14: Le prove del cabaret
Francesca's Pov
"Su piccola, coraggio, dobbiamo andare" mi dice Daniel aiutandomi a scendere da cavallo. "Sta tranquilla, sono sicuro che sarai bravissima anche in questo!"
Gli sorrido e lui mi prende la mano e mi porta nella zona prove.
Mi sto agitando e lui se ne accorge subito.
"Tranquilla" mi dice sottovoce.
"Non devo andare subito lì, vero?" chiedo.
"No, non ancora. Però... mettiti queste" dice mettendomi un paio di enormi cuffie tra le mani.
"Cosa? Ma... ma come faccio a capire quando sarà il turno degli ospiti?"
"Tranquilla, al momento opportuno ti avviserò io. Quando ne metto un altro paio uguale posso comunicare con te. D'accordo?"
"Sì, d'accordo" rispondo.
"Vieni, ti faccio mettere seduta. Non ti preoccupare, ti ho messo le cuffie perché ci tengo a farti una sorpresa. A te piace il cabaret, vero?"
"Sì, ma perché?"
"Perché le cose che non si sanno subito fanno ridere più di quelle che si sanno già..."
Ma cosa diavolo...?
"Va bene, tanto stasera avrai il responso, ho una risata da gallina spennacchiata!"
"Ah no piccolina, questo non devi dirlo, intesi?"
PICCOLINA?
No, Carolina!
E daglie che t'intrometti sempre! Non ti ho chiesto di nominarmi una certa Carolina!
Sarà, ma secondo me sei scema!
Omm... Oomm...
Sono seduta su di un muretto da non so quanto tempo e sento tante voci confuse, non ci capisco niente!
All'improvviso sento una voce che mi dice: "Ehi piccola, è ora di iniziare a provare!"
Mi alzo prontamente, ma lui mi ferma per le braccia e mentre mi toglie con delicatezza le cuffie... mi bacia! Quasi come se la reazione fosse automatica sento le guance ardere. Non sono ancora abituata a questo genere di cose... è solo il secondo giorno in cui qualcuno mi bacia sulle labbra... e quel qualcuno è proprio la persona che io speravo!
"Va tutto bene?" mi chiede.
"Sì... va tutto bene" rispondo.
Nella mia voce c'è un pizzico d'esitazione e lui naturalmente se ne accorge.
Mi alza il viso con un dito e sento il suo sguardo su di me per non so quanto tempo.
"Ehi! Non devi preoccuparti!"
Lo sketch in questione è quello che io chiamo: "Se io non fossi", perché non è necessario essere un animatore per farne parte. Si può dire: "Se non fossi uno studente, se non fossi uno spazzino, se non fossi una palla da bowling"...
Una palla da bowling? Ma che razza di esempi fai, ragazzina?
Ma perché ti scaldi tanto?
A quanto pare Giorgio, Alessandro, Gaia, Valeria e Davide dicono frasi brevi mentre Giulia, Alice, Daniel e Simone, come pure noi ospiti, dicono frasi più lunghe e Salvatore dirige questa specie di orchestra, credo con un mestolo.
"Vieni qui Francesca" dice Giorgio che si occupa di distribuire le parti.
Affidandomi alla sua voce mi dirigo nella sua direzione.
Mi mette una scopa tra le mani e dice: "Ora girati, ti faccio vedere cosa devi fare."
Mi prende il polso con delicatezza e mi mostra il movimento che devo fare con la scopa. È bravo come guida e sa essere gentile e serio quando vuole. Basta pensare a come si comporta con me e Ginevra, è un po' matto ma dolcissimo.
"Avanti, adesso fallo da sola!"
Io faccio un passo avanti e faccio il movimento che lui mi ha spiegato.
"Però! Vedo che impari molto velocemente, ma con la frase dovrai farti aiutare da qualcun'altro, perché io non so dirla" mi avverte.
"Va bene" dico.
"Alla frase penso io" dice Daniel e io mi dirigo verso di lui.
Si mette alle mie spalle e la parte che conosco a memoria, ovvero: "Se io non fossi stata un'ospite ora sarei..." viene tralasciata, quindi lui mi fa ascoltare direttamente la frase che dovrò dire e mi aiuta a coordinare gesti e parole.
"Giorgio non ha tutti i torti!"
Quella che mi ha parlato è Giulia.
"Dici sul serio?" chiedo.
"Ma sì, tesoro, sei bravissima! Sono sicura che spaccherai tutto!" E mette una mano sulla mia spalla.
"Attenta con quella bambola!"
Infatti lei deve interpretare un ruolo per il quale dovrà sbattere per terra una bambola.
"Tranquilla, ci starò attenta!"
"Ehm... dove devo mettere la scopa?" chiedo.
"Dalla a me, tanto al prossimo giro dovrai usarla!"
Detto questo Alice mi prende la scopa dalle mani.
Quando tutti hanno saputo quello che devono dire e fare e inizia il giro Alice mi riporta la scopa e mi fa mettere in fila con gli altri.
Uno alla volta tutti quelli che mi precedono fanno quello che devono fare... ora tocca a me e io vengo subito dopo... Daniel!
Dietro di me c'è Giorgio che mi dice sottovoce: "Su, vai!"
Calmati Francesca, devi dire solo due parole e fingere di spazzare il pavimento, tutto qui! Uno... due... tre... ORA!
"Se non fossi stata un'ospite ora sarei qualcos'altro! Se non fossi stata un'ospite ora io sarei... Cenerentola!"
Uno... due... tre!
"Piglia 'a cennere, leva 'a cennere e doppe 'o vonno a me!"
["Prendi la cenere, togli la cenere e dopo se la prendono con me!"]
Devo dire questa cosa due volte prima che gli altri mi vengano dietro con i loro slogan... e in particolare c'è lui che svolge un mestiere molto semplice.
Qualcuno a volte dimentica cosa dire, ma nonostante tutto le cose non vanno così male.
"Credo sia ora che tu torni a casa" mi dice Daniel, "mi permetti di accompagnarti?"
"Okay" rispondo imbarazzata.
Lui mi prende per mano e mi conduce verso casa.
"Allora? Ti sei divertita?"
"Sì, moltissimo." gli rispondo.
"Sai che sei anche brava?" mi dice.
"Ma figurati! Brava io? Ma dai!" dico.
"Non venirne fuori con queste cose" dice lui.
Diventa sempre così quando io, a parer suo, mi sminuisco.
"Voltati" mi dice di colpo.
"Cosa?" chiedo.
"Voltati, fatti guardare" mi ripete Daniel.
Io mi volto verso di lui che mi alza il viso con una mano. Dopo qualche istante sento le sue mani fare su e giù lungo le mie guance. È un tipo di carezza che mi piace, del tutto innocente e dettata dall'istinto. Sono diventata rossa, ne sono sicura, ma lui non sembra intenzionato a interrompere quello che sta facendo.
"Non ti senti di nuovo male, vero?" mi chiede e naturalmente io dovevo aspettarmelo!
"Oh, no! Non è quello, dico davvero!"
"Guarda che non è imbarazzante avere la febbre!" mi fa notare lui.
"N-no, no! Non lo è!" ammetto.
"Allora perché reagisci così?"
"Beh... non lo so, però... quello che posso dirti è che non vorrei che venisse domani."
"E questo per quale motivo?"
Non lo chiede come se volesse prendermi in giro, ma lo chiede con dolcezza.
"Ecco... io..."
"Su, dimmi!"
"Ecco... Vedi, il fatto è... è che... mi mancherai!"
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