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123: Quiete e tempesta

Diana's Pov
Sto andando in ospedale, dove sono anche Daniel e Serena, quando sento qualcuno bloccarmi per le spalle.
"Ragazzina, non provare a gridare o la tua carissima amica Francesca farà una brutta fine e non credo ti faccia piacere!"
La persona che mi parla è incappucciata, ma dalla voce capisco che si tratta di una donna. Sento qualcun'altro avvicinarsi e il diretto interessato mi prende i capelli in un pugno e inizia a tirare.
"Vediamo un po' ragazzina, cosa puoi offrirci?"
"Io... n-non ho nulla da darvi" rispondo balbettando.
Sento la donna mettere una mano sul mio viso e conficcarmi le unghie nella pelle fino a farla bruciare e sanguinare come non mai. Sento l'uomo tirare i capelli che sta ancora tenendo stretti nel pugno e con la mano libera inizia a cercare qualcosa che io non ho affatto.
Notando che non ho nulla inizia a graffiarmi le braccia, il collo, le spalle... come faccio?
"LASCIATELA!" sento qualcuno gridare.
I due mi piantano lì e si dirigono verso quella voce.
"Non fategli male, vi prego!"
È inutile. Sento un pugno colpire il volto del ragazzo che mi ha salvata e poco dopo perdo i sensi.
Calum's Pov
Quei maledetti mi colpiscono circa tre o quattro volte, poi se ne vanno.
Facendo un po' fatica mi alzo da terra e mi avvicino alla ragazza bionda.
"Diana! Diana, svegliati!" la chiamo, ma lei non reagisce.
Non l'hanno esattamente picchiata. L'hanno graffiata, ferendola lo stesso, e hanno strappato una ciocca dei suoi capelli biondi.
"Diana! Oh mio Dio, come faccio?"
Vedo un'auto fermarsi e una donna dai capelli rossi scendere e venirci incontro.
"Santo cielo, cos'è successo?"
"L'hanno derubata. O meglio, ci hanno provato. Per favore, mi aiuti!"
"Va bene. Vi porto all'ospedale..."
La giovane donna dai capelli rossi ci fa salire in auto, sui sedili posteriori, e parte di gran carriera verso l'ospedale.
Intanto io chiamo Serena. Spero che non si senta male...
Amélie's Pov
Non so perché, ma ho la netta sensazione che quel ragazzo non abbia voluto dirmi la verità.
Insomma, sembra che la ragazza sia stata aggredita e lui perde sangue dal naso e da uno zigomo. Non so, ma ho una pessima sensazione, anche se non li conosco affatto.
Per ora l'importante è arrivare in ospedale.
Serena's Pov
Sono ancora stretta tra le braccia di Franco quando sento il telefono squillare. All'inizio non rispondo, poi noto che il telefono squilla con insistenza.
"Amore, rispondi, sembra importante." mi suggerisce il biondo.
Prendo il cellulare e rispondo.
"Pronto?"
"Serena... sono Calum, l'amico di Francesca."
La sua voce è molto agitata. Cos'è successo?
"Calum... cos'è successo?"
"L'hanno aggredita."
"Chi hanno aggredito?"
"Tua sorella... Diana. L'ho trovata svenuta, in mezzo alla strada, e con il viso graffiato" risponde lui.
Mi si gela il sangue e finirei a terra se non fosse per Franco, che ha la testa appoggiata alla mia e mi sta tenendo stretta.
"E... d-dove la porterai?"
"All'ospedale in cui è ricoverata anche Francesca.  Tu sei lì?"
"S-sì..."
"Okay... allora ci vediamo tra poco, Serena."
Lui chiude la chiamata e sento che le mani mi tremano al punto che rischio di far cadere il telefono. Franco me lo toglie di mano e mi fa sedere sulle sue gambe.
"Piccola, ehi!"
"Ti rendi conto di quello che è successo? Mia sorella è stata aggredita... è terribile!"
"Sery, calmati" mi dice lui mentre alza una mano e mi accarezza il viso.
"E come faccio? La mia amica e cognata in ospedale, mia sorella in ospedale, perché tutto questo?"
"È vero, non è il massimo, ma Calum ha detto che tua sorella era svenuta e aveva dei segni sul viso, quindi vuol dire che con le cure adeguate starà bene. E per Francesca è lo stesso, tesoro."
Lo sento spostarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e darmi uo bacio sulla guancia. Piango, e anche tanto, ma con lui accanto poco a poco riesco a calmarmi.
"Stai meglio?"
"Molto meglio."
"Va bene, dai!"
Ci alziamo in piedi e andiamo verso la porta d'ingresso dell'ospedale. Chissà se Dan ed Ernesto l'hanno già saputo?
Francesca's Pov
Sento di nuovo un suono che mi fa pensare all'arrivo di un messaggio. Lo leggo, ma vorrei non averlo mai fatto.
Numero anonimo: "Quello che scoprirai presto è soltanto un avvertimento..."
Un avvertimento? E di cosa? Cosa dovrà succedere?
"Un avvertimento..."
"Francesca, di che parli?"
"U-un... un a-avvertimento!"
Sento qualcuno entrare precipitosamente nella stanza e una voce agitata dire: "Diana è stata aggredita e Calum la sta portando qui."
"E-era questo!"
Sento gli occhi di tutti puntati addosso.
"Che cosa? Di che stai parlando?"
"Gli anonimi... mi hanno detto che avrei saputo qualcosa e quel qualcosa era un avvertimento... che sarebbe accaduto altro!"
Ho una gran voglia di piangere, ma non riesco a fare nemmeno questo.
Sento la porta aprirsi di nuovo e qualcuno correre ad abbracciarmi. Lo riconosco dal modo in cui mi tiene stretta: è Cal!
Sento la sua guancia posarsi contro la mia e qualcosa di bagnato e appiccicoso sulla pelle. Non ci vuole un genio per capire che cos'è quella roba.
"Cal... ma stai sanguinando!" chiedo in un sussurro.
"Non importa... Dì sta peggio" mi dice Calum.
"Dove l'hanno ricoverata?" chiede Franco.
"Camera 224." risponde Calum.
"Okay... allora andiamo a vedere come sta" dico alzandomi.
"Francy, tra poco verranno a metterti la flebo." mi ricorda Daniel.
"È vero, ma tua sorella ora sta male, e forse è per colpa mia."
"Non ricominciare con questa storia!"
Lui mi sta "rimproverando", ma con il tono dolce di sempre.
Non è un vero rimprovero, non mi dà fastidio.
"Vado io da mia sorella, non ti preoccupare" mi rassicura dandomi un bacio sulla fronte. "Ehi! È colpa loro, non tua... va bene?"
"Va bene."
In realtà non ne sono convinta al cento per cento, ma è come se lui potesse lavare via tutto il dolore con poche, semplici parole, con una carezza, un abbraccio o un bacio, come è nel suo stile... come, purtroppo o per fortuna, solo lui sa fare, da sempre.
"Ehi! Stai tranquilla, okay?" mi dice prima di uscire, vedendomi assorta.
"Okay."
Pochi attimi dopo sento qualcuno entrare e un'infermiera mi mette una flebo al braccio come al solito.
Resto sdraiata, cerco di fare dei respiri profondi per calmarmi, ma quelle parole mi tormentano, mi mettono paura... molta. Troppa.
""Quello che scoprirai adesso è soltanto un avvertimento"..."
Diana's Pov
Mi sveglio e ho intorno una serie di tubi e vari macchinari.
Sento delle mani accarezzarmi le guance nei punti non coperti dai cerotti.
"Sorellina, ehi!"
Sorellina! Riconosco subito quel timbro e mi rilasso.
Al contempo, però, ho la sensazione di quelle mani che mi torturano. Non hanno fatto nulla di "sporco", ma i graffi che ho sulla pelle mi fanno sentire... così... sporca!
"Per favore, mandali via..." dico con un filo di voce.
"Chi, piccola Lady?"
"Quelli che mi hanno aggredita! Ti prego Dan, mandali via..."
"Non posso cacciare qualcuno che non c'è, tesoro mio! Siamo solo io e te."
Comincio ad agitarmi. Sento dolore e ogni fitta è una mano immaginaria che mi colpisce, che mi fa sentire più sporca, più umiliata.
"Perché mi stai vicino? S-sono sporca!" dico a bassa voce. "Sono sporca."
Lo sento chinarsi su di me e baciarmi la fronte. È sempre così protettivo con me! Il fratello maggiore ideale se vogliamo definirlo così.
"Piccola, non è vero! Ascolta, il fatto che tu sia stata ferita in questo modo non ti rende per niente sporca. Cerca di stare calma."
Continua a sfiorarmi il viso dolcemente, da perfetto fratello maggiore, di quelli che, se ti va bene, si vedono solo nei film o di cui si legge nei libri che raccontano storie di ragazzi.
"Piccola Lady, va tutto bene."
Piccola Lady!
Quel soprannome mi fa tornare una bambina. La piccola di casa, all'epoca.
Lui ha soltanto due anni più di me, ma è sempre stato protettivo con tutti, quanto basta, però. Né troppo né poco.
Appoggio la testa al petto di mio fratello e scoppio in lacrime. Lui mi tiene stretta a sé con un braccio e con la mano sinistra, libera da ogni fasciatura, mi scompiglia molto delicatamente i capelli per tranquillizzarmi e farmi sentire meglio.
"È stato orribile!" dico.
"Non posso dirti che lo so, perché non posso saperlo, non l'ho provato sulla mia pelle... però posso dirti che è passato, che i tuoi graffi guariranno e che tu uscirai di qui molto presto. Non hai nulla di grave, almeno a livello fisico."
Quell'"almeno a livello fisico" vuol dire che lui, come ogni volta, ha capito tutto. Ha capito che interiormente io sto malissimo.
"Sono orribile. Sono sporca... e quelle bestie hanno detto che faranno del male anche a Francesca!"
"Ti ho già detto che tu non sei... aspetta, cosa?"
So cosa voleva dirmi: che non è vero che sono sporca, è vero solo che loro sono soltanto delle bestie, e forse ha ragione a dirlo, ma io non riesco a convincermene... poi  quando ho detto che mi hanno minacciata di fare del male anche a Francesca lui ha cambiato radicalmente espressione e tono di voce, che da dolce e rassicurante è diventato preoccupato e sconvolto.
"Ho paura..." dico con un filo di voce.
"Questo è più che normale Dì, ma... cos'hanno detto? Dimmi."
Lo sento accarezzarmi delicatamente il viso contratto.
Sotto il suo tocco poco a poco mi rilasso.
"Erano due... ho capito che erano un uomo e una donna per le voci. Erano incappucciati... mi hanno presa, strattonata, graffiata, e mi hanno detto che, se non fossi stata ferma o se non avessi collaborato loro se la sarebbero presa anche con Francesca."
Lui non mi dice niente. Cerca di abbracciarmi, anche se con difficoltà visto che sono graffiata ovunque e i macchinari m'impediscono di muovermi.
"Va tutto bene, piccola Lady!"
Va tutto bene, piccola Lady! Va tutto bene, perché loro non ci sono. Va tutto bene, perché non staremo qui ad aspettare la prossima mossa. Va tutto bene, perché troveremo una soluzione e la troveremo rimanendo uniti.
Mi tiro su a sedere, anche se lo sforzo che faccio con le braccia mi fa bruciare i graffi che sono su di esse.
Quei due mostri non mi hanno picchiata, anche se ci sono andati molto vicino. Troppo.
Mi sento ancora male, perché ho la pessima sensazione delle loro dita sulla pelle, che mi graffiano, mi umiliano, mi fanno star male.
"Grazie" dico a bassa voce, rivolgendomi a mio fratello.
"Non hai bisogno di ringraziare Dì, sei mia sorella e io voglio aiutarti. Ora, però, riposati."
Prima di andare via mi fa una carezza tra i capelli, come è nel suo stile, e mi sorride come per dirmi che va tutto bene... ed io ci credo.
Ecco perché lei si è innamorata di lui. Non che sia difficile, ma so che Francy non si fida troppo facilmente degli altri.
E, allo stesso modo, lui non va in cerca di ragazze frivole.
Sento la porta aprirsi, mi volto e vedo una figura avvicinarsi al mio letto.
"AIUTO, Non FARMI MALE!"
"Diana, sono Calum." mi dice il ragazzo sedendosi accanto a me sul letto e prendendomi una mano, completamente ricoperta di cerotti, per poi iniziare ad accarezzarla.
Con l'altra mano lo sento toccare i cerotti sul mio viso, uno per uno, e lui mi guarda. Non mi trova orribile? Neanche un po'?
"Non ci pensare nemmeno! Tu non sei affatto orribile, okay?"
Ma cosa...? Mi legge anche nel pensiero, ora? Andiamo bene!
"Calum... io... io non so più cosa pensare..."
"Pensa soltanto che starai bene perché qui ti cureranno e le uniche cicatrici che resteranno saranno sul tuo cuore, piccola."
Sento le sue labbra farsi spazio tra i numerosi cerotti e posarsi sulla mia guancia destra, la più vicina a lui.
