102: Persone e personalità scambiate
Francesca's Pov
Appena appoggio l'orecchio alla porta sento dei sussurri, ma in effetti non avrei bisogno di stare tanto vicina alla porta perché se c'è un senso che mi funziona alla grande è proprio l'udito!
È quello che carbura meglio, si può dire.
"Samuele... che cosa vuoi fare? Perché m@ tieni qui?" chiede Matilde.
Mio Dio, mia cugina sta... sta piangendo... per colpa sua!
"Ho bisogno di te per ottenere l'amicizia di una persona." le risponde lui, cinico come non mai.
Come se non sapessi che lo fa per ricattare me! Non che io sia chissà chi, ma conosco bene il pollo e dato che a lui piace torturarmi... è tutto chiaro.
Che idiota! L'amicizia non si compra né si ottiene usando dei ricatti!
"Samuele... per favore, non farmi del male!"
Samuele se ne infischia delle timide proteste di mia cugina e sento che sbatte la sua testa contro la parete facendola gridare. A quel punto, furiosa, determinata e preoccupata, faccio irruzione in cantina e sapendo benissimo dove si trova lui gli tiro un pugno con tutte le mie forze, facendolo cadere e mettendomi accanto a lui.
"Scappa Matilde!" grido all'indirizzo di mia cugina.
"E tu che farai?" chiede lei.
"Non importa... corri" le dico.
Matilde scappa.
Poverina, ha ragione ad avere paura di lui!
"Cosa volevi farle, eh?" chiedo tenendolo fermo a terra.
"Però... quando vuoi sei forte, piccola..."
"Ah no, eh! Non provare a chiamarmi in quel modo perché ti lascio qui!"
"O ci resterai tu!" salta su lui.
Lo sento trascinarsi a terra e riesco a bloccarlo a stento.
"No! Io qui con te non ci resto, chiaro?"
"Povera illusa! Mi dispiace dover far crollare il tuo castello in aria tesoro, ma tu resterai qui..."
"Non ti permettere di chiamarmi così!"
"E per quale motivo, tesoro?"
Il suo tono è beffardo e lui afferra i miei capelli e inizia a tirarli, fino a farmi sbattere la testa sul pavimento. Mi fa malissimo, ma non mi arrendo fino a quando non sento una leggera puntura sul mio braccio.
Il braccio sinistro, per la precisione.
Cavolo se fa male, ma dopo che io chiedo a Samuele: "Cosa vuoi farmi?", un senso di spossatezza s'impossessa del mio corpo, fino a farmi perdere definitivamente i sensi.
Samuele's Pov
Chiudo le porte dello scantinato e mi chino verso la ragazza bruna che è distesa in terra, immobile come una statua di marmo e mi soffermo sul suo viso. La testa bruna sanguina, Francesca è priva di sensi e vedo le sue labbra bianche. Le tocco con le dita: cavolo, sono ghiacciate!
Faccio un impacco di acqua fredda e vado a passarlo sulla testa sanguinante.
"Ho dovuto farlo, piccola!"
Piccola? Cioè, fammi capire... prima sequestri sua cugina, poi le fai sbattere la testa sul pavimento... le inietti un tranquillante ed ora la chiami in questo modo?
Oh, dannata vocina! Taci una buona volta!
Mi chino verso la bella e dolce ragazzina bruna che ho appena sequestrato. Se si accorgesse che le sono tanto vicino per quello che le ho fatto mi manderebbe a sbattere contro la porta dello scantinato con uno spintone di quelli che sa dare solo lei... cavolo, se solo sapesse che io la amo...
Ti risponderebbe che l'amore non consiste nel far stare male la persona alla quale vuoi bene!
Scuoto la testa per scacciare i pensieri e vedo la ragazza che ho di fronte scuotersi e le sue palpebre andare su e giù.
"Che ci fai qui e perché mi sei tanto vicino?"
