110: Perdono!
Francesca's Pov
Non c'è che dire: ho accanto un ragazzo davvero generoso ed empatico. È stato così caro a fare quel montaggio! Non so dove abbia trovato il tempo a dire il vero, ma giuro che mi sento veramente bene. Gliel'ho scritto, ma non sarà mai abbastanza, neanche se la fortuna si volterà verso di me per offrirmi il coraggio sufficiente a dirglielo quando ci vedremo.
"Ehi! Francesca, Francesca!" mi chiama Giorgio.
"Giorgio!" dico facendomi strada con il mio occhio a rotelle e andando verso di lui.
"Francy, dovrei presentarti una persona!" dice.
"Davvero? Dai, sono curiosa... chi è?" chiedo.
"La mia sorellina!" mi risponde Giorgio. "Dai, su, dammi il bastoncino... ti accompagno io!"
Et voilà! Come al solito ci sono i diminutivi dovunque io vada e devo mordermi il labbro per non scoppiare a ridere di colpo come una scema.
Gli passo il mio occhio a rotelle e lui mi prende sottobraccio e mi porta con sé.
"Eccola! Sofi, vieni!" dice di colpo.
Sento una voce allegra che grida: "FRATELLONE!", e la ragazza che l'ha appena detto lo abbraccia forte.
Lo so perché Giorgio mi lascia la mano e sento che strofina la mano sulla schiena della ragazza.
"Sofia, girati. Lei è la ragazza di cui ti parlavo" dice Giorgio.
"Ah, lei è la famosa Francesca!" dice Sofia.
"Famosa addirittura?" chiedo sorpresa.
"Ebbene sì!" mi risponde lei. "Io conosco quasi tutti i ragazzi della CSC e molti mi parlano di te."
"Oh, wow! Non immaginavo... di aver fatto tanto scalpore!"
"Okay, però io immaginavo che tu eri speciale! Lo immaginavo, ma a quanto pare ho visto un po' meno nelle mie aspettative! Tu le hai ampiamente superate, sai?"
"Strano, ma non ho fatto nulla" dico timida.
"Sai, Sofia ha la tua età." mi dice Giorgio. "È una sorella meravigliosa, te lo posso assicurare!"
"Ma io ci credo Giorgio." dico continuando a ridere. "Permetti?"
Mi avvicino a Sofia e l'abbraccio.
"Toccami il viso, Francesca! Magari mi riconoscerai senza che io debba parlarti!"
Sorrido pensando a quando ho toccato il viso a suo fratello e, ancora prima, a Daniel.
So che sembrerà strano, ma lui è stato il primo in assoluto a cui ho toccato il viso.
""Vorrei vedere anche te, ma mi vergogno di fare da sola. Mi sento in imbarazzo... e io..."
"Tranquilla, ti guido io"."
Sofia mi prende le mani e le porta sul suo viso. Io, con le dita tremanti per quello che sto facendo, le sfioro il volto, sentendo i suoi lineamenti, i suoi capelli, e di colpo esclamo: "Hai i ricci!"
"Sì, come i tuoi, ma i miei sono biondi mentre i tuoi sono di un color castano scuro!"
Sorrido e continuo a toccarle il viso.
"Che occhi grandi!" le dico con un sorriso.
"Abbastanza!" mi dice Sofia.
"Sei bella!" le dico.
"Addirittura... bella? Grazie" mi dice Sofia.
Giorgio sorride e dice: "Siete tutt'e due molto belle!"
Improvvisamente sento una voce abbastanza familiare che mi chiama.
"Francesca!"
Giuditta? Cosa ci fa qui? Che altro vuole da me?
"Possiamo parlare un momento?" chiede con tono basso.
"Giuditta, cosa mi devi dire?" chiedo nervosa.
"Ti prego, solo pochi minuti."
"Giorgio, puoi darmi il mio oc... il mio..."
"Ho capito. Tieni." mi dice lui, passandomi il mio occhio a rotelle. "Stai attenta, okay?"
Annuisco e gli mando un bacio volante, facendo altrettanto con sua sorella per poi voltarmi e seguire Giuditta. Lei mi cammina davanti senza dire una parola e so che c'è solo perché sento i suoi passi, altrimenti avrei qualche dubbio.
"Giuditta, dove stiamo andando? Che cosa vuoi farmi stavolta?"
"Ti prego, stavolta fidati di me, Francesca." mi dice per poi tornare a chiudersi nel suo silenzio. A quel punto mi rassegno e la seguo, fino a quando la rotella della mia guida non urta qualcosa e la ragazza che cammina davanti a me mi dice: "Qui!"
Arriviamo in un posto isolato e ci sediamo su di un muretto. Chiudo l'occhio a rotelle e lo metto nel solito sacchetto di tela. Spero che Giuditta si decida a parlare perché questo posto mi fa sentire nervosa.
