184: Wake Up, Because I Love You!
Francesca's Pov
"Francy! Tesoro, svegliati!" mi sento dire. Quando mi sveglio del tutto lui mi accarezza il viso. Non cerca di tenermi ferma, perché sa che la cosa mi spaventa, mi fa innervosire.
"Cosa stavi sognando, tesoro?" chiede.
"L-lui... m-mi faceva del male" balbetto.
"Ehi! Ora lui è dietro le sbarre, chiaro?"
"Lo so. Ma..."
"Ehi!" dice accarezzandomi i capelli. "Ricorda che se vuoi sono qui."
Senza pensarci due volte mi getto tra le sue braccia. Lui mi sfrega una mano sulla schiena e mi bacia la fronte.
"Cosa sai di Carlotta?"
"Hanno detto che sta talmente male che purtroppo è toccato metterla in coma farmacologico."
"Oh mio Dio!" esclamo agitata.
"Andrà tutto bene, vedrai" mi dice.
"Mi dispiace per Carlotta... ed anche per Asia." dico. "Quando le dirò come sta Carlotta lei... si sentirà ancora peggio di come sta ora!"
"Tu hai molto tatto e io ti voglio aiutare."
"Grazie!" dico.
"Ora però mettiti giù che devo parlarti."
"Cosa succede?"
"Vedi... io ho avuto il dispiacere di conoscere quel mostro." mi dice stringendomi la mano. "Ricordi Martina?"
"Certo."
"Vedi, l:i... è stata... la sua ragazza per un periodo. Lui non era esattamente un angioletto con lei. Pensa, lei per un periodo ha pensato che se lui le faceva del male la colpa era sua... vivevano insieme. Pensa: l'ho fatta scappare durante la notte. Lei aveva paura, poverina, perché quel mostro..."
Lui mi stringe la mano... forse persino troppo.
"Ehi! Va tutto bene? Ti senti bene?" chiedo.
Lui capisce perché glielo sto dicendo e allenta subito la presa. Forse mi sta anche guardando la mano.
"Dio mio, tesoro, scusami, non volevo!" dice dandomi un bacio sul palmo.
"Sto bene, non agitarti." dico.
Di certo non è lui a farmi veramente male. Mi ha raccontato una parte della sua vita che gli fa rabbia. Non mi ha spaventata... non avevo paura che lui potesse farmi del male.
Avevo paura che potesse sentirsi male.
"Tu sei la cosa più preziosa che ho, tesoro!"
"E tu sei colui che mi ha salvata!"
"Vorrei averti risparmiato anche l'incontro con quel tipo."
"Non è stata colpa tua. L'ha mandato Gabriella... tu non c'entri niente..." dico.
Inizio a respirare faticosamente mentre parlo. Ho molto caldo.
"Che hai?" mi chiede.
"Non lo so... è che mi sento come le altre volte in cui ho avuto la febbre" dico sfregandomi la testa infuocata.
"Hai le guance un po' rosse" mi dice, "ma credo che stavolta tu non ti senta in imbarazzo."
"No." ammetto.
"Allora è la febbre. Non mi stupisce. Hai preso dell'acqua in testa in pieno inverno!"
"Non rischio di contagiartela?"
Lui mi bacia la guancia e mi sposta i capelli dalla fronte.
"Anche se fosse siamo in ospedale, quindi dov'è il problema?" dice.
Ed ecco che mi ritrovo di nuovo vicino a lui, febbricitante, stretta tra le sue braccia, mentre lui ha il volto vicino al mio. Il mio corpo trema leggermente e lui lo nota.
"Hai freddo?" chiede.
"Solo un pochino." rispondo.
"Copriti con questa, principessa!" mi dice mettendomi addosso una coperta.
"Grazie." dico.
Lui si stacca leggermente, quindi io vengo colpita da un pensiero: "Devi già andartene?"
"No, tranquilla. Volevo mettermi meglio accanto a te. Gli infermieri sono stati molto comprensivi. Mi hanno detto che poiché sei molto agitata mi permetteranno di restare qui."
"Meno male! Se devo essere sincera io... mi sento sicura se ci sei tu" dico timidamente.
"Ehi, come sei tenera! Quand'è così resteremo vicini fino a quando non sarai più tranquilla e, se vuoi, anche dopo."
Lo abbraccio e mi addormento tranquilla, perché so che mi vuole bene e cercherà di proteggermi.
Asia's Pov
Mi sveglio di colpo, agitata a causa di un incubo. Ho sognato Carlotta che mi passava davanti con una veste bianca che strascicava sul pavimento. Io la rincorrevo, ma quando ho provato ad abbracciarla le mie braccia si sono avvolte intorno al mio stesso collo.
