14| Come fanno le lancette
"Baciamoci a tutte le ore
come fanno le lancette."
⏯️ Occhiaie, Galeffi.
10 Giugno 2021.
Monaco. 📍
Non sapevano ancora perfettamente cosa fossero. Avevano iniziato a frequentarsi solo da poco per saperlo realmente, ed entrambi non avevano assolutamente intenzione di correre. Volevano fare le cose con calma, godersi attimo per attimo e vedere poi cosa sarebbe successo tra di loro con il passare del tempo. Anche se la direzione in cui entrambi avrebbero voluto far andare le cose era solo una.
«Starai lì ancora per molto ad osservarmi dormire?» disse improvvisamente Cloe, ancora con gli occhi chiusi ma sentendo lo sguardo di Daniel su di lei. L'australiano, di tutta risposta, sorrise. Era ormai da un paio di giorni che si svegliava con lei al suo fianco, e ogni volta si perdeva a guardare il suo sguardo rilassato e quel piccolo sorriso sul suo volto mentre dormiva. Quanto avrebbe voluto farlo diventare abitudine.
«Ma tu non stai dormendo.» controbatté a quel punto Daniel, quasi come a volerla sfidare. Cloe sorrise di rimando e dopo pochi secondi aprì gli occhi, incontrando finalmente quelli di Daniel. «Buongiorno.» la salutò il ragazzo, avvicinandosi a lei e dandole un dolce bacio sulle labbra. «Hai dormito bene questa notte? Non che in realtà avessimo dormito così tanto, ma...»
«Daniel!» esclamò lei, dandogli un leggero pugno sul petto per poi mettersi a sedere. Si allontanò di poco, mentre lui non potè fare a meno di ridere per la reazione della ragazza. A quel punto, però, Cloe decise di abbandonare tutto il suo imbarazzo e agire. Se Daniel avrebbe potuto prenderla in giro perché era arrossita, lei avrebbe potuto trovare un pretesto per fare lo stesso.
Con una mossa veloce e improvvisa riuscì a mettersi a cavalcioni su di lui, e fece scorrere lentamente una mano sul suo collo. «Che... che stai facendo?» gli chiese deglutendo Daniel, guardandola negli occhi per capire le sue reali intenzioni. Cloe però, di tutta risposta, gli sorrise e subito dopo iniziò a baciargli il collo. «Cloe...» cercò di fermarla lui, ma senza realmente riuscirci. Sapeva che Cloe lo stesse sfidando, e lui avrebbe dovuto resisterle per non dargliela vinta. Ma come avrebbe potuto riuscirci?
«Che c'è? Già stanco per stanotte?» lo prese in giro lei, mentre continuava a torturare il suo collo. Daniel sospirò, chiudendo gli occhi e stringendo la presa sui suoi fianchi, e Cloe rise contro la sua pelle per la reazione che il ragazzo stava avendo. Stava cedendo, e lei stava per vincere quella piccola sfida.
«Non mi sfidare, Cloe.»
«Perché no?» continuò invece a sfidarlo lei, ma solo per altri pochi secondi. Con una mossa veloce, infatti, Daniel riuscì ad invertire le posizioni e lei si ritrovò sotto di lui, sovrastata dal suo corpo. A quel punto fu l'australiano a sorridere, mentre quella volta fu lui a baciarle la pelle. Partì dalla guancia, continuò sulla mandibola e stava per scendere verso il collo, ma improvvisamente sentirono uno squillo del telefono.
«Devi rispondere.» sussurrò Cloe, mentre Daniel invece sembrò non curarsene a differenza sua. Iniziò infatti a baciarle il collo, nonostante gli squilli sempre più frequenti e fastidiosi. Cercò di ignorare il suo telefono che sembrava non voler smettere di suonare e credendo che si trattasse di uno dei suoi amici che volevano vederlo, e ritornò sulle labbra di Cloe. «Dan...»
Solo a quel punto Daniel si staccò dalla ragazza e, dopo aver sbuffato sonoramente, si alzò dal letto per prendere il suo telefono. Con enorme sorpresa notò che fosse una videochiamata da parte di sua sorella. Michelle sapeva che, durante i giorni successivi alla gara, lui fosse abituato a svegliarsi qualche ora più tardi la mattina. E sapeva, inoltre, che fosse con Cloe.
Quando accettò la videochiamata, il suo sguardo inizialmente confuso si aprì in un enorme sorriso. «Zio Danny!» esclamò suo nipote Isaac, non appena vide comparire sullo schermo del telefono della madre il viso di suo zio. Daniel non vedeva la sua famiglia da più di un anno, e mancava a tutti così come loro mancavano a lui.
«Ehi campione! Come va?»
«Bene. Oggi ho fatto una partita con i miei amici e la mia squadra ha vinto.» iniziò a spiegargli, con un buffo accento australiano. «Ho fatto la shoey, proprio come fai tu.» continuò poi, raccontando in modo del tutto orgoglioso ciò che aveva fatto. Daniel non potè fare a meno di sorridere soddisfatto. La shoey era una tradizione australiana, e suo nipote Isaac non poteva non averla imparato, soprattutto se aveva uno zio che era solito farla ogni qual volta arrivava sul podio.
Prima che Daniel potesse controbattere, facendo i complimenti a suo nipote, sentì la voce di sua sorella richiamare il figlio. «Ehi Dan, scusa se ti abbiamo svegliato. I bambini volevano sentirti e anche se glielo avevo vietato Isaac ha preso il telefono ugualmente.» sì scusò Michelle, prendendo il cellulare dalla mano del suo bambino per poter parlare con il fratello.
«Non preoccuparti Mic, non stavo dormendo.» la rassicurò lui lanciando un veloce sguardo a Cloe che si era appena alzata dal letto cercando di fare il minor rumore possibile. Se solo sua sorella avesse saputo cosa stessero facendo poco prima di rispondere alla videochiamata. «Ero sveglio da un bel po', in realtà.» continuò poi, riportando gli occhi sul telefono e guardando sua sorella.
«Non sei da solo, vero?» gli chiese di punto in bianco Michelle, con uno sguardo malizioso. Aveva notato il modo in cui Daniel aveva spostato lo sguardo da lei a qualcosa, o meglio a qualcuno, presente nella sua camera. Daniel le aveva inoltre parlato di Cloe e di tutto ciò che era successo tra di loro in quei mesi, soprattutto gli ultimi avvenimenti. Sapeva quindi che in quei giorni di pausa suo fratello avesse deciso di ritornare con Cloe a Monaco, a casa sua.
Nel sentire quelle parole Cloe si voltò verso Daniel, diventando improvvisamente seria. Lei in realtà non sapeva che Michelle era al corrente di tutto e per questo motivo cercò subito con lo sguardo il pilota australiano. Stava cercando un modo per evitare che Michelle la scoprisse nel letto di suo fratello. Daniel però, una volta incontrati gli occhi quasi terrorizzati di Cloe, si limitò a sorriderle.
«Elle, voglio farti conoscere una persona.» disse poi, dirigendosi verso la ragazza che, nel frattempo, aveva indossato i suoi vestiti. Non appena però si rese conto delle intenzioni di Daniel, spostò lo sguardo verso di lui e sbarrò gli occhi. Non fece in tempo a chiedergli il motivo di quel suo gesto perché si ritrovò subito davanti allo schermo del telefono del pilota. «Lei è Cloe.»
«Ciao, Cloe. È un piacere conoscerti. Io sono Michelle, la sorella di Daniel.» si presentò Michelle, con un enorme sorriso sul volto. Cloe si perse un attimo ad osservarla, prima di salutarla. Daniel le aveva parlato di lei nell'ultima settimana, ma non aveva mai accennato a volergliela presentare. Forse era stato un gesto azzardato da parte sua, o forse era stata la cosa più giusta da fare.
Proprio quando Cloe stava per rivolgersi a Michelle, da dietro lo schermo sbucò una bambina dai capelli biondi. «Zio Dan!» esclamò la piccola, posizionandosi davanti all'inquadratura per salutare lo zio che ricambiò felice il saluto. Non sembrò curarsi della presenza della madre, dopotutto quando si parlava di Zio Dan per lei non esisteva più nessuno. Un po' come lo era per Isaac. Daniel sapeva farsi amare da tutti, anche e soprattutto dai suoi nipoti. «Chi è quella? La tua fidanzata?»
