleghi per sapere se c'è qualche possibilità."
Mi prendo il viso tra le mani e scoppio a piangere.
"Mi dispiace... non volevo dirglielo in modo brusco, né volevo farlo con te, ma... credimi, questa volta non so proprio dove mettere le mani, Asia... mi dispiace tanto."
"Dottore, posso andare un attimo da Francesca?"
"Francesca sarebbe l'altra ragazza che abbiamo operato, giusto?"
"Proprio lei. Sono sicura che lei saprà cosa fare."
"Tranquilla, io rimango qui con lei."
Vado nella stanza di Francesca, che si è ripresa perfettamente.
"Francy, sono Asia... posso?"
"Certo, entra."
A quanto pare è sola adesso... da una parte è meglio per me, almeno sarò più tranquilla per quanto riguarda l'affrontare l'argomento.
Mi siedo sul letto e le prendo una mano.
"Asia, che hai? Cos'è successo di là?" chiede.
"Carlotta rischia di restare per sempre su una sedia a rotelle" dico tutto d'un fiato.
Lei per un istante s'irrigidisce, poi si alza e mi abbraccia.
"Piangi, Asia. Sfoga ora tutto il dolore che provi perché dopo Carlotta avrà bisogno di tutto il tuo appoggio, non solo per l'incidente in sé, ma anche per accettare la verità su chi l'ha provocato."
"Oh mio Dio!" dico piangendo. "Non so come potrò fare a starle vicino visto quanto è orgogliosa!"
"Asia, tu sei forte. Hai lottato da sempre contro il dolore, l'hai attraversato per la scomparsa di tuo padre, per le cattiverie di tua sorella e per dare conforto a tua madre quando ha sentito che non ce la faceva più e credo proprio che Carlotta questa volta non sarà tanto dura come credi. Con se stessa, ma non con te."
"Francy, quando ti dimettono?"
"Domani" rispondo. "Ora vado da Carlotta e le parlo. Anzi, ci andremo insieme perché, ne sono certa, se tu le starai vicino lei riuscirà a trovare la forza di combattere."
Usciamo dalla stanza ed entriamo in quella di Carlotta, che si è svegliata e sta piangendo. Francesca se ne accorge, anche se non le ho ancora detto nulla. Si avvicina al letto su cui è distesa e le prende una mano.
"Carlotta, sono Francesca. Ti prego, guardami e di' qualcosa" le dice.
"Come faccio? Io ti ho insultata, ma tu ce l'hai fatta, e ora che mi trovo in questa situazione per colpa di mia madre non so che cosa pensare... non posso più fare niente!"
"Chi te l'ha detto?" chiedo.
"Lo so e basta, Francesca!"
"Senti... lo so che non è facile, io per prima la pensavo come te, ma se ci pensi non è vero!"
Francy prende la sedia che è vicina al letto di Carlotta e cerca di farla sedere là sopra.
"Vieni, ti porto in un posto." le dice.
"E come? Tu non ci vedi e io non posso camminare..."
"C'è Asia. Ti guiderà lei e io vi porterò in un posto in cui potremo sfogarci tutte."
La grinta di quella ragazza è impressionante.
Ci precede fuori dalla camera, raggiunge una scala e va verso destra.
"Asia, c'è una pedana?" chiede.
"Certo. Ci sei quasi" le rispondo. Vedo che l'ha trovata e vi si arrampica molto velocemente.
"Pronta?" chiedo sottovoce a Carlotta.
"Ho paura."
"Dai, non è niente, andiamo" le dico.
"Oh, che testarda che sei! Va bene..." dice finalmente lei.
La spingo su per la pedana e vedo che Francesca, con il manico del suo bastone, ha trovato una maniglia di ferro che abbassa facilmente.
"State attente che qui fa un pochino freddo."
Entriamo tutte, poi lei richiude la porta e dice: "Ora sto per fare una cosa... vorrei che voi, dopo, rifaceste lo stesso. Siete pronte? Premetto che mi mette un'ansia tremenda, ma mi è stato insegnato un bel trucchetto contro la rabbia!"
"Cioè?" chiediamo in coro io e Carlotta.
"AAAAAAAAAAH!"
"Cioè, dovremmo urlare?" chiede Carlotta.
