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174: Non sei inferiore a nessuno!

Daniel's Pov
Per un motivo che non mi è molto chiaro Carlotta mi fa una rabbia tremenda, perché tutto quello che dice o fa, purtroppo, sono azioni con uno scopo preciso: fare del male a qualcuno. Se, al contrario, Francesca torna a tirare in ballo il discorso "autostima sotto le scarpe", con lei non mi arrabbio, mi viene piuttosto voglia di consolarla, di dirle che non è come crede... le voglio bene, non voglio farle ancora più male di quanto già non abbia fatto quella strega di Gabriella. Ma la cosa che più mi preoccupa è che non ho mai dato addosso a Carlotta prima.
Non l'ho mai afferrata per i polsi, nosono mai stato tanto vicino a lei da nutrire il desiderio di darle uno schiaffo. Non posso perdonarmi una cosa del genere, non posso! Non ho mai toccato una donna in quel modo e non ho certo intenzione di cominciare adesso per colpa di quella ragazzina viziata! Non voglio farle del male, non voglio che la rabbia mi spinga a distruggermi.
Dico: "Distruggermi" perché la rabbia a volte logora, e anche molto, soprattutto quando è collegata al senso di colpa. Mi conviene stare accanto al mio angioletto, perché lei riesce sempre a calmarmi. Non so come, ma lei ce la fa sempre.
"Cos'è che ti preoccupa?" mi chiede infatti.
"Lo scatto che ho avuto prima."
"Però Carlotta non ha gridato! Forse non l'hai stretta poi così forte!"
"Non è soltanto questo! Non ho mai toccato una donna prima d'ora... non per quello. Mi sento in colpa."
"Anch'io mi sono sentita in questo modo quando ho colpito qualcuno per la prima volta." mi dice.
"E che cos'hai fatto?" chiedo.
"Ho ricordato che l'ho fatto per difendermi."
"D'accordo, ma io non ho fatto quello che ho fatto per difesa."
"Infatti non l'hai fatto per difendere te, ma per me, e di questo ti sono grata! Cioè, non di averle stretto i polsi, di averle detto di smetterla... e poi non l'hai colpita e questo per me è già molto, sai?"
La tiro verso di me e l'abbraccio. Lei, per pochi istanti, s'irrigidisce, poi si scioglie.
È un po' più tranquilla. La guardo e lei se ne accorge e abbassa il viso.
Lo sapevo che l'avrebbe fatto!
"Sei così delicata!" dico, accarezzandola.
Francesca sussulta e mi si stringe al petto. Desidero che resti, che si stringa al mio petto come sta facendo ora, che non abbia mai paura di me.
"Come potrei temerti?" chiede sorridendomi, con quella vocina flebile e tremante. Come se riuscisse a leggermi dentro!
"Come hai fatto a capirlo?" chiedo sorpreso.
"Come tu conosci me anche io conosco te."
Le sorrido e le bacio la fronte per poi sollevarla da terra e farla voltare, in modo da avere la sua testa sul mio petto. Voglio sentirla vicina.
"Più ti vedo così... fragile, timida, innocente, delicata... più sento il bisogno di starti vicino, tesoro."
"Anch'io ne ho tanto bisogno... soprattutto in questo momento."
Francesca's Pov
Quella frase viene dal profondo del mio cuore. Ora come ora ho molto bisogno di quest'abbraccio che lui mi sta dando. Ho tanto bisogno di essere protetta.
"Sai, io... ad un certo punto, quando Gabriella mi ha sbattuta contro il muro credevo che mi avrebbe picchiata per poi lasciarmi chiusa in bagno" ammetto, perché per un momento l'ho pensato sul serio. Lei ha fatto di peggio, ma, non so bene perché, quell'eventualità mi faceva veramente paura.
"Non l'avrebbe fatto." mi dice.
"Come fai a saperlo, scusa?"
"Escludendo quello che ti ha fatto oggi, le sue azioni sono sempre state compiute in un modo che portasse a pensare che eri tu ad averle messe in atto. I tagli sulle braccia? Riconducibili all'autolesionismo. I due segni rossi che hai sui polsi? Il suo tentativo di fermarti. E il costume da asino, poi! Potevi benissimo averlo comprato tu per poi aver scoperto che gli altri bambini ti deridevano! La sua è una mente diabolica, calcolatrice... te l'ha detto apertamente che vuole distruggerti..."
"O vuole che lo faccia da sola, giusto?"
