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161: Ti voglio bene, ma...

Linda's Pov
Sono in mezzo ad un bosco. C'è il Sole, come ci sono gli uccellini che cinguettano e sembrano felici.
Questo posto trasmette molta pace, almeno per il momento, ma improvvisamente qualcosa cambia.
Il cinguettio s'interrompe, il Sole smette di brillare e il cielo si rannuvola. Subito dopo scoppia un temporale. Una ragazza, pallida in volto e con un ombrello tra le mani, corre e piange. Solo che la ragazza non sta usando l'ombrello per quello che è il suo effettivo scopo: lo sta usando come mia cugina utilizza il suo bastone. Ma... no, un attimo! Ma quella... quella è mia cugina! Devo andare da lei, ho bisogno di capire perché piange e perché non ha con sé la solita guida.
"Piccola, aspetta!" la chiamo, ma lei corre più veloce. "Perché stai piangendo e perché non hai portato con te il tuo bastone?"
"Mi hai delusa! Mi hai delusa due volte, Lì!"
"Non volevo..."
Provo a sfiorarla, ma il suo corpo sembra fatto di ghiaccio, è talmente freddo!
"Mi fai male!" dice, e sento il suo corpo farsi sempre più piccolo e la sua voce farsi sempre più fioca. "Lasciami! Mi stai facendo male, lasciami!"
Sento delle risate, il corpo della mia piccola mi viene strappato dalle braccia, ma per portarlo via la schiera di angeli che l'ha preso usa la massima cautela.
Sento delle risate che mi risultano quasi demoniache e delle voci orribili che continuano a ripetere una frase, senza però smettere di ridere, e quella frase è: "L'hai delusa due volte, Lì!"
Proprio in quel momento mi sento scuotere da delle mani piuttosto forti.
Vado a sbattere con la testa contro la spalla di qualcuno che riconosco come Mirko non appena apro gli occhi. Dall'altro lato vedo Daniel che mi tiene una mano per non farmi sbilanciare del tutto da un lato.
"Lì, stai bene?" mi chiede proprio lui, provando a farmi rimettere in una posizione sufficientemente stabile. "Lì!"
Ci metto un po' a realizzare che mi trovo su una di quelle scomodissime sedie dell'ospedale.
Mi accorgo di iperventilare quando il mio ragazzo mi sente il polso e colui che mia cugina definisce "il suo angelo custode" mi tiene la testa leggermente sollevata e dice: "Calma, respira, va tutto bene!" Lo faccio, ma non so quante volte ripeto i cicli di respirazione.
"Amore, basta!"
Mirko capisce che sto tremando e mi stringe di più il braccio.
"Qualsiasi cosa ti sia successa la stavi solo sognando! Checca sta bene." dice poi, come se avesse visto la scena rappresentata nel mio incubo.
"Che è successo? Sono svenuta come lei?" riesco a chiedere quando il mio respiro ritorna normale.
"No, ti sei soltanto addormentata" mi risponde Daniel. "Mirko è arrivato da poco, voleva sapere come stavate tu e Francesca e quando siamo entrati ti abbiamo trovata così. Te la senti di raccontare cosa stavi sognando?"
Ci provo, ma non riesco a formulare una frase di senso compiuto e non riesco a spiegarmi. La sola cosa che riesco a far emergere è che quell'incubo riguardava Francy, cosa che probabilmente i ragazzi avevano capito anche prima che iniziassi a fare un discorso senza capo né coda per tentare di raccontarlo.
"Va bene, va bene, lascia stare." dice il mio ragazzo. "È tutto finito... ti assicuro che ho visto Francy appena cinque minuti fa e stava bene. Non le è successo niente, puoi credermi!"
"In cinque minuti può accadere qualunque cosa!"
"Va bene, ti porteremo a vederla!"
"No Mirko, no! Francesca non mi vuole vedere, si agiterebbe!"
