trentasei
Apro la porta dell' appartamento e, immediatamente, cerco Caleb con lo sguardo.
In soggiorno non c'è anima viva.
La prima cosa che mi viene spontanea da fare è controllare che sia in camera sua.
Ma non è nemmeno lí.
Inizio a preoccuparmi, l'ultima volta che ha incontrato un membro della sua famiglia è tornato a casa completamente ubriaco.
Perlustro nuovamente la casa ma non lo trovo.
Il cuore mi batte a mille e ho una stretta allo stomaco.
Prendo il mio telefono e lo chiamo.
Dopo dieci squilli parte la segreteria.
Ritento e ritento ancora.
Ma non ricevo alcuna risposta se non la sua voce che mi dice che in questo momento è occupato.
Pensa... se fossi in lui, dove saresti in una situazione del genere?
Sono ormai le quattro e non sono ancora riuscita a trovarlo.
Ho provato da Starbucks, da KFC, in biblioteca, in tutte le aule e perfino da Andrew.
L'unico posto che mi viene in mente é alla confraternita femminile, da Veronica.
Ma non voglio nemmeno pensarci.
Cammino verso l'entrata della confraternita.
Tutte mi guardano e tra le mille teste bionde, una soltanto ha dei boccoli perfettamente uniformi.
Trovata.
Questo vuol dire almeno che lui non è qui.
Quando mi vede viene verso di me, non credo sia felice della mia presenza qui.
<<cosa ci fai qui?>>
La sua voce è tranquilla in apparenza, ma si sente che nel profondo vorrebbe scoppiare.
<<allora?>>
<<stavo cercando Caleb... ma non è qui>>
<<cos'è? Non ti fidi lui?>>
Mi domanda con aria di sfida.
Se lui venisse a scoprire che sono venuto a cercarlo qui si infurierebbe.
<<mi fido di lui. Tu lo hai visto? Sono preoccupata...>>
La sua espressione cambia, sembra altrettanto preoccupata.
<<cosa è successo?>>
Forse non dovrei parla gliene, ma lei, per quanto la odi, lo conosce da più tempo di me.
Esito per qualche secondo.
<<un problema di famiglia... non è da nessuna parte, spero solo che non sia andato in qualche bar ad ubriacarsi>>
<<probabilmente è così se si tratta della sua famiglia>>
<<hai già avuto a che fare?>>
Annuisce e prende una giacca attaccata all'appendiabiti vicino alla porta, poi mi guarda.
<<andiamo?>>
Domanda spazientita.
Sorrido.
<<si>>
<<allora, dimmi dove lo hai già cercato, da Bill's?>>
Scuoto la testa.
<<Jordan's bar?>>
Scuoto ancora la testa.
<<Al Joker? Al Moonlight?!>>
<<no! Non so di che posti tu stia parlando!>>
<<sono dei locali, probabilmente è lí, muoviamoci>>
Passa un ora.
Non è in nessuno di quei bar, nemmeno uno.
Veronica ha provato a chiamarlo ancora ma non risponde nemmeno a lei.
<<non so più dove cercare... ho provato tutti i posti che conosco...>>
Poi un lampo di genio.
<<so dove è andato>>
<<dove?>>
Chiede.
Il precipizio.
<<è un posto che in pochi conoscono, me lo ha fatto conoscere una delle prime sere dopo una festa>>
Lei sorride malinconica.
<<mi dispace... io->>
<<non devi dispiacerti, in fondo è meglio così... almeno non ci sono andata a letto>>
Sorride cercando di smorzare la situazione imbarazzante.
<<sai... pensavo fossi, diversa>>
Afferma.
La guardo per qualche istante.
<<diversa? In senso buono?>>
<<pensavo fossi una di quelle ragazze che frequentano la chiesa ogni giorno e pregano ore prima di mangiare>>
Rido.
<<sai le tipiche ragazze santarelline dei libri>>
<<tu leggi?>domando stupita.
<<non tutte le bionde sono stupide, sai? O troie... con Caleb... era diverso... lo conoscevo da un po', ma non ci sono mai andata a letto... non la do via così, al primo che capita... io provavo qualcosa per lui e quando mi ha parlato di te... devo ammettere che il mio primo istinto è stato quello di odiarti... ma tu non centri e nemmeno lui>>
Sorride ancora.
<<sai, magari col tempo potremmo diventare amiche>>
Non è poi così odiosa... sembra gentile infondo e capisco che provasse qualcosa per Caleb.
<<sappi, comunque, che quando mi hai trovata nuda nel suo letto ero completamente ubriaca>>
Ride.
<<ehi>>
Una voce maschile ci interrompe.
<<Veronica!>>
Davanti a me c'è un ragazza dal volto familiare.
Ora ricordo.
Se non sbaglio è un amico di Lyla, lo avevo incontrato alla mia prima festa in una confraternita.
Caleb, mi aveva portato via da lui.
Credo si chiami Josh.
Josh Boris.
<<Ti ho già visto>>
Mi dice.
<<ad un festa,se non sbaglio...ah, si! Quell' idiota di un Evans ci aveva interrotti>>
<<quel idiota è il suo ragazzo>>
Lo avvisa Veronica.
<<scusa, sorellina>>
<<è tuo fratello?>>
<<fratellastro>>
<<Josh giusto?>>
<<solo i ragazzi mi chiamano così>>
Mi sorride.
<<solo i ragazzi?>>
Chiedo.
<<solitamente le ragazza mi chiamano con il mio secondo nome>>
<<sarebbe?>>
<<Scott>>
Il sangue smette di scorrere nelle mie vene.
Quello Scott? L'agressore di Sophia?
Poi ricordo.
Alla festa quando Caleb lo minacciò disse qualcosa del tipo" lei no e tuo sorella nemmeno..." credo.
<<devo... andare...>>dico<<ciao Veronica>>
La saluto.
<<Scott>>
Faccio un cenno col capo e torno a casa.
Andrei al precipizio, ma durante il tragitto mi ero addormentata.
Non è da nessuna parte.
Torno a casa sperando che sia tornato.
Essendo ormai alla fine di novembre fa freddo e il sole tramonta prima, quindi è quasi del tutto buio.
Cammino stringendomi tra le braccia.
C'è ancora gente in giro quando arrivo finalmente al dormitorio.
Entro in salotto.
Davanti a me c'è Caleb con una birra in mano.
In faccia ha un sorriso sghembo e mi guarda senza espressione.
<<Caleb... sei ubriaco?>>
Chiedo andando verso di lui e cercando di strappargli la birra dalla mano.
Lui la alza così che non ci arrivi e si mette a ridere facendomi respirare il suo alito che odora terribilmente di alcool.
<<Caleb smettila, dammi la birra>>
Lui, invece ne beve ancora un goccio.
<<ne vuoi un po'?>>
Sorride.
Devo solo stare al gioco.
Annuisco.
<<so che non ti piace l'alcool, mocciosetta>>
Merda.
<<bhe, voglio provare>>
Gli dico.
Sorride ancora.
<<anche da ubriaco capisco quanto tu faccia schifo a mentirmi>>
<<Caleb, basta! Metti giù quella dannatissima birra!>>
Urlo.
Odio urlare con lui soprattutto perché il suo timbro di voce è molto più alto del mio.
<<Mi spieghi che cazzo di problemi ti fai?! Se voglio bermi una birra, mi bavo una birra!>>
Appunto.
<<Non puoi reagire così ogni volta!>>
<<chi sei per dirlo?!>>
<<sono una persona che tiene a te, Caleb! Una persona che sta male se tu stai male!>>
<<smettila di sparare cazzate! Ti avevo detto che dovevi smetterla di preoccuparti per me!>>
<<io-non-ci-riesco>>
Dico abbassando la voce e scandendo bene ogni singola parola.
<<devi riuscirci! Perché ti è così difficile?!>>
È su tutte le furie ormai.
Lancia la bottiglia di birra per terra e si avvicina pericolosamente a me.
<<perché ti amo! Razza di idiota...>>
Il tono della mia voce diminuisce pian piano ma finalmente sta in silenzio e mi guarda, devo continuare a parlare.
<<e mi preoccupo se sparisci così all' improvviso! Mi preoccupo se stai male e se torni a casa completamente ubriaco!>>
Gli tiro dei pugni sul petto e urlo, sto tirando tutto fuori.
<<ti prendi sempre la colpa di tutto! Ed è una cosa odiosa! Non-è-sempre-colpa-tua! Devi smetterla di pensarlo! Devi smettere di pensare che il mondo ti odi! Perché non è così!
Ti difenderó! Okay?! Ti difenderó sempre! Ma ti prego smettila di uscire e farmi preoccupare perché non sopporterei se ti succedesse qualcosa! Non c'è la farei! Perché sei presuntuoso, orgoglioso e testardo!
E se tu ti sei innamorato dei miei difetti io mi sono innamorato dei tuoi! Quindi smettila!>>
Trattengo a stento le lacrime e cado addosso a lui, che, però, mi sorregge.
<<scusa>>
Mi sussurra.
<<scusami, davvero>>
Mi stringe tra le braccia.
<<io ti odio>>
Sussurro mettendo la testa nel incavo del suo collo.
<<hai appena affermato l'esatto contrario>>
<<ma tu non eri ubriaco?>>
<<il tuo discorso mi ha dato la lucidità>>
Sospiro.
<<bene, perché io non pulisco il vetro per terra>>
Fermi tutti!
Per la prima volta scrivo.
Okay!
Le cosa è questa, e se iniziasse un'altra storia?
Ovviamente continuerei a scrivere questa ma intanto ne scrivo una seconda...
Fatemi sapere che ne pensate.
Baci♡
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