Cloe sbarrò gli occhi di fronte a quella domanda fatta dall'innocenza di una bambina, Daniel invece non sembrava affatto preoccupato. «Sì tesoro, lei è Cloe. La mia fidanzata.» rispose poi guardando prima lo schermo e subito dopo lei. Non avevano mai affrontato quell'argomento e per entrambi era una situazione difficile - dopotutto avevano iniziato a frequentarsi solo da qualche giorno. Proprio per questo motivo Cloe arrossì imbarazzata, poi abbassò lo sguardo e nascose un timido sorriso.
«Ora dobbiamo chiudere, vostro zio ha da fare. Salutatelo, così poi andiamo a fare merenda.» disse dopo poco Michelle ai suoi bambini che, a quella sua richiesta, sembrarono abbastanza contrariati. Non vedevano Daniel da più di un anno, e nessuno era stato in grado di farli divertire come solo lui sapeva fare. Dopotutto, era pur sempre Daniel Jospeh Ricciardo colui di cui si stava parlando.
Pochi minuti dopo, Michelle staccò la videochiamata e Daniel e Cloe si ritrovarono nuovamente soli. «Ti ha dato fastidio quello che ho detto?» le chiese improvvisamente Daniel. Aveva notato il modo in cui aveva reagito alle sue parole, e si era pentito di averle dette senza il suo consenso. «O forse è per quello che ho fatto. Scusami, avrei dovuto chiederti se per te andasse bene conoscere mia sorella e...» cercò di dire, ma Cloe lo zittì con un bacio.
«Se mi hai visto reagire in quel modo, è solo perché non me lo aspettavo. Tutto qui.» gli spiegò la ragazza, guardandolo negli occhi e cercando di rassicurarlo. «So quanto è importante per te tua sorella, e non credevo che volessi subito presentarmi a lei.» ammise poi, ricordando le parole che aveva utilizzato qualche giorno prima per parlarle di Michelle.
Era la sorella maggiore, aveva sempre nutrito una profonda ammirazione per lei. Le voleva bene, e teneva alla sua opinione, in qualunque ambito. Si confidava con lei, ed era ciò che aveva fatto in quei mesi parlandole di Cloe. Ecco il motivo per cui quest'ultima non voleva che Daniel le presentasse, o almeno non ancora. Lei aveva paura di non piacere a sua sorella.
«Piaci a mia sorella.» la rassicurò lui, capendo a cosa stesse pensando in quel momento. Poggiò una mano sulla sua guancia, l'altra sul suo fianco per attirarla maggiormente a sé. «Conosco Michelle, e so che hai fatto una buona prima impressione. Non devi preoccuparti. Piaci a lei, e piaci anche a me. Tanto.» ammise poi, facendo nascere un timido sorriso sul volto della ragazza. «Ora puoi tirare un sospiro di sollievo.» la prese infine in giro, guadagnando insieme un leggero pugno sul braccio da parte sua.
Cloe si alzò dal letto, dirigendosi verso il bagno per prepararsi. Il giorno prima avevano deciso di fare un giro per la città, in macchina. Entrambi volevano mantenere la loro relazione privata ed era quindi pericoloso, soprattutto inizialmente, uscire insieme nel bel mezzo della città di Monaco. Aveva quindi optato per un semplice giro in macchina, per dirigersi poi in uno dei ristoranti preferiti di Daniel.
L'australiano era molto amico del proprietario, siccome in tutti quegli anni che aveva vissuto a Monaco era stato il ristorante che più aveva frequentato con gli amici ma anche da solo. Daniel sapeva quindi che non avrebbero avuto problemi perché il proprietario, Oliver, gli avrebbe conservato un posto più riservato, lontano da occhi indiscreti.
«Dobbiamo chiamare Iris.» disse Cloe, non appena uscì dal bagno e prima che potesse entrarci Daniel. Il pilota nell'attesa che si liberasse il bagno per potersi preparare aveva sistemato la camera e poi si era diretto in cucina, dove poi Cloe lo aveva raggiunto, controllando le notifiche sul suo telefono.
«Chiamala e parlaci prima tu, tra poco arrivo anche io.»
Con quelle parole, lasciò un bacio tra i capelli alla sua ragazza, per poi prendere i suoi vestiti dalla camera e infine dirigersi verso il bagno. Nel frattempo Cloe avviò una videochiamata, nella speranza che Iris rispondesse. Aspettò qualche secondo, un paio di squilli e vide il viso della sua migliore amica comparire attraverso lo schermo.
