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179: Non portatemi via la mia mamma!

Francesca's Pov
Chiamo Alberto e gli dico che ho bisogno di dirottare ed andare al commissariato. Lui mi accompagna e mi dà un bacio sulla guancia.
"Ciao Alberto. Ti ringrazio!"
"Di nulla, tesoro" mi dice.
Scendo dalla macchina e corro verso il commissariato. Serena mi mette una mano su una spalla e dice: "Vieni, ti accompagno io."
"Chi altro c'è con te?" chiedo.
"Ci sono io, Francesca" dice Franco venendo verso di me. "Coraggio! Non la daremo vinta a quell'arpia!"
"Speriamo bene" dico sottovoce.
Serena mi guida verso l'entrata e mi porta verso una sedia.
"Francesca!" mi sento chiamare.
"Daniel..." gli dico sottovoce.
"Sì, sono io." mi dice. "Tesoro mio, andrà tutto bene... vedrai!"
"Ho paura. Lei non merita che qualcuno la trattenga... lei non lo merita!"
Scoppio a piangere e lui mi si avvicina e mi abbraccia.
"Tesoro, non piangere! Andrà tutto bene."
"Non puoi saperlo. So che mi vuoi bene... ma non puoi sapere come andrà a finire."
"Sta arrivando la tua mamma."
Mi alzo sentendo mia madre avvicinarsi a me e mi getto tra le sue braccia.
"Mamma, perdonami, ti prego!" le dico.
"Amore mio, lasciami, è proibito." dice.
"Non m'importa, che mi sgridino pure, io non ti posso lasciare! Non posso!" le dico sottovoce.
"Amore mio!" mi dice accarezzandomi la schiena.
"Togliete subito di là quella ragazza!"
"NO, LASCIATEMI! NON POTETE TOGLIERMI LA MIA MAMMA!"
Daniel mi sposta delicatamente da mia madre e mi sussurra: "Tesoro, lo so, ma facendo questo non risolverai nulla di quello che vuoi risolvere!"
"Francesca, noi ti abbiamo fatta venire qua per sapere come mai tua madre ha aggredito in modo tanto brutale la signora Gabriella Fioretti."
"Aggredita, dice lei." dico.
"Cosa vuoi che dica, ragazzina?"
"Usi le parole necessarie. Lei è mia madre e mi ha semplicemente difesa, chiaro?"
"Modera i termini, ragazzina!"
"Cosa vuole che le dica? Mia madre è qui, in commissariato, e voi interrogate lei mentre dovreste andare a prendere quella maledetta strega! Sapete cosa mi ha fatto? Mi ha quasi ammazzata! Capito? Mi ha quasi..."
"Con quel temperamento da guerriera questa ragazza stenderebbe chiunque." salta su uno dei poliziotti.
Quest'uomo mi fa rabbia, è troppo spocchioso per i miei gusti, ma adesso non m'importa. Desidero solo far uscire di qui mia madre, e subito.
"Intanto la signora Angelica resterà qui per darci dei chiarimenti. Questo è tutto" dice il commissario.
"Ma non vi basta quello che vi ho detto? Lei non merita di stare qua, non lo merita!" dico.
"Portatela via" dice il commissario.
"MAMMA! MAMMA!" grido.
"Tutto questo è per colpa tua!"
Perché mio padre mi ha preso il braccio e mi parla in questo modo?
"Perché mi dici questo?"
"Perché avressti dovuto parlare prima, stupida!"
"Fausto, adesso smettila! Lei non ha colpa, lo sai bene, e non puoi sfogare la tua rabbia aggredendola."
"Non fa niente, Daniel. Ha ragione. Adesso me ne vado" gli dico.
Afferro la mia guida, mi alzo e inizio a correre.
"Francesca! Francesca, aspetta!" mi dice Daniel.
Io, sentendo la sua voce, mi fermo.
"Ha ragione. È stata colpa mia se mia madre è stata chiusa là dentro, capisci? Non potrò mai perdonarmelo..."
"La vuoi smettere di dire stupidaggini? Non è da te, sei una ragazza intelligente."
"Non è vero. Se lo fossi stata a quest'ora quella donna sarebbe già dietro le sbarre, dove merita di stare! E invece io... non ho fatto un fico secco, non l'ho denunciata né niente e..."
Cerco di allontanarmi, ma mi blocca.
"Ti prego, lasciami!" dico.
"No. Non posso farlo, ho paura che tu commetta qualche follia. Ti prego, non darti colpe che non ti appartengono..."
