Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

149: Non ti lascerò andare!

Samuele's Pov
"Che cosa vorresti dire, Evangeline? Che ho inventato tutto? Che ti ho raccontato soltanto bugie?"
"Che? No! Non volevo dire..."
"ALLORA CHE COSA VOLEVI DIRE, EVANGELINE? AVANTI, SPIEGAMELO!"
Inizio ad urlarle contro e la vedo impallidire.
"Volevo dire che forse è successo qualcosa di cui tu sei all'oscuro, che magari... lei... si è salvata ed è chissà dove!"
"Per favore, non raccontarmi storie, Evangeline! Cosa credi, che siamo in un film? Beh, ti sbagli: questa è la vita reale!"
Lei resta in silenzio. Vedo due grosse lacrime scendere lungo le sue guance e dopo alcuni secondi, con un tono glaciale, dice: "Resta nella tua stupida realtà e non oscurare la vita delle persone con il fumo della tua rabbia, perché la mia, come quella di Francesca, è buia a sufficienza! Ti lascio a crogiolarti nella tua disperazione!" Detto questo afferra il suo bastone bianco ed esce dalla mia cabina dopo aver afferrato anche la sua valigia. Quando esce sbatte con forza la porta.
Accidenti a me e alla mia stupida personalità controversa! Ma perché non tengo la bocca chiusa quando dovrei farlo? Prima con Francesca, adesso con Lin.
"Lin, ti prego, aspetta!" dico uscendo dalla mia cabina per poi rincorrerla.
Riesco ad afferrarla per una spalla, ma lei si volta come una serpe impazzita e mi molla un ceffone su una guancia.
"LASCIAMI IN PACE, OKAY?" mi dice mentre io mi massaggio la guancia dolente.
Accidenti! Ha un'ottima mira!
"Lin, perdonami! Io..." sussurro per poi scoppiare a piangere.
"Non... mi toccare!" dice secca. "Io mi fidavo di te! Credevo che ti fossi aperto in tutto e per tutto, non ti ho abbandonato, ma tu in cambio mi hai trattata come se fossi il tuo stupido burattino! Sai che c'è? Povera Francesca che ti ha sopportato per tanti anni! Se è la stessa Francesca che conosco io, poi, mi dispiace ancora di più, e meno male che il viaggio è quasi finito, perché almeno ti troverai un'altra cavia!"
"Lin, ti prego, aspetta! Vedi, il fatto è che io... ho molti problemi con la mia personalità. Ti prego, cerca di capirmi!"
"Mi sono stancata di capire sempre tutti! Perché invece non provi tu a capire me? I tuoi problemi non giustificano certe parole, lo sai? Le parole sono coltelli o cerotti a seconda del modo in cui le si usa. Tu le hai usate come coltelli e questo è quanto! Anch'io ho dei problemi, ma di sicuro non vado in giro a rendere la vita impossibile alle altre persone!"
L'afferro per i fianchi, facendole cadere a terra tutto quello che ha in mano e faccio scontrare le sue labbra con le mie per poi spostarmi verso la sua guancia e schiacciare il viso contro di essa, godendomi la morbidezza della sua pelle.
"Sei un idiota" dice per poi scoppiare a piangere. "Perché mi fai questo, perché?"
"Perché non voglio perderti. Ho già perso troppe persone!"
Sento il sapore delle sue lacrime e sfioro i suoi capelli con una mano.
"Piccola, ti prego, perdonami se ti ho fatto del male. Giuro che non volevo. Non lasciarmi anche tu, ti prego!"
"Sei il mio idiota preferito!" dice Lin, smettendo di colpo di piangere. Ci baciamo di nuovo sorridendo l'uno sulle labbra dell'altra. Ora lo so: Lin non mi abbandonerà.
Francesca's Pov
Sento dei passi avvicinarsi e li riconosco subito: è Nico!
"Ehi, Nicolas! Come sta tuo fratello?" chiedo.
"Come hai fatto a riconoscermi, scusa?" mi chiede sorpreso.
