104: Pentimenti e perdono
Francesca's Pov
Mi risveglio su qualcosa di morbido e accogliente, cosa un po' strano perché non ricordavo che il pavimento di uno scantinato fosse così. Tendo le braccia e un brivido mi percorre tutto il corpo quando sento sotto le dita un... lenzuolo! E poi... la forma del letto, la libreria alla testata... la scrivania dal lato opposto! Sono a casa mia!
Mi alzo un po' titubante, vado verso la scrivania e ne percorro ogni centimetro, trovando il mio sacchetto di tela della CSC con dentro il mio occhio a rotelle. Gratto anche il muro come un felino e me ne infischio dei brividi che mi provoca quel gesto. Non brividi d'imbarazzo, tutt'altro!
"Sono a casa!" dico in un sussurro. "Sono a casa!"
Sento due braccia cingermi la vita e visto che ho il cuore con le immagini delle persone installate dentro, (metaforicamente, non sono mica un robot), grido: "MAMMA!"
"Amore, come ti senti?" chiede.
"Sono troppo felice" rispondo abbracciandola.
"Ti ha fatto... qualcosa?" mi chiede ancora la mamma.
"Niente di nuovo! Ma come sono arrivata qui?"
"Non lo so." mi risponde lei. "Ero così felice di sapere che stavi bene, che eri con me, da non pensare a come... a come avessi fatto!"
"Mamma... credo che nel sogno che ho fatto ci sia un fondo di verità." spiego.
"Che sogno?"
Le racconto tutto e lei mi sembra sorpresa.
"Cioè, fammi capire... tu hai sognato Daniel che ti ha detto che avresti intenerito il cuore a Samuele e tu credi che lui ti abbia portata qui poco dopo?"
"Forse. Io nei sogni ci credo" dico sottovoce.
"Infatti sei una sognatrice!"
"E questo te lo può dire chiunque!" dico.
"Lo so, non c'è bisogno che me lo dica qualcuno."
"Mamma... io ci credo, davvero! Forse dovrei cercare di sapere cos'è successo, non lo so!"
Finisco appena di dirlo poiché sento il telefono squillare e la suoneria della Michielin: "L'amore esiste", che io amo con tutta me stessa, preannuncia una conversazione con qualcuno che non conosco, questo l'ho saputo grazie alla mia macchinetta da scrivere.
"Pronto?"
"Pronto, qui è la centrale di polizia! Lei è la signorina Francesca Bernardi?"
Non ho nemmeno avuto il tempo di metabolizzare l'informazione che l'uomo mi ha dato perché mi ha fatto quella domanda.
"Sì... sono io" rispondo. "In che cosa posso esserle utile?"
"Un tale di nome Samuele Bellavista è venuto qui dicendo di volersi costituire per sequestro di persona e lesioni, entrambe le cose rivolte a lei."
Santo cielo, io credevo di aver finito con i commissariati... ma che ho fatto di male? Cosa?
"Potrebbe venire qui e confermare o smentire quello che ha detto il signor Bellavista."
"Il commissariato dell'altra volta, giusto?"
"Esatto. Sa come arrivarci?"
"Non si preoccupi, anche se non lo sapessi lo potrei imparare strada facendo."
"Allora la prego, venga qui il prima possibile."
"Okay. Arrivederci..."
"Arrivederci signorina, e grazie!"
Sento la testa iniziare a girahe e mia madre mi afferra giusto in tempo per un braccio.
"Sei pallida, amore mio! Cosa ti è successo?"
"Samuele..." sussurro, quasi timorosa di farmi sentire proprio da lui.
"Cos'ha fatto?"
"Si è costituito... io ora devo andare in... in... In commissariato!"
"Tu non hai colpa, perché te la prendi così, piccola?"
"Perché non ne posso più di entrare e uscire da quel posto!"
"Vuoi che ti ci accompagni io?"
"No, non ti preoccupare, hai già problemi a sufficienza per conto tuo e molto più gravi!"
So che ora sto seguendo la filosofia del benaltrismo, ma credo che questa volta dovrò confrontarmi da sola con Samuele, per capire dove vuole arrivare.
Stringo in un abbraccio mia madre e vado a prendere tutto l'occorrente per il movimento... destinazione commissariato di Poggioreale... accidenti!
Arrivo in pochi minuti, spengo il navigatore e do la bici al custode per poi farmi strada con il mio occhio a rotelle fin dentro il commissariato.
"Sei venuta!" dice la voce familiare di Samuele.
Di solito quella voce non mi fa provare altro che paura, rabbia e preoccupazione, ma questa volta c'è una sfumatura diversa, magari anche più dolce.
"Perché stai facendo questo?"
"Perché... ho capito solo ora che tu meriti di essere amata... di essere riempita di baci e carezze tutti i santi giorni. Ho intenzione di togliermi di mezzo e lasciare che tu viva la tua vita insieme a qualcuno che ti renda felice, ma per davvero, non a parole!"
"Samuele... non farlo" gli dico cercando di sembrare tranquilla anche se non mi riesce affatto. "Ascoltami: tu mi hai liberata, mi hai permesso di ritornare a casa e adesso... adesso ti stai costituendo per lasciarmi vivere la mia vita..."
"Io lo farei. Perdonami se sono stato tanto vigliacco da farti star male" dice Samuele.
"Vieni!" gli dico allargando le braccia.
"Cosa?"
"Acqua passata! Dai, vieni, non rimanere là fermo come un palo della luce" gli dico.
"Questa cosa del palo la dici spesso, vero?"
"È il mio intercalare!"
"Signorina Bernardi! Signor Bellavista!" ci chiama qualcuno che conosco fin troppo bene. Il commissario!
"Mi scusi... io direi che il mio caso è... da archiviare. Se poteste non far arrestare il signor Bellavista sarebbe meglio."
"È sicura, signorina? Lui ha molti precedenti!"
"Precedenti dei quali è pentito e io credo che la reclusione non lo aiuterà."
"Va bene. Se lei se la sente di ritirare le accuse in precedenza rivolte a questo giovane il caso verrà archiviato, ma non esiti a rivolgersi alle autorità in casi necessari" mi dice il commissario. "E si prenda cura del suo cuore, signorina, che è un dono prezioso e non tutti lo usano a dovere!"
Sorrido a quell'uscita e arrossisco, come del resto mi capita ogni volta che qualcuno mi fa un complimento, di qualunque tipo esso sia.
"B-beh, i-io... io la ringrazio molto... per... per questo" dico balbettando per poi girarmi e salutarlo con la mano.
"Aspetta..." mi dice Samuele fermando il mio braccio dal muovere il mio occhio a rotelle e tirandomi a sé.
Mi lascia un bacio sulla guancia, la destra, e forse è per questo che io non ho la sensazione delle sue labbra sul viso, ma di altre labbra, che fin da subito mi hanno dato tantissimo.
"Arrivederci piccola Francesca!"
Bum! Rossa come un pomodoro, con il batticuore e il corpo in preda ad un tremore incredibile. Questa sono io: un fascio di emozioni che si concentrano tutte insieme e sono una bomba ad orologeria... e tutto per un nomignolo. Ogni volta che qualcuno lo pronuncia ecco che io mi ricordo di... LUI!
"A-arrivederci folle Samuele!"
Gli do un soprannome preso a caso, tanto per cercare di annientare l'imbarazzo che provo quando qualcuno mi chiama con i soprannomi che il più delle volte usa LUI.
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