18: Situazioni ribaltate
Francesca's Pov
Dan: "Ehi piccola! Toglimi una curiosità: hai ancora quell'abitudine di tapparti la bocca prima di dormire?"
Okay, stamattina non so se essere contenta o meno.
Dan: "Scommetto che sei diventata tutta rossa!"
Per smorzare la fiamma della mia tensione decido di buttarla sullo scherzo.
Io: "Mi conosci benissimo, eh?"
Dan: "Beh, ora non esagerare!"
Io: "Okay, mettila come preferisci!"
Dan: "Ora vuoi dirmi chi diavolo ti ha messo in testa che devi metterti in quella posizione per dormire?"
Io: "Lunga storia. Ti dico solo che ho vissuto momenti imbarazzanti."
Dan: "Non ami molto scherzare, vero?"
Io: "Dipende, ma questo cosa c'entra?"
Dan: "Ricordi che non volevi nemmeno cantare? Avevi paura di essere derisa?"
Io: "Beh, sì."
Dan: "Allora devi sapere che non so quante persone mi hanno chiesto: "Chi è quella splendida ragazza con cui hai parlato(" E sai cosa dicevo io?"
Oh mamma! Questa scena l'ho già vissuta qualche tempo fa, ma in modo completamente diverso. In quel caso ero imbarazzatissima e non sapevo cosa rispondere.
Adesso sono rossa in viso, me lo sento, ma sono felice. Lui mi ha chiamata "splendida" e non me lo sarei mai aspettato.
Io: "Cosa dicevi?"
Dan: ""È un angioletto senza ali." Facile!"
Io: "Non sapevano come mi chiamavo, vero?"
Dan: "No, tranquilla. Erano del villaggio, ma ti assicuro che non conoscevano il tuo nome."
Io: "Beh, io ti ringrazio..."
Dan: "Dimmelo con la tua voce, per favore!"
Come? Vuole che gli mandi un messaggio vocale? Oh no!
Scema, non sei faccia a faccia con lui, di che hai paura?
E tu perché t'intrometti?
Perché sono la tua coscienza!
Non... ricominciare... con... questa... storia!
Decido di mandargli questo messaggio. Ora mi faccio forza e lo mando.
"Grazie" dico velocemente.
Ho tanta voglia di uscire, non ce la faccio più a stare in casa. I miei sono al lavoro, quindi mando loro un messaggio per chiedere il permesso a entrambi. Loro acconsentono e io prendo tutto l'occorrente per uscire, ovvero occhio a rotelle, cellulare e macchina da scrivere.
Appena uscita dal palazzo attivo il navigatore per arrivare al bosco di Capo di Monte.
Sono quasi arrivata, lo so perché vengo molto spesso qui e sto imparando la strada. Non so quanto ci metterò, ma ho intenzione di imparare bene la strada.
I miei occhiali mi riparano dal Sole e nessuno mi viene addosso, per mia fortuna.
All'improvviso, però, sento una voce che conosco bene, ma purtroppo il proprietario di quella voce non mi ispira la minima fiducia.
"Ma guarda chi si rivede! La povera piccola Francesca!"
"S-Samuele..."
"Ma brava! Vedo che ricordi il mio nome!"
Metto via le mie cose e comincio a fare dietrofront.
Samuele mi afferra per i polsi e mi spinge contro un muretto.
"Lasciami! Ti prego lasciami!"
"No piccolina, mi dispiace!"
"Lasciami o mi metto a gridare! QUALCUNO MI AIUTI..." Ma lui mi mette la mano libera sulla bocca e mi intima di tacere.
"Tieni chiusa quella bella boccuccia, ci siamo capiti?"
Inizia a baciarmi il collo, avvicina una mano alla mia guancia e la graffia, mentre con l'altra mano crea dei solchi profondi sulle mie braccia. Io mugolo qualcosa sulla sua mano che ancora mi tappa parzialmente la bocca, ma la tortura non dura molto. O, per dirla meglio: per me anche un secondo in più sarebbe una tortura, ma di colpo una voce conosciuta, e questa volta di una persona di cui mi fido, gli grida: "LASCIALA!"
Sento quel peso andare via dal mio corpo e cado all'indietro.
Non mi reggo in piedi e trovo lui alle mie spalle, pronto a sostenermi.
Dopo qualche secondo, però, capisco quello che ho rischiato e, presa dalla vergogna, scappo il più velocemente possibile.
"Francesca! Francesca fermati, è pericoloso!"
Inciampo sul marciapiede e cado sbattendo la testa sulla strada lastricata. La fronte mi brucia da impazzire e non ho la forza di alzarmi a causa del dolore atroce. Sento il rombo di un motore e capisco che un'auto si sta avvicinando.
Sollevo la testa all'ultimo momento e urto la portiera, poi qualcuno mi prende in braccio e mi porta in salvo.
"Francesca... stai bene?" mi chiede.
Di nuovo quella voce! Non mi sono sbagliata: è stato lui a salvarmi, il mio lui: Daniel!
"P-perché fai tutto questo? Perché mi hai aiutata?" chiedo con voce flebile. "Io non merito il tuo affetto, non merito l'affetto di nessuno! Io non valgo niente, Samuele ha ragione! Lui mi ha detto questo ed ha ragione!"
La mia ferita continua a sanguinare e le lacrime grondano dai miei occhi.
Anche lui mi tappa la bocca, ma con un bacio dolce.
"Piangi se ti va di farlo, ti concedo anche di prendermi a pugni, metti un annuncio sul giornale per dire che questo Samuele è un mostro, ma non provare a ripetere una cosa del genere! Non devi farlo piccola, te ne prego!"
Diciamo che gli do ascolto, piango a dirotto per il dolore e non parlo solo di quello morale, anche quello fisico è davvero atroce.
Sento le sue dita sul mio viso e lui mi asciuga le lacrime, che però aumentano a vista d'occhio.
"Liberati di questo dolore, anche se ci metterai tutto il giorno, ma ti giuro che dopo starai meglio."
"Non lasciarmi! Ti prego, non lasciarmi!" gli dico tremando e singhiozzando.
"No, non ti lascio, stai tranquilla" dice lui stringendomi a sé. "Ora, però, dobbiamo andare in ospedale, la tua ferita sta perdendo troppo sangue!"
"Dimmi che non te ne andrai, ti prego!" ripeto.
Lo stringo forte, ho bisogno di sapere che lui sarà con me, che non mi lascerà mai sola, anche se ho questi graffi che mi segnano il volto e le braccia... anche se potrei capire il suo rifiuto se ci fosse stato. Ma lui non è così!
Spazio Autrice
Ciao lettori! Come vanno le cose?
Cosa ne pensate del capitolo? Riuscite a capire quello che prova la povera Francesca? E secondo voi perché Daniel le sta accanto(
Vorrei approfittare di questo angolo autrice per fare pubblicità ad alcune persone.
Passate dai profili di:
AnnaHundSonohra
LiStr99
MoonLighteveryday
musicamore
e
PessimaBionda
perché vi assicuro che le loro storie mi sono piaciute moltissimo!
Alla prossima!
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