Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

125: La crisi di Diana

Francesca's Pov
È la sera prima della partenza.
Mi sono appena sdraiata sul letto quando ricevo una telefonata e quando leggo il nome: "Calum" inizio a preoccuparmi sul serio. Calum è in ospedale. Che sia successo qualcosa a Diana?
"Pronto?"
"Francesca, è urgente! Diana sta molto male!"
"Che? Cos'è successo?"
"Poi ti spiego! Ti prego, vieni prima che puoi! Ci siamo io e i suoi fratelli, ma non credo che sia sufficiente!"
"A-arrivo subito!"
Esco di casa con addosso un pigiama e una vestaglia, prendo la bici e mi dirigo in fretta e furia verso l'ospedale in cui ero ricoverata. Metto la bici accanto ad un muretto e inizio a correre per i corridoi.
"Signorina, che cosa cerca?" mi chiede quella che credo sia un'infermiera.
"Camera 224." riesco a dire.
La donna che mi ha parlato mi prende a braccetto e mi porta subito nella stanza. Sento un rumore di cerotti strappati e capisco che cosa sta facendo Diana.
Diana's Pov
Sento ancora quelle mani che mi toccano, mi graffiano fino a creare profondi solchi sulla mia pelle. Ho paura e non vale la pena che tenga i cerotti, perché mi sento male... troppo.
Inizio a piangere a dirotto e a lanciare in aria tutto quello che mi capita tra le mani. Fracasso un lume, un bicchiere, il cellulare. Comincio a gridare come non avevo mai fatto prima, poi sento delle mani bloccarmi. Non me ne curo, le respingo subito.
"Diana, sono io: Ernesto." dice mio fratello, cercando di tenermi ferma.
Vedo entrare anche gli altri e inizio a lottare contro Ernesto e ora anche contro Calum.
Mi strappo uno per uno i cerotti dalle braccia, poi passo alle gambe e infine al viso, facendo tanta forza da far sanguinare tutte le ferite.
Improvvisamente la porta sbatte e qualcuno entra nella mia stanza. Vedo il volto della ragazza e capisco. Francesca!
"Diana, fermati!" mi dice per poi mettersi accanto al letto.
Ernesto, Serena e Calum mi tengono ferma, poi vedo che Francy e Dan si mettono l'uno di fronte all'altra, accanto al mio letto.
"Ragazzi, non stringete la presa, rischiate di farla agitare di più."
Sento i ragazzi lasciare la presa e una mano piuttosto piccola e delicata prende la mia, piena di segni.
"Ehi! Ascoltami Diana, io so cosa provi... ci sono passata... ma non vale la pena di farti male per quella gente... Okay?"
Lei parla molto piano, con dolcezza, come sempre, e cerca di non stringere troppo la presa sulla mano che tiene tra le sue. Altrettanto fa mio fratello, che mi tiene l'altro braccio, sfiorandolo delicatamente, come fa sempre.
"Va tutto bene" mi dice a bassa voce la ragazza bruna. "Tu non hai colpa."
"Tu sei una ragazza coraggiosa, Lady! Ne verrai fuori. Anzi, ne verremo fuori insieme, d'accordo?" mi dice intanto mio fratello, sempre con lo stesso tono.
"Non ne verrò mai fuori! Mai! Fa troppo male!" dico, con la voce rotta dal pianto.
Loro non dicono niente. Nessuno mi dice niente. Continuano solo a sfiorare una per una le mie ferite scoperte.
Quelle ferite ora mi bruciano, ma quelle del cuore fanno ancora più male.
Sento solo delle morbide carezze sul viso e sulle mani, un lenzuolo mi copre fino alle ginocchia e le lacrime scendono lungo le guance bagnando i graffi e facendomi male, ma mi calmo. Mi sento tranquilla perché so di non essere da sola.
"Ti senti meglio?" mi chiede Serena, mantenendo quel tono sussurrato.
Mi limito ad annuire, troppo stanca per pronunciare una sola parola.
"Fra, ma tu non dovresti andare a casa? Domani hai un lungo viaggio da fare" dice Ernesto.
"Non fa niente, Ernesto. Mi rifarò durante il viaggio, ma io adesso non mi muovo da qui."
E lo fa davvero. Non si muove, neanche quando un medico viene a mettermi un sedativo nel braccio attraverso un'iniezione e un'infermiera mi mette i cerotti sulle ferite che ho scoperto.
Francesca's Pov
A quanto pare Diana dorme, perché le hanno iniettato non so cosa. Io continuo a tenerle la mano, anche se cerco di non premere troppo sui cerotti che le sono stati messi sulle ferite.
Ricordo il giorno in cui Samuele mi ha fatto più o meno la stessa cosa.
Comincio a piangere in silenzio ripensandoci e capisco perché Diana ha avuto quella crisi di nervi.
Mi asciugo le lacrime con l'altra mano, ma sembra non servire dato che aumentano ogni secondo che passa.
"Mi dispiace." mi dica di punto in bianco Daniel, con un tono quasi impercettibile. "Mi dispiace per lei e per te."
"Non preoccuparti per me. I ricordi fanno male, ma con il tempo si impara a sentirli. Quelli dolorosi, intendo. Ma lei... Diana... non meritava di essere trattata in quel modo... le sue ferite sono troppo fresche, forse è per questo che fanno più male!"
"Neanche tu lo meritavi, però."
"Io sto bene. Davvero."
No. Forse ora non sto bene. Non come la settimana scorsa, a quella gita, almeno. Forse sto mentendo a me stessa e lui vede qualcosa nel mio cuore che nemmeno io riesco a vedere.
Forse lui lo vede, perché sa come sono. Quasi come se mi conoscesse da quando sono venuta al mondo.
Lui non mi conosce da quella data, non sarebbe pessibile, ma mi capisce meglio di chiunque. O forse sono io che la vedo in questo modo?
"Tu non avresti problemi se restassi qui con Diana?" chiede all'improvviso.
Come potrei essere tanto egoista da fare delle scenate dopo quello che è successo a sua sorella? Diana è anche mia amica, non mi piace vederla stare male, non mi piace affatto.
"Non ho problemi, non ti preoccupare..."
Mi lascio sfuggire un piccolo singhiozzo. Non mi sono nemmeno accorta di non aver mai smesso di piangere.
"Solo... ti prego, se dovesse succedere qualcosa... qualunque essa sia, avvertimi!"
Lui si allontana dal posto in cui era prima, di fronte a me, accanto alla sorella, e viene verso di me per poi abbracciarmi forte, come non ha mai fatto prima.
"Sei davvero un angelo sceso in terra" mi dice.
"No! Tra noi due l'angelo non sono io... sono solo in pena per tua sorella. Le voglio bene e posso capire cosa prova, perché l'ho provato anch'io" gli dico, questa volta senza un filo di esitazione.
Gli prendo una mano e, cercando di non metterlo in una posizione troppo scomoda, l'avvicino a quella di Diana. So bene che lei si sente più sicura con lui che con me, infatti siamo riuscita a calmarla insieme.
"Spero solo che esca presto da qui. È anche l'ambiente che le fa continuamente ricordare, e poi ci sono questi cerotti che le saltano sempre all'occhio e la fanno pensare a quello..." dico.
Lui non dice niente. Semplicemente tiene strette me e Diana e restiamo tutti e tre uniti in quell'abbraccio.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro