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173: Distrucción

Francesca's Pov
Ritorno a casa, dove trovo mia madre che viene verso di me, preoccupata, e mi dice: "Tesoro mio, mi hanno chiamata dalla scuola..."
"Che ti hanno detto?" chiedo.
"Hanno detto che un'insegnante ti ha trovata con dei tagli sulle braccia..."
Quasi svengo. Quella strega è stata capace di dire ai professori che io mi sono... oh mio Dio... no!
"Non sono stata io... Non sono stata io!" dico trattenendo a stento le lacrime.
"Tesoro, perché non mi hai detto che stavi male?" mi chiede lei. "È per la storia del trucco?"
"Non sono stata io, mamma! Non l'ho fatto io!"
Mi chiudo nella mia stanza, mi getto sul letto e scoppio a piangere di nuovo. Non sono stata io! Perché non possono credere a me invece che a quella strega?
"Non sono stata io! Questo non l'ho fatto io!"
Denise's Pov
Sono dannatamente combattuta. Francy ha detto che non vuole che io dica a chicchessia di quello che le ha fatto la strega, ma io ho bisogno di aiutarla. Sento che se non lo faccio adesso le accadrà qualcos'altro... le voglio troppo bene, non posso permettere che qualcuno finisca per distruggerla. Credo che almeno mio cugino debba saperlo. Lui potrebbe aiutarla... eppure sento che se le facessi questo torto lei starebbe ancora peggio. Dio mio, che faccio?
Sono alla stazione quando vedo Daniel sulla panchina della stazione. Mi siedo accanto a lui e dopo averlo salutato gli chiedo: "Dove vai?"
"Bianca mi ha detto che ha saputo che Francesca sta male... stavo andando da lei."
"Quindi tu vai dalla parte opposta alla mia?"
"Hai fatto centro, solo che aspetto il prossimo treno perché quello che avevo preso si è rotto. Ma tu hai una faccia sconvolta, Denise! O meglio... oserei dire quasi... arrabbiata! Che è successo oggi a scuola?"
""Denise, non dirlo a nessuno, ti prego"..."
Devo dirglielo!
""Non dirlo a nessuno... mi vergogno"."
Devo dirglielo.
"Ecco, Dan, il fatto è che oggi è venuta a fare da sostegno a Francesca quella Gabriella... Gabriella Fioretti." dico torturandomi le mani al ricordo di quello che ho visto sulla pelle candida della mia amica.
Lui spalanca gli occhi, si volta verso di me e mi osserva.
"Non so perché, ma credo che la strega le abbia fatto qualcosa" mi dice. Ha il viso contratto: se non avesse un temperamento abbastanza calmo direi quasi che sta esplodendo!
"Francesca non vuole parlarne."
"Va bene. Se non vuole che tu me lo dica va bene... ma tu come sai cosa le è successo?" mi chiede Daniel.
"L'ho vista" rispondo cercando di non farmi saltare i nervi.
"Denise, il treno!" mi dice mio cugino, indicandomi il treno che si sta fermando. Io scatto in piedi, ma lui mi ferma prendendomi per un polso per poi dirmi: "Non di là, Denise. Stai andando proprio sopra il binario!"
Dove diavolo ho la testa, oggi?
"Di là" mi dice mettendomi in posizione come a volte fa con Francesca, solo se lei ha davvero bisogno.
"Grazie." dico.
"Di niente. Ciao, bellezza" mi dice lui per poi lasciarmi andare e salutarmi con la mano. Sorrido, perché penso che sia difficile trovare qualcuno come lui... molto difficile.
Francesca's Pov
Mi sarò addormentata... me ne accorgo perché sento che non sono sola.
Sento qualcuno avvicinarsi a me e accarezzarmi il viso.
"Ehi, piccola!"
Mi scuoto leggermente e mi tiro su. Non ho più paura di quello che lui potrebbe dirmi trovandomi addormentata... forse lui è uno dei pochi.
"Ciao..." gli dico sorridendo.
"Tesoro, guarda che hai dormito con il cappotto addosso." mi fa notare Daniel.
"È che..." dico in un sussurro.
"Tua madre ha detto che non stavi bene e Denise ha detto che ti avevano fatto qualcosa!"
"Io te lo dico, ma ti supplico, non parlarne a nessun'altro..."
Lui mi prende le mani, mi fa vedere quello che sta facendo, cioè portare le mani alla bocca, e subito dopo dice: "È una promessa..."
"Ecco... lei... lei..." balbetto togliendomi la benda e poi, cercando di non farmi male, i cerotti, "lei ha fatto questo."
"Chi?"
"Gabriella Fioretti."
Sono sicura che lui stia guardando le mie ferite.
"Lei ha fatto questo?" sussurra.
Annuisco debolmente.
"Vuoi raccontarmi com'è successo?"
"L'ho incrociata stamattina. Lei ha detto che la professoressa Maria non c'era e lei l'avrebbe sostituita. Le lezioni sono andate bene, ma poi lei mi ha fermata con la scusa di chiedermi delle cose e poi... mi ha detto di togliermi il giubbotto e mi ha fatto un taglio sul braccio! Mi ha detto che avrei detto a chiunque avesse visto i tagli di essere depressa e di essere diventata autolesionista e io mi sono ribellata. Lei ha risposto facendomi un altro segno sul braccio e io l'ho colpita, ma lei continuava, e io... io..."
Scoppio a piangere.
"Basta, tesoro, fermati! Se non ce la fai ad andare avanti nel racconto non farlo. Va bene così, piccola!"
"Tienimi vicina a te, ti prego" dico sottovoce.
Lui mi stringe, incurante della quasi sicura bruttezza dei miei tagli, che aumenta quella che io stessa credo di avere. Lui resta, anche se non posso dargli niente di quello che meriterebbe e che un'altra potrebbe dargli.
"Sai perché lei ti ha fatto una cosa del genere?" chiede.
Scuoto la testa e lui risponde: "Perché vuole che tu perda la tua autostima, e che io smetta di stimarti, perché a lei e alla figlia non sembra possibile che io ami una ragazza più bella di Carlotta."
"O una ragazza cieca..." puntualizzo.
"Perché? Tu lo sei?" mi chiede lui.
Capisco che sta dicendo qualcos'altro e gli chiedo cosa.
"Vuol dire che in realtà quella che tu definisci cieca è proprio Carlotta. A te sono solo gli occhi che vadano a dovere che mancano, ma quella è più che altro una questione fisica, capisci? I veri ciechi, quelli che dovrebbero avere questo nome, si comportano in un modo praticamente opposto al tuo."
Lo stringo più forte. Ho bisogno di questo. Ho bisogno del calore di un abbraccio, delle carezze, del suo affetto nei miei confronti e di sentirmi protetta.
"Stai meglio?" chiede gentilmente.
Annuisco. Lui mi lascia andare e mi sorride.
"Tesoro, adesso ascoltami bene: in genere non è un consiglio da dare, ma con la persona che ti ritrovi davanti è necessario che io ti suggerisca una cosa orribile da fare. Se ci riesci cerca di resistere a quello che ti fa quella donna... non piangere... ma non perché è vietato che tu lo faccia, semplicemente perché lei non merita che tu ti prenda questo disturbo!" dice.
"Perché no?" gli chiedo.
"Non vale la pena di far diventare tristi due occhi tanto belli per una persona simile."
"La cosa peggiore è che mia madre crede che io sia... ecco... un'autolesionista, e mi sento in colpa all'idea di mettermi a piangere per cose che non faccio, che non posso comprendere... non posso capire cosa significhi ferirsi, io non lo so... e non voglio saperlo!"
Lui continua ad accarezzarmi... è un gesto così rilassante!
"Ricordati di questo quando la rivedrai, amore mio! Va bene?"
"Però... non so per quanto potrò farcela... non so più come comportarmi con quell'arpia..."
"Il cuoricino che ti ha regalato Ginevra, il mio braccialetto e le cure di Denise ti serviranno a ricordare che ci siamo noi con te... Sempre!"
Lo stringo forte e sorrido.
"Su, vieni! Ti vorrei portare in un posto." mi dice di punto in bianco.
"Dove?" chiedo.
"A conoscere una bambina." mi risponde lui.
"Una bambina?" chiedo, elettrizzata.
"Certo! Se i bambini ti trasmettono serenità perché non fartene conoscere una che sa chi sei?"
"Come sarebbe sa chi sono?"
"Tranquilla, ha due anni, non può stalkerarti. Semplicemente è mia nipote e tutti quanti parliamo di te."
"Bene o male?"
"Benissimo!"
Arrossisco violentemente.
"Vuoi camminare da sola?" chiede.
Annuisco e recupero la mia guida. Camminiamo insieme per un breve tratto. A quanto pare questa bambina vive in un condominio vicino al mio.
Ci apre un uomo che saluta Daniel con dei colpetti sulle spalle.
"Sebastián!" esclama una ragazza alle sue spalle.
"Mira, Martina! Mira quién ha llegado!" ["Guarda, Martina! Guarda chi è arrivato!"]
"Tesoro, puoi venire più avanti?" chiede.
"Francy, dice a te" mi dice sottovoce Daniel. Io mi faccio avanti e improvvisamente riconosco la ragazza: "Martina De Simone!" esclamo.
"Francesca Bernardi!" dice lei di rimando.
"Cuginetta, mi puoi spiegare come conosci Francesca?"
"È semplice: io lavoro da Giada. Lei me l'ha presentata" spiega lei. "Come stai, bellissima?" mi chiede Martina.
"Escludendo lui" dico indicando il mio angelo, "avresti una domanda di riserva?"
"Vai male a scuola?" chiede.
"Di voti no, ma alcuni insegnanti dovrebbero farsi rifare il cervello da capo." rispondo.
"Ehi, ehi, ehi, avevamo detto che non avremmo più toccato questo tasto per oggi, principessa!" mi dice Daniel accarezzandomi il viso e sorridendo. "Parlando di principesse: dov'è Crystal?"
"Macché! Lei è un diavoletto!"
La pronuncia leggermente storpiata di Sebastián mi fa capire che lui e miiguél vengono più o meno dallo stesso posto.
"Povera bambina! Perché dici questo?" chiedo, sentendo qualcuno venirmi vicino e aggrapparsi alle mie dita. Questa dev'essere Crystal.
"Se vuoi arrivare più in alto vieni, amore" le dice Martina, prendendola in braccio. Ora Crystal è proprio di fronte a me. "Però sembra che tu voglia stare con Francy."
Che? Anche lei come Cecilia vuole stare con me? Oddio, potrei sciogliermi anche subito! O forse è meglio di no, dato che Martina mi mette in braccio la figlia. Credo si stia guardando intorno... sorride ed è uno spettacolo.
"La ragazza che ti tiene in braccio è molto meglio di qualsiasi bambola, vero, piccola?" le chiede .Daniel.
No, Francesca, non puoi scioglierti adesso, hai una bambina in braccio! Resisti. Resisti! RESISTI!
"Magari la prossima volta te la porto una bambola" le dico facendola ridere per poi... scuotere la testa?
"No? E cosa preferisci?" le chiedo. Lei mi prende un dito e lo porta sulla mia stessa faccia, facendomi ridere. No, davvero, io non so come, ma a volte capisco meglio i bambini che certi adulti che si "prodigano" per cercare di farmi vedere le cose, anche se per loro la parola: "Vedere" è off limits quando sono con me, e il più delle volte riescono solamente a farmi impazzire!
Improvvisamente, però, la bambina s'irrigidisce. No, ti prego, fa' che non abbia notato i cerotti che ho cambiato prima di uscire! Come non detto: inizia a sfregarci sopra le minuscole dita e capisco che è spaventata da questo... ma non da me, perché non cerca di buttarsi per terra sporgendosi in avanti. Mi dice solo due parole, ma bastano quelle a farmi stringere il cuore: "Checca, male?"
"Solo un pochino, piccola mia... ma ci vorranno solo un paio di giorni, credo, poi mi passerà tutto." dico sfiorandole il mento con le dita. Ha la pelle talmente morbida e delicata che ho una paura dell'accidente di farle male, ad esempio con le unghie. Non vorrei mai farlo, davvero! Crystal, quasi l'avesse capito, ripete la parola: "Male" preceduta da un: "No.", che sta a indicare che non le ho fatto male. Mi chiedo perché il padre l'abbia definita: "Diavoletto!", quando in realtà quella bambina è la pace personificata!
Restiamo ancora un po' là, poi Martina si avvicina e dice sottovoce: "Ragazzi, vi posso assicurare che la vostra visita è stata davvero un piacere per noi, specie adesso."
"Perché dici questo, cuginetta?" le chiede Daniel.
"No, nulla. Mi andava di dirlo e basta."
Martina's Pov
Sono mortificata. Mio marito non vuole far sapere a nessuno che stiamo avendo problemi economici ed io, con il mio sfogo, ho rischiato di rovinare tutto. Lui non è violento, tutt'altro. Non mi fa paura, ma mi sento maledettamente in colpa.