"Così" rispondo toccandomi l'orecchio sinistro con la punta delle dita della mano sinistra. "Ho riconosciuto i tuoi passi."
"Ah... va bene" dice lui. "Comunque Franco non si è ancora ripreso, ma i medici hanno detto che per fortuna è fuori pericolo."
Sento il suo sguardo addosso ed arrossisco leggermente. Mi capita sempre, ma penso che ormai la cosa sia risaputa.
"Credimi Francy, non smetterai mai di stupirmi." dice all'improvviso.
"Questa ragazza non smetterà mai di sorprendere nessuno." si aggrega Daniel.
Okay Francesca... Devi stare molto caaalma... devi stare molto caaalma...
"Ehm... io... a dire il vero... non... n-non so se sia proprio così... però..."
"Signorina Francesca Bernardi!" mi sento chiamare. "La signorina Serena ha chiesto di lei."
"Arrivo subito" rispondo per poi dirigermi verso la camera di Serena. Che cosa sarà cambiato?
Busso esitante alla porta e sento la voce di Serena sussurrare un: "Sei tu, Fra?"
"Sì, Sery. Sono io. Posso entrare?" chiedo.
"Sì... puoi entrare" risponde, e sentendola parlare capisco che sta piangendo.
Apro la porta che, muovendosi, emette un macabro cigolio.
"Francy..." sento Serena chiamarmi con voce bassissima.
"Sono qui. Che cosa mi volevi dire, Serena?"
"Ecco... io ho scritto un biglietto a Franco, ma non mi lasciano uscire da qui e vorrei... che tu glielo leggessi per me..."
"Sery, io lo farei, ma sai che..."
"L'ho scritto con la tavoletta che mi ha regalato mio fratello dopo l'incidente. È scritto in Braille, quindi puoi leggerlo."
"D'accordo, allora glielo leggerò." dico.
"Grazie." dice abbracciandomi.
Mi passa il biglietto ed io afferro anche il mio occhio a rotelle ed esco dalla stanza.
Arrivo alla camera in cui mi hanno detto che è ricoverato Franco, per fortuna un'infermiera me l'ha indicata, ed entro.
"Ciao Franco!"
Mi avvicino al letto ascoltando il ritmico beep della macchinetta che controlla il funzionamento del cuore del mio amico.
"Sai... Serena ti ha scritto una lettera, ma non può leggertela perché neanche lei sta molto bene, quindi ha chiesto a me di farlo al suo posto... so che mi puoi sentire, quindi immagina che sia lei la persona che ti sta leggendo questa lettera!"
Apro il biglietto, trovo il punto d'inizio e prendo un profondo respiro per poi iniziare a far scorrere le dita sulle parole della mia amica.
"Ci sono coppie come quella di mio fratello e Francesca, che si confortano l'un l'altra, sempre e comunque, che ci sono sempre l'uno per l'altra, senza litigare, ma non per questo senza volersi un bene dell'anima. Poi ci sono coppie come quella che formiamo noi due: si amano alla follia, si fanno forza a vicenda anche loro, ma hanno un problema: un'incontrollabile gelosia. È questo quello che ci ha tenuti separati e che, spero, ci farà ritrovare... più uniti di prima. Io: timida, insicura, fragile, gelosa. Tu: forte, impulsivo, dolce, coraggioso. Noi due: orgogliosi come nessuno al mondo potrà mai essere. Eppure stiamo insieme. O forse stavamo insieme, chi può dirlo?"
Prendo un altro respiro e mi concentro ancora di più. Mi sembra di sentire la voce di Serena sovrapporsi alla mia mentre leggo la lettera che ha scritto.
"Ti chiedo solo di pensarci, di svegliarti, per risolvere quello che abbiamo lasciato in sospeso. Ti chiedo perdono, ma ho vissuto eventi che mi hanno segnata a vita e mi hanno resa fragile come lo stelo di un fiore in balia del vento. Ti chiedo solo di darmi l'opportunità di diventare forte, di crescere davvero, insieme a te. Ti prego, aiutami a recuperare fiducia in me stessa... perché è quella che mi manca davvero!"