"Va bene, ci vado io. Mirko, tu stai con lei e cerca di calmarla: è molto scossa, e anche se le costa dirtelo perché non vuole darti problemi avrà molto bisogno di te." dice Daniel per poi stringermi la mano. "Stai tranquilla, Lì! Io credo in lei, so che si riprenderà presto!"
Non so se si tratta di una frase di circostanza, anche se lui non è il tipo, o se crede davvero in quello che mi dice, ma quelle parole mi fanno sentire meglio.
Mi sembra strano che non abbia detto: "Come sua cugina", quando ha parlato del fatto che io non voglio che Mirko abbia problemi a causa mia, ma so che l'ha pensato. La zia Angelica mi ha raccontato cos'è successo quando Fra si è operata all'occhio. Mi ha spiegato che quando lui le ha chiesto se stesse bene e lei ha risposto: "Avrei bisogno di un abbraccio" lui le ha detto: "E meno male che quella che non parla è Francesca! E, tanto per sapere, quand'è che avevi intenzione di dirmelo?"
Intanto Mirko mi si posiziona di fronte e mi chiede: "Amore, so che tu vuoi bene a Checca, ma so anche che c'è sotto qualcos'altro. Me lo spieghi?"
"Ecco... io..."
Comincio a piangere e non riesco più a smettere. Riesco in qualche modo a spiegargli tutto e subito dopo lui mi dice: "Ehi, cosa sono queste lacrime? Non ti hanno mai detto che quando ridi sei più bella, amò?"
"E come faccio? È colpa mia se lei..."
"Lì, Checca è già infuriata con te, se dici anche questo ti fulmina direttamente, io ti ho avvisata! Il mio dovere era questo. Ora spetta a te scegliere cosa fare."
"Ma figurati! Lei è infuriata e basta, quella rabbia le ha tappato gli occhi e le orecchie del cuore, e ha ragione, perché per quanto io parli per il suo bene sapevo che urlando me la sarei messa contro, che non mi avrebbe minimamente dato retta, eppure ho preferito prendermela con lei che cercare un compromesso!"
"Ma ti senti quando parli? Hai dato a lei dell'insensibile e a te stessa hai detto altrettanto, dandoti anche della stupida! Credi che lei sia contenta di sentirti parlare in questo modo, Linda? Rispondimi!"
Mirko si sta scaldando molto, ma neanche io sono da meno.
"LEI NON MI PUÒ SENTIRE, MALEDIZIONE! TI È CHIARO LO STATO IN CUI È O NO? LEI È IN UN MALEDETTO LETTO D'OSPEDALE, CON UN RESPIRATORE NELLE NARICI E POTREBBE SUCCEDERLE QUALCOSA IN QUALUNQUE MALEDETTISSIMO MOMENTO, LO CAPISCI? LA COLPA DI TUTTO QUESTO È... MIA, È SOLO MIA!" gli urlo contro.
"BEH, SAI CHE TI DICO? FRANCESCA HA RAGIONE, SEI STATA ECCESSIVA, CON LEI E CON ME! STAI ATTENTA, PERCHÉ IN QUESTO MODO STAI DISTRUGGENDO TE STESSA! SEI UNA BELLISSIMA PERSONA, PERCHÉ DEVI PER FORZA SCATTARE PER QUALSIASI COSA? COMUNQUE SE PENSI CHE ME NE ANDRÒ TI SBAGLI DI GROSSO, E QUESTO VALE ANCHE PER FRANCESCA, PERCHÉ NOI TI VOGLIAMO UN BENE DELL'ANIMA!"
"Ragazzi, smettetela! Non è il caso di fare così!" dice Daniel. "E in ogni caso, Lì, Francy sta bene. Davvero!"
Guardo Mirko e mi rendo conto di quello che ho appena fatto. Avevo promesso a me stessa di non fare più lo stesso sbaglio, ma ci sono ricascata, e proprio con lui.
"Mirko... perdonami!" dico tra le lacrime.
"Va tutto bene, tranquilla." mi dice lui stringendomi a sé come se fossi la sua piccola.
Adesso capisco quello che dice sempre mia cugina quando si riferisce a Dan.
Finalmente, anche grazie a Mirko, riesco a calmarmi, ma lo stato di tranquillità che avevo iniziato a provare viene nuovamente turbato da un brutto pensiero.
""Mi hai delusa due volte! Tu, mia sorella, la mia complice"!"
"NO, BASTA!"
Scatto in piedi e comincio a correre in una direzione scelta completamente a caso. Capisco che mi sto dirigendo verso il cortile dell'ospedale, l'unico posto decente che fa parte di questo maledetto edificio.
M'inginocchio vicino ad un albero e, quasi come se là dentro ci fosse lo spirito della mia "sorellina" Francesca, lo abbraccio forte.
"M-mi dispiace. Credimi, io... io non volevo!"
Improvvisamente mi sembra di sentire la sua voce. Lei dice: "Purtroppo non riesco a farmi passare quella cosa, ma... come te lo devo dire che non è colpa tua se è andata come è andata?"
Daniel's Pov
Non ne posso più di sentirmi impotente. Ho bisogno di fare qualcosa per la mia piccola, per la sua migliore amica, per sua madre e anche per Linda, che sono quelle che hanno risentito di più di questa storia.
Entro nella cameretta d'ospedale, mi siedo accanto al letto e afferro la mano di Francesca, che è fredda come il marmo.
"Ehi, signorina! Come ti senti oggi?"
La risposta non mi arriverà, lo so bene, ma non importa. Credo che parlare con lei sia utile.
"Non ci vogliamo proprio decidere a tornare, non è vero signorina?"
Vedo un piccolo sorriso farsi largo sul suo volto pallido ed il motivo è molto chiaro. Lei reagisce sempre in questo modo quando le parlo al plurale.
"Piccola, ti prego, svegliati! Credimi, tutti stiamo soffrendo per te! Tu sei coraggiosa, so che lo sei, e allo stesso modo so che sei molto buona. So che hai paura di cosa potrebbe succedere dopo, ma fidati, tutti preferiamo che tu guarisca anche se quando tornerai a parlare forse comincerai ad inveire contro tutti, piuttosto che vederti con tutta questa roba addosso, in pericolo di vita! Fai uno sforzo, piccola, ti prego! Io credo in te, so che sei forte e puoi farcela, ma c'è bisogno anche di uno sforzo da parte tua! Non posso prometterti che dopo questa prova non ti troverai ad affrontarne delle altre, e so che non ti piace questa parola, ma non ne ho trovata una diversa... in compenso posso prometterti che se avrai bisogno di una spalla su cui piangere, tutti quelli che ti amano faranno di tutto per aiutarti o per consolarti."
Francesca's Pov
Ascolto le parole del mio angelo e cerco un'uscita, che però non c'è. Io però voglio uscire... ne ho bisogno! Mi sento stringere la mano, avverto un forte calore e questo mi guida fino ad una porta bianca. Dopo questo bianco con una scritta rosa nel mezzo che dice: "Wake up", tornerò a vedere il buio totale, quindi forse il mio "vedere" è stato solo immaginazione, ma non m'importa di questo. Voglio tornare.
Non so come reagirò dopo, ma voglio tornare.
Mi aggrappo a quella mano come se fosse la mia ancora di salvezza, poi mi sveglio. Sento dolore in tutto il corpo e mi sento frastornata, ma provo la sensazione familiare del movimento autonomo delle mie palpebre.
"Piccola, sei sveglia? Mi senti, vero?" mi chiede Daniel.
"Sì..." rispondo a bassa voce, "ciao..."
Sento qualcuno entrare nella stanza. Capisco subito che si tratta di una donna e che sta trattenendo il respiro.
"Si è svegliata." dice sottovoce. "Francesca! Cara, oltre al tuo nome ricordi la tua età?"