"Vuoi che resti un po' qui con te?" mi chiede.
"Okay, grazie."
Francesca's Pov
Sono ancora ferma sul letto, con Franco e Serena seduti accanto e ancora quella flebo al braccio che non è una delle più gradevoli esperienze della mia vita. Quella risale a sette anni fa, o, se vogliamo andare in tempi più recenti, a un anno fa, al giorno in cui ho rivisto il mio Ragazzo dei Miracoli.
Sto divagando come al solito, ma con tutto quello che sta accadendo devo farlo per non impazzire.
Sento Serena scuotersi leggermente e la sua pelle infiammarsi, segno evidente che sta piangendo silenziosamente.
Spesso la pelle delle persone si riscalda quando loro piangono, anche se non so perché. Comunque, per averne la conferma, alzo piano la mano sinistra, quella che posso muovere come mi pare, e le tocco la guancia sentendola bagnarsi sotto le dita.
"Mi dispiace." riesco a dirle a bassa voce. "Sono sicura che c'entrino le persone che mi stanno minacciando."
"E allora? Non è colpa tua se loro hanno qualche rotella fuori posto." mi consola lei. "Io piango per te e per mia sorella. Ho paura che ti succeda qualcosa, o che facciano ancora male a Diana... o peggio, che lei inizi a farsi del male!"
Che lei inizi a farsi del male.
Quelle parole mi arrivano come una serie di schiaffi. Sette schiaffi, per la precisione. Uno schiaffo per ogni parola.
Diana potrebbe avere un calo di autostima e iniziare a farsi veramente male!
Sento il telefono suonare annunciandomi l'arrivo di un altro messaggio.
Mi allungo verso il comodino per prendere sia il telefono che la Barra Braille.
Numero anonimo: "Hai visto quello che è successo alla tua "cognatina"? Sai, potrebbe esserci un altro incidente, povera bambina!"
Mi trattengo a stento dal lanciare in aria tutto quello che ho in mano e inizio a tirare la flebo.
"Staccatela, vi prego" supplico tra le lacrime.
"Francesca, non scherzare!" mi dice Franco.
"Non scherzo, staccala!" dico.
Mi agito, il braccio al quale è attaccata la flebo mi fa un male tremendo... lo sento tirare fino all'impossibile.
Continuo a tirare anche io, ma inutilmente.
Sento la porta aprirsi e qualcuno dirigersi velocemente verso di me.
Sento una mano fermarmi il braccio e delle parole mi arrivano alle orecchie.
"Calmati Francesca, va tutto bene. Diana sta bene" mi dice Daniel mentre mi tiene fermo il polso.
"Loro hanno preso di mira me e vogliono fare del male a quelli che amo!"
"Ti hanno scritto un'altra volta, è così?"
"S-sì..." balbetto.
"Credo sia ora di scoprire chi sono. Tu fidati piccola, non resterai sola... ti fidi di me?"
"E come potrei non fidarmi di te?" gli chiedo.
"Ti prometto che farò di tutto per trovare queste persone, dovessi coinvolgere il mondo intero, ma tu devi stare bene, ti prego!"
Annuisco, perché anch'io desidero stare bene, almeno quanto lo vuole lui. Sono stufa di soffrire, di piangere, di cadere... sono stufa. Punto. Ma nonostante questo non ho la benché minima intenzione di arrendermi. Non renderò il gioco tanto semplice a quei mostri, davvero!
Mi calmo del tutto dopo aver parlato con lui.
Lo sento mettersi accanto a me e tenermi per mano come se non ci fosse un domani. Lascio che lo faccia perché mi calma.
"Evidentemente quando sei agitata riesci ad attirarti più liquido nel sangue." mi dice Serena. "La flebo è finita."
Sorrido per il tono scherzoso della ragazza seduta all'altro capo del letto.
La sento scuotere la campanella che serve per chiamare gli infermieri e una di loro entra e mi toglie la flebo con una delicatezza quasi inesistente.
Mi metto seduta sul letto. Mi dà fastidio restare sdraiata davanti a loro.
"Tesoro, domani ti dimettono!" mi dice Daniel.
"Domani mi dimettono? Dici davvero?" chiedo, con il viso illuminato.
"Quant'è vero che ti voglio troppo bene!" mi dice, e io mi lancio dal letto per ritrovarmi stretta tra le sue braccia, nell'abbraccio più magico e bello di sempre.

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