Lei, però, non si decide a parlare, quindi mi decido io a chiederle: "Giuditta, che mi volevi dire?"
"Beh... ecco... il fatto è che io in questo periodo ho pensato molto ad alcune cose che ti... che ti riguardano e..."
"Giuditta, mi stai spaventando davvero, parla" le dico, agitata fino all'impossibile.
Tra di noi s'insinua il selenzio, almeno finché...
"Perdonami." mi dice di colpo la ragazza che mi è seduta accanto.
Quasi mi strozzo con la saliva quando mi dice quella semplice parola.
Semplice, però così speciale...
"Perdonami per averti fatto del male, perdonami per aver dato retta a mio fratello, perdonami per il trauma che stavo per provocarti. Insomma... perdonami... per tutto quanto!"
Sento un singhiozzo e per poco non mi prende un colpo.
Giuditta è qui, davanti a me, e sta piangendo! Non mi piace affatto sentirla piangere, mi fa veramente male, quindi mi alzo, vado verso di lei e la stringo forte a me.
"Giuditta... ehi! Sono qui!"
"Sei così buona tu, Francesca! Invece io..."
"No, ehi, ehi, è tutto a posto, tranquilla!"
"No, perché io ti ho fatto una cattiveria dietro l'altra!"
La stringo più forte, come per dirle di non dire altro, come per dirle che è tutto passato e che basta che lei dimentichi e che io l'ho già fatto. Beh, in realtà non ho dimenticato, non posso, ma posso passare oltre e metterci... una pietra sopra...
Magari, chissà, con il tempo io e lei potremmo diventare amiche e confortarci a vicenda, abbracciarci come stiamo facendo adesso.
"Lui ti voleva bene a suo modo" dice piangendo.
So benissimo che si riferisce a suo fratello.
Quando noto che ha parlato di lui al passato, però, un terribile dubbio s'insinua in me e mi fa paura.
"Perché lo dici in questo modo? Perché parli al passato?"
"Tranquilla" mi rassicura Giuditta, "lui sta bene... solo che è partito."
"Ah, intendevi questo!"
"Quel ragazzo che spesso stava con te... è una bella persona."
"Aspetta, ferma un attimo... di chi parli?"
"Di... aspetta, com'è che si chiama? Samuele me l'aveva detto una volta, parlando di voi due... ah, eccolo! Daniel! Sai, una volta io ti ho spiata nel cortile dell'ospedale... quando lui è dovuto partire."
Ricordo che quel giorno ho pianto tanto, anche se non volevo, e lui mi ha abbracciata.
""Ehi, che fai, vado a fare una cosa che mi piace molto e reagisci così? E quando partirò per il fronte che cosa farai, piccola?"
"Ah no, eh, per il fronte no"!"
Ricordo che lui era riuscito a farmi ridere con quella battuta.
Cioè, per dirla meglio, all'inizio ero spaventata. Insomma, se fosse successo trent'anni fa avrei dovuto davvero salutarlo per quello... come già accadde tra i miei genitori.
Ho riso in seguito, quando lui ha detto: "E io come ti lascio qui con questo faccino?"
"Eh già, lui è una bella persona!" dico sorridendole. "E sono felice che sulla mia strada ci sia capitato proprio lui, sai?"
"Spero anch'io di incontrare una bella persona" mi dice Giuditta.
"Vedrai che non tarderà ad arrivare!" dico.
"Dici davvero?"
"Davvero davvero davvero" rispondo e Giuditta scoppia a ridere anche se io non vedo la comicità di quello che le ho appena detto.
"Ehm... Giuditta, perché ridi?"
"Non lo so... mi ha fatto ridere il tuo modo di dire tre volte la parola: "Davvero"." mi risponde. "E... Siamo amiche?"
Noto che lei si è un po' calmata e le rispondo: "Sì!"
"Ma sei seria?"
"Naturalmente!"
Giuditta mi stringe in un abbraccio con il quale per poco non mi stritola!
"Giuditta, ehi, allenta un po' la presa... stai stringendo troppo." le dico tra le risate.
"Oddio, scusa!"
"Dai, non fa niente, Amica!"
Torniamo dove eravamo prima, ridendo e scherzando come mai nella vita mi sarei aspettata.
Chi l'avrebbe mai detto? Io e Giuditta che camminiamo a braccetto, ridendo e scherzando come due matte o deficienti o come vi pare, ed io sono felice.
Giuditta's Pov
Questa ragazza è davvero l'amore fatto persona! Non ha esitato a perdonarmi e ora che le ho chiesto scusa, (sinceramente), mi sento molto più leggera e sono felicissima di avere la sua amicizia. Non ci speravo, ma con lei il detto: "Finché c'è vita c'è speranza" si può definire perfetto. Lei è capace di perdonare e l'ha dimostrato parecchie volte.
Chi lo sa? Magari, in un futuro, sarò anch'io una buona amica.
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