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Il Ballo Scolastico parte 2

Inspira piano, un movimento impercettibile da celare agli occhi dei presenti, il palmo sudato agguanta il corrimano mentre osserva Luke avanzare verso lei. Sulle labbra del ragazzo è scolpito un sorriso che rischiara le iridi scure, ha tirato indietro i capelli e mostra naturalezza ed eleganza sfoggiando uno smoking nero che evidenzia il fisico atletico.

«Sei bellissima, amore!» il suo timbro di voce si alza di un tono, tradendo il fastidio nello scorgere Austin alle spalle della sua ragazza.

L'aria si smuove al passaggio di Austin, cammina rigido e le sue labbra si scontrano con i denti, palesa così l'inquietudine che ha scosso il suo corpo nell'udire l'appellativo con cui Luke apostrofa Trisha: amore.

Le mani di Luke sono nascoste dietro la schiena, il capo, rivolto dapprima alle scarpe di Trisha, s'innalza piano; le palpebre si muovono lente e le iridi inchiodano quelle della giovane, bramose di un suo consenso. Il suo palmo scivola lento mentre poggia un pacco su quello di Trisha, che trattiene il dono stringendo le falangi intorno a esso prima di slacciare il fiocco grigio e scoprire al suo interno un corsage rosso intonato vestito. «Grazie, è bellissimo.»

I palmi sudati di Trisha circondano il suo collo, mentre quelli di Luke affondano nella pelle scoperta della schiena della ragazza e i polpastrelli accarezzano sensuali la colonna vertebrale; le loro labbra si congiungono per un fugace bacio che non lascia fremiti sul suo corpo scosso poco prima da qualcun altro.

«Vogliamo andare prima che si faccia troppo tardi?» un ringhio fuoriesce dalla bocca di Austin, un suono gutturale che graffia ogni pensiero di Trisha.

La ragazza volge il capo verso gli altri, vede i ragazzi muoversi incerti, impettiti nello smoking uguale l'uno all'altro, solo il colore è differente. Rose e Bryanna sono avvolte da un alone di splendore, la prima in un corto abito di chiffon nero con le bretelle sottili che accarezza ogni sua curva, la seconda è fasciata da un sobrio e lungo abito di un tenue rosa e privo di spalline. Osserva, senza farsi scorgere, Caroline, la cui splendida figura è esaltata da un abito di seta azzurra, raffinato e di manifattura pregiata, così come il suo, realizzato dallo stilista di Annie. La settimana precedente, Trisha aveva trovato una scatola poggiata sul suo letto, aprendola aveva visto al suo interno il vestito che indossa, donato da Austin, sebbene fosse stata Annie a occuparsi di ordinarlo.

Annie e Maggie raggiungono i giovani prima che possano andare via, la madre di Austin ferma i loro passi quando vede la porta aprirsi. «Ragazzi, aspettate, vogliamo vedervi. Siete tutti belli!» Annie sventola la macchina fotografica, «Allora, qui occorre una fotografia di gruppo».

Come automi, ognuno di loro segue le sue istruzioni: ogni ragazza davanti al proprio accompagnatore.

Le braccia di Luke circondano la sua vita, le spalle urtano il suo petto mentre i loro profili si sfiorano. Trisha non oppone alcuna resistenza, ma i suoi occhi cercano Austin e scorge i suoi fissare le mani di Luke che la accarezzano lenta; lui, invece, non accenna a toccare la sua ragazza e i lineamenti contratti del viso palesano il disappunto per quanto vede. «Mamma, hai fatto? Possiamo andare ora?»

Annie scuote il capo in segno di diniego, «Scusate, ragazzi, non vorrei sembrare sgarbata ma adesso devo chiedervi di spostarvi. Vorrei fare una fotografia solo a mio figlio e a Trisha, è da quando sono piccoli che fotografo loro due insieme nelle occasioni importanti e non posso perdermi proprio il prom».

Austin accenna un impercettibile sorriso, urta volontariamente Luke e prende il suo posto; poggia una mano sul suo fianco e affonda le dita nella carne morbida dell'anca, gli angoli della bocca guizzano in alto e i loro battiti pulsano incessanti. Trisha può udire il boato di due cuori che implodono nel petto e avverte il lobo pizzicare quando Austin soffia nel suo orecchio: «Questa sarà la mia fotografia preferita!»