"Come diavolo fai a sapere che sono io...?" le chiedo.
"Siamo solo io e te qui dentro, cosa pretendi?"
Si sposta bruscamente da me, al punto da sbattere la testa contro una parete.
"Francesca, così ti farai male sul serio!"
"Quello che mi fa più male non è sbattere la testa contro il muro, ma la tua costanza nel trattarmi... come se fossi il tuo burattino!"
"Come il mio burattino?"
"Hai capito! Prima mi tratti male, mi fai sbattere la testa sul pavimento e mi inietti qualcosa per addormentarmi, poi ti trovo qui ad accudirmi... senti... se non mi sopporti basta dirlo, non è necessario comportarsi come fai tu! Hai una doppia personalità, per caso?"
Lei non è più spaventata da me e lo capisco da quel tono duro, oserei dire quasi inespressivo, come il suo volto. È furiosa. Per colpa mia.
Lei è innamorata di quel tale che più e più volte l'ha salvata dai miei scatti d'ira, dalla mia parte malvagia, perché lei, anche non volendo, ha indovinato: sono bipolare! Il problema è che la mia parte malvagia prevale quasi sempre, se non sempre punto e basta, su quella buona.
Con lei mi sono manifestato in tutta la mia cattiveria e non so come lei riesca a fronteggiarmi. È come se ki stesse guardando dritto negli occhi e fa più male di uno sguardo "vero". I suoi occhi, quando il suo volto è puntato verso qualcuno, fanno stare meglio o peggio di quanto non facciano due occhi che invece guardano. Nel mio caso fa più male, perché io le ho fatto male e lei non riesce proprio a perdonarmelo... e d'altro canto come potrebbe?
Non mi odia, so che non mi odia perché ho come la sensazione che lei non riesca a provare un sentimento del genere per un'altra persona, ma il suo atteggiamento nei miei confronti è così duro e astioso!
"Senza saperlo hai scoperto il mio segreto." le dico.
"Hai una doppia personalità" mi anticipa lei.
Annuisco, dimenticando che lei in teoria non può vedermi.
Non voglio dire che mente dicendo di non poterlo fare, ma sono sicuro che si sia accorta del mio gesto.
"Lo prendo come una risposta affermativa." mi dice infatti.
"Non è colpa mia se mi è stato insegnato dalla vita a prendermela con le persone che appaiono deboli" le dico.
"Ed io sono in quella cerchia!"
Una constatazione amara, almeno dal tono di voce di Francesca. I suoi occhi castani non fanno trapelare alcuna emozione, ma la sua voce sì. Eccome se ne fa trapelare!
Amarezza, tristezza, rabbia, dolore e Dio solo sa cos'altro.
"So bene quello che sono! Cosa credi, di dovermelo dire?"
"No, figurati!"
"Come ti pare."
Detto questo lei si rintana in un angolino e resta in silenzio, con la faccia rivolta verso il pavimento.
Sembra assurdo: siamo seduti, a parlare come se fossimo amici di vecchia data.
"No! Non siamo amici di vecchia data. È solo che non sappiamo più che fare l'uno con l'altra, anzi, l'una con l'altro, e ci mettiamo a chiacchierare... davanti ad un caffè, come direbbe qualcuno che conosco."
Ma come ha fatto a sapere che stavo pensando proprio a questo? Anche se la domanda che le faccio è un'altra.
"Quando hai detto: "Una persona che conosco" parlavi di lui, vero?"
"Parlavo di suo fratello." mi risponde calma.
Non so come ci riesca. Davvero non lo capisco.
Io avrei voglia di spaccare il mondo ora come ora. Come riesce a stare calma?
Mi avvicino e le prendo i polsi tra le dita.
"Come riesci a stare così tranquilla?" le chiedo. "Come cavolo fai, eh?"
"Intanto lasciami!" mi dice per poi strattonare via i suoi polsi dalla mia presa.
Un tempo leggevo la paura nei suoi occhi.
