Rimpianti
Austin
Due settimane.
È rinchiuso da due settimane in una camera asettica e una spada di Damocle poggia sulla sua testa.
Due settimane durante le quali il suo corpo è mutato, ha perso chili e i capelli sono stati spazzati via in un batter di ciglia, profonde occhiaie contornano le palpebre, il viso è smunto e privato della naturale lucentezza.
Due settimane in cui l'unico odore dolce che ha respirato è stato il profumo della pelle di Trisha.
Le umiliazioni che le aveva inflitto scorrono leste innanzi ai suoi occhi e s'interroga sul motivo che la spinge a esser lì, accanto a lui, ogni giorno. Lei non ha avuto alcuna remora nell'offrirsi come volontaria per la donazione delle cellule staminali. Austin è consapevole di doverla allontanare e consentirle di vivere serenamente la relazione appena sbocciata, ma da egoista qual è, non riesce a rinunciare a lei.
Riempie le momentanee assenze della ragazza contando i minuti che lo separano dal rivederla. Le sue giornate sono uguali, in tanti si alternano per tenergli compagnia: il padre, la madre, quella di Trisha, Ryan e, talvolta, perfino Caroline, sebbene la sua presenza gli arrechi solo fastidio.
Nessuno di loro è capace di colmare il vuoto che Austin avverte quando Trisha scompare oltre il battente grigio. È il turno di Ryan, ora, di vegliare su lui; Trisha deve studiare per una verifica che avrà l'indomani. L'ha informato con un breve messaggio, non mancando di promettergli che l'avrebbe raggiunto appena terminato. Austin guarda ripetutamente l'orologio e sbuffa allo scoccare di ogni minuto poiché lei non è ancora arrivata.
Trisha si preoccupa anche di aiutarlo a studiare, con i suoi appunti meticolosi e le spiegazioni soffiate a capo chino e gote arrossate. Austin accetta ogni tortura, sebbene non sia necessaria perché il preside ha assicurato ai Rogers la promozione; l'anno scolastico volge verso la fine e la sua media gli consente di stare tranquillo.
«Austin, i ragazzi della squadra vorrebbero venire a farti visita. Non ci crederai, ma vuole venire pure Edwards sebbene suppongo lo faccia solo per impressionare Trisha.»
Austin si muove con frenesia tra le lenzuola, sbuffa infastidito e mostra il suo disappunto, «Non lo voglio», la presenza di Edwards è per lui più fastidiosa perfino delle visite di Caroline.
«Stanno insieme?» Austin pronuncia quella domanda che le muore sulle labbra da giorni, sebbene abbia provato a farla alla diretta interessata.
Ryan annuisce, «Trisha è una ragazza formidabile e, nonostante sia stata presa di mira da noi per anni, non ha esitato a starti accanto. L'ha fatto per l'amicizia che l'ha sempre legata a te, ma nulla più di questo. Sta con Edwards e sembra felice, non pensare che provi altro per te. Non illuderti e non lasciarti coinvolgere da lei, potresti farti male».
«Troppo tardi!» Austin si morde la lingua, ma sa che il suo amico ha già capito tutto e si chiede come facciano gli altri a non intuire che è perso di lei. Il corpo è scosso da brividi quando immagina Trisha insieme con lui, un rovo spinato serra il suo corpo non appena si palesano innanzi agli occhi fotogrammi di Luke che le accarezza il corpo, le morde la bocca generosa, entra in lei avidamente. Atti di una passione ardente che brama di condividere lui con la ragazza, persino ora, sebbene sia recluso in un letto d'ospedale.
«L'avevo immaginato...» Ryan vorrebbe convincerlo a farsi una ragione sull'impossibilità di un loro legame, ma la figura di Trisha fa capolino dalla porta ed è costretto a tacere.
«Posso?» la voce armoniosa di lei delizia le orecchie di Austin e le sue iridi si riempiono della luce emanata dalla ragazza. Austin modella le labbra in un sorriso, il primo della giornata.
