diciannove
<<ehi?!>>Urlo, tutti miei parenti si girano un secondo <<tu ti presenti al mio compleanno, senza essere stato invitato, e dici "ehi"?! Ma quanto puoi essere stupido da uno a tanto?!>>
Ci stanno tutti guardando, non oggi, non rovinerà il mio compleanno.
Lo prendo per un orecchio facendolo piegare e lo trascino nella mia vecchia cameretta stando attenta che Nicholas non veda tutto. Lo sento dire "aiha" qualche volta ma non mi importa.
Oh no... Nicholas... si arrabbierà da morire quando vedrà Caleb.
Mi chiudo la porta alle spalle sbattendola in un tonfo.
Lo lascio andare e mi metto davanti a lui con le braccia incrociare mentre aspetto delle spiegazioni.
Stiamo entrambi in silenzio per qualche minuto.
<<posso tornare di sotto? Tua nonn->>
<<chiudi il becco, Caleb!>>
Lui mi guarda come per capire cosa io stia pensando.
<<hai il ciclo per caso?>>
<< giuri che, se non lo fa prima il Signore, ti ammazzo>>
Mimo con le dita di strozzarlo.
Chiudo gli occhi e mi metto le mani davanti alla faccia facendo dei grossi respiri.
Apro bocca per dire qualcosa ma la richiude subito prima che escano insulti.
Quando mi sono, un minimo, rilassata parlo.
<<perché sei qui?>>
Chiedo con tono calmo, sono sorpresa di me stessa, sto riuscendo a gestire la situazione con molta tranquillità.
Due secondi fa li volevi staccare la testa.
Sono solo dettagli superflui.
<<è il tuo compleanno mocciosa>>
<<si ma io non ti ho detto niente a riguardo...quindi come lo hai scoperto?>>
<<In realtà me ne hai parlato qualche volta, quando mi hai parlato della rimpatriata sapevo che in realtà era la festa per il tuo ventesimo, visto che non me lo hai detto ho pensato che tu non mi volessi>>
<<allora perché sei qui?>>
Chiedo senza smentire il fatto che io non lo volessi qui.
Lui si siede sul letto e alza il volto per guardare le stelle adesive al soffitto.
La sua bocca piena si allunga in un sorriso sghembo.
<<quindi?>>
<<mi sembra chiaro, non volevi che io venissi.... quindi eccomi qui...e poi, mi ha chiamato tuo padre per invitarmi>>
Sbarro gli occhi, mio padre che chiede al mio ragazzo-
Ex ragazzo.
Si... ma mio padre questo non lo sapeva, eppure lo ha inventato comunque...
<<è perché lo avrebbe fatto?>>
<<per distrarti>>
Alza le spalle e si sdraia sul letto con un tonfo.
Lui non riuscirebbe mai a distrarmi, non più almeno...
<<e da cosa dovresti distrarmi?>>
Lui intanto a chiuso gli occhi e si sta riposando tranquillamente.
È così bello...
Già...
Lo hai pensato! Hai pensato che Caleb è bello! Lo hai ammesso! Avete sentito tutti vero?
La voce di Caleb mi fa riprendere dai miei pensieri.
<<non lo so, ma a quanto pare ci riesco>>
Sghinniazzo, per far intuire che non è assolutamente vero.
Lui apre un occhio e mi guarda, sospirando si tira su dal letto e viene verso di me lentamente come per dire che ha accettato la sfida.
Ti prego non una delle sue...
Si avvicina a me e io mi allontano ad ogni passo che fa.
È tutto così lento...
Sbatto la schiena contro il muro e so di non avere più una via d'uscita.
I nostri corpi sono a qualche centimetro di distanza e desiderano toccarsi, fisso il suo petto cercando di non incontrare i suoi occhi.
Mette di colpo le mani ai lati della testa e io sussulto per il movimento felino.
<<guardami>>
Dice con voce bassa e roca.
Non lo faccio, so a che gioco sta giocando, se i nostri occhi si incontrano è finita.
Lo sento sospirare e lentamente inizia a baciarmi il collo.
Passa con dei baci umidi dalla clavicola a dietro l'orecchio, ogni sua mossa è una lenta tortura, eppure non me ne vado, la mia mente dice di scappare il mio corpo tutt'altro.
<<guardami, Jennifer>>
Ordina ancora stavolta morendo leggermente la mia pelle, tira su la testa per incontrare i miei occhi e non c'è la faccio, alzo lo sguardo e i miei occhi fan battaglia con i suoi.
Vedo lui sbarrare di poco gli occhi, quasi sorpreso dalla situazione.
<<Jennifer >>
<<cosa c'è?>>
Chiedo severa in un sospiro tortuoso.
Apre la bocca come per dire qualcosa ma poi la richiude subito senza emettere un'altra parola.
<<niente...nulla di importante>>
Alzo gli occhi al cielo e faccio per spostarmi, i miei polsi vengono bloccati al muro e istintivamente mi irrigidisco.
Cerco di fargli mollare la presa, ma non mi impegno nel farlo.
Lui mi tiene ancora più bloccata al muro e non mi lascia via di scampo.
<<Caleb, devo andare di là>>
Riposa le sua labbra sul mio collo e questa volta morde, invece che con le labbra, con i denti, so per certo che mi ha lasciato il segno.
Ma non riesco a ribellarsi, ogni volta che ci sforziamo a stare lontano i nostri corpi cercano sempre di avvicinarsi.
Ingoio un genitore trattenuto e so che lui se ne è accorto, sento il suo sorriso sulla mia pelle.
<<mi sembra di riuscire a distrarti bene...>>
<<chiudi il becco>>
Lo rimprovero.
È tutto così sbagliato, tutto così stupido e bello e eccitante e di nuovo sbagliato.
Caleb è tutto questo, è solo questo.
Le mie braccia si rilassano e lui, senza lasciarsi scappare l'occasione, libera uno dei miei polsi e poggia delicatamente una mano sulla mia guancia.
Ci guardiamo entrambi.
Merda... i suoi occhi.
Mi mordo un labbro, voglio così tanto quelle labbra proibite.
Ma devi seguire il cervello, almeno per una volta.
<<Jennifer... sto per baciarti>>
Perdo un battito e rimango sorpresa.
<<e se non mi fermerai tu, io andrò avanti, non mi importa se la tua famiglia è di la>>
Mi sorride maliziosamente ma negli occhi c'è solo dolcezza.
<<okay...>>
Lui passa lo sguardo dalla mia bocca a i miei occhi un paio di volte, mentre i suoi brillano infuocati.
Si avvicina lentamente.
Qualcuno mi fermi... non riesco da sola... non se c'è lui.
Le mie preghiere vengono ascoltate, si sente il rumore di qualcuno che bussa alla porta.
Caleb si allontana infastidito.
<<piccola?>>
Nicholas...
<<vai dentro l'armadio!>>
Ordino a Caleb con un tono di voce bassa per non farmi sentire dal mio ragazzo.
Lui alza un sopracciglio in risposta e mi fa un sorriso sghembo.
Scuote la testa con aria di sfida.
Cerco allora di spingerlo ma lui avanza verso la porta che, a quanto pare, vuole aprire.
<<non osare farlo!>>
Lui spalanca la porta e io mi ci nascondo dietro tra il piccolo spazio tra quella e la cassettiera in legno bianco.
Posso immaginare perfettamente il volto di Nicholas dipinto di stupore e rabbia.
<<Caleb... sto cercando Jennifer...>>
Lo sento dire.
<<già... lo avevo capito, almeno che tu non chiami tutti "piccola">>
Immagino il sorriso di Caleb con una punta di sarcasmo e cattiveria.
<<Jennifer non mi aveva detto che tu saresti stato qui>>
<<altrimenti? Non saresti venuto per il suo compleanno...>>
<<sarei venuto comunque... che fai in camera sua?>>
Lo vedo fare un passo indietro e sorridermi senza farsi notare.
Se mi fa scoprire lo ammazzo.
<<diciamo che... ho dei bei ricordi in questa stanza>>
Abbassa la testa e imbarazzato si gratta dietro la nuca.
C'è un attimo di silenzio, poi sento un sospiro.
<<Caleb... Jennifer odia vederci litigare, quindi, almeno il giorno del suo compleanno cerchiamo di andare d'accordo... io provo qualcosa per lei e non ho intenzione di farmela scappare per colpa tua>>
Il mio coinquilino mi guarda un attimo e poi torna a guardare Nicholas.
<<che vinca il migliore allora>>
Dice a pugni chiusi con la mascella serrata.
Fa un passo avanti e sparisce dalla mia visuale.
<<lei è ancora mia >>
Sento dei passi allontanarsi dalla stanza e la porta viene chiusa.
Penso alle parole di Caleb, da sola nella mia stanza.
"Lei è ancora mia"
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