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171: Mani calde, cuore... anche!

"Non ho che un ricordo poco nitido,
un particolare che non so
più dimenticare, adesso!
PERCHÉ SEI TU IL PIÙ BELL'ABBRACCIO DI SEMPRE CHE VORREI,
VORREI, VORREI,
ohohohohooooooh,
VORREI, VORREI,
ohohoohohohoho!"
Francesca Michielin: "Il più bell'abbraccio".
Francesca's Pov
Io eDaniel ancora stretti in quell'abbraccio.
Io ho bisogno di lui e forse lui ne ha di me.
Lo sento arrivare con le mani all'altezza della mia testa e strofinare delicatamente i miei capelli. Io ho la fronte premuta contro il suo petto e sto bene così. Tremo, ma i brividi che mi scuotono non mi fanno star male.
"Come va la gamba?" chiede.
"Dolorante, ma si sopravvive."
"Però se resti con il ginocchio piegato in quel modo ti farai male. È meglio staccarci." dice facendomi un'altra carezza e sciogliendo l'abbraccio, gesto che io assecondo con un po' di rammarico. Lui probabilmente se ne accorge, perché mi prende la mano destra.
"È una delle poche volte, da quando ti conosco, che la tua parte più calda non è il viso, ma la mano che ti sto tenendo adesso."
Mi stringe la mano sorridendo.
"Ma... se il proverbio che conosco io è vero..." dico a bassa voce.
"Che proverbio, Francesca?" mi chiede stupito.
"Mani fredde, cuore caldo... anche se per te non vale!" dico.
Mi accorgo subito di quello che ho detto e le mie guance si surriscaldano, diventando probabilmente di un color rosso acceso.
"Ehi! Hai detto una cosa bellissima!" mi dice sfiorandomi i capelli.
"È questo il punto... quando dico di getto quello che penso me ne pento dopo un attimo!"
"Beh, adesso ti dirò una cosa che, ci metto la mano sul fuoco, ti renderà davvero felice."
"Cosa?" chiedo.
"Quel proverbio non vale neanche per te!"
"Ehm..." balbetto.
"Vuoi sdraiarti per stare più comoda?" chiede.
Io mi sdraio. Lui sposta la poltrona che si trova accanto alla parete opposta della stanza e la mette accanto a me. Si china su di me e seguita ad accarezzarmi il viso. Anche le sue mani sono caldissime.
"Sei morbida." mi dice ridendo.
Non è una risata tipica di chi vuole prendere in giro... era una risata... CRISTALLINA!
"Sei gentile." dico, tremando al pensiero di quell'affermazione. Gli sorrido e metto le mie mani sulle sue, seguendo lo stesso percorso.
È una bella sensazione. Di solito l'idea di farmi portare mi irrita, ma di sicuro non da lui, che è il miglior cicerone che io conosca.
"Perché sei diventata rigida? Rilassati" dice continuando ad accarezzarmi. È un tocco dolce, delicato, molto morbido. Mi piace. Davvero!
Nemmeno io riesco a spiegare il motivo del mio irrigidimento, ma sinceramente non voglio farlo perché sto bene qui, accoccolata poco distante da lui e con le sue mani, grandi, morlide e calde, ad accarezzarmi le guance. Lo sento sorridere: si vede che gli piace quello che sta facendo.
"Avevo bisogno di sentirti così vicina" mi dice continuando a sorridermi. "Tu sei il mio angioletto, non certo io il tuo! Curerò le tue ali e imparerò a volare per insegnarlo anche a te, piccola."
Sorrido, perché lui sa che le mie ali sono piene di ferite.
Vuole curarle e imparare a spiccare il volo affinché io possa, a mia volta, apprendere da lui come fare.
Lui vuole aiutarmi a stare bene, non solo meglio, ed io lo apprezzo molto.
"Posso farti una domanda che non c'entra niente?" chiedo.
"Di che si tratta, tesoro?"
"Ecco... vorrei sapere come potrei fare per non piantare in asso Elena e... beh..."
"Dato che ti conosco molto bene ho già rimediato a questo! Sarà Elena a venire da te e Cristina l'aiuterà a muoversi visto che è meglio che tu stia ferma!"
Ho già detto che lo amo, vero?
"Sei davvero un angelo!" esclamo tirandomi su per poi abbracciarlo forte. È lui il mio più bell'abbraccio, come lo era la persona a cui il mio idolo, Francesca Michielin, ha indirizzato la sua canzone: "Il più bell'abbraccio".
Lei dice anche un'altra cosa: afferrare la polvere della felicità. Io voglio afferrarla ora che è ancora integra e stare attenta a non distruggerla definitivamente.
Mentre penso a questo, però, una fitta mi attraversa la gamba. Che diavolo, è una distorsione, non dovrebbe essere tanto doloroso!
"Piccola! Che cosa ti prende?"
"Fa malissimo!"
Lo stringo forte: ho bisogno di aggrapparmi a lui per non crollare. Per la seconda volta in una giornata scoppio in lacrime e abbasso la testa per poi ritrovarmi le guance completamente bagnate.
"Piccola! Ehi! Dammi le mani e stringile forte se ti fa tanto male."
"Ma così è a te che farò male!"
"Non fa niente! Fallo, piccola mia, ti prego!"
Io gli prendo una mano e la stringo. Lui scrive velocemente qualcosa con l'altra, poi mette via il cellulare e mi afferra l'altra mano. Non posso evitare di stringerla. Il dolore è forte, ma la sua presenza, il calore delle sue mani e soprattutto la sua disponibilità verso di me sono cose confortanti, che mi aiutano a sopportare meglio le fitte.
Appoggio l'orecchio al suo petto. Il battito è frenetico, la maglietta alla quale sono appoggiata è calda, quindi immagino lo sia anche il suo cuore, e non soltanto in senso metaforico. Sento qualcun'altro entrare, probabilmente mia madre. La conferma mi è data dal suo: "Oh mio Dio, cos'è successo?"
Lui le spiega velocemente cos'è successo e dice di aver contattato la signora Cristina, che di questo genere di cose ne capisce.
Cristina's Pov
"Mamma! Dove vai?" mi domanda Elena, preoccupata.
"Amore vado da Francy per curarla" le rispondo. "Sai che si è fatta male alla gamba, vero?"
"Lo so. Posso venire anch'io?"
"Perché, tesoro mio?" chiedo.
"Perché Francy sta facendo tanto per me, ed io voglio starle vicino e consolarla ora che sta male" mi risponde Elena risoluta.
"Va bene, piccola mia. Vieni con me." le dico prendendole la mano e portandola con me lungo il viale.
Saliamo in auto, sfidando i semafori, il tempo... tutto. Io di solito non lo faccio, ma questo è un caso d'emergenza. Prima arrivo da quella creatura prima riuscirò a curarla.
Finalmente intravedo il palazzo e dico a mia figlia: "Principessa, ora dobbiamo correre! Sei pronta?"
Lei annuisce ed io le prendo la mano e la porto con me. Arriviamo al secondo piano del condominio e, come ha detto Daniel, la porta di destra è quella di casa sua. Busso e mi apre Angelica.
"Signora Cristina, è lei la dottoressa?"
Annuisco, poi Angelica si rivolge a mia figlia: "Elena, vuoi venire con me?"
Lei acconsente, Angelica le prende la mano e la fa sedere in cucina. Sa bene come muoversi, perché la sua bambina per prima è nelle stesse condizioni della mia, solo che lo è da più tempo.
Quando vado da Francy la trovo in lacrime, con le mani strette in quelle del ragazzo che mi ha contattata, e vado direttamente da lei. Sostituisco la fasciatura e le do un calmante che le faccia almeno diminuire le fitte.
Elena's Pov
"Signora..." dico in un sussurro.
"Cosa c'è, tesoro?" mi chiede gentilmente la signora Angelica.
"Mi può portare da Francesca?"
Lei mi accarezza la testa, poi mi dice: "Vieni con me, Elena!"
Mi prende per mano e mi porta da Francesca, che a quanto pare ancora sussulta a causa del dolore. Lo so perché la sento singhiozzare, anche se a stento, perché quando piange lei lo fa quasi o del tutto silenziosamente.
Quando trovo la sua mano la tengo stretta nella mia. Sono entrambe calde e io sono entrata nel gruppo, perché lei mi tiene stretta una mano e chi le sta accanto, che probabilmente è qualcuno che già conosco, mi stringe l'altra.
"Quel proverbio non è sempre vero." dice di punto in bianco Francesca.
"Che proverbio, Fra?" chiedo.
"Quello che dice: "Mani fredde, cuore caldo"!" risponde lei, un po' più calma, cosa probabilmente dovuta al calmante.
"Perché?" le chiedo.
"Perché nessuno di voi due ha il cuore freddo" risponde lei, "tu sei corsa qui insieme alla tua mamma, Dan mi ha praticamente sopportata per tutto il tempo."
"Ehi, vacci piano! Sopportare è un'altra cosa, e io non avevo di sicuro bisogno di farlo" scatta lui, facendosi riconoscere definitivamente.
Sto diventando discretamente brava a riconoscere le voci e questo lo devo a Francy.
Decido di dirglielo sfruttando quello stesso proverbio.
"Anche tu hai il cuore caldo."
Per farle capire che parlo con lei le stringo leggermente la mano.
"Perché, Elena?" chiede.
"Perché mi stai insegnando cose come riconoscere le voci!" rispondo.
"No, amore mio! Queste cose si apprendono automaticamente, non è che qualcuno possa insegnarcele" mi dice lei. "Io, fino a qualche tempo fa, credevo che tutti quanti facessero così!"
"Guarda che non è impossibile!"
Mi volto di scatto verso sinistra, dove si trova il mio amico del cuore, a quell'uscita.
"Elena, ti dico soltanto che io lo faccio da un bel pezzo! In realtà io e Francy ci siamo conosciuti un po' prima del 2014, solo che quando ci siamo rivisti eravamo cambiati tutti e due. Sono sette anni che sto provando a concentrarmi sulle voci delle persone... come fa lei."
La mia amica mi stringe la mano, forse per la tensione... e forse sorride.
"Wow! Io sto cercando di imparare a scrivere in nero da molto meno!"
"Però ti stai impegnando molto a farlo, quindi direi che siamo pari, piccola!"
La conversazione che stanno avendo mi fa sorridere. Sono davvero teneri!

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