«Posso guardare o siete in atteggiamenti... intimi?» la prese in giro Cloe, e di tutta risposta Iris le fece la linguaccia. Pochi secondi dopo, scoppiarono entrambe a ridere. «Buongiorno e... ah, buon compleanno, compagna di interviste.» le disse poi con un sorriso. Iris era più piccola di lei di due anni, ma era riuscita a lavorare nella Formula 1 fin dal primo tentativo. Cloe, invece, aveva dovuto aspettare qualche anno nella Formula E.
«Grazie mille, Cloe.» la ringraziò Iris, cercando di assumere un tono abbastanza serio. Come poteva farlo se attraverso lo schermo era in grado di vedere la sua migliore amica trattenere una risata a causa di quella buffa situazione? «Oh, ciao Daniel.» salutò poi Daniel con un sorriso, non appena lo vide apparire nello schermo del suo telefono.
«Tanti auguri, Iris.» la prese in giro Daniel, mentre abbracciava da dietro Cloe. Poggiò il mento nell'incavo del collo della sua ragazza, mentre osservava Iris ricambiando il suo sorriso. «Lando dov'è? Già fuori uso?» disse poi, facendo scoppiare a ridere Iris. Lando, infatti, era proprio accanto a lei che era l'unica in grado di vedere l'espressione dell'inglese a causa di quelle parole.
«E tu ancora in astinenza?»
La risposta di Lando non tardò ad arrivare. Ormai i due piloti avevano iniziato a sfidarsi scherzosamente con le parole, e nessuno dei due aveva intenzione di mollare. Se non fosse stato per le due ragazze, probabilmente avrebbero continuato per ore. «Ok, ora dobbiamo staccare. Ci vediamo stasera ragazzi.» disse infatti Cloe, attaccando la videochiamata senza aspettare una risposta da parte dei suoi amici.
«Che c'è? Non mi guardare così, è divertente prenderlo in giro.» si giustificò Daniel, alzando le mani in segno di resa, non appena Cloe incrociò le braccia al petto e si voltò a guardarlo con un'espressione seria sul volto. Daniel Ricciardo era un bambino, pronto a prendere in giro chiunque. E lei ne era innamorata proprio per quello.
«Vado a prepararmi, pochi minuti e sono pronta.» si limitò a dire a Cloe, prendendo i suoi vestiti dall'armadio per poi dirigersi subito dopo verso il bagno. Daniel, nel frattempo, si ritrovò ad aspettarla seduto sul divano nel salone di casa sua.
Prese il telefono e aprì Whats app per controllare eventuali messaggi arrivati. Alcuni erano dei suoi genitori che gli auguravano una buona giornata, sapendo che loro figlio a causa del fuso orario si era da poco svegliato. Altri erano di altri suoi parenti, ma anche di alcuni suoi amici e del team Mclaren per alcuni avvisi riguardanti il prossimo Gran Premio.
Rispose a tutti, senza dimenticare nessuno, e finí proprio quando Cloe lo raggiunse in salone. Entrambi avevano indossato qualcosa di molto semplice e comodo - maglietta e pantaloncini - per un pranzo altrettanto semplice. Infatti grazie a Oliver, il proprietario del ristorante, riuscirono a trascorrere un pranzo piuttosto tranquillo.
Non era la prima volta che uscivano insieme, anche se avevano sempre cercato di evitare di farsi vedere in giro. Nessuno dei due avrebbe desiderato uscire sulle copertine di qualche giornale o come post sulle pagine gossip presenti sui social media, come ad esempio quelle ormai famose su instagram.
Volevano una relazione tranquilla, lontano dai riflettori. E, anche se per Cloe era molto facile riuscirci, lo stesso non lo si poteva dire per Daniel. Era uno dei più famosi piloti di Formula 1 di quel decennio. Avere tutti i riflettori puntati su di sé era uno degli effetti collaterali di quel suo successo.
Non appena ritornarono a casa di Daniel, l'australiano si buttò a peso morto sul divano, chiudendo gli occhi e passandosi una mano sul viso. «Allora è vero ciò che ha detto Lando stamattina.» disse improvvisamente Cloe, facendogli aprire improvvisamente gli occhi. «Devi essere stato in astinenza per molto tempo per non essere più abituato. Sei distrutto.» continuò poi, sapendo di averlo colpito dritto nell'orgoglio.