Perché questa donna è entrata qui per farmi domande? Cavolo, mi scoppia la testa, non riesco a pensare... poi ricordo e rispondo: "Diciassette, e ad aprile ne compirò diciotto."
"Il tuo cognome?"
"B-Berdkrdi." balbetto portandomi le mani alle tempie. Mi sento osservata, anche se non so da chi.
"Come ti senti, cara?" chiede la donna, e capisco dallo spostamento d'aria che sta scuotendo il suo camice.
"Sento dolore dappertutto, specialmente qui." dico strofinandomi le tempie.
"Questo è un miracolo! Non sembrano esserci conseguenze a livello cerebrale!" dice l'infermiera, o dottoressa o quello che è. "Tranquilla, il dolore passerà presto, tesoro!"
La sento uscire dalla stanza e faccio una smorfia di dolore. Ripenso alle parole di mia cugina e a quelle di mia madre e scoppio a piangere.
"Ehi piccola, che cos'hai?" mi chiede Daniel.
"Tu... tu pensi che io dovrei dar retta a mia cugina?" chiedo.
"Io penso che la scelta spetti soltanto a te."
"Quindi non la pensi come Linda e mia madre!"
"No, ma qui non conta quello che penso io, e tu lo sai! Per me sei bellissima, però l'autostima è tua, non mia! Comunque tua cugina è stata davvero male per questa storia!"
"Lo vedi? Lei è stata male per colpa mia e non è giusto! Io sono ancora arrabbiata con lei, è vero, ma non volevo che si sentisse anche in colpa per il fatto che ora sono qui!"
"Eh no, Francesca, non ti ci mettere anche tu con questa storia della colpa che è tua o non è tua, perché davvero all'appello manchi solo tu!"
"Però io... io sono un completo disastro!" dico tra le lacrime.
Lui mi guarda, so che mi guarda, anche se non posso vederlo. Mi tremano le mani e le lacrime scorrono a fiumi lungo le mie guance.
"Mi stai prendendo in giro?" mi chiede.
"No, sono seria. Perché?"
"Ti rendi conto di aver detto una sciocchezza, vero?"
Cambio espressione a quell'uscita.
"Perché mi dici questo?" chiedo sorpresa.
"Perché se tu fossi un disastro il mondo sarebbe tutto rose e fiori e frane e terremoti salverebbero vite e costruirebbero case invece di uccidere e distruggere."
"Cosa vuoi dire con questo?"
"Semplicemente che tu non sei affatto un disastro! Ecco cosa volevo dirti" risponde.
"Posso chiederti un piccolo favore?"
"Cosa? Dimmi."
Mi stringe le mani e lo sento sorridere.
"Almeno tu non criticare le mie scelte, ti prego! Se non sei d'accordo mi sta bene, ma non criticarmi!"
Lui mi dà un bacio sulla fronte, cosa che interpreto come un muto assenso.
"Al massimo ti darò un consiglio, ma la scelta spetta a te e non a me!"
Senza che io gli chieda nulla lui mi attira a sé e mi abbraccia per poi darmi un dolce bacio sulla fronte. Quel contatto mi fa rilassare, ma non riesco a smettere di piangere, perché le parole di Linda mi rimbombano ancora in testa.
""Ci sono tante persone che non vedono e queste cose le fanno"!"
"Ora posso chiedertelo io un favore?" mi chiede Daniel, interrompendo quel silenzio che inizia a pesarmi tanto. Il buio non mi ha mai fatto alcuna paura, ma sono terrorizzata dal silenzio, quindi in un certo senso sono stata davvero molto fortunata.
Insomma, mi ritrovo a convivere con qualcosa che non mi fa paura.
"Cosa?" chiedo.
Lo sento mettersi in ginocchio, poi fa un gesto da vero cavaliere, ovvero mi lascia un bacio sul palmo della mano destra, e mi chiede: "Signorina, potrebbe smettere di tormentarsi e fare un piccolo sorriso?"
Quell'improvvisata è divertente, ma riesco a fare solo la prima delle due cose a dovere, mentre mi viene fuori più una fessura tra le labbra che un vero e proprio sorriso.
"Va bene che ti ho detto che mi andava bene anche un piccolo sorriso, ma così esageri! Non puoi almeno allargarlo un po'?" mi chiede.
"Se mi dai una mano forse ci riesco" rispondo e mi basta sentire le sue dita a contatto con il mio viso, protese verso le labbra, per farmi letteralmente scoppiare a ridere.
"Ecco! Così va molto meglio." mi dice con un tono che esprime soddisfazione. Anch'io sono soddisfatta, se devo esprimermi in tutta sincerità. "Hai visto che quando vuoi ce la fai?"
Sorrido nuovamente a quell'uscita, poi bussano alla porta. Cerco di alzarmi, ma mi trema tutto il corpo, quindi lui dice: "No, ferma, vado io!"
Lo sento aprire la porta, poi una ragazza muove passi veloci verso il letto sul quale sono sdraiata.
"Vi lascio sole" dice il mio angelo. "Tu stai tranquilla e non farti aumentare l'emicrania, hai capito?" Detto questo mi dà un bacio sulla guancia ed esce.
"Fra..." inizia Linda con voce leggermente tremante.
"Cosa?" chiedo.
"Volevo chiederti di pensare a quello che ti ho detto prima dell'incidente."
"Beh, allora io mi tolgo questa roba e me ne vado! Ti ho già detto di no, chiaro? Non voglio, perché io... non... sono... le... altre... donne!"
"Fra, ti prego, ascoltami! Non volevo..."
"NO!" grido, poi abbasso di nuovo il tono. "A me sta bene che qualcuno che non sopporto mi faccia la morale! Può infastidirmi, ma non farmi tanto male! Ma tu... tu sei la mia sorella maggiore, riesci a capirmi con un solo sguardo, e nonostante tutto vieni a dirmi questa frase odiosa del: "Lo faccio per il tuo bene!" Tu non lo sai qual è il mio bene! Solo io lo so, ed ho cercato in tutti i modi di farlo capire a chi mi sta intorno, ma nessuno mi ha mai dato retta!"
Lei mi posa una mano su un braccio, ma io m'irrigidisco.
"Non ci provare nemmeno, Lì, non ci provare!"
"Sei diventata proprio tremenda Francy, lo sai?" mi dice.
"E tu cosa sei stata con me? DIMMELO!" dico agitandomi sul letto come un'anguilla e continuando a singhiozzare.
"Va bene!" dice lei. "Parleremo quando ti sarà passata, okay?"
Sono distrutta, davvero. Non ce la faccio più a combattere, e trovo orribile l'idea di difendermi anche dalle persone alle quali voglio bene. Lo trovo orribile, ma intanto non ho altra scelta.
Le lacrime continuano imperterrite a rigarmi le guance. A me dispiace davvero molto, davvero, ma mi sento in pericolo. Sì, proprio in pericolo, perché forse non sono tanto diversa da una tigre in cattività, che se esce dalla gabbia si sente in pericolo e distrugge tutto quello che si ritrova davanti.
La tigre non lo fa per cattiveria, ma perché ha paura.
Lo stesso vale per me. Anch'io ho molta paura.
Le sue parole rimbombano nella mia testa e mi fanno stare male. Giuro, non ne posso più, voglio solo dimenticare, ma non ci riesco.
Inizio a tirare i fili che ho addosso, agito con foga braccia e gambe e getto tutto per aria.
"Non ce la faccio più" dico tra le lacrime.
Sento qualcuno bussare alla porta, ma non ho la forza sufficiente per rispondere. Una delle macchine che avevo addosso è caduta a terra facendo un gran baccano ed ora il mio corpo è scosso dai brividi.
Sento qualcuno entrare e dire con tono sconvolto: "Dio mio, Francesca! Che cos'hai fatto?"

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