Due limousine li attendono all'esterno di villa Rogers, i giovani si accordano per ritrovarsi fuori scuola e, poi, si separano.

Trisha sbuffa quando, arrivati in palestra, vede che sono tutti seduti allo stesso tavolo, aborrisce l'idea di dover passare l'intera serata insieme e i suoi sensi si allertano, timorosa che qualcosa possa andare storto.

Uno spesso tendaggio grigio chiaro circonda le pareti della sala da ballo improvvisata, dello stesso colore è la copertura del tavolo, dove è poggiato il buffet; piccole candele bianche circondate da tante peonie spiccano sui tavoli riservati agli studenti, ricoperte da candide tovaglie beige. Calici di cristallo colmi di bibite analcoliche sono serviti su vassoi d'argento, i loro accompagnatori scostano le sedie per farle accomodare prima di dirigersi al buffet.

Tesa come una corda di violino, Trisha accetta l'invito di Luke di ballare e lui non indugia a palesare la sua soddisfazione. «Sei un incanto , Trisha»

Il volto di Luke è incastrato nell'incavo del suo collo, ansima solleticandole la pelle. Numerosi corpi si muovono lenti intorno a loro, sono coppie che si stringono forte e a cui lei rivolga l'attenzione, cercando l'unico volto che i suoi occhi bramano di incrociare.

Vede le sue spalle poco distanti da lei, le dita affusolate affondano tra i radi capelli mentre il suo braccio agguanta distratto il fianco di Caroline e il volto si muove in ogni direzione in cerca di qualcuno. Trisha porta l'unghia smaltate alla bocca, incastrandole tra i denti, le mangiucchia appena mentre le palpebre cadono giù quasi a voler celare le emozioni che la invadono.

C'è un ultimo atto, un ultimo supplizio prima che la serata volga al termine: l'incoronazione del re e della reginetta del ballo.
Il presidente del comitato organizzativo, nel suo smoking azzurro e con enormi occhiali che nascondono metà volto, reclama l'attenzione attraverso un microfono e studenti smaniosi si accalcano ai piedi del palco. «Buonasera, ragazzi, è arrivato il momento di eleggere il re e la regina del ballo. Per volontà del preside, quest'anno, sono stati raccolti anche i voti degli insegnanti, del comitato organizzativo, del consiglio studentesco e con essi le motivazioni che hanno portato a tale scelta. Sono voti sommati a quelli espressi da voi in questa sede», sventola due buste in aria, le rigira tra le mani per, poi, apprestarsi ad aprire la prima, «Vi annuncio che il re del ballo, per l'impegno sportivo e scolastico e per il coraggio nell'affrontare le avversità della vita, è Austin Rogers».

Le mani di ogni studente presente, o quasi, s'innalzano e si scontrano tra loro, è un rumore di applausi che rimbalza sulle pareti della palestra. Le guance del proclamato re si gonfiano e rilasciano sbuffi sonori, Austin mostra disappunto mentre due braccia nude circondano le sue spalle. Caroline si ricompone in un batter di ciglia, pronta a raggiungere il palco insieme con lui, appena William Brady pronuncerà il suo nome. Trisha accenna un sorriso, a voler rammentargli quello che aveva previsto, e le iridi di Austin si soffermano sulla sua bocca, prive della volontà di abbandonarla.

Le sopracciglia dello studente, che riveste finanche i panni del presidente del comitato organizzativo, guizzano oltre gli enormi occhiali e le labbra schiuse formano un cerchio regolare; William, destato dallo stupore iniziale, pronuncia austero: «La reginetta del ballo, per l'impegno nelle attività scolastiche e per la generosità d'animo dimostrata nei confronti dei suoi compagni, è Trisha Hall.»

La giovane è una statua bianca e fredda, della stessa consistenza del marmo, accoglie gli abbracci dei suoi amici che la circondano e la stringono con possanza; avverte piccoli baci che le inumidiscono il collo e un lieve morso prima di udire la voce di Luke sussurrarle: «Non potevano fare scelta migliore, amore.»

Le luci calano e un varco umano si apre intorno a loro, William invita i due eletti a salire sul palco. «Il re e la regina sono pregati di raggiungermi per l'incoronazione.»

