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ventiquattro

La cena, ecco cosa mi preoccupa più di tutto.
Faranno domande a Caleb, su di "noi" e sul nostro "rapporto".
Ho parlato qualche minuto fa con mio padre spiegandogli che Caleb e il signor Evans avevano un rapporto complicato.
Lui ha capito e poi siamo scesi a vedere un film aspettando che la nonna ci chiami per andare a mangiare.
Quando vado verso il divano la scena è imbarazzante, mio padre è a sinistra infondo al divano e Caleb è dalla parte opposta, è come trovarsi davanti ad un bivio, entrambi mi guardano come per dire "dai, su siediti vicino a me".

<<tesoro, vuoi sederti sulla poltrona?>>
Interviene mia madre.
<<si, grazie>>
Lei si alza dal suo posto e va vicino a mio padre.
Appena mi siedo una bambina si circa 5 anni dai capelli rossi spunta dalle scale e quando mi vede sorride urlando il mio nome è soffocandomi sulla poltrona.

<<ciao Keira>>
Rido.
<<chi è quel ragazzo?>>
Mi sussurra all'orecchio.
Guardo Caleb che disinteressato sta guardando la televisione, se ne accorge e mi sorride accompagnando il sorriso con un cenno della mano.
<<è il mio ragazzo>>
Sussurro.
Lei si gira con fare minaccioso verso Caleb e poi torna a guardarmi.
<<è troppo bello per essere reale, secondo me è un robot... e se volesse conquistare il mondo?>>

<<ti posso assicurare che non è un robot>>

<<lo tengo d'occhio comunque>>

<<sono certo che gli farà piacere>> dico sarcasticamente ma senza farlo capire.

<<la cena è pronta! Clay, parlo anche con te!>>

<<arrivo nonna!>>
Risponde dalla sua stanza.
Mi alzo e tenendo per mano Keira vado a tavola.
Mi siedo vicino a Caleb e
alla piccola rossa e, nel frattempo, mia nonna porta al centro della tavola un enorme pollo arrosto.

<<allora, come vi siete conosciuti?>>
Iniziano le domande.
<<ecco... lui è il mio coinquilino>>
Rispondo intimorita dalla reazione di mio padre, che stranamente sta calmo.

<<quindi, abitate insieme?>>
Continua mia mamma.
<<si>>
Sta volta Caleb risponde.

<<lo avete già fatto?>>
Chiede Clary.
Mio padre si strozza con il pollo e io divento rossa, Caleb invece è del tutto indifferente.
<<Clary!>>
La sgrida mia madre.
<<fatto cosa?>>
Chiede l'innocente bambina.
<<cosa c'è ? Fate solo domande noiose!>>

<<no, Clary, non ancora>>risponde Caleb per me <<lo faremo solo quando Jen vorrà >>
Lo guardo.
Sembravano talmente vere quelle parole, è dannatamente bravo a recitare.
E come tocco finale mi prende per mano.

<<e non vi annoiate?>>
Chiede ancora.
La conversazione sta diventando troppo sdolcinata.
Odio le cose troppo sdolcinate.

<<oh bhe, Caleb non usa la lingua solo per baciare>>
Non avrei mai pensato di dire una cosa del genere.
Caleb diventa paonazzo, mio padre pure mentre le ragazze, quelle che possono capire, ridacchiano.
Sento mio padre sussurrare un <<oh mio dio>>.

<<quindi->>
Clary viene interrotta però.
<<credo possa bastare Clarissa>>

<<scusa zio>>

<<Jen, quella felpa di chi è? Non è il tuo liceo>>

<<infatti è il mio, si è appropriata della mia felpa e, bhe, non me la vuole ridare>>

<<a proposito del liceo>>interviene mia madre <<domani c'è il ritrovo degli ex alunni, ci andrai vero?>>

<<no! Per me il liceo è stato un vero inferno!>>

<<ma sarà divertente e Caleb può venire con te! Lui è d'accordo, vero?>>

<<mi piacerebbe vedere dove hai studiato>>
Sorride, lo fa apposta.
Gli do un pizzicotto e lui si trattiene dal imprecare, mentre a me viene da ridere.
<<andiamo amore, sarà divertente!>>
Continua il mio "ragazzo".

<<vedi!>>
Insiste mia madre.
<<OKAY!>>
Cedo.
Non sarà poi così male.

<<ti odio>>
Dico sarcasticamente a Caleb davanti a tutti.
Lui mi da un piccolo bacio sulla bocca.
<<ti amo>>
Sussurra.
In quel momento...
Qualcosa si rompe dentro di me.
Mi ha detto ti amo.
Mi sento a pezzi.
La prima volta che qualcuno mi dice ti amo non deve essere una finta.
Mi alzo dal tavolo e vado verso camera mia.
Sono furiosa.
Ha esagerato.
Sbatto la porta e mi butto sul mio letto dalle lenzuola rosa.
La porta si apre dopo un po', speravo entrasse mia madre e invece è Caleb.

<<ehi, che diavolo è successo? Perché te ne sei andata? Stavamo andando bene!>>
Stavamo andando bene! Ma sentilo.
Cerco di non farmi vedere in viso con le guance bagnate e il mascara che cola.