"Certo! Vi assicuro che dopo vi sentirete meglio... anche se ammetto che per me è stata anche un po' una prova di coraggio."
Io vado verso la ringhiera, fisso il Mare sotto di noi e, dopo aver preso un respiro profondo, grido.
"AAAAAAAAAAH!"
"Come ti senti, Asia?" domanda subito Francy.
"Ho mal di gola, ma tutto sommato mi sento meglio..."
"Carlotta, manchi solo tu."
"Okay, ma come ci arrivo là?"
Sto per tornare indietro, ma Francy lascia la sua guida e, con uno scatto che mi sorprende e che forse stupisce persino lei, mi anticipa, portando Carlotta verso la ringhiera.
"VA' AL DIAVOLO, TU CHE SENZA ALCUN DIRITTO TI FACEVI ANCHE CHIAMARE: "MAMMA"! AAAAAAAAAAAH!"
Si nota subito che Carlotta è risentita, ma mi accorgo del fatto che la sua espressione ora è diversa: più serena. Vederla sollevata, ora come ora, per me è il regalo più bello al mondo.
Linda's Pov
...IL GIORNO DOPO...
Sono felice che mia cugina stia meglio. Lei è la mia vita... ed è per questo che sto per fare una cosa che magari a lei nei primi tempi darà fastidio, ma che dopo la renderà felice. Credo che la sua scarsa autostima dipenda dal suo viso, molto bello ma nascosto dietro la trascuratezza. La volta scorsa lei si è arrabbiata, per questo non le dirò niente per adesso. Io e la zia Angelica ci siamo messe d'accordo... spero solamente che non mi tenga il broncio per troppo tempo.
Andiamo finalmente a prenderla. Sono felice che lei esca dall'ospedale, non solo per quello, ma perché so che la sensazione che si prova a stare qui dentro è qualcosa che ti massacra senza che ci sia uno sforzo fisico.
"Francy, ti va di andare a fare un giro?" le chiedo.
"Va bene... ma perché sei tanto contenta?" chiede. "C'è qualcosa che devo sapere oltre alla felicità che porta a tutt'e tre, compresa ovviamente mia mamma, l'idea di uscire di qui?"
Ahia! Ho dimenticato che lei tutto è tranne che stupida!
"È solo per quello che hai detto tu" rispondo.
Francesca's Pov
"È solo per quello che hai detto tu..." mi risponde Linda.
"Sarà" le dico.
Dovrei essere convinta della sua risposta, ma per qualche motivo sia questo che il fatto che mia madre non abbia spiccicato mezza parola non mi convince. Salgo comunque in auto e stringo tra le dita la mia guida. A quest'ora le mie dita saranno diventate viola.
Scendiamo dall'auto ed entriamo in un posto nel quale dev'essere stato acceso un termosifone dato il caldo. Ci accoglie una donna che dice: "Lei è la ragazza a cui dovrei fare la pulizia del viso?"
COSA? DI NUOVO?
"Francy, ti prego, ora non scappare!" mi dice Linda togliendomi dalle mani la mia guida.
La donna forse mi sta guardando. Mi dispiace per lei, ma io non ce la faccio e ora l'idea di farmi toccare il volto per farmi tenere ferma non mi rende tanto felice.
"Tutto bene?" chiede gentilmente.
Annuisco, anche se non è vero.
Lei mi porta verso una poltrona e mi fa alzare la testa. Le sue mani mi tengono ferma e nonostante sia delicata sento che mi manca l'aria, perché in una posizione simile mi ci sono trovata quando... quel tizio ha cercato di baciarmi!
"Tesoro, ora stai ferma, eh?"
Quella che sta parlando non è la donna che ho di fronte... la sua voce è diversa, roca, profonda, ma non piacevole come quella del mio ragazzo. Anche lui ha un timbro roco e profondo, ma è piacevole ascoltarlo... anzi, è per questo che lo è, in più è anche rassicurante!
""Tesoro, ora sta ferma, eh"?"
Lui stringe tra le sue dita il mio viso. Io cerco di liberarmi, ma lui lo stringe. Perdo il contatto con la realtà e quelle che sono le mani innocenti di una donna che sta solo facendo il suo lavoro per me diventano mani dalla presa troppo salda, tanto che inizio a respirare male, come se fossi diventata asmatica di punto in bianco.
