106: Partenza e flashback
Francesca's Pov
Ebbene sì, è trascorso il tempo restante prima della mia partenza per le vacanze. Questa volta raggiungerò Giorgio, in un residence che si trova in Molise. Sto per mettermi a letto quando mi scrive proprio lui: Giorgio!
MrBean: "E allora, piccola Francesca? Sei pronta all'avventura?"
Io: "Se solo la smettessi di chiamarmi in quel modo..."
Accidenti, quel soprannome mi ricorda troppo qualcun'altro, e visto che lui è lontano per lo stesso motivo di Giorgio io non vorrei proprio pensarci troppo.
Già basta mia madre che mi dice di vedermi strana. Eh già, perché con tutto quello che è successo in questo periodo dovrei anche essere "normale"!
MrBean: "Ti dà fastidio?"
Io: "Non è questo... è solo che... se penso a questo nomignolo io..."
MrBean: "Okay Francy, non ti preoccupare. E comunque... domani ci si rivede, eh?"
Io: "Così sembra! Come stai?"
MrBean: "Okay che quando ci siamo conosciuti arrivavi tardi, ma non ti sembra prematuro chiedermelo ora visto che ci vedremo domani?"
Io: "Ho la mente puntuale!"
MrBean: "Comunque sto bene! Tu?"
Io: "Anch'io."
Improvvisamente lui mi manda un Audio con la canzone: "Vamos a la playa" che, a quanto pare, sarà una delle costanti del residence in cui lui lavora.
Mentre ascolto quella canzone ripenso ad una cosa che mi è accaduta proprio sette anni fa, quando ho conosciuto Stefano e, di sfuggita, un ragazzo che ora mi ricorda qualcuno.
""Ehi!" la voce di un ragazzo mi chiamava mentre camminavo con le mani avanti. So che mi chiamava perché lo sentii sfiorarmi una mano.
"Ciao..." dissi in un sussurro.
"Sei la bambina che il Grande Capo ha fatto diventare rossa, vero?" mi chiese.
Sentii le guance ardere e abbassai la testa, sperando che quel ragazzo non lo notasse.
"Okay, sei lei! Comunque non ti preoccupare."
Quello che mi aveva detto Stefano mi aveva messo addosso molta tensione.
"Non volevo..."
"Ma cosa? Non hai fatto nulla" mi disse lui. "Io volevo solo chiederti se ti andava di vedere il Sole. Cosa ne dici?"
"Ma io... Come faccio?" chiesi tristemente.
All'epoca non mi piaceva il mio non vedere. Non lo accettavo, insomma.
"Fidati di me."
Mi prese gentilmente per mano e mi portò con sé per poi farmi sedere su una panchina e sollevarmi da terra.
Sentii che alzava una mano e con delicatezza mi girava il volto.
"Lo senti il calore sul viso?" mi chiese con gentilezza.
"Sì..." risposi con un sorriso, "è bellissimo."
Lui si avvicinò e mi lasciò un bacio sulla tempia.
"Anche tu, però." mi disse.
"Anch'io cosa?"
"Anche tu sei molto bella"..."
Tutto questo è successo mentre, in lontananza, risuonava quella canzone. E ora che ci penso... ho la sensazione che quello non fosse stato il mio ultimo incontro.
Io lo chiamavo: "Il ragazzo dei miracoli", perché mi aveva fatto vedere il Sole in un certo senso... e anche perché non conoscevo il suo nome.
Aspetta... mia madre ci aveva registrati! Oddio, dov'è quella cassetta?
Inizio a scavare tra le vecchie cassette e finalmente la trovo. Prendo la telecamera e l'accendo. Non ho bisogno di aiuto, so benissimo come funziona e quali tasti premere. Quando ascolto quella voce per poco non mi prende un colpo.
Il tono gentile, quelle parole, e una leggera sfumatura nella voce mi fanno pensare... a lui!
Cerco tra i contatti quello con il nome: "Mi Angel", scritto in spagnolo, non in inglese.
Io: "Ciao..."
Mi Angel: "Ehi, piccola!"
Io: "Ti posso fare una domanda?"
Mi Angel: "Sei sempre la stessa! Per fare una domanda chiedi il permesso? Dimmi tutto, tesoro!"
Resto con le dita posate sulle lettere della parola: "Tesoro".