Franco's Pov
"Ti prego, aiutami a recuperare fiducia in me stessa... perché è quella che mi manca davvero!"
Ascolto la voce della mia amica dagli occhi chiusi, che esprime i pensieri scritti dalla ragazza che amo. Sento la voce di quest'ultima sovrapporsi a quella della vera lettrice e nel limbo in cui mi trovo si apre un varco nel quale m'infilo, vedendo attraverso di esso un letto sul quale è sdraiato il mio corpo. Vengo spinto fuori di là da un turbine di vento e lentamente, una volta arrivato a destinazione, apro gli occhi.
Cerco di mettere a fuoco, ma, non riuscendoci subito, tasto il letto e trovo la sua piccola mano.
"Francy..." sussurro.
La sento tremare come una foglia. Sembra sconvolta.
"Franco, tu..."
"Sì, sto bene."
"S-sei sicuro?"
"Sì, però... le ferite! M-mi fanno male..."
"Okay, okay, tu stai calmo e non ti sforzare, io chiamo aiuto, va bene?"
E, detto questo, vedo che la mia amica inizia a tastare nervosamente il comodino accanto al letto fino a quando non trova la campanella che serve per le situazioni di emergenza, ploprio come questa. Con la punta delle dita dell'altra mano, ora sospesa a mezz'aria, mi sfiora quasi involontariamente il torace. Il suo tocco, se si può usare questa parola visto che lei mi ha solo sfiorato, mi fa vedere letteralmente le stelle.
"Accidenti, che dolore!" esclamo facendo una smorfia.
"S-scusami, non volevo farti male!" balbetta.
Sento la porta aprirsi e vedo entrare un uomo in camice bianco che si dirige di gran carriera verso il letto.
"Signorina, può aspettare nella sala d'attesa?"
Lei annuisce, afferra la sua guida ed esce dalla stanza. Il medico esamina le mie ferite... in particolare ne ho una ad una spalla che mi brucia da impazzire e m'impedisce di muovere il braccio. Cavolo se è doloroso!
"Dottore... potrei alzarmi?"
"Così conciato? Direi di no."
"Mi scusi... ma desidero vedere la mia ragazza. La scongiuro!"
"Ti rendi conto che ti sei appena svegliato dal coma, che dovremmo verificare se è tutto a posto, che se ti alzassi potrebbe girarti la testa e che dovrai tener fermo il braccio destro per colpa della ferita che hai alla spalla?"
"Il mio nome è Franco. Franco Fritzenwalden. Ho diciotto anni, sono il proprietario di un bar che condivido con il mio fratello gemello Nicolas nel quale lavora Francesca, la ragazza che è uscita prima, ed ho un disperato bisogno di vedere in che stato è la mia ragazza: Serena Bernardi, che, per qualche motivo che non mi è chiaro, da quando sono qui sta molto male!"
"Ho detto di no! Non puoi muoverti da qui, chiaro?" mi dice in tono secco quel medico. Se ha la luna storta non è colpa mia né di Serena, cavolo!
"Ehi, ehi, non c'è mica bisogno di fare così!" dice qualcun'altro, un altro medico.
Entra nella stanza e sostituisce l'altro dottore per medicarmi le ferite.
"Franco, ti bruciano tanto le ferite?" chiede gentilmente.
"Sì... ma... di questo non m'importa" rispondo. "Voglio vedere la mia ragazza."
"Franco... non so se è il caso di far uscire Serena... vedi, lei... ha avuto una crisi di nervi quando tu non stavi bene."
"Che tipo di crisi?"
"Aveva incubi e diceva frasi sconnesse, delle quali non si capiva il senso. Almeno è andata in questo modo fino a qualche ora fa."
La spalla destra, quella con la ferita più profonda, mi brucia da matti, soprattutto dopo quello che il dottore mi ha raccontato della mia ragazza. Povera Serena!
"Appunto per questo ho bisogno di vederla!" scatto per poi fare un movimento. Voglik sedermi!