""Tesoro, ora sta ferma, eh"?"
Dio mio, di nuovo! Ho i brividi, non può essere! Avverto un formicolio in tutto il corpo e sento che la striscia di cera sembra qualcosa di vivo, ho quasi paura che voglia mordermi.
Quella maledetta frase si ripete continuamente nella mia testa, tanto che perdo del tutto il contatto con la realtà. Non sono più in un centro estetico del cavolo, ma su quella spiaggia. E quella voce, mio Dio! Quella voce che risuona nella mia testa appartiene a quell'uomo, maledizione! La presa della persona che mi tiene fermo il viso sembra aumentare, stringersi, fino a farmi male... mi manca l'aria e tutto quello che riesco a fare è sudare freddo e urlare.
La donna sembra stupita, infatti molla la presa.
"N-non posso... mi lasci andare..." dico.
Stavolta la mia voce è un misero sussurro.
"Dov'è la mia guida?" chiedo.
"Francy, non fare la bambina" mi dice Linda.
"VOGLIO USCIRE, MALEDIZIONE!" le grido contro.
"Francesca, smettila!" mi dice mia madre!
"HO DETTO CHE ME NE VOGLIO ANDARE! MI MANCA L'ARIA, ACCIDENTI!" continuo ad urlare, tremando e barcollando a tal punto da dubitare del mio stesso equilibrio.
Salto giù dalla poltrona, tasto le pareti e trovo il bastone bianco. Lo stringo nel pugno e scappo. Un'altra volta.
Ho ancora la striscia di cera sulla bocca, ma non m'importa, non faccio altro che correre e, come la volta scorsa, non sento nulla. Alcune persone mi seguono e io, dal canto mio, inciampo e se non ci fosse qualcuno che mi prende tra le sue braccia sarei già a terra. Allenta la presa appena nota che sono terrorizzata e mi manca l'aria.
"Francesca, girati." mi dice e finalmente sento quella voce che per me, date le qualità rassicuranti, comprende tutte e sette le meraviglie del mondo.
"Tieni su la testa e respira lentamente. Ecco, brava..."
Sento altre persone attorniarmi.
"Cos'hai sulla bocca?" mi chiede Daniel.
Cerco di togliere piano piano la striscetta.
"Okay, ho capito, ferma..." mi dice.
"Francy, stai bene?" mi chiede Linda.
Lui, dal canto suo, non mi tiene ferma, si limita a sorreggermi.
"Lasciala stare." sussurra l'estetista. "Le tolgo quella dalla faccia, poi basta. È troppo nervosa, non la posso mica obbligare!"
Si avvicina a me e mi accarezza il viso, ma senza tenermi ferma.
"Ecco. Ora ti tolgo la striscia. Se ti faccio male fermami" mi dice continuando ad accarezzarmi il viso. Mi stacca lentamente quella cosa dalla faccia e nel frattempo continua ad accarezzarmi per farmi sentire più tranquilla. "Ecco fatto. Va tutto bene."
Le sorrido e la ringrazio apertamente per non essersela presa.
"Ti è successo qualcosa. Okay, queste cose non ti piacciono a prescindere, ma una a cui semplicemente non piace fare certe cose si limita ad alzarsi e andarsene, non rischia certo di sentirsi male!"
"Francy, perché hai reagito in quel modo? Era una sciocchezza, te l'assicuro!"
Ora come ora non voglio stare a sentire né mia madre né mia cugina. Siamo di nuovo al punto di partenza, maledizione! Sto per sclerare, come si dice in gergo, ma Daniel mi posa delicatamente una mano su un braccio e dice: "Piccola, non lo fare! Non ti agitare! Loro ti vogliono bene e se ti hanno fatta stare male non era certo quella l'intenzione..."
Cerco di calmarmi, ma questa volta non riesco a farlo del tutto, infatti dico: "Mi sono sentita male perché anche se per una sciocchezza, come dici tu, se qualcuno mi tiene ferma io mi agito, ecco perché! E poi per quale maledetto motivo dovete insistere su questo, perché?"
"Per il tuo bene, tesoro" mi dice Linda accarezzandomi il braccio.
"Anch'io vi voglio bene, ma non vi dico di indebolirvi solo perché mi dà fastidio!"
So che il mio ragazzo mi sta guardando.
"Angelica! Linda! Voi andate avanti... mi occupo io di lei." dice cercando di domare gli animi.
Lui mi prende delicatamente la mano e mi fa mettere seduta.
"Cerca di calmarti, non è successo niente" mi dice facendo girare una mia ciocca ribelle intorno alle sue dita per farmi stare più tranquilla. "Per caso, oltre all'incontro che hai avuto con Valerio due settimane fa c'è un altro motivo per il quale questa specie di sorpresa ti ha ridotta in queste condizioni?"
"Semplicemente... beh, io... io detesto che una mia scelta non venga considerata..."
"Ehi, piano! Tesoro, posso assicurarti che, anche se non ne sapevo nulla, e credo di capire perché, so per certo che sarebbe un peccato che tu ce l'avessi con la tua mamma e con Linda per questo. Puoi credermi, loro ti vogliono un gran bene..."
"Sai, non è la prima volta che tocchiamo l'argomento e io ho sempre sostenuto che cercavo qualcuno che mi rendesse felice, che non cercaise di buttare giù le mie barriere, ma di attraversarle... e tu sei stato uno dei pochi ad aver capito cosa intendevo."
"Appunto per questo ti voglio dire di creare barriere con chi ti pare, ma non con la tua famiglia. Loro ti amano, ti giuro che ti amano! Ad esempio Angelica non ha smesso un attimo di piangere quando ti sei ammalata. E Linda? Non mi conviene dirti come avrebbe voluto ridurre Valerio! Meno male che gli altri l'hanno bloccata!"
"Non dico questo... ma odio quei discorsi!"
"Tu ti senti bella quelle volte in cui loro ti preparano anche un minimo? So che una volta le hai accontentate per buon cuore."
"Io non mi sento mai bella" rispondo. "Con o senza quel di più sul viso io mi sento sempre uguale e quell'uguale non sta per bella!"
"Perché nonostante il sogno non hai ancora imparato a volerti bene."
"Quello in cui vedevo te e me?"
"Esatto. Eppure, da quel che mi è sembrato di capire, io ero felice di darti quello specchio. Comunque se in ogni caso non stai bene con te stessa vuol dire che c'è qualcos'altro che è ben nascosto, perché basta poco per far crollare la tua autostima e sai anche tu che questo non va affatto bene..."
"Forse, ma non so dove cercare" dico sottovoce.
"C'è stato almeno un momento in cui sei stata bene?"
"Quando tu o Ginevra mi dite qualcosa di carino io mi sento bene."
"Wow! Grazie!"
"Però non so che fare."
"Ti porto da loro... vai a fare un giro con loro, ma questa volta di' loro di farlo sul serio, perché non so se riuscirò ad evitarti di essere investita di nuovo. Però se permetti vorrei darti un piccolo consiglio: anche quando sei arrabbiata dovresti cercare di prestare attenzione ai suoni, piccola."
Su questo non posso ribattere: è la seconda volta che rischio, il motivo è sempre lo stesso, purtroppo.
"Su questo non ribatto perché è un dato oggettivo che ho rischiato due volte, ma non so come fare."
"Vedrai che riuscirai a trovare un metodo, tesoro."
Mi porta con sé e andiamo insieme da mia cugina e da mia madre.
"Amore, come stai?" chiedono.
"Va meglio. Scusate se ho usato parole non proprio gentili nei vostri confronti, ma mi sono arrabbiata perché avevamo già trattato l'argomento e... ecco..."
"Okay, okay, va bene." rispondono loro.
"Fra, vieni! Andiamo a fare una passeggiata, ma stavolta sul serio!" mi dice Linda prendendo le mie mani e facendo in modo che io copra le sue dita completamente. "In questo modo sai che non sto incrociando le dita. Te lo giuro, Francy!"
(Analogia video-capitolo: oltre all'estetica, che io odio profondamente nonostante le estetiste che conosco siano simpaticissime, non per niente l'estetista l'ho inventata molto dolce e comprensiva, il tema dominante nel capitolo è la paura... la paura di Carlotta quando ha scoperto che il suo destino, con molte probabilità, era segnato, e quella di Francesca mentre l'estetista le toccava il volto, cosa che io percepisco attraverso questa canzone.)
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