Una mano calda agguanta quella di Trisha, che nota il suo volto sagomarsi per la soddisfazione mentre la conduce sul palco. «Rilassati, Trisha.»

La nuova reginetta sussurra poche parole di ringraziamento, ha il capo abbassato sul legno del palco quando i polpastrelli del suo re accarezzano la pelle scoperta della schiena.

Segue i suoi passi e arrivano al centro della pista, sono uno dinanzi all'altro per il rituale del ballo dei vincitori. Lei è ghiaccio che si scioglie tra le sue braccia, creta plasmata al suo volere.

«Sei bellissima e, questa sera, tutti hanno capito il tuo valore. Non temere il sentimento che sta nascendo tra noi, siamo sempre gli stessi.»

«C'è stato un tempo in cui quel noi non esisteva!»

La flebile luce, che illumina la pista, rischiara il profilo rassegnato di Austin. «Riuscirai mai a perdonarmi?»

«Ti ho perdonato, ma ci sono cose che non si possono dimenticare.»

È una menzogna che si poggia sulla sua bocca, nessun brutto ricordo potrà scalfire la gioia di essere ritornata a casa.

«Riuscirai a dimenticarlo, promesso.» il volto di Austin s'inclina appena, si avvicina lento e i suoi occhi s'incatenano sulla bocca di Trisha.

«Non voglio rovinare nuovamente il nostro rapporto, Austin.»

«Ci ho provato a lasciare le cose come stanno, ero disposto ad accontentarmi anche solo della tua amicizia pur di averti accanto. Quando, però, ti ho sentito fremere tra le mie braccia, ho realizzato che non posso e non voglio rinunciare a noi.»

La musica cessa e la mano di Luke, giunto alle loro spalle, strattona il braccio di Trisha per riportarla alla realtà. La giovane soffoca tra quei palmi che la agguantano avide innanzi a tutti, lui la bacia con ardore e il suo cuore cessa di battere. Trisha ha le palpebre schiuse e l'immagine di Austin si materializza tra le pieghe delle sue ciglia: il vecchio amico ha le mani infilate nelle tasche dei pantaloni, il capo volto all'indietro e labbra strette in una linea frastagliata.

La fine della serata diventa la salvezza di Trisha, può rinchiudersi nella sua camera e urlare, a labbra chiuse, il sentimento che sta implodendo nel suo petto.

Compie movimenti lenti, dinanzi allo specchio della sua stanza, per slacciare, evitando di far danni, la collana. Sussulta al cigolio della porta, non scorge la sua figura ma percepisco la sua presenza, un'immagine che diventa nitida quando il suo corpo si appoggia al battente. Non indossa più la giacca e neppure la cravatta, ha le maniche della camicia arrotolate sino ai gomiti, le si avvicina e le offre il suo aiuto. «Aspetta, faccio io», in pochi gesti la collana viene via mentre le mani di Austin restano sulla nuca di Trisha.

Le dona una carezza lenta, dal basso fino all'attaccatura dei capelli, lì dove alla ragazza sfugge un gemito. Avvicina la bocca e rilascia baci umidi sulla sua pelle, mentre i palmi si spostano sulla parte anteriore del vestito e i polpastrelli tracciano linee immaginarie sul confine della scollatura.

La mente di Trisha è offuscata dal desiderio, non riesce a soffocare gli ansimi quando le mani di Austin raggiungono il suo seno, c'è solo la seta del vestito a separarli, e un capezzolo s'incastra tra il pollice e l'indice della sua mano.

«Fermami, Trisha, io non ci riesco.»

Lei annuisce sebbene un'altra parola fuoriesce roca dalle labbra: «Baciami!»

Austin la fa voltare e i loro petti si scontrano, le labbra si cercano con urgenza e le lingue s'incontrano per la prima volta, mentre le loro gambe si muovono verso il letto dove sprofondano l'uno sull'altra.

La mano destra di Austin agguanta la stoffa del suo vestito, è un movimento lento ed estenuante, una carezza parte dalle gambe, sale sui fianchi e giunge al bordo degli slip. Le falangi sfiorano la seta della biancheria, lei annaspa cercando l'ossigeno che viene a mancare.

«Dimmi quando devo fermarmi, non farò nulla che tu non voglia...» le parole del giovane si alternano a lievi morsi sul lobo della ragazza che sta tremando per le sue carezze.

«Non fermarti.»

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