Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Il Ballo Scolastico parte 1

Impotenza.

Una zavorra grava sul costato dei due ragazzi, il loro animo è plasmato dalla paura di quel che sarà e si smarriscono nell'ignoto di quel che diventeranno.

Spezzati, tramortiti.

Fiori recisi, vetro frantumato, rotti e incastrati, è un'unione imperfetta di frammenti contorti.

Il letto cigola e il materasso sprofonda sotto il peso di un corpo che va a sdraiarsi al fianco di quello della sua amica. Trisha schiude appena le palpebre, avverte i polpastrelli di Austin sfiorare i suoi e allarga le falangi per consentirgli di intrecciare le dita tra loro. La giovane trascorre intere notti insonni nel vano tentativo di lenire i turbamenti del ragazzo, divenuti, oramai, anche i suoi.

Il sonno ha abbandonato il corpo di Austin, neppure l'esser tornato a casa ha placato il terrore che anima ogni suo pensiero, benché finga noncuranza per l'esito degli esami di controllo cui dovrà sottoporsi il prossimo lunedì.

Ogni notte, raggiunge l'amica nel suo letto, divenuto loro, e crolla vinto dalla stanchezza tra le sue braccia sebbene la ragazza debba, poi, svegliarlo e mandarlo via prima dell'arrivo della madre, per evitare che fraintenda.

«Che ore sono?»

«È tardi, torna a dormire», Austin soffia sulla sua fronte, solleticandola.

«Vuoi parlare?»

Il braccio di Austin circonda le spalle di Trisha e le unghie affondano nella sua scapola mentre la attira a sé. Trisha innalza il capo, lo scruta tra le ciglia tremanti e le pupille s'incastrano tra loro; i battiti forsennati spingono il cuore contro la gabbia toracica quando la mano di Austin traccia piccoli solchi sulla schiena, sebbene non sfiori la sua pelle ricoperta dalla sottile stoffa del pigiama.

«No, voglio solo dormire con te.»

Un batter di ciglia e Trisha ode il respiro del ragazzo divenire regolare, la mano abbandonata sul letto la avverte che si è addormentato. Il sonno ha invece abbandonato il suo corpo, ancora scosso dal turbine di emozioni scaturite dalle innocenti carezze di chi sta dormendo accanto a lei.

Le tenebre avvolgono i loro corpi, il silenzio s'impossessa dei pensieri della giovane e la paura per la sorte di Austin emerge dagli anfratti della sua mente, laddove è rilegata durante il giorno.
I ricordi affiorano lenti: i litigi con Austin, la frustrazione per le umiliazioni subite, la relazione con Luke e la scoperta della malattia del vecchio amico. Sono fotogrammi nitidi che sfilano innanzi alle iridi velate, remore soffiate via dalla paura di perderlo, dedizione riemersa con prepotenza.

I polpastrelli di Austin accarezzano la pelle del braccio di Trisha che avverti i fremiti rotolare sulla carne raggrinzita, lei batte le ciglia ripetutamente prima di schiuderle.

«Buongiorno, dormigliona», le loro iridi si scontrano e i respiri si fondono, il volto di Austin è a pochi centimetri dal suo viso. «Vado, rischiamo di essere colti in flagrante da tua madre. Facciamo colazione insieme?»

Trisha annuisce e le sue labbra si posano sulla guancia di Austin prima che quest'ultimo si alzi per scomparire oltre il battente. Le sue gambe poggiano ai bordi del letto, i piedi nudi toccano il pavimento freddo; vaga per la camera cercando abiti puliti e riordinando ciò che è fuori posto.

Austin la attende nella sala da pranzo, la tavola è imbandita da dolciumi vari e bevande in abbondanza, Trisha è indecisa su cosa mangiare e, alla fine, imita il ragazzo versandosi un succo d'arancia e addentando una brioches. «Come stai? Non sarebbe meglio se stessi un altro po' a letto? Hai dormito poco.»

Lui scrolla le spalle in segno di risposta, senza mai smettere di accarezzare con le pupille il suo corpo. «Non sono stanco e non riesco stare solo, ritornerò a letto se verrai a tenermi compagnia!» sorride mesto e modula i lineamenti fino ad apparire come un angelico bambino. Sono momenti d'intimità di cui Trisha bramava il ritorno, seppur non in questo modo, complice un destino crudele che sembra beffarsi delle loro vite.

«Va bene, Austin. Raccontami, come ti sei organizzato per stasera?»

«Ci ha pensato Ryan, ha affittato una limousine per noi quattro: io, lui, Caroline e Bryanna»

Trisha era già a conoscenza delle ultime notizie: Ryan ha invitato Bryanna e lei ha accettato, seppur riluttante. «Caroline e Bryanna nella stessa auto? Bryanna non è come Rose, Caroline la farà a pezzi!» Nella sua mente si palesano avvenimenti bellici e ripercussioni catastrofiche.

«Non le permetterò di dirle nulla, tranquilla, e neppure Ryan. In caso contrario, lasceremo Caroline sul ciglio della strada.»

Lei morde le labbra cercando di reprimere una fragorosa risata, un tentativo fallito miseramente.

Caroline.

Non riesce a smettere di stupirsi del comportamento della ragazza di Austin, colei che è stata un fantasma durante la sua degenza in ospedale. L'ultimo giorno di chemioterapia, appena ha pronunciato i possibili effetti collaterali, si è dileguata in un batter di ciglia, atteggiamento da lei gradito giacché mai le avrebbe concesso di prendere il suo posto.

«Voi, invece, come vi siete organizzati?» Austin abbassa le pupille sul piatto innanzi a sé e la mano serra con possanza le posate.

«Luke e Cody hanno noleggiato una limousine, passeranno prima a prendere Rose e, poi, verranno qua.» Trisha è intimorita da quelle iridi che si sono innalzate dal piatto per scrutarla con attenzione, quasi a voler penetrare le sue emozioni.

«Austin?»

«Mm...»

«Stasera, cerchiamo di andare tutti d'accordo? Uno sforzo possiamo farlo? Luke, Cody e Rose hanno acconsentito e, stando alle parole di Bryanna, anche Ryan ha accettato. Gli ultimi da convincere siete tu e Caroline.»

«Se è per farti felice, va bene!» Austin poggia il palmo della mano sul suo dorso, innalza gli angoli della bocca e le sorride dolcemente.

«Adesso vai a riposare, aiuto mia madre a riordinare e, poi, ti raggiungo.»

Lui acconsente e poggia le labbra sulla sua fronte, il respiro di Trisha s'infrange sul suo pomo di Adamo che s'innalza con foga.

La mattinata trascorre veloce mentre affianca la madre nelle pulizie, corre contro il tempo per raggiungere quanto prima la camera di Austin e sprofondare poi, sfinita, sul suo letto; sono corpi che collidono con naturalezza e la pace risolleva le loro anime. Sono insieme e a nessuno dei due importa cosa fare, va bene qualsiasi cosa come guardare un film, scelto da lei, giocare a carte e pranzare in camera. Austin, sfiancato, si addormenta tra le sue braccia, lei scivola lenta dalla sua stretta per ritornare ad aiutare la madre.

Dopo aver ripulito la cucina, Trisha si fionda sul divano, stringe tra le mani un bicchiere ricolmo di succo d'arancia e il telecomando, destreggiandosi affinché non cada nulla. È
rapita dall'attività di zapping e sbuffa al suono del campanello, costringendo sua madre ad aprire la porta.

«Signorina Caroline, buongiorno.»

Trisha non ode la sua risposta, probabile non l'abbia neppure pronunciata. La visitatrice fa un'entrata trionfale in sala da pranzo, mentre Maggie svanisce oltre la porta della cucina.

«Sei abbastanza comoda? Noto che ti sei concessa tanto relax.»

«Non deve rendere conto a te di quello che fa a casa sua!» Austin arriva in tempo per mettere a tacere la fidanzata, il suo volto è acceso per lo sdegno provato.

A Caroline non è concesso di replicare poiché Annie li raggiunge e, dopo aver accennato un saluto distratto alla ragazza di suo figlio, porta la sua attenzione su Trisha. «Tesoro, adesso vai a fare un bel bagno e lava i capelli. Stanno per arrivare il parrucchiere e la truccatrice con cui ho preso contatto. Solo i migliori per te.»

Lei nota Caroline fremere dalla voglia di controbattere con qualche battuta, ma si morde le labbra e si trattiene giacché vuole impersonare, davanti ad Annie, le vesti di perfetta ragazza. È consapevole, pure, che la madre del suo fidanzato sarebbe capace di strapparle i lucenti capelli biondi uno per volta se solo scoprisse il modo in cui tratta Trisha.

«Mamma, non c'era il bisogno di incomodare tutte queste persone. Sarà stupenda anche in jeans e senza trucco.»

«Austin, credi che non lo sappia? Volevo solo migliorare la sua autostima.»