«Sì, vieni. Hai già terminato di studiare, piccola nerd?»
Trisha arriccia il naso, le labbra si stringono in una smorfia simile a un broncio e piagnucola mostrandosi offesa. «Se continui a prendermi in giro, vado via».
I battiti affievoliscono sotto la sua minaccia, il fiato serra in gola e tutte le dichiarazioni che vorrebbe pronunciare graffiano le corde vocali; Austin esita prima che un suono gutturale fuoriesca dalla bocca: «No! Resta qui, scherzavo. Sei venuta con l'autobus? Ti ho detto che devi prendere la mia auto»
Trisha scuote la testa e sorride per la capitolazione del ragazzo. «No, mi ha accompagnato Luke. Abbiamo studiato insieme e poi mi ha scortata fin qui, ti saluta.»
Austin soffoca la tentazione di dirle che non vuole i suoi saluti e prega mentalmente affinché abbiano davvero solo studiato. Vorrebbe chiederle ogni dettaglio sul loro incontro, ma sa di non avere nessun diritto.
«Domani, mi dimetteranno e fra tre settimane faremo l'intervento», Austin cambia discorso poiché l'idea di Trisha tra le braccia del suo acerrimo nemico rischia di frantumare l'ultimo barlume di lucidità che gli è rimasto. Mille dichiarazioni accorate si fermano sulle labbra del ragazzo, tormentato da colpe che sono solo sue; se non fosse stato accecato dalla popolarità, Trisha sarebbe da tempo accanto a lui. Ha commesso errori che paga, ora, a caro prezzo, Trisha poteva essere sua, placando quella bramosia che lo logora lentamente.
«Fantastico, potrai venire pure al prom. Sarà sabato ed io non volevo andare sapendo che tu fossi in ospedale. Possiamo andare entrambi, ora. Acquisterò io i biglietti per te e Caroline!» Trisha batte le mani entusiasta e organizza l'evento a cui, per la prima volta, non vuole mancare.
Austin serra le palpebre e scuote con foga il capo, è disilluso, sfiduciato, vorrebbe urlare l'insofferenza che prova a restare con Caroline, vedere Trisha con Luke e non poterla averla al suo fianco. «Non voglio andare al prom, guarda in che condizioni sono!» pronuncia bugie che ardono sulle labbra, inventa scuse per non affermare la verità che trattiene sulla lingua.
La realtà si cela nelle parole non dette, nelle carezze soffocate, negli abbracci trattenuti: la ama con ardore, un sentimento germogliato tra le mura sbiadite di una camera pregna di sofferenza, quando Austin realizza di averla persa giacché è a un altro che appartiene. Le condizioni in cui versa sono un ostacolo insormontabile all'agognata felicita, sebbene abbia la tentazione di lottare. I rimorsi per le umiliazioni che le ha inflitto sono un monito per lui: non la merita. Inoltre, non vuole macchiare il candore della ragazza con i misteri che si celano nel suo passato e tiene ben a mente che sono quei segreti il vero motivo per cui l'ha allontanata.
«Smettila, sei bellissimo. Sono certa che, anche quest'anno, sarai eletto re del ballo. Inoltre, se non verrai, non andrò neppure io. Resterò a casa con te e mi farai litigare con Luke!»
Trisha gli serve su un piatto d'argento due buoni motivi per non andare: loro due soli a casa e lei e Luke che litigano.
«Fammi felice, vieni anche tu...» Trisha si siede sul letto e stringe l'amico ritrovato tra le braccia, come ha fatto in questi quindici giorni, e lui si smarrisce nel suo profumo.
«Va bene, vengo! I biglietti, però, li acquisterà Ryan, vero?» Austin guarda il compagno di squadra che annuisce distratto, preoccupato per lui. Ryan lo osserva e nota il coinvolgimento emotivo che lo sta consumando.
«Ryan, mi stai ascoltando?» Trisha passa una mano davanti agli occhi del ragazzo, come a voler attirare l'attenzione, «Con chi andrai al ballo?»
Austin piega impercettibilmente le labbra, prova a nascondere il sorriso che sta nascendo, consapevole di quali sono le intenzioni della sua furbetta.
Ryan scrolla appena le spalle, vuole mostrarsi indifferente, eppure c'è qualcosa che vuole sapere e Trisha può soddisfare la sua curiosità. «Non ho ancora invitato nessuna. Le tue amiche, invece, con chi andranno?» Austin dubita che voglia sapere chi accompagnerà quella simpaticona di Rose.
Trisha imita Ryan e alza anche lei le spalle, «Rose andrà con Cody. Bryanna ha ricevuto alcuni inviti, che ha declinato. Perché non ci provi tu? Magari acconsente».
Ecco dove la ragazza voleva arrivare e Austin stenta a trattenersi dal ridere, tra lei che cerca in tutti i modi di aiutarli e Ryan che si finge disinteressato. «Non lo so, ci penso.»
Austin vorrebbe urlare al suo amico si smetterla, sa che non aspetta altro e dovrebbe tentare, prima di affogare nei rimorsi come sta succedendo a lui.
Ryan, invece, osserva i due ragazzi, lo sguardo crucciato tradisce la preoccupazione per l'amico, nulla ha mai scalfito l'ego di Austin ma Trisha sarebbe in grado di distruggerlo con un suo rifiuto. Ne è consapevole lo stesso ragazzo, ma è anche conscio di non poter far a meno di averla accanto, al punto di accontentarsi di esserle amico.
Restano a parlare per oltre mezz'ora, poi, Ryan va via per recarsi agli allenamenti di football: è stato scelto per sostituire Austin come capitano. Trisha, inizialmente, temeva di dare un dispiacere al ragazzo quando l'ha informato. Lui si bea delle sue attenzioni, comprende che la ragazza bada innanzitutto alla sua serenità, si domanda quale sia l'assurdo motivo che la spinge a dedicare tempo e preoccupazioni a uno come lui.
Trisha si stende al suo fianco e lui le posa un braccio intorno alle spalle, mentre lei si accoccola delicatamente sul petto del giovane paziente; restano a lungo in quella posizione e il silenzio della stanza amplifica il rumore dei loro battiti.
«Austin, tu ed io siamo di nuovo amici?» Trisha sente la necessità di chiederlo, vuole la certezza di potersi fidare nuovamente e Austin annuisce, consapevole di mentire: non vuole la sua amicizia, brama altro da lei.
«Ho bisogno di te, amico. Mi serve un consiglio poiché Rose e Bryanna hanno opinioni divergenti, una terza potrebbe chiarirmi le idee. Anche se mi vergogno un po' a chiedertelo, perché sei un ragazzo e il nostro rapporto non è più quello di un tempo.»
La ragazza riesce a catturare tutta la sua attenzione, Austin vuole sapere quello che la affligge poiché ha avvertito la voce di Trisha incrinata dall'incertezza e perché vuole mostrargli di essere cambiato. «Non devi vergognarti. Non ti giudicherò, anche se in passato l'ho fatto per stupidità. Fidati di me, ho bisogno del tuo perdono.»
Trisha accenna un lieve sorriso, le gote si colorano di rosso e rilascia un lungo respiro prima di iniziare a parlare, «Luke mi ha chiesto di stare insieme sabato dopo il prom...»
Austin si morde le labbra per nascondere una smorfia di stizza che minaccia di palesarsi da quando Trisha ha nominato il suo fidanzato; poi, realizza quanto detto dalla ragazza e qualcosa non gli è chiaro. «Non state già insieme?»
Trisha abbassa la testa, apre la bocca per parlare e la richiude subito, è un movimento che ripete più volte prima di trovare il coraggio di specificare, «I... in quel senso, cioè vuole...»
Austin inarca le sopracciglia per lo stupore e la realtà si riveste di gioia: comprende che Luke vuole fare sesso con lei poiché non è ancora accaduto!
«Voi due non avete ancora...»
Il ragazzo non aveva mai immaginato che una semplice frase potesse farlo tornare a respirare a un ritmo regolare.
Trisha è risentita, crede che lui voglia beffeggiarla, «Non avrei dovuto dirtelo, adesso mi prenderai in giro perché non sono un'esperta!» prova ad alzarsi dal letto, cerca di sottrarsi dalla salda presa di Austin, ma vano è ogni tentativo.
Austin sorride inebetito, la trattiene a sé con il cuore che rischia di esplodergli nel petto.
«No, non ti prenderò in giro, è fantastico! Cioè... cioè dimostra quanto tu sia una ragazza pura e speciale. Aspetta di essere pronta, non farti mettere pressione, devi sentirlo qui», le appoggia un dito sul cuore e lo sente battere forte come il suo, «in questo modo, sarà fantastico!»
E Austin si augura che avvenga con lui.
Un rumore assordante di tacchi che calpestano il pavimento del corridoio giunge, da oltre la porta, alle loro orecchie, accompagnato da una voce stridula.
È sufficiente la prima offesa, probabilmente rivolta a un infermiere che ha cercato di fermarla poiché l'orario consentito per le visite è terminato, per far comprendere ai due che Caroline sta arrivando.
Trisha si alza dal letto e va a sedersi sulla poltrona, Austin impreca sottovoce contro la sua ragazza capace di rovinare sempre i momenti migliori.
Caroline schiude la porta e la sua figura si staglia dalla soglia, avanza verso Austin e si mostra interessata. «Tesoro, come stai?»
La nuova arrivata non aspetta di udire la risposta, posa le labbra su quelle di Austin per baciarlo con ardore, costringendo Trisha a voltare il capo.
Caroline nota la sua presenza e non bada a nascondere il disappunto provato nel vederla accanto al fidanzato. «Sei sempre qui?»
Austin si muove, infastidito, tra le lenzuola, attende che Caroline sputi altro veleno su Trisha per metterla alla porta.
«Puoi andare, non abbiamo bisogno di te. Siccome hanno annullato gli allenamenti di cheerleading, resto io a tenere compagnia al mio amore.»
Austin alza le spalle dal cuscino e cerca di mettersi a sedere, vuole incutere timore in Caroline quando le dirà di andarsene al diavolo. Preferirebbe passare tutta la vita da solo e vivere un solo attimo con Trisha, piuttosto che vederla uscire dalla porta ed essere sostituita da lei.
Trisha, però, non dà ad Austin il tempo di replicare a quanto fuoriuscito dalle labbra laccate di rosso di Caroline. «Non credo sia il caso. Austin, oggi, ha l'ultima seduta di chemioterapia. Sei consapevole degli effetti collaterali? Sudore, nausea, vomito. Non vorrei si sporcasse il tuo bel vestito».
Caroline indietreggia, il volto sbianca lentamente e arriccia il naso in un moto di disgusto. «Certo, è indicato che sia tu ad assisterlo, i tuoi vestiti non ne risentiranno».
«Caroline, chiedile scusa!» una nuvola di fumo immaginario fuoriesce dalle narici del ragazzo, il volto si accende di rabbia ed è sul punto di sputare il suo disprezzo nei confronti della ragazza.
«Lascia stare, Austin», Trisha nota l'ira stravolgere il viso del suo amico e afferra la sua mano per tentare di calmarlo. Austin, involontariamente, lascia le sue falangi scivolare tra quelle delle ragazze; un gesto compiuto con naturalezza e che si palesa subito innanzi agli occhi di un'inviperita Caroline.
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