Io: "Se posso saperlo... da quanto conosci Stefano?"
Mi Angel: "Da tutta la vita, perché?"
Io: "Perché sette anni fa... c'era un ragazzo nel posto in cui era lui, e in pratica lui mi ha presa in braccio e mi ha fatto vedere il Sole."
Mi Angel: "E non ti ha detto il suo nome, non è vero?"
Io: "No, non me l'ha detto... ma mia madre mi ha registrata."
Mi Angel: "E...?"
Io: "Mi è sembrato di riconoscerti..."
Daniel's Pov
Questa mi è nuova. Forse è vero che l'ho già vista... forse quando lei aveva appena dieci anni l'avevo già incontrata. Io me la ricordo una ragazzina bruna, all'epoca con i ricci molto più lunghi e due grandi occhi, castano scuri come i capelli, le guance spesso tinte di rosso e un sorriso timido e bellissimo. Era lei! Quella bambina era lei!
"Ehi bro! Bro! Ci sei?" mi chiama Ernesto.
Ebbene sì, anche lui mi ha raggiunto insieme a Diana e a Melissa, che dopo l'incidente di Serena ha stretto un legame stupendo con mio fratello.
"Sono qui, stai tranquillo" gli rispondo.
Abbiamo finito il lavoro pubblico da poco e a breve ci dovremo spostare per le prove. Funziona sempre più o meno così con questo tipo di lavoro, però mi piace perché vedo il nostro gruppo molto unito e molte facce felici... vuol dire che sta andando bene. Tra tanti volti, però, ne spicca sempre uno immaginario: una testa bruna con due occhi luminosi nonostante tutto quello che la loro proprietaria si trova ad attraversare, ed un viso rosso per l'imbarazzo.
È lei! Ora non ho dubbi: è lei quella bambina!
Francesca's Pov
Non ho più alcun dubbio! Lui è il ragazzo dei miracoli, quello che mi ha fatto vedere il Sole sette anni fa.
Lui me lo conferma, aggiungendo che deve andare, ed io gli mando uno smile dato che sto tornando la stessa Francesca che lui ha conosciuto poco meno di un anno fa. Tra due giorni sarà un anno che lo conosco, o meglio: che l'ho riconosciuto, e spero di riuscire a dirgli qualcosa, almeno il 31 agosto, cavolo!
Dopo vari tentativi finalmente mi addormento...
"Ehi! Piccola, svegliati, è ora di partire."
Mia madre mi scuote con delicatezza un braccio, accarezzandomi il viso con l'altra mano. È incredibile quello a cui mi fa pensare questo contatto.
La persona che ti viene in mente quando qualcuno ti tocca i punti chiave ovvero viso, spalle e ricci, vorrai dire!
Eclissati! Non voglio litigare per un'altra settimana di vacanza, chiaro?
Perché, durante le settimane di vacanze ti do tanto fastidio?
Ma se ti sei messa a stridere come un martello pneumatico quando ho conosciuto...
Perché sei innamorata!
Ma insomma! Me lo fai apposta?
Cosa c'è? Ora è Giorgio che t'interessa?
Ma proprio a me doveva capitare una coscienza così controversa?
Mi alzo dal letto quasi di scatto. Dovunque io vada per me la settimana di vacanza è come qualcosa di meraviglioso che piove dal cielo e quando capita io lo raccolgo!
Vado a prepararmi, prendo tutte le mie cose ed esco dal mio appartamento. Sono tutti fuori, (e non solo di testa), quindi ci sbrighiamo a salire in auto.
...TRE ORE PIÙ TARDI...
La verità? L'anno scorso i ragazzi hanno fatto benissimo a definire il viaggio di andata casa-residence un'agonia! Io sono stata seduta dietro, in mezzo ad alcune valigie che non entravano nel portabagagli, con mio padre che mi diceva ogni trenta secondi: "Francé, abbassa la testa!", un caldo soffocante perché l'aria condizionata per noi è off limits e non vedo l'ora di uscire da qua dentro e smettere di fare la sardina!
Appena scendo dall'auto cerco di estrarre dal sacchetto il mio occhio a rotelle, ma una mano mi ferma il polso. La mano di una ragazza.
"Ginevra!" esclamo riconoscendo il suo tocco.
"Ciao amica mia!" mi saluta, saltandomi letteralmente al collo per abbracciarmi.
