I genitori dei ragazzi se ne andarono e non senza lacrime da parte di tutti. C'erano due ragazzi che li aspettavano alla fine della collina.

Beatrice e Francesco si diedero la mano per poi incamminarsi verso i due sconosciuti.

Il primo aveva i capelli scuri e gli occhi dello stesso colore del mare, il secondo aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri.

- Percy Jackson?- chiese titubante la ragazza. Quando Percy annuí, Beatrice gli saltò addosso e lo stritolò tutta contenta. - Francesco- si presentò il ragazzo e lo sconosciuto gli sorrise - Immagino che tu già sappia chi sono-
- Jason Grace- rispose infatti Fra. "Contieniti" si disse "Hai solo un figaccione che mette in dubbio la tua eterosessualità davanti, non é niente di che"

- Ehm... Okay?- disse Jason confuso guardando Percy ancora steso a terra impegnato a farsi stritolare da Bea - Non volevo mettere in dubbio la tua sessualità, ma grazie- riprese rosso in viso.

- L'ho detto ad alta voce vero?-
- Si- rispose Percy da là sotto con voce strozzata. - La portò via- disse Fra prendendo Beatrice e trasportandola all'interno del Campo.

- Sei vivo?- chiese Jason al figlio di Poseidone, che tossí - Credo di si-
- Bene, perché ci servi ancora-
- Ti voglio bene anch'io, bro-

Il campo era esattamente come lo aveva descritto Rick Riordan: i campi di fragole, la Ω formata dalle capanne, il focolare di Estia e la casa Grande. Francesco portò lì Beatrice e la fece scendere dalla sua spalla solo quando fu proprio il famoso centauro a ordinarlo.

- Che delicatezza- si lamentò lei massaggiandosi l'osso sacro. - Sei vuoi, col bacino passa la bua- rispose Francesco con un sorriso pervertito.
Beatrice gli diete uno schiaffo sulla nuca - FRANCESCO! Non davanti a Chirone!-

Chirone d'altro canto stava cercando di trattenere le risate. - Benvenuti al campo Semidei. Alloggerete nella cabina di Ermes finché non verrete riconosciuti. Immagino che il nostro caro figlio di Melpomene, Rick Riordan, vi abbia già dato tutte le informazioni. Be' divertitevi io devo accertarmi che Valdez non dia fuoco al campo- e se ne andò.

- Melpomene?- chiese Francesco
- Musa della tragedia- gli spiegò la fidanzata - Si direi proprio che é sua madre-

Si diressero alla spiaggia come prima cosa. Avevano tanto letto di quella spiaggia che non vedevano l'ora di vederla. Il viaggio era stato lunghissimo, soprattutto per Beatrice che se l'era fatto in nave, quindi erano sfiniti. Si stesero, mano nella mano, sulla sabbia a guardare il tramonto. Bea poggiò la sua testa sul torace di Fra, che le diede un bacino sui capelli ricci.

- Ti amo, Fra- gli disse
- Anch'io mi amo, Bea-
La ragazza gli diede un bel pugno sullo stomaco e gli fece mooolto male.

Alzò la testa e la mise a qualche centimetro dal viso di lui. - Non ti permettere mai più. Chiaro?-
In tutta risposta, lui la baciò.

Quel fantastico momento fu rovinato da due luci fortissime, che illuminavano anche il cielo ormai azzurro scuro. I due si alzarono sui talloni guardarono sopra le loro teste.

Si sorrisero.
Si baciarono.
Si baciarono sotto la luce di un tridente e di una lira.