"Lui non mi vorrà in casa, e io non ci voglio stare. È arrabbiato e ha ragione!"
"Sarà arrabbiato, però non ha ragione. Ce l'avrebbe se fosse arrabbiato con i poliziotti o con quell'arpia, ma con te no, e per quanto riguarda la casa verrai a stare da me finché non si calmerà. Va bene?"
Annuisco debolmente, poi riprendiamo a camminare. Io mi sento davvero male. Carlotta ha avvertito la polizia di quello che mi era successo, e allora perché loro hanno preso mia madre?
Mentre ci penso arriviamo a casa Bernardi. Serena è già là, è stato Franco ad accompagnarla.
"Carlotta è sempre qui, vero?"
"Certo. Ora sta molto meglio e ha saputo quello che è successo. A momenti scendeva dal letto e correva fino al commissariato, pensa un po'..."
"Dovrei andare da lei..." dico.
"Perché?"
"Temo che stia male per quello che è successo."
"Lo vedi che non ti si può accusare di niente? Tu stai male e ti preoccupi anche di Carlotta..."
Arrossisco violentemente.
"Ah, eccola!" mi dice Daniel.
Qualcuno viene verso di me e mi abbraccia. È proprio lei, Carlotta, ma non mi ha mai manifestato il suo tocco in questo modo.
"Perdonami Francesca, ti prego!" mi dice.
"Per che cosa?"
"È colpa mia se tua madre è..."
"No, non è così. Anzi, tu hai addirittura cercato di... di avvertire la polizia. Quello che è successo in passato io... l'ho rimosso... Dico davvero!"
"Ragazze, ora venite a sedervi accanto al caminetto, fa abbastanza freddo e già ne abbiamo una di raffreddata." ci dice Daniel.
Lui decide di prendere sottobraccio tutt'e due.
"Ecco." ci dice facendoci sedere.
"Dan... potrei chiederti un piccolo favore?"
"Quale?"
"Potresti dire a mia madre che sono qui, se dovesse riuscire ad uscire presto?"
"Ma certo, amore mio!"
"Grazie mille!"
Mi accarezza il viso e sorride.
Angelica's Pov
Sono le dieci di sera e finalmente mi hanno rilasciata. Mi hanno fatto un mucchio di domande e sono davvero sfinita.
Non vedo l'ora di andare a casa e rassicurare la mia piccola. Poverina, stava veramente male!
Mi è arrivato un messaggio, ma non posso leggerlo. Guido velocemente per le strade della mia città, fino ad arrivare a casa. Infilo le chiavi nella serratura e apro la porta. Fausto è davanti alla porta, con due occhiaie molto profonde.
"Angelica" dice abbracciandomi.
"Sono qui. Dov'è Francesca?"
"Fran... oh mio Dio, lei non è qui!" dice lui.
"Come sarebbe?"
"Ero arrabbiato e me la sono presa con lei!"
"Come?" gli grido contro. "Sei impazzito? Lei ha già abbastanza problemi!"
"Controlla se qualcuno ti ha contattata!"
Prendo il telefono e leggo il messaggio che è di Daniel e dice: "Angelica, Francesca è qui con me, a casa. Povero tesoro, ora dorme, ma ha passato parte del tragitto a piangere."
Gli rispondo velocemente. "Quando lei dice che sei un angelo ha ragione. Grazie mille, Daniel. Adesso vengo a prenderla."
Risalgo in auto e vado a casa di Daniel.
Gli mando un messaggio per dirgli che sono arrivata. Non voglio suonare il campanello perché per andare e venire si è fatto piuttosto tardi.
"Angelica! Vieni!" mi dice sottovoce Daniel.
Vado verso di lui e gli chiedo: "Dov'è la mia bambina?"
"Vieni, entra."
Lui mi porta verso la sua stanza. Lei è raggomitolata nel letto, con le palpebre immobili. Mi siedo accanto a lei sul letto e le accarezzo i capelli, ribelli come al solito.
Lei si scuote leggermente e solleva la testa.
"Mamma..." dice sottovoce.
"Sì, sono io!" le dico. "Mi hanno liberata!"
Le sue braccia si avvolgono intorno al mio corpo. Lei è grande, ma adesso mi sembra così piccola!
"È stata colpa mia, mamma!" mi dice.
"Chi te l'ha detto?" chiedo.
"Non importa... è la verità..."
Capisco che è stato Fausto, in un momento di rabbia, a dirle che la colpa era sua e le dico: "Amore mio, sai com'è papà quando si arrabbia... non voleva ferirti!"
"Non importa... l'importante è che tu sia qui!"

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