"Ecco! È per questo che ora ti chiedo di farmi un'altra promessa!" mi dice staccandosi lentamente e sollevandomi delicatamente la testa, in modo che possa, come dice lui, "guardarlo dritto negli occhi". "Non concederle il piacere di averti tolto le forze per combattere! Se proprio non vuoi denunciarla, ti prego, continua a lottare. Se hai bisogno di aiuto, parlane e cercalo, ma non l'assecondare!"
Anche se mi chiedo come farò a non darle retta, lo giuro, tanto a lui quanto a me stessa. Non può arrivare la prima persona che passa e giocare con me come le pare e piace. Io non sono il giocattolino di nessuno! Chi mi vuole bene me lo dimostra ampiamente e chi non me ne vuole può anche limitarsi ad ignorarmi, senza farmi soffrire.
Sarebbe bello... se loro lo capissero...
"Tesoro, tutto bene?" mi chiede Daniel.
Mi limito ad annuire, poi gli dico: "Promettimi che non lo dirai a nessuno, ti prego!"
"Di cos'hai paura, piccola?"
"Ho paura che lei mi faccia qualcos'altro." rispondo con voce tremante.
"Facciamo così: io non dico niente, ma se ti succede ancora qualcosa andiamo alla polizia." mi dice Daniel.
Annuisco nuovamente, ma non so se ne avrò il coraggio. Forse non riuscirò a trovare il coraggio necessario per parlargli di qualcosa che mi porta sempre a sentirmi sporca.
È questo il modo in cui mi sento... sporca!
Se solo penso a quello che mi ha fatto quella donna mi sento malissimo. Sono spaventata, arrabbiata... e soprattutto sono davvero stanca.
Tocco il segno che ho vicino al collo e sussulto. Fa un male terribile.
"Ferma! Non lo toccare!" mi dice Daniel prendendo la mia mano e spostandola da quel punto. "Se fai così ti farai del male!"
"Lei me ne farà ancora di più."
"Chi te lo dice, piccola?"
"Nessuno, ma so che me ne farà. Non so cosa... ma qualcosa farà di sicuro."
"Non farti venire in mente strane idee, hai capito?" mi dice prendendomi il viso tra le mani. "Non importa che cosa diranno né cosa faranno, tu sei bella e io desidero che tu lo capisca una volta per tutte. Non lasciarti abbattere, anche se so che non è semplice, cerca di non farlo. Sfogati come ti pare, ma non farti del male!"
"Non so perché sia venuto fuori questo discorso, ma è tutto vero" dice una voce alle mie spalle.
"Enrico!" esclamo stupita.
"Bro!" gli dice Daniel dandogli un colpetto sulla spalla.
"Cosa? Tu lo conosci?" chiedo sorpresa.
"Certo! Eravamo compagni di liceo, poi io sono diventato poliziotto e lui ha preso un'altra strada" risponde Enrico ridendo.
"Ah, sei un poliziotto! Francy, tu da qui ce la fai a rientrare? Altrimenti aspettami, perché vorrei dire una cosa al mio amico."
"No! È meglio che vada!" dico.
"Tesoro, stai attenta! Concentrati sulla strada e su quello che ti accade intorno! Stai attenta!"
"Ti prometto che lo farò" gli dico. So che lui non mi sta lasciando sola per un motivo qualunque, anche se non ho la minima idea di cosa voglia fare adesso.
Enrico's Pov
Il mio amico è preoccupato. So che ha qualcosa che non va. O meglio: so che Francesca ha qualcosa che non va. Il segno violaceo vicino al suo collo, i numerosi cerotti sulle braccia e i cerchi rossi ai polsi parlano chiaro: qualcuno la sta tormentando.
"Enrico, ho bisogno che tu mi faccia un favore enorme!" mi dice Daniel.
"Riguarda Francesca, vero?"
Lui non è minimamente sorpreso del fatto che io abbia capito.
"Sei proprio un poliziotto!" mi dice. "Beh, ho bisogno che tu la protegga. So che lavori all'infermeria aperta nella sua scuola, che fai il doppio lavoro, in pratica. Ti prego, stai attento ai movimenti di Gabriella Fioretti. Io ti procurerò una sua foto, quello che vuoi, ma proteggila!"
"Io credevo che fosse un uomo a tormentarla, ma una donna, e per giunta insegnante..."
"Insegnante di sostegno. Altro che sostegno: quella strega la sta distruggendo, ed io ho paura che lei commetta qualche follia!"
"Ti capisco. È una ragazza molto carina ed è dolcissima. Sarebbe davvero un peccato" gli dico.