"Amore, calmati, è tutto okay." mi sento dire. È mia madre, che è seduta accanto a me e mi accarezza i capelli.
"Va tutto bene, piccola." dice.
"Mamma... sono preoccupata per Carlotta, ma... ma anche per... per Francesca" dico piangendo.
"Su, vestiti che ti ci porto" mi dice mia madre. "Andrà tutto bene..."
Mi preparo, poi raggiungo mia madre in auto.
"Se vuoi ti accompagno e poi vado via. Immagino che tu voglia stare con la tua amica Carlotta, giusto?"
"Grazie, mamma" dico, "e anche con Francesca."
"Certo, tesoro. Anche con lei" dice mia madre.
Arriviamo in breve tempo in ospedale, poi lei mi abbraccia avvolgendo il mio corpo con il suo calore e baciandomi una guancia.
"Stai tranquilla, capito?" mi dice con un sorriso.
Il suo è un sorriso più che confortante.
Vado in ospedale, chiedo in che camera è Francy e corro da lei. Quando entro la trovo seduta sul letto, con le braccia incrociate al petto. Accanto a lei ci sono sua madre, Ginevra, Denise e Daniel.
"Asia!" mi dice Denise. "Vieni, non stare ferma come un palo come al solito, entra!"
Denise è sempre molto schietta.
A volte la cosa è irritante, ma in altri momenti è utile o divertente. Mentre ci penso mi avvicino al letto e mi siedo accanto alla mia compagna di banco.
"Francy, come ti senti?" le chiedo.
"Mi è salita la febbre" mi dice con voce esile.
Le prendo la mano e le dico: "Infatti ho notato che scotti."
"Asia... Carlotta non... non sta proprio bene." mi dice.
Io annuisco debolmente. Quanto vorrei vederla!
"Dov'è ricoverata?" chiedo.
"La camera è la 208." risponde il ragazzo che le sta tenendo la mano sinistra.
"Asia, ti posso accompagnare se vuoi. Questo piano dell'ospedale lo conosco abbastanza."
"Ma tu stai già male, Francesca, non... non è il caso."
"Non fa niente, tranquilla."
"Va bene, cara, vai, però stai attenta" le dice sua madre aiutandola a scendere e mettendo tra le sue mani il bastone bianco.
"A dopo." saluta lei per poi guidarmi. Credo si sia accorta che a stento mi reggo in piedi, perché è lei che mi sta guidando portandomi a braccetto.
"Che ironia, vero?" dico.
"Perché, Asia? Cosa succede?"
"Sta capitando una cosa bellissima. Ora sei tu la mia guida."
"So che vuoi molto bene a Carlotta... un bene diverso da quello di un'amica." dice.
Parla sottovoce mentre lo dice, perché sa che è una cosa un po' privata per me.
Non è che io mi vergogni di quello che sono, ma desidero che questa sia una cosa solo mia e di pochi e non voglio far sapere cosa mi succede dentro a persone che neanche conosco.
"È vero, ma non ho speranze" le dico. "Spero soltanto che lei si riprenda..."
"Primo: io credo che Carlotta sia più forte di quanto sembri. Secondo: chi te lo dice? Pochi giorni fa aveva la febbre alta. Aveva preso il posto che adesso sto occupando io per capirci, delirava e non faceva altro che chiamarti."
Mi appoggia una mano sulla spalla e dice: "Dovrebbe essere sulla nostra destra."
Mi volto, leggo il numero e vedo che corrisponde.
"Grazie per avermi accompagnata" le dico. "Ora vai pure, se vuoi."
"Non lo so. Ti vedo instabile, Asia" mi dice.
"Tranquilla, me la caverò" dico vedendo i suoi occhi sempre più lucidi. "Poi ti farò sapere."
"Va bene..." si decide finalmente lei.
La vedo andare via un po' barcollante e non le stacco gli occhi di dosso fino a quando non scompare del tutto dalla mia visuale. Mi volto e, trovando la porta della camera 208 socchiusa, entro senza problemi.
Lei è distesa su un letto, pallida e piena di lividi e macchinari su tutto il corpo. La guardo e mi sembra fragile, anche perché sua madre l'ha lasciata sola. Anzi, colei che l'ha portata semplicemente dentro di sé, per poi farla massacrare di botte da un mostro come lei.
"Ehi Carlotta! Ti ricordi di me? Sono Asia" le dico. "Sai, mi dispiace di essere arrivata in ritardo. Quando sono arrivata tu eri a terra e lui stava scappando. Ora tocca a me scusarmi con te perché non sono arrivata in tempo per aiutarti. Spero solo che tu sia abbastanza forte da risvegliarti, perché io... i-io... ti amo!"
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