"Perdonami Sebastián, io... io non..."
Lui si avvicina a me. La bambina è nella sua cameretta, a giocare. Io ho la paura costante dell'avvicinarsi del mio compagno, ma non per lui, perché ho avuto una sgradevole esperienza in tempi che precedono di poco il mio matrimonio con lui, e mio cugino lo sa. Una delle poche volte in cui l'ho visto contrarre il volto in una smorfia è stata quando gli ho detto che il mio precedente compagno, Valerio, mi aveva picchiata.
"Tesoro, lo so, tranquilla." mi dice Sebastián stringendomi in un abbraccio. "So che non è facile, che solo grazie al lavoro che hai a casa di Giada riusciamo ad andare avanti... il mio, purtroppo, non rende molto, in più tu hai avuto una storia difficile... ma vedrai che passerà presto!"
Lui è muratore, infatti chissà come oggi è riuscito a prendersi un giorno di ferie.
Da quel che mi dice è un lavoro complicato: con il caldo, il freddo, lui è sempre là, con gli attrezzi, a fare cose che neanche capisco.
Eppure, quando la sera torna, ha sempre tempo per la sua bambina e per me, mi aiuta in casa perché di giorno non siamo a casa, infatti Giada è davvero un tesoro, perché è lei ad occuparsi di mia figlia. È stata lei a propormi di portarla con me.
Io scoppio a piangere, ripensando a quello che ho passato. Lui lo capisce, infatti mi tiene più stretta e dice: "Andrà meglio, vedrai."
Ripenso alla frase di Francesca in risposta al mio: "Come stai?", e praticamente mi ci rispecchio.
Francesca's Pov
Vado a scuola, completamente controvoglia. Spero che la strega non si sia svegliata con la luna storta, altrimenti avrò il primato del falso autolesionismo e dato che non mi sento in grado di giudicare una realtà che, per fortuna, non mi appartiene, mi auguro di non avere più tagli.
Arrivo in classe. Fortunatamente lei oggi non ha ore con me, anche se, purtroppo, ha ore con altri ragazzi... e si spera che non utilizzi con loro le stesse tattiche che usa sempre con me. Sarebbe davvero un colpo basso.
Durante l'ora di francese qualcuno bussa alla porta e, purtroppo per me, è lei. Mi vuole parlare... ne sono sicura!
"Avrei bisogno di Francesca per qualche minuto. Posso farla uscire?" chiede.
"Vai pure, Francesca" dice la profeisoressa. L'altra mi si avvicina per prendermi la mano, ma io, non riuscendo a controllarmi, la respingo. Non voglio che quella donna mi tocchi! Afferro la mia guida ed esco, rivolgendo alla professoressa un'espressione terrorizzata, per farr capire che preferirei un milione di volte trovarmi al suo cospetto, ad un'interrogazione.
Seguo la strega e arriviamo al bagno femminile.
È un bagno a parte... quello dove, nelle rare volte, vado io.
La donna mi toglie di mano la mia guida e mi sbatte contro il muro per poi soffiarmi sul viso un: "Ti avevo detto di fingere! Di coprirmi! Chi vuoi che s'interessi a te, eh? Avanti, dimmelo! A chi vuoi che importi di una ragazza cieca? Sai, io faccio tutto questo per farti capire che prima o poi anche il tuo Daniel ti lascerà... quando capirà che non puoi dargli niente che possa interessargli... e allora subentrerà Carlotta, che ti distruggerà!"
Mi scopre il braccio destro e ripete l'operazione che aveva fatto con il sinistro. Io mi metto a piangere e lei mi mette due dita alla gola e stringe, intimandomi di smetterla. Io continuo, perché mi sta facendo veramente male. Non respiro. I suoni mi arrivano ovattati... poi, anche se non so da dove prendo la forza, le tiro un calcio in un punto a caso.  Lei molla la presa ed io recupero la mia guida, esco dal bagno e chiudo la porta per evitare che mi raggiunga appena le passerà lo stordimento. Voglio andarmene. Ora.
"Francesca! Francesca!" La custode mi ferma per un braccio. "Tesoro, che ti succede?"
"Per favore, chiami qualcuno, me ne voglio andare!" dico.
"Magari chiamo il ragazzo che venne quando avesti quel malessere l'anno scorso" mi dice lei. "Però ora siediti e cerca di calmarti, e soprattutto spiegami da dove diavolo è venuto quel segno che hai qui, sul collo."
Mi sfiora quel punto ed io sussulto. Fa un male terribile!
"No... no, per favore, non lo tocchi..." dico.
Lei si allontana e la sento parlare al telefono. Non ci vuole molto prima che qualcuno arrivi.
Quel qualcuno è proprio chi speravo che fosse: Daniel.
"Piccola, sono qui!" mi dice. La custode gli consegna un permesso da firmare e lui mi porta via.
"Cos'hai fatto al braccio e sotto il mento?"
"È... è che..."
No! Non posso cedere di nuovo, non voglio!
"Non te ne andare! Non te ne andare" dico.
"Dove vuoi che vada, tesorino?"
"L-lei... l-lei me l'ha detto!"
"Lei?"
"La... professoressa..."
"Tu stai rischiando di rimanerci dissanguata, Francesca! Non potrei mai farti questo! Qui vicino c'è una farmacia: ti faccio medicare le ferite. Va bene?"
Mi limito ad annuire debolmente e lui fa quello che mi aveva detto.
"Tesoro, dovresti dire la verità a tua madre... e soprattutto alla polizia. Quella donna ha tentato di strozzarti!"
Lui, stavolta, non mi ha presa per mano, perché forse sa che ho paura di essere toccata.
"Mi vergogno." rispondo.
"Tu? E di che, Francesca?" mi chiede. "Lei deve vergognarsi, non tu! Lo capisci questo! Vero?"
"Però... io..."
"Quella donna è un pericolo pubblico. Potrebbe farti ancora del male, lo capisci? Io non voglio perderti!" dice.
"Ma guarda! Come mai la piccola Francy non è a scuola?"
"Lo sai che la stessa domanda potrebbe essere rivolta a te, vero?" le chiede Daniel.
"Cosa sono quei cerotti? E quel segno vicino al collo? Non mi dire che hai finalmente capito che non servi a niente!"
Finisce appena di parlare, perché la sento lottare e capisco che è stata afferrata.
"Ascolta quello che sto per derti, ragazzina capricciosa, perché te lo dirò soltanto una volta!" dice Daniel, tenendola probabilmente molto stretta. "Tua madre le ha fatto questi segni e altri due li ha sui polsi. Io ti farò solo quelli sui polsi, per dirti di comunicare a tua madre che, se non vuole essere sbattuta di nuovo in galera, la deve smettere subito di tormentare Francesca, chiaro?"
"Lasciala, non ne vale la pena" dico, notando che Carlotta è spaventata dal fatto che è scoppiata a piangere. "Se lei è venuta in soccorso di sua madre vuol dire che lei da sola non ce la fa a distruggermi con le sue azioni!"
Ho la sensazione che Carlotta mi stia osservando.
Non so se mi stia odiando per come le ho risposto o se, più semplicemente, abbia approfittato del fatto che ho chiesto al mio ragazzo di non far caso a lei per farsi lasciare i polsi che, a quanto pare, lui le stringeva forte.
"Dovresti prendere esempio da lei, che nknostante tutto è buona come il pane... invece di attaccarla in continuazione!"
Lui stringe i denti parlando e conoscendolo so che si sta tormentando le mani proprio per non darle addosso come sua madre ha fatto poco fa con me.
Mi si avvicina.
Lui è buono, ma quando mi tocca il braccio io sussulto e lui, capendo, dice: "Non spaventarti, piccola! Non ti farò del male!"
"Lo so. Non ho paura di te..."
"Hai ragione, hai paura di essere toccata e credo sia normale, però... permettimi di starti vicino... se ti ha spaventata quello che è successo con Carlotta giuro che non volevo!"
"Lo so. Lei si spaventa quando qualcuno le stringe i polsi, forse perché le è capitato con Franco... e tu l'hai fermato quel giorno... ricordi?"
"Certo. È per questo che non so cosa diavolo mi sia preso..."
"Hai provato una rabbia più grande del solito, anche se non era il caso di farlo."
"Come sarebbe?"
"Cosa?"
"Certo che era il caso di provare rabbia!"
Non rispondo. Se lo facessi probabilmente lo urterei di più.
"No, non dirmi che le stai dando ragione per quella frase che ha detto!" mi dice. "Ti prego, non iniziare a crederci, perché partendo da quel presupposto non ne verrai fuori, piccola!"

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