"Per questo ti chiedo di proteggerla. Lo so che lei vuole cavarsela da sola, ma quello che le sta facendo quella strega va ben oltre i limiti di sopportazione di qualsiasi essere umano, anche se si tratta di... di qualcuno che sia forte, come lo è lei, Enrico."
"Lo capisco. Ti prometto che farò tutto il possibile per proteggerla. Comincio a lavorare domani nella sua scuola e magari cercherò di fare due chiacchiere con questa... com'è che hai detto che si chiama?"
"Gabriella Fioretti!" dice lui tranquillo, almeno apparentemente.
"Ora però devo andare, altrimenti chi lo sente il Grande Capo?" dico ridendo.
"Vai, vai tranquillo" dice il mio amico, salutandomi con delle pacche sulle spalle che io ricambio. "Ah... aspetta! Ti prego, non farti notare, perché io sto andando contro una cosa che le avevo promesso!"
"Sarò più scaltro di un felino!" gli dico, poi gli do anch'io un colpetto sulla spalla per salutarlo.
Francesca's Pov
Sto tornando a casa quando ricordo un dettaglio importante: ho dimenticato lo zaino in classe!
Interrompo la navigazione dell'app che uso per sicurezza quando non ricordo bene le strade. Clicco sull'indirizzo della mia scuola e inverto la rotta, poi inizio a correre, tanto da rischiare non solo di inciampare visto che la strada non è proprio il massimo, ma anche di mandare al manicomio il mio navigatore!
Arrivo a scuola con il fiatone.
Dio mio, fai che il portone principale sia aperto!
Per fortuna il portone è spalancato. Io corro verso la mia classe e per fortuna anche quella porta è aperta. Vado al mio banco. La cartella è ancora là ed è... aperta? Ma io non l'avevo lasciata aperta!
Controllo cosa c'è dentro. I libri, il diario e una... corda?
La tiro fuori e la osservo. Lo faccio a modo mio, ma la osservo. È piuttosto lunga, rigida, e... tagliata da entrambi i lati!
L'appoggio sulla testa. Confronto la larghezza del foro della corda che è annodata a mo' di collana e il mio collo.
È assurdo! Perché dovrei avvolgermi una corda intorno al collo? Perché?
Dio mio, quella donna non ha limiti! Cos'altro s'inventerà questa volta? E soprattutto come potrò contrastarla? Non posso mettere in mezzo i miei amici: ci rimetterebbero e basta! Mi tocca cavarmela da sola, ma che cosa posso fare?
Mi getto a terra, completamente priva di idee e di speranze, e scoppio nuovamente a piangere, anche se non lo vorrei fare perché ogni volta che mi succede finisco sempre per avere una forte emicrania.
Sento qualcuno avvicinarsi e delle mani mi tirano su. Sono di due persone diverse, hanno due tipi di tocco differenti. Non le riconosco, ma so che sono due donne.
"Francesca!" mi chiama una delle due. La prof di spagnolo è in piedi, accanto a me, ed al suo fianco c'è qualcun'altro.
"Tesoro, che ti prende? Ehi!" mi dice la professoressa di italiano.
"È... è questa" rispondo.
"Perché hai questa corda in mano, Francy?" mi chiede la professoressa di italiano.
"Me l'ha data lei! Me l'ha messa quella donna nello zaino! Io non volevo, non volevo farci niente, nemmeno sapevo che fosse là! Lei mi ha fatto dei tagli sulle braccia... mi ha stretto i polsi per far credere che voleva trattenermi dal farmi del male e poi... mi ha quasi strozzata con le sue mani! Non volevo..."
Dico tutto senza pensare a niente. Non rifletto, voglio solo liberarmi.
"Mi dice che io non valgo nulla e che vuole distruggermi..."
"Tesoro, tu sei tanto buona, sei una brava ragazza, ma hai un problema." mi dice la professoressa di spagnolo.
Cambio espressione. Voglio saperlo.
"Sei un po' troppo credulona. Come fai a dare tanto peso alle parole di qualcuno che nella tua vita non dovrebbe valere niente?" mi spiega l'altra.
Ha ragione, non dovrei farlo... ma come posso riuscirci?
"Se lei dovesse tenderti un altro agguato... tu affrontala!"
Come al solito la considero una parola dura, ma mi viene detta con dolcezza dall'insegnante di spagnolo, che mi toglie dalle mani la corda e dice: "Non sei sola, cara. Ti aiuteremo noi."

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