Trisha arrossisce alle parole di Austin, mentre Caroline si dilegua alla velocità della luce, ancor prima che la sua nemesi si rifugi in bagno.

Lo specchio della sua camera riflette una ragazza che mai aveva scorto: indossa un lungo e morbido vestito rosso di seta che valorizza la figura esile, il bustino dallo scollo simmetrico è adornato da Swarovski, le spalle sono nude, i capelli li ha raccolti su un lato e morbide onde scendono dall'altro, le palpebre sono truccate lievemente e un tenue rossetto nude colora le labbra.

Gira su se stessa, è soddisfatta e quasi cade quando la piroetta è interrotta dal suono di un messaggio arrivato sul suo telefono, lo afferra e legge la richiesta del suo amico: "Appena pronta, puoi passare in camera mia?"

Non digita alcuna risposta, indossa le scarpe e afferra la borsetta per andar da lui; si ricorda, appena varca l'uscio, di aver dimenticato di mettere i gioielli di sua madre, lunghi orecchini di oro bianco coordinati con la collana, e torna indietro. Spruzza un'altra goccia di profumo e si fionda in camera di Austin, preoccupata che possa aver bisogno di aiuto.

Le note di Perfect oltrepassano i muri, diffondendosi sul piano, la ragazza si stupisce mentre batte le nocche sul legno della porta.

«Posso?» fa capolino oltre il battente e s'incanta a osservarlo: lo smoking blu scuro accarezza il corpo perfetto nonostante i chili persi, le occhiaie contornano le iridi dello stesso colore del cielo durante una tempesta, i capelli rasati e gli addominali non più scolpiti evidenziano le torture subite. I minuti, scanditi dall'orologio a pendolo fissato sulla parete del corridoio, passati ad ammirarsi trascorrono in fretta, non si ode alcun suono dalle labbra di entrambi che sembrano trattenere finanche il respiro.

«Sei bellissimo, sfido chiunque a essere più bello di te, stasera!»

«Tu, invece, sei uno spettacolo, Edwards è davvero fortunato ad averti accanto. Non ho mai invidiato nessuno come invidio lui!»

È un suono gutturale che fuoriesce dalle labbra di Austin, mentre le gote di Trisha s'imporporano. «Grazie, per il complimento e per il vestito.»

«Non è nulla in confronto a quello che sarei disposto a fare per te.»

Un battito scivola dal suo petto per poggiarsi ai piedi di Austin, è impacciata e non sa cosa dire, limitandosi a chiedere perché l'abbia chiamata. «Ti serve una mano?»

«No! Il motivo per cui ti ho chiesto di raggiungermi è un altro. I nostri accompagnatori non lo consentiranno stasera, quindi ho pensato di farlo ora!»

Le sue sopracciglia s'inarcano per lo smarrimento, non le è chiaro cosa voglia dire finché non lo vede porgerle la mano.

«Mi concedi l'onore di questo ballo?»

Lei muove la sua piano, la alza lentamente e la appoggia, accorta, sul palmo proteso, lui arpiona il suo fianco con l'altra mano, la spinge sul suo petto e i bacini si scontrano; gli arti della ragazza si posano sulle spalle di Austin, mentre i battiti dei due si mescolano.

Riescono a compiere pochi passi prima che le note affievoliscano, il rimpianto ottenebra le iridi del ragazzo e Trisha poggia il palmo sulla sua guancia, lui inclina il capo plasmandosi al suo tocco. I loro occhi, rischiarati da una nuova luce, non smettono di cercarsi.

Si avvicinano lentamente l'un l'altra, le loro bocche si sfiorano e le mani si afferrano con urgenza.

«Posso?» Austin soffia sulle sue labbra, timoroso di osare troppo.

Lei muove il capo, annuisce per palesare una volontà che non ha il coraggio di professare a voce alta.

Austin modella le labbra in un sorriso prima di schiuderle per assaggiare quelle di Trisha, lei brama di sentirle sulle sue, ma un trillo incessante scuote entrambi. Destata dalla suoneria del suo telefono, la ragazza balbetta frasi sconnesse: «S... scusa, devo andare», fugge dalla camera mentre ripetute imprecazioni ode alle spalle.

Compie passi incerti e affrettati attraversando il corridoio, i piedi battono i gradini delle scale, avverte, al suo seguito, la presenza di Austin, che la induce ad accelerare. Un ultimo scalino, la sua testa volge in alto e innanzi agli occhi si palesano figure da cui vorrebbe sfuggire: Luke, Caroline, Cody, Rose, Ryan e Bryanna.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro