otto
Guardo il soffitto della camera di Caleb ancora sconcertata per quello che è successo.
Mi giro e lo guardo dormire... era stanchissimo non saberre riuscito a seguire mezza lezione.
O magari lo hai fatto stancare tu.
... mi rifiuto di commentare ciò che hai appena detto.
Mi modo il labbro pensando a quello che è appena successo... sono stata così stupida, così avventata, aveva quello sguardo... insomma i suoi occhi corteccia, le sue labbra piene...tutto in quel momento mi spingeva a baciarlo.
Era finita o almeno così doveva essere, io non riesco a far a meno di lui e non so se questo è un bene o un male... mi viene d'un tratto in mente la sera a New York di qualche mese fa.
<tu non sai cosa penso! Ma te lo dico con piacere: tu,Jennifer, eri solo una delle ragazze da aggiungere alla mia lista! Pensi davvero che mi importi qualcosa di te? Ma per favore! Quando uscivo con gli amici era una scusa per andare a sbattermi Veronica, visto che con te non facevo niente!>>
A quelle parole il mio cuore perde un battito.
Faccio di no con la testa e gli occhi puntati verso il basso.
<<non è vero>>
<<svegliati Jennifer! Pensi davvero di essere speciale? Pensi davvero che tu sia stata l'unico vero amore per me? Appena saremmo tornati a casa ti avrei lasciato in qualche modo! È stato divertente e ti ringrazio perché mi hai semplificato il lavoro!>>
Sì volta e senza dire altro chiama un taxi, questo di ferma subito.
<<New York University>>dice al taxista, poi si gira verso di me e mi da sessanta dollari<<torna all'appartamento Jennifer... penso io alle tue cose>>
Mi guarda un ultima volta.
<<stammi bene>>
Così se ne va.
Mi lascio cadere per terra con una mano davanti alla bocca.
Mi sento così spoglia... ho freddo, un freddo mai provato prima... mi sento sola.
<<signorina, sta bene?>>
Chiede il taxista.
<<non si preoccupi, a lei penso io... le chiedo di aspettare qualche altro minuto>>
Una giacca da uomo si poggia sulle mie spalle senza darmi alcun calore.
Alzo lo sguardo e gli occhi azzurri di Nicholas guardano i miei.
<<Jennifer... è meglio che tu torni all'università, sali sul taxi>>
Non rispondo, sto ferma.
<<Jennifer...>> lo sento sospirare.
<<allora?>>
Chiede il taxista.
<<si... ci scusi>>
Nicholas mi prede per le spalle e mi solleva di forza per mettermi dentro il taxi.
Mi prende il telefono dalla tasca e digita dei tasti sul suo.
<<ho salvato il tuo numero di telefono ti chiamo per sapere come stai... ciao>>
Sì fa avanti per darmi un bacio sulla fronte ma io mi scanso.
Lui chiude la portiera e io sto sempre immobile.
<<quindi NYU?>>
Annuisco leggermente.
Il taxista si gira e mi guarda.
<<Bellezza sei sicura di stare bene?>>
Accenno un debole sorriso per il suo strano accento e annuisco.
<<la prego parta>>
Sussurro.
Lui fa quello che dico, intanto i miei occhi iniziano a piangere.
Digito il numero di chiamata di Lyla e aspetto che risponda.
<<ehi! Jennifer>>
<<Lyla...>>
Singhiozzo.
<<cosa è successo? Stai bene?>>
Sospiro e mi passo le mano sugli occhi per cercare di non pensare a quella sera, intanto Caleb di gira nel letto e mi da le spalle.
<<piccola...>>
Sussurra nel sonno.
Stringo le labbra e cerco di mantenere la calma.
Il mio telefono, che ho lasciato in soggiorno, inizia a suonare così, sbuffando, mi tiro a sedere tenendo le lenzuola che coprono il seno mentre mi guardo attorno.
Okay... dove ho messo i vestiti?
D'un tratto Caleb tira la coperta per stare più al caldo, così il mio corpo rimane completamente scoperto.
Faccio un balzo per la sorpresa e lo guardo con un sorriso innocente stampato sul volto.
Sono un' idiota... mi ha fatto talmente male quella sera.
Alzo gli occhi al cielo e poggio i piedi per terra per poi alzarmi.
Mi chino qualche volta per raccattare dei vestiti qua e là, approfittandone per mettere a posto.
Intanto il telefono ha smesso di squillare quindi vado di là con tutta calma.
Metto il reggiseno, un altro paio di mutande e la maglietta del mio pigiama.
Guardo distrattamente l'ora, sono circa le 12:30.
Il telefono riinizia a squillare.
<<arrivo! Arrivo!>>
Dico sbuffando mentre vado verso quel fastidioso suono.
Ricordati di cambierebbe suoneria.... ricordati di cambiare suoneria.
Leggo mentalmente il numero che è apparso sullo schermo... non mi è familiare.
<<pronto?>>
Rispondo.
<<ehi! Tu hai ancora la mia giacca!>>
Sbarro completamente gli occhi e il mio corpo si fa immobile.
Decido di far finta di non riconoscere la voce... ho già abbastanza casini per la testa, non voglio che se ne aggiungano.
<<pronto? Chi parla?>>
<<sono Nicholas>>
Non poteva semplicemente mettere giù?
<<Nicholas... Nicholas...>>
Continuo a far finta di non sapere.
<<il tuo compagno di liceo, quello che hai incontrato a New York...>>
Okay ci rinuncio, è un osso duro questo ragazzo.
<<Nicholas! Ciao...>>
<<si...Ciao!>>
<<come mai chiami? È successo qualcosa?>>
Per esempio tuo sorella è stata investita da un tram e mi stai invitando al suo funerale per assicurarmi che effettivamente non respiri?
A volte mi spaventi.
<<no, tranquilla non è successo niente di particolare... solo... mi chiedevo se ti andasse di uscire con me>>
Le cose sono già complicate così, ora ti devi aggiungere pure tu? Non ho la più pallida idea di quale sia la mia situazione attuale con il ragazzo nell' altra stanza, che spero non sia sveglio e non stia ascoltando questa telefonata, visto che spera che quello sotto il tram sia tu.
Decido, da animo buono e gentile che sono-
Sì, certo, credici.
Stavo dicendo... decido di non dirgli queste esatte parole ma di essere un tantino più gentile.
<<Nicholas... ecco io...>>
Wow. Che discorso.
<<ho già capito che è un no... tranquilla... lo sospettavo>>
Ti ringrazio infinitamente per aver messo fine ad una scena patetica.
Avevo in mente cosa dire.
No, non è vero.
<<scusa...>>
<<non devi scusarti, fammi sapere se cambi idea>>
Lo sento ridacchaire dall'altra parte del telefono e accenno un sorriso per gentilezza, anche se non mi può vedere.
<<comunque devo venire a trovare un amico alla NYU, magari ci vediamo per strada>>
<<okay... bene... ciao>>
<<cia->>
Terminò la chiamata prima che lui possa salutarmi e guardo tra i messaggi, notando che l' SMS di prima era proprio del sottoscritto che mi chiedeva di uscire.
Perché la mia vita deve essere così complicata?!
Intanto il mio telefono vibra.
2 nuovi messaggi.
Guardo il primo, è di Veronica... mi chiede se mi va di mangiare una pizza nel suo appartamento.
Le dico che sto arrivando e mi affretto a guardare l'altro messaggio.
Numero sconosciuto:
Non si attacca il telefono in faccia... ma per questa volta ci passo su.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro