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La chiave è a Bar Harbor

Non permettere alle ferite di trasformarti in quello che non sei.
(Paulo Coelho)

"Non volevo sporcare pure te, Trisha! Se fossi rimasta al mio fianco, quello che ha infettato la mia anima ti avrebbe annientato."

Pensieri ingarbugliati, corrosi dal tarlo del dubbio, affollano la mente di Trisha. L'improvvisa urgenza di lasciare quel luogo, che mai aveva sentito come suo, riaffiorava imperioso. Una città che aveva smesso di amare appena adolescente, quando aveva osservato tramutare in una maschera priva di emozioni il volto di colui che, tenendola per mano, aveva camminato al suo fianco durante l'infanzia.

Passi che si era premurato di affrettare fino a distanziare dai suoi, per affiancare, poi, colei che era stata capace di estirpare le radici di un affetto sincero.

Poggia i palmi delle mani sui jeans logori per asciugare il sudore, alza il cappuccio della felpa nera con lo stemma rosso e verde, unico indumento sopravvissuto del liceo di Bar Harbor.

«Trisha, fermati! Trisha!» la voce di Meredith giunge ovattata alle sue orecchie, calcia un sassolino mentre la mano dell'amica ghermisce il suo arto.

«Chi erano i ragazzi sulla fotografia? Ti avviso, non sai mentire.»

Erano state parole, quelle di Austin tornate a tormentarla, udite appena in una notte illuminata da poche stelle, mentre sperava in scuse che non erano arrivate. Una frase sussurrata con vergogna dinanzi casa, dopo aver origliato le sue confessioni fatte a Luke.

Parole rimosse dalla mente e riemerse, ora, in un oceano di menzogne e misteri.

«Trisha, rispondi!» Meredith è dinanzi ai suoi occhi, incrocia le braccia e attende impaziente.

«Austin!» lei, sfinita, pronuncia quel nome che troppe volte si era incastrato tra i suoi denti, posato sulle sue labbra e annidato sulle pareti del cuore.

Gli occhi di Meredith tradiscono il fastidio che tenta di sopprimere, «Perché hai mentito per lui? Chi era la ragazza?»

«Il suo volto è familiare, fatico, però, ad associarlo a un nome. Ho mentito per lui perché non voglio sia invischiato nel tentato omicidio di Cody.»

Ha il capo chinato e una zavorra sul petto, simbolo della sua colpa, aspetta un rimprovero che non tarda ad arrivare, seppur amorevole, «Stai permettendo che sia Mason a essere invischiato. Non crederai davvero sia stato lui? Ricordi chi era al tuo fianco quando tutti ti hanno deluso?»

Le accuse mosse generano un tumulto nella ragazza, la osserva infervorata, ma incapace di tornare indietro e lasciare che pietre acuminate siano scagliate su Austin. «Non voglio sia Mason a pagare, riusciranno a dimostrare la sua innocenza!»

«Come, Trisha? Come?»

Passanti curiosi si voltano al suono delle disperate parole di Meredith. I loro occhi si posano su Trisha, le parole bisbigliate e le dita mosse per indicarla inducono l'additata a comprendere che, oramai, già tutti sanno.

Sorrisi mesti e sguardi compassionevoli rimarcano l'onta tatuata sulla sua pelle. La giovane oltrepassa Meredith, vinta dalla vergogna.

È una folle corsa verso l'ignoto la sua, il freddo attraversa gli abiti anonimi, un richiamo lontano, simile a un lamento disperato, trapassa i suoi timpani.

No, no, no!

Ricordi nitidi offuscano ogni pensiero: la violenza, le sevizie, i tradimenti, le umiliazioni. Le gocce di pioggia si mescolano alle sue lacrime, le ginocchia si scontrano al suolo e un abbraccio delicato circonda le sue esili spalle gravate di un pesante fardello. «Passerà, sarò con te, sempre.»

«Devo andare in ospedale e, poi, a parlare con i miei nonni, prima che sia qualcun altro a dirglielo.»

«Verrò con te! Non ti lascio sola, è questo che fanno le amiche.»

Trisha poggia la testa sul deltoide di Meredith, stringe i pugni e biascica avvilita: «Sono una vigliacca, vero? Non posso lasciare Mason nei guai. Ha sollevato sulle sue spalle ogni mia frustrazione: Austin, mio padre, mia madre, Rose, Bryanna, Luke...»

Una scintilla pone fine al monologo, un volto riaffiora nella sua mente nitido. Febbricitante, Trisha fatica ad alzarsi in piedi. Meredith inclina il viso e la osserva confusa, mentre parole senza nesso fuoriescono dalle sue labbra.

«Trisha ...»

«La conosco, è lei...»

«Trisha, di chi parli? Così mi spaventi!»

Trisha la fissa e nota la smorfia sul volto, che racconta la sua frustrazione, Meredith è combattuta tra il bene e il male: il suo e quello dell'amico Mason. «La ragazza sulla foto, mi ricordo di lei. Frequentava la nostra stessa scuola, aveva qualche anno in più. Non ci conoscevamo, non ho mai frequentato, se escludo gli ultimi mesi, l'élite dell'istituto. Lei non passava inosservata, era sempre insieme a... Luke!»

Meredith soppesa le parole da pronunciare, Trisha lo legge nei suoi occhi, «Trisha, comprendo le tue paure, ma non possiamo lasciare Mason nei guai. La chiave di tutto è a Bar Harbor. Dobbiamo andare lì e cercare di capire cosa c'è sotto, sebbene la soluzione migliore sia parlare con l'agente Morris.»

«No! Non torno a Bar Harbor, loro non dovranno mai saperlo! Quei passanti prima mi hanno guardato con compassione, loro mi osserverebbero con disgusto.»

«Trisha, appena Cody si riprenderà, inizierà un lungo processo. Lo scoprirebbero comunque. Vuoi, davvero, che Mason sia accusato di tentato omicidio? Ricorda quello che ha fatto per te. Non possiamo lasciarlo nei guai.»

Mason.

La mano che mi aveva trascinato fuori dall'abisso, la spalla che si era fatto carico di ogni mio fardello.

«Accompagnami in ospedale, ho bisogno di te. Dopo, faremo tutto quello che serve.»

«Che cosa significa?» un luccichio di speranza illumina le iridi di Meredith, auspica che le sue parole possano aver scavato un solco nella coscienza di Trisha.

Trisha s'incammina mesta, i passi lenti rimarcano lo squallore che non vuole raggiungere, gratta la pelle delle mani, pizzica le guance intorpidite, avverte il liquido vermiglio scorrere impetuoso nelle sue vene; stringe le palpebre, digrigna i denti e soffia la sua decisione. «La chiave è a Bar Harbor, andiamo lì!»

Tornerà lì, dove la sua metamorfosi è iniziata, da dove è partita per ricominciare a vivere lasciandovi, però, il suo cuore, divenuto stanziale nel petto indebolito dai patimenti di qualcun altro.

Schiude le palpebre, serrate mentre comunicava a Meredith la sua scelta, e tra le ciglia scure s'insinua un flebile raggio solare, spuntato quando la pioggia è cessata, e il volto spigoloso di chi riesce ancora a farla vibrare.

Spazio autrice
Buona domenica, chi si aspettava che, stavolta, sarei stata veloce? Io, no.

Ricordate la frase scritta in corsivo a inizio capitolo?

È pronunciata da Austin nel secondo capitolo (Un giorno a scuola-Parte II), dopo il primo tentativo di chiarire con Trisha.

La verità è ancora lontano ma alcuni punti iniziano a chiarirsi. La ragazza della foto era intima amica di Luke.

Potrebbe essere questo il motivo del ricatto mosso da Luke e Caroline ai danni di Austin?

Quali sono, invece, le responsabilità di Cody in questa storia?

Trisha riuscirà a tornare a Bar Harbor?

Lo scopriremo presto.

Baci
Mariarosaria

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