<<perché piangi? Cosa ho fatto?>>

<<era il mio primo ti amo!>>
Dico in un sussurro.
<<ed era finto! Per te possono essere cose stupide! Ma per me no!>>

<<Bambinetta?>>

<<che vuoi?>>

<<guardami>>

<<no>>
Ma lui non mi da scelta,mi fa mettere a sedere e mi solleva il mento con le dita, per sfiorare le mie labbra.
<<non sono il re del romanticismo, è vero, ma non scherzerei mai su certe cose, in primo luogo con te...>>
Sospira.
<<non so se ti amo; ma provo qualcosa per te, Jen, qualcosa di forte>>

<<Stai mentendo>>
Sussurro.
Lui fa cenno di no con la testa.

<<perché andavi a letto con le altre ragazze allora?>>
Chiedo.

<<era colpa tua>>
Sfiora ancora le mie labbra.

<< colpa mia?>>

<<vedevo te, ogni volta che le toccavo vedevo te... la tua risata, i tuoi sguardi seri, il tuo respiro affannato per la mia troppa vicinanza... dannazione mocciosa, che effetto hai su di me... con Veronica, non è successo niente, lo stavamo per fare ma mi sono fermato, mi sentivo dannatamente in colp->>
Non voglio sentire altro, le mie labbra sono sulle sue.
Non so se ti amo; ma provo qualcosa per te, Jen.

<<Jennifer>>
Sussurra.
<<shh...>>
Lo zittisco e lo continuo a baciare.
Mi fa risdraiare sul letto e lui si mantiene sopra di me appoggiandosi con il gomiti al materasso.
Gli metto istintivamente una mano sotto la maglietta e lui rabbrividisce come io facevo al suo tocco.
Gliela sfilo e lo guardo per qualche secondo in tutta la sua bellezza.
Noto le cicatrici provocate da suo padre, ma non ho tempo per dispiacermi.
La sua bocca è di nuovo a contatto con la mia.
E poco dopo mi ritrovo anche io senza maglietta e felpa.
È la seconda volta che mi vede i reggiseno.
È talmente naturale stare qui con lui.
Ci baciamo ancora e ancora quando la porta di camera mi a si apre e siamo sorpresi da mio padre.
Merda.

<<è la seconda volta...>>

<<papà>>
Alza una mano per zittirmi e io faccio come dice, mentre, per coprirmi il prima possibile infilo la maglietta di Caleb.

<<fuori dal letto di mia figlia>>
Caleb annuisce.
<<subito>>risponde.
Sì avvicina per darmi un bacio ma viene fermato da mio padre.

<<distanza di almeno un metro>>

<<papà->>

<<un metro>>
Caleb così esce dalla stanza e va nella stanza degli ospiti, quando esce si può ben vedere la faccia stupita delle donne della casa nel vedere Caleb senza maglietta.
Esce anche mio padre dalla stanza e io resto sola a pensare e ripensare alle parole di Caleb.
Non so se ti amo; ma provo qualcosa per te, Jen.
Non finirò mai di pensarci.

È l'una di notte e la porta di camera mia viene aperta lentamente.
Apro gli occhi per lo spavento e vedo entrare Caleb esattamente nelle stesse condizioni in cui era uscito.

<<che ci fai qui?>>
Sussurro accendendo la bajour.

<<un patto è un patto... carino il pigiama, è della mia marca preferita>>
Dice riferendosi alla sua maglietta.
Non me la sono più tolta e siccome mi va larga l'ho usata come pigiama.
Si toglie i pantaloni ed entra nel letto.

<<sei impossibile>>
Sussurro.

<<lo sappiamo tutti che ti piaccio anche per questo>>

<<non l'ho mai detto>>

<<cosa?>>

<<che mi piaci>>
Ribatto.

<< lo dirai>>
Sorride.
Spengo la luce e mi volto verso di lui, o meglio, verso il suo petto.
Divento rossa ma per fortuna lui non mi può vedere.

<<il tuo respiro mi sta facendo il solletico alla pancia>>
Sorride, lo so anche se non lo vedo.

<<scusa>>
Dico.
Lui si mette a pancia all'aria e io mi trovo appoggiata al suo petto.
Dopo un po' si stende e accende la bajour.

<<perché hai acceso la luce?>>

<<volevo vederti>>

<<sei terribilmente sdolcinato>>

<<non sparare cazzate>>
Sussurra.
<<come non detto>>
Ridacchio.
Gli tocco le cicatrici e lui si irrigidisce.

<<e stato tua padre?>>

<<si>>

<<mi di spiace>>
Ed è vero.

<<non devi, non centri niente con questa storia>>

<<ti ha fatto troppo male>>

<<dopo un po' ci si abitua, davvero, non devi preoccuparti per me>>

<<non ce la faccio>>
Mi è davvero impossibile non pensare a lui.
<<inizia con l'addormentarti per ora, primo o poi tutti ce la fanno>>

<<io non lo farò mai>>
Detto questo spegne la luce e io mi addormento tra le sue braccia.


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