"Oh Francy, ma come stai?" mi chiede.
"Sto benissimo, e tu?" le chiedo di rimando.
"Non potrei stare meglio."
"Dimmi: Giorgio è ancora in spiaggia, vero?"
"Sì, ma io sono venuta comunque a salutarti..."
"Oh, ma io dove la trovo un'amica come te, eh?" chiedo.
"Ce ne sono a bizzeffe di persone come me" mi risponde lei con un sorriso.
"No, fidati..."
"Fra, dobbiamo andare a sistemare le nostre cose!" mi dice mia madre.
"Scusa Ginevra, devo proprio andare!"
"Tranquilla, ci vediamo stasera amica mia!" mi rassicura lei. "Ciao, a dopo!"
"Ciao Ginevra, e salutami il folle!" le dico.
"Riferirò!"
Dopo questo ci dirigiamo verso la casetta e mia madre inizia a farmi vecere le posizioni dei vestiti, della mia stanza, insomma, tutto! Peccato che per sistemare i bagagli impieghiamo tutto il pomeriggio, infatti riusciamo a stento a vedere la spiaggia.
Si è fatta sera e non vedo l'ora di andare a salutare Giorgio e Ginevra.
"Mamma... posso cominciare ad avviarmi?" chiedo, notando che tutti gli altri sono ancora nel pieno dei preparativi per la serata.
"Va bene, ma fai attenzione!"
Annuisco, prendo il mio occhio a rotelle e cerco di orientarmi attraverso i suoni. Credo di essere vicina quando una presa scottante mi afferra delicatamente il polso e quasi non mi viene un colpo quando una voce gioviale dice: "Ehi Francesca!"
"Ciao Giorgio" dico salutandolo con un abbraccio, come è di rito da quando lo conosco. "Non cambi mai, eh?"
"Perché?"
"Perché hai sempre avuto l'abitudine di apparirmi davanti e farmi prendere uno spavento!" rido.
"Scusami, ma eri talmente concentrata che non ho resistito ad avvicinarmi" spiega Giorgio senza però smettere di sorridere. "Dai, metti via questo che ti accompagno io!"
Ripongo il mio occhio a rotelle e Giorgio mi prende a braccetto e mi porta verso l'anfiteatro, facendomi sedere accanto a qualcuno.
"Ti lascio in buone mani." mi dice. "Ora devo profrio andare. A dopo!"
"A dopo!"
Cerco la persona che mi è seduta accanto e quando lei mi prende la mano realizzo che altri non è che la mia migliore amica: Ginevra.
"FRAAAAA!" grida stringendomi in un abbraccio.
Tempo qualche secondo e mi sento sfiorare una spalla.
"Ehi!" mi dice la persona al mio fianco.
"Alessandro!" dico mentre gli getto le braccia al collo. Poverino, sotto questa felpa starà soffrendo, per cui mi stacco subito da lui e gli dico: "Oh, scusami!"
"Tranquilla" mi rassicura lui.
"Ma hai il dono dell'ubiquità o cosa?" chiedo.
"Perché mi fai questa domanda?"
"Perché fino a due secondi fa eri là dietro... dove ora è Giorgio... come fai ad essere arrivato qua?"
"Non è molto lontano, sono le casse ai lati che fanno questo effetto!"
"Ah, va bene."
"Ora devo andare! Ci si vede, piccola!"
"A dopo, Ale!"
Lui torna alla sua postazione e Ginevra scoppia a ridere.
"Come mai sei diventata curiosa riguardo questo?"
"Perché ho notato che anche i restanti ragazzi della compagnia lo fanno spesso" rispondo calma. "Cioè, mentre sono là all'improvviso te li trovi qui, in mezzo alla gente, è bello!"
"Questo è vero" dice Ginevra.
Appena terminato lo spettacolo dei bambini vengono messe delle canzoni in sottofondo, cosa che mi porta a pensare che oggi i ragazzi passano la mano.
Giorgio ci si avvicina e iniziamo a parlare del più e del meno, dato che almeno io non lo vedo da un bel po' di tempo. Nel frattempo gli altri ci hanno raggiunti e sono diventati i soggetti delle sue battute.
Finito il tempo da trascorrere all'aperto torniamo alle nostre casette, (Ginevra, a quanto pare, abita in quella assegnata ai ragazzi dello staff), e andiamo a letto.
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