Se c'era una cosa che Daniel amava, erano le sfide. Amava dimostrare il contrario di ciò che la gente credeva su di lui, non solo in pista ma anche nella vita di tutti i giorni. Proprio per questo motivo si alzò lentamente dal divano, studiando attentamente il comportamento di Cloe, e si posizionò davanti a lei.
«Posso dimostrarti il contrario.» l'avvisò, avvicinando la sua bocca al suo orecchio. Voleva provocarla, e ci stava riuscendo proprio bene. Cloe, infatti, socchiuse gli occhi e quasi si lasciò trasportare dalle mani di Daniel che avevano iniziato a scorrere lungo il suo corpo. «Proprio ora.» le sussurrò l'australiano prima di prenderle di scatto il viso tra le mani per poi baciarla.
La prese in braccio senza aspettare altro tempo, e lei avvolse le gambe intorno al suo bacino. Quando arrivarono dopo poco nella camera da letto, Daniel chiuse la porta e la poggiò sul letto. Si posizionò su di lei, iniziando a baciarle il collo mentre lei gli toglieva la maglietta. Proprio quando stavano andando oltre, al punto di non ritorno, ci furono nuovamente degli squilli, quella volta provenienti dal telefono di Cloe.
«Perché c'è sempre qualcuno che ci interrompe?» sbottò Daniel quando la ragazza decise di staccarsi da lui per andare a rispondere a chiunque fosse a chiamarla. Si buttò a peso morto sul letto, facendo aderire la sua schiena alla coperta morbida. Passò poi una mano sul suo volto, sbuffando scocciato, mentre Cloe invece prese il suo telefono in mano per rispondere.
«Nic, ehi. Tutto bene?»
«Cloe, disturbo?» le chiese il suo migliore amico dall'altro lato del telefono. Cloe per un attimo si voltò verso Daniel, che invece la guardò confuso non capendo cosa stesse succedendo. Si diresse verso il suo ragazzo, sedendosi al suo fianco sul letto, poi si rivolse nuovamente a Niccolò.
«No, non preoccuparti. Stavo solo...»
«Stavi solo per farti Daniel Ricciardo, lo so.» la interruppe il ragazzo, finendo la frase al suo posto anche se con parole del tutto diverse da quelle che Cloe avrebbe avuto intenzione di usare. Così come Michelle, anche lui era ben a conoscenza di dove e con chi si trovasse la sua migliore amica in quei giorni e non aveva quindi aspettato a prenderla in giro. L'umorismo che aveva Niccolò le ricordava tanto quello che aveva Daniel. Da quel punto di vista i due ragazzi erano molto simili tra loro.
«Nic!» esclamò con un duro tono di ammonizione. Nel frattempo le sue guance si tinsero di rosso e il suo imbarazzo aumentò quando sentì Daniel ridere al suo fianco per ciò che Niccolò aveva detto. Aveva sbagliato a sedersi accanto al suo ragazzo. Possibile che era capace di divertirsi per qualunque cosa?
«Che c'è? Mi ha sentito?»
«Forte e chiaro!» rispose Daniel, avvicinandosi a Cloe e al suo telefono per poter continuare a parlare con Niccolò. «E posso confermare le tue parole, comunque.» disse infatti, guardando Cloe con un sorriso divertito sul volto. A quel punto la ragazza decise di prendere il suo telefono e salutare il suo migliore amico prima che la situazione degenerasse.
Appena chiuse la chiamata, sentì due braccia abbracciarla da dietro. Prima che Daniel potesse lasciarle dei piccoli baci sul collo, Cloe si staccò da lui. Si allontanò e il pilota iniziò a guardarla in modo piuttosto confuso. «Prima che tu possa dire qualcosa, ricordami di non organizzare mai un incontro tra te e Niccolò.» gli disse, incrociando le braccia al petto e quasi mettendo il broncio.
Daniel le sorrise, avvicinandosi nuovamente a lei. «È simpatico il tuo amico.» ammise, alzando le spalle in segno di indifferenza. Adorava conoscere persone nuove, soprattutto se queste avevano il suo stesso senso dell'umorismo. Non conosceva quasi per niente Niccolò, e Cloe gli aveva parlato davvero poco di lui al contrario di quanto lui le aveva raccontato di Michelle.
Non si era offeso per quella sua scelta, ma era maledettamente curioso e sapeva che da Cloe non avrebbe ottenuto informazioni molto facilmente. Per questo motivo non ci era rimasto male. Probabilmente lei e Niccolò avevano passato qualcosa che non aveva ancora avuto il coraggio di raccontargli e lui non era nessuno per obbligarla a farlo. Lo avrebbe fatto con il tempo, se e quando si sarebbe sentita pronta a farlo.
«Che stai facendo?» chiese improvvisamente Daniel, notando Cloe prendere ancora una volta il suo telefono, ma quella volta per spegnerlo. La ragazza lo guardò subito dopo, con un sorriso malizioso sul viso, per poi avvicinarsi al letto e sedersi a cavalcioni sull'australiano che nel mentre ancora cercava di capire cosa la sua ragazza avesse fatto e soprattutto il motivo per cui avesse spento il telefono.
«In questo modo nessuno può più interromperci.» si limitò a rispondere Cloe, senza dargli neanche il tempo controbattere perché lo baciò subito dopo aver parlato. Daniel si lasciò subito trasportare dal bacio, portando le mani sul fondoschiena della ragazza per attirarla maggiormente a sé. Cloe aveva ragione, quella volta nessuno avrebbe potuto interromperli.
Qualche ora più tardi, iniziarono a prepararsi per la serata dedicata alla festa di compleanno di Iris. L'italo-spagnola non conosceva molto bene Monaco, ma Cloe e Daniel le avevano consigliato qualche luogo carino e tranquillo dove poter festeggiare.
Gli invitati non erano tanti, ma la maggior parte di essi erano piloti e quindi era necessario non dare molto nell'occhio. Grazie a Lando, Iris aveva infatti conosciuto Carlos, Charles e George e in quei mesi era diventata loro amica, soprattutto lo era diventata dei due ferraristi.
Daniel fu il primo tra i due ad essere pronto. Cloe invece impiegò circa una mezz'oretta in più. Per questo motivo, appena uscì dalla camera, si diresse verso il salone dove Daniel la stava aspettando. L'australiano era di spalle e stava controllando il suo telefono. Aveva quindi la testa basso e non l'aveva ancora vista. Quando però fece un piccolo colpo di tosse, per annunciare la sua presenza, lui alzò di scatto lo sguardo.
Aprì leggermente la bocca, cercando di dirle qualcosa senza però trovare le parole giuste. Il vestito blu che Cloe indossava era abbastanza semplice, ma le stava un incanto. Non sapeva come riempire quel silenzio che si era creato tra di loro se non lasciando spazio ai gesti. Infatti le si avvicinò e le poggiò una mano sulla guancia. «You're beautiful.» le sussurrò poi guardandola negli occhi.
«Grazie.» si limitò a dire lei, parecchio imbarazzata. «Ora andiamo, o facciamo tardi.» continuò poi, cercando di nascondere il rossore delle sue guance. Non che non fosse abituata ai complimenti - quando era fidanzata con Evan ne riceveva forse anche troppi - ma lo sguardo di Daniel era in grado di colpirla fino all'interno, anche oltre le costole e fino ad arrivare al cuore. Il suo sguardo la bruciava dentro, e questo non era mai successo con Evan.
«Siete arrivati, finalmente.» li salutò Iris non appena giunsero all'interno del locale. Cloe si staccò da Daniel, che l'aveva aiutata a camminare prendendola a braccetto come un vero gentiluomo, per poter abbracciare la sua migliore amica. «I ragazzi credevano che aveste cose più importanti da fare.» continuò poi, con un sorriso malizioso sul volto.
Cloe spostò lo sguardo verso la direzione indicata da Iris e notò Lando, Carlos e George che nel frattempo erano andati a salutare Daniel. «Niente di più importante di festeggiare il compleanno della mia amica.» si ritrovò a controbattere riportando l'attenzione sulla sua amica. «E dalla videochiamata che abbiamo fatto stamattina, ho notato che anche tu e Lando avete avuto da fare. Sai, i vestiti per terra sono difficili da nascondere.» continuò poi, facendola imbarazzare.
La loro conversazione terminò lì, in particolare per evitare che la situazione potesse degenerare ma anche per evitare che i ragazzi si rendessero conto di qualcosa. Subito dopo Cloe andò a presentarsi a George, unico pilota tra quelli presenti con cui ancora non aveva mai intrapreso una conversazione se non per lavoro durante le loro interviste, e la sua ragazza, comprese quelle di Carlos e Charles.
«Ora che siamo tutti, possiamo iniziare.» disse improvvisamente Lando, dopo qualche minuto. «Prima però, un'ultima cosa.» richiamò l'attenzione di tutti i suoi amici e della sua ragazza, che nel frattempo si erano diretti verso il tavolo indicato da un cameriere per prendere posto. «Buon compleanno, piccola.» si rivolse poi a Iris che, di tutta risposta, lo baciò facendo partire un applauso dai loro amici.
La serata trascorsa fu qualcosa di cui tutti loro avevano bisogno: normalità. Essendo dei piloti di Formula 1 erano abituati a stare sotto ai riflettori ventiquattro ore su ventiquattro, ma ogni tanto anche loro avevano bisogno di staccare la spina e di ritrovare quella tranquillità che aveva caratterizzato la loro vita prima di diventare famosi. Quella serata, a Monaco e in occasione del compleanno di Iris, fu capace di realizzare quel loro piccolo desiderio.
«Come va con Cloe?» chiese improvvisamente Carlos a Daniel, quando circa due ore dopo avevano ormai finito di pranzare. Il gruppo che prima era compatto a tavola, in quel momento si era sciolto. Charles e George si stavano divertendo al centro della sala a ritmo di musica, Lando e Iris erano invece seduti in disparte sul divano. Cloe, infine, stava chiacchierando con Charlotte, Isa e Carmen.
«Non avrei potuto chiedere di meglio.» rispose Daniel, con un piccolo e dolce sorriso sul volto mentre osservava da lontano Cloe che, come una vera e propria persona di origine italiana, stava gesticolando mentre chiacchierava con le ragazze. «So che è solo la prima settimana che ci stiamo frequentando, ma... è difficile da spiegare.» ammise riportando l'attenzione sul suo amico che, di tutta risposta, gli poggiò una mano sulla spalla.
«Non hai bisogno di spiegarti, Daniel. Capisco perfettamente ciò che intendi dire.» disse lo spagnolo, sorridendo nel pensare a come si era sentito lui la prima volta che aveva visto la sua ragazza. È difficile spiegare a parole ciò che si prova per una persona, anche se la si conosce da poco. Ciò che conta però non è il tempo che si sta con essa, ma il modo in cui lo si trascorre. Anche se ormai stava con Isa da molti anni, Carlos la amava come il primo giorno. Sapeva bene quindi ciò che provava Daniel.
«Ragazzi, perché siete ancora qui? Venite a ballare!» li richiamò George, prendendoli entrambi per il braccio e trascinandoli letteralmente al centro del locale. Lando era riuscito a prenotare l'intero locale per evitare che qualcuno potesse infastidirli. Erano pur sempre i piloti più famosi della Formula 1 degli ultimi anni. Se fosse uscita anche solo una loro foto con Cloe e Iris - ormai erano note le relazioni di Charles, Carlos e George -, sarebbero nati tanti gossip e sarebbe stato un disastro.
Mentre Daniel ballava scherzosamente un lento con Charles, Cloe lo osservava divertita. Non lo conosceva da tanto tempo, ma forse aveva ragione Iris quando le aveva detto che fin dal primo momento in cui si erano parlati era nato qualcosa. Quel qualcosa che inizialmente aveva ignorato perché fidanzata con Evan, e che in quel momento invece custodiva gelosamente.
Dopo quasi una mezz'oretta Daniel le si avvicinò, porgendole la mano. Aveva i capelli scombinati e la cravatta fuori posto, colpevole era stato il piccolo spettacolo a ritmo di musica che lui e George aveva fatto al centro della pista, mentre invece la giacca l'aveva abbandonata ormai da tempo su una delle sedie presenti. «Ti va di ballare?» le chiese poi, con un piccolo sorriso.
In quel momento si sentiva come un ragazzino alle prime armi, un adolescente il cui desiderio era solo quello di ballare con la ragazza per cui aveva una cotta. Daniel era sempre stato un po' bambino, in realtà si divertiva ad esserlo. Lui voleva vivere la vita a trecentosessanta gradi, e per farlo secondo lui era necessario vedere il mondo con gli occhi di un bambino.
«Mi dispiace, Ricciardo. Ma sono stata io la prima ad averglielo chiesto.» si intromise improvvisamente qualcuno alle loro spalle. Si voltarono entrambi di scatto e videro Iris raggiungerli. La ragazza prese la sua amica a braccetto pronta a ballare con lei, mentre Daniel le osservava con un sorriso sul volto.
«Te la lascio solo perché è il tuo compleanno, Iris. E perché Lando è troppo ubriaco per ballare con te.»
«Ubriaco? Ma se prima era con...» cercò di dire lei, spostando lo sguardo verso la parte della stanza dove poco prima aveva lasciato Lando. Non appena notò il pilota inglese piuttosto brillo, però, lasciò immediatamente il braccio di Cloe. «Carlos!» esclamò poi, correndo verso lo spagnolo che nel frattempo stava sfidando Lando in una gara di bevute.
Cloe e Daniel osservarono la scena divertiti per qualche minuto, così come tutti gli altri invitati. Iris sapeva infatti dare spettacolo, sopratutto nello strappare di mano a Lando il suo bicchiere di birra come se fosse sua madre, nel rimproverare Carlos e nel controllare a che livello fosse la loro sbronza.
«Credi che ora abbia la possibilità di ballare con te o...»
«Lewis Hamilton non è presente alla festa, quindi hai strada libera.» lo interruppe lei, spostando l'attenzione su di lui. Lo osservò negli occhi e per un attimo giurò di vedere un lampo di gelosia attraversali. Daniel, inoltre, nel sentire il nome dell'ormai sette volte campione del mondo di Formula 1, si irrigidì improvvisamente.
«Lewis? Cosa c'entra Lewis? Non dirmi che...»
«È uno dei piloti che attualmente apprezzo di più in pista, insieme a Sebastian Vettel.» rispose Cloe, sfidandolo con lo sguardo. Lo stava prendendo in giro, anche se doveva ammettere che quando nell'ormai lontano 2007 aveva iniziato ad appassionarsi al mondo della Formula 1, Lewis e Sebastian erano stati i primi ad averla colpita veramente. «Non te la sarai mica presa, Ricciardo?»
Di tutta risposta Daniel le fece la linguaccia, per poi scoppiare a ridere insieme a lei. Qualche minuto dopo Cloe poggiò la testa sul suo petto e Daniel la strinse a sé, avvolgendo le mani attorno ai suoi fianchi. Iniziarono a ballare, seguendo il ritmo della canzone scelta poco prima da Charles e Charlotte. Si muovevano lentamente, godendosi quei piccoli attimi di tranquillità.
Cloe chiuse gli occhi, sentendo attraverso il petto di Daniel il suo cuore battere. Lui, invece, aveva la guancia sinistra poggiata sulla testa di Cloe, dove ogni tanto le lasciava qualche tenero bacio. Improvvisamente era come se tutto e tutti fossero scomparsi intorno a loro, proprio come era successo durante il loro primo ballo a casa dell'amico di Carlos.
«Daniel?» lo richiamò improvvisamente la ragazza, alzando leggermente la testa. Daniel abbassò lo sguardo verso di lei, continuando a tenerla stretta tra le sue braccia, incitandola curioso e abbastanza confuso a continuare. «Sei sempre stato tu il mio preferito in pista, fin dal primo momento in cui ti ho visto correre.» continuò poi, ed era del tutto vero ciò che aveva detto.
Lewis Hamilton e Sebastian Vettel potevano infatti anche essere stati i primi piloti ad averle fatto amare la Formula 1, i primi che aveva visto correre da quando si era innamorata di quel mondo così bello ma altrettanto pericoloso. Daniel Ricciardo, però, l'aveva conquistata fin dal suo primo Gran Premio, fin dal suo primo sorpasso, fin dalla sua prima staccata.
A quelle parole Daniel le sorrise dolcemente.
Si avvicinò lentamente a lei, fino a quando non riuscì a sentire il suo respiro sulle labbra. Lentamente poggiò le mani attorno al suo viso, e la baciò sotto lo sguardo dei loro amici. In quel momento erano felici, entrambi, e non gli importava se George e Charles stessero fischiando scherzosamente o se Lando gli stesse scattando foto con le risate di Carlos e e delle ragazze in sottofonndo.
Avrebbero voluto baciarsi in ogni momento come stavano facendo in quel momento. Avrebbero voluto baciarsi a tutte le ore, proprio come erano solite fare le lancette di un orologio. Ciò di cui non si erano resi conto, però, è che come le lancette dopo essersi baciate si allontanano sempre di più per poi avvicinarsi nuovamente e ripetere quell'azione all'infinito, loro erano destinati a fare lo stesso.
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