Ora sembra che lei sia una guerriera e che affronti persone come me tutti i santi giorni e in effetti... si può dire che è davvero così.
Francesca's Pov
"Intanto lasciami!" gli dico liberandomi dalla sua stretta.
Non so perché, ma lui mi sembra sorpreso.
"E poi cosa dovrei fare? Disperarmi? Implorarti di lasciarmi andare? No, mi dispiace, le tue vittime non sono tutte tanto propense a fare questo, sai? E io non devo pregare un altro essere umano per cose grandi come la libertà o, quando va peggio, la vita! E mi sono stancata di chiedere pietà a qualcuno anche solo per vivere in santa pace! Ho il sacrosanto diritto di vivere, scoprire cose, innamorarmi di chi diavolo mi pare, senza che tu falsifichi un esame del DNA per tenermi lontana da quella persona!"
Forse quest'ultima cosa è stata quella che mi ha ferita più di qualunque altro sgarbo fattomi da quel ragazzo.
Lui si alza, si dirige verso la porta dello scantinato, non so bene quale, e se ne va. Io resto impassibile, non m'importa cosa voglia fare perché sono stufa di implorarlo di non farmi del male, anche perché non m@ è mai servito... ad un accidente!
Soffoco a fatica un moto di rabbia che mi porterebbe a distruggere tutto quello che mi capita a tiro, ma in compenso mi ritrovo a versare lacrime silenziose... di disperazione.
"Dove sei?" sussurro, pensando all'unica persona alla quale implorerei pietà, perché è l'unica persona che un po' lo merita. "Ti prego, restami accanto... anche solo in maniera metaforica, mi va bene lo stesso, ma non lasciarmi sola!"
Quasi come se potessi sentirlo vicino, qui, adesso, mi sento stringere in un abbraccio fatto solo di calore.
Non è un calore estremo, fastidioso, tutt'altro. È un calore che mi sfiora piano, con delicatezza, come se temesse di spezzarmi stringendo anche solo un pochino in più il cerchio intorno al mio corpo.
Quasi mi avesse sentita, nonostante si trovi ad alcuni chilometri di distanza, sento una voce, QUELLA voce, che mi dice: "Non ti lascio, piccola."
Forse me lo sono immaginato, ma sta d@ fatto che io l'ho sentito, come se fossimo stati collegati da un filo invisibile.
Daniel's Pov
Oggi è davvero una giornata difficile! I bambini sono molto nervosi e, non so perché, questo io lo prendo come un segnale di pericolo o qualcosa del genere. La più agitata sembra Francesca, (la bambina), che ha anche battuto la testa e che Giulia non riesce a calmare.
"Non è che puoi vedere cos'ha?"
Più che esasperata sembra preoccupata mentre me lo chiede. Lei non perde mai le staffe con i piccoli... più che altro con gli adulti!
"Perché credi che con me parlerà e con te no?" le chiedo.
"Perché si fida molto di te e mi dispiace vederla così..."
Spero sia come dice Giuly perché io non ce la faccio a vedere questa bambina così. Né lei né nessun'altro, in realtà.
"Ehi!" le dico, mentre la guardo e vedo quella maledetta ferita che non smette un attimo di sanguinare. "Ti fa tanto male, vero Fra?"
Lei emette un debole mugolio che io prendo come un sì. Non so perché, ma ogni volta che questa bambina si fa male mi sembra di vedere una ragazza più grande, con i capelli non troppo lunghi, ricci e avvolti a spirale, color castano scuro, e due occhi dello stesso colore con le palpebre che vanno dove a loro fa piacere.
In poche parole io vedo l'altra Francesca attraverso questa creatura.
E d'altra parte lei è la sua copia in miniatura! L'unica differenza sono le palpebre, che in questo momento sono sollevate.
"Non lasciarmi sola!" mi dice all'improvviso la piccola e in quel momento mi sembra di sentire la voce della mia Francy che dice queste parole e qualcosa in più.
"Dove sei? Ti prego... restami accanto, anche solo in maniera metaforica, mi va bene lo stesso, ma non lasciarmi sola!"
Decido di rispondere alla bambina alla quale un dottore sta controllando la ferita alla testa mentre io cerco di tenerla buona perché so che lei detesta essere toccata, a meno che non si fidi molto di quella persona.
Mi stupisco del rapporto che ha stabilito con noi quattro, mi sembra troppo strano, ma non posso negare che mi fa molto piacere!
"Non ti lascio, piccola." dico, e intanto la stringo forte al petto, cercando di tenerla buona perché si sta davvero agitando.
Quando mi hanno d!tto che lei detesta essere toccata da persone estranee ammetto che mi ha sorpreso, ma sapevo che in quel caso era meglio che l'eventuale contatto lo cercasse da sé e lei l'ha fatto.
Sotto questo punto di vista è diversa dalla mia Francesca: è molto spigliata, quello che lei vorrebbe essere.
"Va meglio Fra?" le chiedo quando il dottore smette di rimproverarla perché correva.
È una bambina, accidenti! Cosa diavolo dovrebbe fare, camminare a passo di lumaca?
"E stai attenta a dove vai!" conclude.
Sembra che quest'uomo faccia il medico perché gli è toccato! Insomma, se non vuoi esercitare una professione non farlo, e se proprio devi... non prendertela con gli altri!
Evito di dirlo: otterrei solo un risultato: urtarlo e beccarmi un richiamo, o che se la prenda ancora con la bambina che già lo guarda come se lo volesse incenerire!
Francesca's Pov
Sento il rumore di una porta che sbatte e dei passi che vengono verso di me. Non mi muovo. È come se Samuele, perché credo sia lui, mi stesse passando attraverso. Non m'importa più niente, davvero!
"Tieni" mi dice mettendo per terra un piatto.
Io cerco solo l'acqua, la butto giù in breve tempo e torno al mio stato d'immobilità assoluta.
"Cosa c'è? Non vuoi niente?"
"No! Solo il necessario per sopravvivere! E visto che sono una reclusa e non posso uscire in alcun modo sei pregato di tornare ad occuparti delle tue bamboline e non farmi da carceriere!" gli rispondo secca.
"Nessuna ragazza che viene rapita è ribelle come te, sai?" mi dice.
"Non... mi toccare!" dico spingendolo via.
Sono disposta a rendergli tutto quello che ha messo in quel piatto, qualunque cosa esso contenga, non m'interessa.
"Ehi ehi ehi, ma quanto è agitata questa signorina!" dice Samuele.
""Questa signorina", come hai detto tu" dico mimando le virgolette, "è agitata perché è accanto a qualcuno che la fa innervosire!"
"Povera piccola Fra..." inizia Samuele, ma io stronco sul nascere quel nomignolo che per lui è off limits.
O, per dirla meglio, solo da una persona mi piace essere chiamata così e quella persona non è di sicuro il mio sequestratore!
"Non provare a chiamarmi così!"
Non me ne frega un accidente di quello che potrebbe scattargli dentro. Mi sono davvero stufata di sopportare le sue angherie!
"Puoi anche riprenderti quello se non vuoi che te lo restituisca come dico io!" torno a dirgli secca, puntando il dito verso il piatto che, credo, dovrebbe essere ancora al suo posto.
Improvvisamente sento Samuele avvicinarsi e mi accorgo del fatto che lui mi sta abbracciando!
"Piccola! Ehi! Non fare così" dice sottovoce.
Io resto ferma, rigida. Non ho intenzione di restituirgli l'abbraccio, e non perché provo odio per lui... semplicemente non mi fido.
"Non sopporto che chi mi ferisce mi chiami piccola!" dico gettando la testa indietro.
"Neanche se si tratta di qualcuno che ti ama?" mi chiede.
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