Appena tento di muovermi, però, si scatena l'inferno. I vetri dell'auto mi sono schizzati addosso praticamente da tutte le parti.
"Franco, stai giù" mi dice il medico fermando i miei movimenti e spingendomi delicatamente a tornare a sdraiarmi sul letto.
"La prego... ho davvero bisogno di vederla" gli dico con le lacrime agli occhi. Non piango per il dolore fisico che provo io, ma per il dolore morale che prova la mia ragazza.
"Franco... Serena è molto scossa... se vedesse le tue ferite potrebbe avere un'altra crisi, capisci?"
"Resterà immersa nel lago delle sue crisi se non le dirò che sono vivo... sono ferito, ma comunque vivo!"
Il dottore si limita ad annuire. "Okay, ti porterò qui Serena... spero solo di doverti dare ragione perché in questi giorni ha sofferto tanto."
Il dottore completa la sua operazione sulle mie ferite, poi esce dalla stanza.
Francesca's Pov
"Francesca... avrei bisogno di un grande favore" mi sento dire da qualcuno che è alle mie spalle.
Riconosco la voce del dottore che ha curato Franco, mi fermo e mi volto verso di lui per sapere come posso aiutarlo.
"Mi dica."
"Vedi... Franco desidera vedere Serena. Vorrei che tu la preparassi ad incontrarlo, perché penso che ti siano chiare le condizioni in cui è... no?"
Annuisco. L'ho sfiorato appena e lui ha emesso un gemito di dolore soffocato a stento. Il suo petto, l'addome, il collo, gli arti, sono ricoperti di graffi e ferite sanguinanti, cosa che ho notato perché eo sentito la consistenza del sangue sulla mia pelle. Forse quei graffi sono stati provocati dai vetri rotti della sua auto.
Capisco i timori del dottore: Serena è molto scossa a causa dell'incidente e vedere Franco in quello stato potrebbe provocarle un'altra crisi, ma io credo che a Sery non farà male vedere che Franco, nonostante tutte le ferite che ha addosso, è vivo e sta bene.
"Il fatto è che non ci sono solo le sue ferite... per un paio di settimane Franco non potrà utilizzare il braccio destro per una ferita molto profonda alla spalla. Serena potrebbe sentirsi colpevole e non sappiamo come potrebbe reagire se lo vedesse."
"Io credo che le farà bene rivederlo, però prima le dirò in che condizioni è, per questioni di sicurezza."
"Grazie di cuore, cara" mi dice il dottore.
Mi attira a sé, accarezzandomi il viso con la mano ricoperta da un guanto in lattice, sul quale però non sento la consistenza vischiosa del sangue, per cui immagino siano nuovi. È un gesto che mi porta a sorridere. Sono pochi i dottori che cercano di mettersi nei panni dei familiari, amici o conoscenti di un paziente e che, in caso di gravità, cercano di non sembrare pezzi di legno.
"Sai dov'è la sua stanza, vero?" mi chiede gentilmente.
"Sì... n-non si preoccupi, so dove si trova" rispondo.
Inizio a camminare, concentrandomi sulla percezione della direzione da prendere. È questo il mio metodo: cercare di sentire la presenza degli ostacoli, di uno spazio nel quale bisogna svoltare, ed imparare in questo modo il percorso da fare per arrivare in un certo luogo.
Sento dei singhiozzi soffocati provenienti da dietro una porta e mi soffermo su quel suono per identificare la persona che sta piangento così disperatamente. Capisco dopo qualche attimo che si tratta di Serena, seguo la sua voce e arrivo di fronte alla porta della sua stanza d'ospedale. Esitante tendo un braccio per battere alla porta.
"A-avanti" sento dire in un sussurro.
"Sery, sono io: Francesca. Posso entrare?"
"F-Francy... V-vieni, entra" risponde lei.
Io apro la porta e, conoscendo molto bene la stanza, appoggio l'occhio a rotelle ad una parete e mi dirigo velocemente verso il letto sul quale, a giudicare dal suono dei singhiozzi, Serena è seduta con le mani sul volto.
"Sery, ti posso parlare?" chiedo.
"Cos'è successo a Franco?" mi chiede di rimando, agitata come non mai, prendendomi il braccio destro e tremando contro di esso.
"Franco si è svegliato, sta bene, e desidera tanto vederti!"
Serena si calma ed io tiro un sospiro di sollievo.
"Però... il fatto è che Franco ha molte ferite, di cui una ad una spalla che gli farà tener fermo il braccio destro per un po'... ma escludendo questo sta bene. Vuole vederti, vuole vedere che anche tu stai bene, quindi stai tranquilla."
"Posso andare a vederlo?" chiede Serena.
"Sì, puoi andarci! Il dottore che si occupa di lui ti ha dato il suo permesso."
La sento alzarsi e dirigersi verso la porta. Spero tanto che possa reggersi in piedi.
Improvvisamente sento un dolore atroce alla testa. Era da giorni che non provavo più quel fastidio... da quando sono tornata a casa, per la precisione. Due giorni, credo.
Sento la porta aprirsi e qualcuno dirigersi verso di me. Mi sento sfiorare il viso e riconosco il tocco del mio angelo.
"Piccola, tutto bene?" mi chiede.
"A Franco e Serena sembra di sì..." rispondo. "Non so se hai saputo che Franco si è svegliato e... e Serena sta andando da lui."
"L'ho saputo, ma tu che cos'hai? Hai una faccia!" mi fa notare Daniel.
"Io ho... questo" rispondo indicandomi la fronte.
"Un'altra emicrania?" mi chiede.
"S-sì" rispondo cercando di attenuare il dolore.
"Tesoro, perché non provi d occuparti un po' di più di te? Guarda come stai!" mi dice.
"Sono preoccupata per Franco e Sery" rispondo.
"Mettiti sdraiata." mi dice dolcemente.
Io mi sdraio come mi ha detto e lo sento sfiorare la benda che mi fa sembrare il Corsaro Nero. Tira con delicatezza la benda e lo sento aprirmi leggermente l'occhio, come se sapesse benissimo quello che bisogna fare. Sostituisce la benda dopo avermi messo le gocce e lo sento scrivere qualcosa. Credo che lui sia in contatto con lo specialista che mi ha operata.
A quanto pare sia lui che un altro medico mi suggeriscono una tachipirina, cosa che mi rassicura colto.
Franco's Pov
Sento la porta cigolare ed una ventata d'aria fresca attraversa la stanza. Percepisco un movimento leggero e delicato e, avendo chiuso gli occhi, li riapro per scontrarmi con quelli azzurri di Serena. I suoi capelli castani si muovono a seconda del movimento che fa la sua testa.
"Franco..." sussurra lei tra le lacrime.
"Sto bene, tesoro mio. Non piangere, è tutto finito" le dico, facendole appoggiare la testa sul mio petto.
Mi è mancato il suo calore. Mi è mancata la sensazione di averla tanto vicina e di sentire la sua voce senza la distorsione dell'eco che si crea ogni volta che qualcuno è addormentato e sente che qualcun'altro gli parla. Mi è mancato tenerla stretta, posare la testa sulla sua spalla e sentire il battito costantemente rapido del suo cuore. Mi è mancata la morbidezza delle sue guance, cosa che percepivo quando esse entravano in contatto con le mie mani o le mie labbra... è per questo che non faccio altro che accarezzare il suo viso. Mi è mancato pronunciare il suo nome e sentire una sua risposta o vedere una sua, anche minima, reazione. Mi è mancato affondare le dita o il viso tra i suoi capelli castani.
Più di qualunque altra cosa mi è mancata lei, ed ora è qui.
"Principessa... ti andrebbe di restare con me?"
Serena mi si sdraia accanto mettendosi comoda. Vorrei poter muovere il braccio destro, per godere meglio del contatto con il suo viso, ma pazienza. Ci addormentiamo così, stretti l'uno all'altra.
Non ti lascerò più andare, amore mio. Non dopo quello che abbiamo passato.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro