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Carry our Bodies Safe To Shore

@piccole_briciole, non è il dramma che ti avevo promesso in two boys kissing, ma almeno è dramma.

DISCLAIMER :l'ho scritto con November Rain in sottofondo, il contenuto di questo testo potrebbe dunque essere un angst come un allegro, come un qualsiasi-altra-cosa-che-ora-non-mi-viene-in-mente.
Eee *rullo di tamburi* NON È UNA ONE-SHOT. Amen.
Buona lettura.
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Trev e Nathan//Parte 1: Carry our bodies safe to shore.

La tempesta infuria terribilmente fuori dalla finestra, e Trev sorseggia il suo The mentre suo marito si veste di fretta. -Mi spiace amore...- sussurra appena, e Trev si volta a guardarlo stranito.
-È l'unico giorno libero in comune che abbiamo e io devo andarmene.-risponde Nate alla sua domanda muta e Trevor scoppia a ridere, posa la tazza chiara sul comò, e si avvicina a Nate per stampargli un bacio sulle labbra. -Vuoi scherzare? Tu non sostituisci professori raffreddati, tu salvi vite. Fuori diluvia, le onde sono troppo alte e mezza strada è franata in acqua. Non sei tu a doverti scusare, ma il meteo.-
Nate si riprende le sue labbra con più voracità e la fretta di chi è in ritardo, stringendo Trev un po' a sé. Si fermano per respirare, le fronti poggiate l'una all'altra come se il resto del mondo non esistesse, ma poi un tuono squarcia l'aria e allora Nate si ricorda di non avere tutto il tempo del mondo e che la gente che rischia di morire perché lui si ferma a baciare suo marito, quindi si limita a lasciargli un bacio sulla punta del naso.
-Sei il marito migliore del mondo. Ti amo.-
-Ti amo anche io.- Trev sorride e si poggia alla porta della sua camera da letto. È diventata una tradizione, ripetersi che si amano ogni volta che si separano, e anche se ci scherzano sopra troppe volte, hanno iniziato quando dopo un litigio, Trev era stato investito mentre andava a lavoro. E nessuno dei due vuole morire senza che l'ultima cosa che ha detto alla persona che ama sia stato un ti amo.
Tre non voleva morire con in bocca un "fanculo Nate". Gli torna alla mente, la terapia intensiva e il sorriso pieno di lacrime di Nathan che si chinava a baciarlo e sussurrava un ti amo dopo l'altro.
Per quanto ami perdersi nei suoi pensieri e ricordi nel tempo libero, Kay lo riporta alla realtà.
Trev e Nate hanno adottato Kayleen Clay Johnson quando lei aveva solo cinque anni e loro solo ventiquattro, e ora, a undici anni di distanza, la ragazza non somiglia nemmeno per sbaglio a nessuno dei due. Ha pelle abbronzata e ne lui ne suo marito hanno mai anche solo sfiorato quella tonalità di carnagione, passando dal loro usuale color mozzarella a un adorabile color aragosta estivo, e poi di nuovo dritti verso i latticini.
Nemmeno gli occhi sembrano quelli, Trev che li ha blu, Nate che li ha verdi e poi Kay con i suoi castano scuro che per i gusti di Nate hanno fatto girare la testa a troppi ragazzi.
È una bella ragazza terribilmente bassa, i tratti latini della madre evidenti nei fianchi larghi, nella vita stretta, nel seno contenuto, nelle labbra piene. Ma il carattere. Il carattere, che Trev si danni, è identico al suo. Stessa ostinazione passivo-aggressiva, stessa sicurezza ferma, stessa impertinenza.
-Non posso crederci che non mi fai andare perché devo finire i compiti.
C'è una tempesta e io sono una volontaria. Servono soccorsi pa'. È in pratica il mio lavoro.-
-Già, e lo apprezzo, ma il mio lavoro è farti fare i compiti, quindi se tu mi lasci fare il mio lavoro io ti lascio andare a fare il t-
Il telefono squilla.
-Signor Sumar, mi dic-oh. Mi dispiace. Capisco. Buona giornata.-
Guarda la figlia e gli occhi della ragazza si illuminano.
-Niente scuola? -
-Almeno fingi di non esserne così felice!- esclama Trev e lei ride mentre entra in stanza a cambiarsi di fretta, mentre digita il numero di John avvisando il ragazzo di passarla a prendere già che c'è .
Quando il quasi-capo suona il clacson nemmeno tre minuti dopo lei è già pronta, i capelli legati in una coda bassa, l'uniforme e il sorriso acceso.
- Ti voglio bene pa'- gli schiocca un bacio sulla guancia mentre esce, e lui sorride riafferrando la tazza ormai tiepidina.
-Anche io.-afferma, ma la figlia è già uscita.
Elijah esce dalla sua stanza dall'alto dei suoi dieci anni con un espressione contrariata.
-È davvero riuscita a svignarsela? Dovrei entrare in croce rossa anche io a questo punto.-
Trev rotea gli occhi e sorride un po' di più-è un bambino dannatamente talentuoso in tutto ciò che gli piace, ma purtroppo non gli piace la scuola, e il professore di lettere Trevor Caly-Jonson non sa come ha fatto a far odiare così tanto la scuola ai suoi stessi figli.
-Smetti di lamentarti, anche le elementari sono chiuse.- sospira con un sorriso prima di prendere un altro sorso di the.
-Evvai!- Urla il secondo bambini Clay-Johnson, preso con loro quando ancora non era capace di formulare due sillabe di fila e che proprio come la sorella non c'entra niente con nessuno dei due genitori adottivi, con i suoi capelli rossi e il viso pieno di lentiggini.Trev ride e gli scompiglia i capelli, prima di andare verso la piccola arrivata per ultima appena sei mesi prima, ma che è parte della famiglia tanto quanto gli altri.
Per completare la saga delle differenze, la piccola Katia è afroamericana. Trev molla la tazza sul comodino basso e prende la piccola in braccio, portandola con sé in cucina tra i risolini di quest'ultima
Guarda le onde che mistrano al telegiornale un istante solo prima ceh suo figlio cambi canale alla ricerca di un qualsiasi cartone, e ne rimane ipnotizzato.
"odde gaandii!" esclama la bimba indicando lo schermo, e Trev non avrebbe potuto esprimere meglio il suo stupore. Sono onde grandi, così piene, alte, rabbiose, incrementate dall'alta marea, e Trev quasi non ci crede che siano pericolose, che possano nuocergli in qualche modo.
La marea ha portato tutto ciò che Trev ha.
Aveva portato lì un Nate di quattro anni che era sempre stato il suo ragazzo della porta accanto, e poi improvvisamente era diventato il ragazzo dentro il suo letto, e poi quello dell'appartamento di fronte, e poi di nuovo il suo, suo, suo ragazzo, marito, anima gemella, tutto.
Aveva portato lì Kay su un traghetto molto scomodo che aveva terrorizzato la allora bambina.
Aveva portato lì Lija, con i suoi riccioli rossi irlandesi ma che in realtà veniva da un paesino troppo freddo nello stato di Washington.
La marea aveva portato loro la piccola, dolce, sbrodolosa Katia.
Non può farci niente, lui la ama quella marea, e la amerà sempre.
Non può essere una cosa brutta. Cazzo se si sbaglia.

🌪️

Kaylee è stata la prima figlia di omosessuali nel suo magnifico quartiere incastonato sul mare, e questo la ha sempre divertita terribilmente. Ricorda chiaramente le maestre spiegarle che i gay non possono avere figli tra loro, e che lei non è davvero loro, ma si ricorda anche di avere avuto, prima di Treve Nate, due delle persone più bigotte d'america, quindi no, non aveva bisogno che qualcuno lo spiegasse.
Tuttavia non c'è stato un attimo in cui non sia sentita in famiglia con i suoi due padri, forse è stato per il sorriso caldo di Trev che era rimasto in piedi stringendosi nel cappotto invernale, o forse per Nate, che si è chinato le ha portò la mano e si è improvvisato impressionato e sconvolto, uscendosene con "non sapevo di dover adottare una donna così adulta" e gli aveva dato fiducia.
Forse per il fatto che mentre Trev era al volante Nate aveva lasciato che lei si sedesse davanti, sulle sue gambe, facendole vedere per la prima volta il mondo tra le braccia di un genitore vero-uno che non è troppo impegnato a strafarsi di cocaina per badare a lei.
Resterebbe lì a pensare a quanto i suoi genitori adottivi siano la sua vera famiglia ancora per ore, se non fosse che fuori c'è lo stradannato diluvio universale e lei deve darsi da fare. Guarda Rachel, il suo capo, che ha raccolto i capelli rossi in una coda disordinata e ora le sta porgendo un giubbotto catarifrangente.
-Dove mi vuoi?-domanda e la donna le sorride stanca, felice che tra mille cose storte, lei sia una dei pochi paramedici che va dove c'è bisogno, non dove pensa che finiranno le macchine fotografiche.
-Giusto dietro il burrone, prima della strada franata. Abbiamo recuperato un paio di persone con ferite poco gravi, vorrei che controllarsi ciò che puoi. Se arriva un emergenza o la strada inizia a franare di nuovo tu sai cosa fare, vero?-le chiede e la ragazza sorride.
-Certo Rach. Corro.-
E corre davvero.
Così disinfetta la ferita del vecchio signor Sanchez, spiega al signor Toes che si, dovrà farsi una bella antitetanica, non importa quanta paura abbia degli aghi, e costringe John-di-passaggio ad accompagnarlo sotto le tende del triage sopra perché non è ferito gravemente, ma ha ottantanove anni, e potrebbe prendersi una bella polmonite.
Si sorbisce anche le prediche di Hannah Raeford, la moglie del pastore Jo-non che l'uomo sia omofobo, anzi predica da sempre l'apertura mentale-ma la signora Hannah proprio non lo accetta, e così insiste per spiegarle di nuovo perché dovrebbe provare a salvare i due uomini e spiegargli che l'omosessuabilità é una malattia, e che se lei non salva loro, allora loro deformeranno lei e i suoi fratelli.
-È ereditario, cara. Vuoi essere come loro?- chiede con fare cospiratorio, attenta che il padre della ragazza non sia nei paraggi, e Kay ride, perché si, entrambi i suoi padri verranno a saperlo per cena.
-Si, signora, mi piacerebbe molto essere felice e gentile. E poi non ho capito, quindi loro mi trasmetteranno l'omosessualità perché sono Gay, e sono cresciuta pensando che sia giusto così?-
La donna annuisce contenta -Esatto!-
E allora Kay sorride.
-ok, capito. Ho solo due note da aggiungere. -
-Dimmi pure cara.-
-Uno, io sono etero.- la donna batte le mani entusiasta -Due. Mi scusi, ma allora, l'omosessualità, a tre dei suoi quattro figli chi la ha trasmessa?-
La donna arrossisce fino a diventar paonazza, e Kay ripenserbbe a ciò che ha detto se non fosse che qualcuno inizia a chiamare il suo aiuto.

Uno... Due... Tre... Quattro... Cinque... Sei... Sette... Otto... Nove... Dieci....
Bocca a bocca.
Da capo.
La ferita del ragazzo-per-terra sanguina, allora guarda il civile che lo ha tirato fuori dal fiume, ed è terrorizzato, ma quando lei gli ordina di mettere due mani nella ferita e tamponare lo fa.
Uno... Due... Tre... Quattro... Cinque... Sei... Sette... Otto... Nove... Dieci....
Bocca a bocca.
Da capo.
Quel ragazzo è uscito dal fiume trascinando il corpo del suo amico-ragazzo-si conoscevano?
Uno... Due... Tre... Quattro... Cinque... Sei... Sette... Otto... Nove... Dieci....
Bocca a bocca.
Da capo.
-Conosci il ragazzo?- chiede e l'altro annuisce. -Ci sposiamo il mese prossimo. Ci siamo trasferiti qui una settimana fa.-
Alla parola "sposiamo", il ragazzo butta fuori tutta l'acqua che aveva nei polmoni e annaspa , mentre il battito torna regolare.
-Continua a premere lì.- dice al fidanzato del ragazzo-steso-per-terra, che tampona la ferita da ormai i dieci minuti buoni che devono essere stati i peggiori della sua vita.
Si avvicina alla testa del povero paziente e gli sorride con circostanza.
-Il mio nome è Kay Johnson. Ricordi il tuo? -
-Rael Wilson. Dov'è Jim?- rantola, e
-Ad assicurarmi che non muori dissanguato appena giro l'angolo, idiota.- afferma il ragazzo ancora con le mani sul corpo del fidanzato, e Kay si chiede dove stracavolo sia John quando le serve, perché non dovrebbe essere un civile a tamponare una ferita addominale.
-Segua la luce con gli occhi.- afferma Kay tirando fuori la piccola torcia tascabile e lui lancia un ultimo sguardo al fidanzato.
-Sta sanguinando dalla fronte. Perché non ha curato prima lui?- chiede spazientito seguendo i comandi,e la ragazza sbuffa un sorriso.
-lei era in arresto cardiaco signore. Se mi fossi occupata prima del suo ragazzo, il mio capo mi avrebbe ucciso e io ci tengo alla mia vita. Può ripetermi il mio nome?-
-Kay Johnson.- Kay sorride e sente l'ambulanza avvicinarsi.
Elenca quel che succede ai paramedici che lo prendono in carico, e li vede allontanarsi.
Potrebbe amare quella storia, riflette. Sarebbe una bella storia, una coppia di novelli sposi viene travolta da una tempesta ma ciò non li ferma, non li divide. Si salvano a vicenda.
Se ne resta lì, in piedi col viso sporco di fango e i capelli zuppi per l'acqua che non si ferma, non smette piovere giù, innaffiandoli per bene.
-CJ!- la chiama John a gran voce, ed ecco dov'era, a quanto pare. Troppo vicino al precipizio per quanto la riguarda.
-È urgente.- sottolinea, e dalla condizione dei suoi vestiti sembra aver recuperato l'uomo davanti a lui dalla fanghiglia incontrollata che ora è il mare. E l'uomo ha una divisa dei pompieri. È uno dei loro.
Nemmeno sfiora la mente di Kay, chi potrebbe essere quell'uomo dal volto tumefatto e pieno di fango.
John la guarda da inginocchiato -Fai le compressioni al posto mio, io controllo la pupilla.-chiede e lei lo fa perché sa che John non rinuncerebbe a fare le compressioni se non fosse davvero sfinito.
-Le pupille reagiscono!- esclama John con sollievo.
-Chi è?-
-Non lo sappiamo. Ha il viso contuso per intero, probabilmente una frattura della mascella, è quasi irriconoscibile. Non ha fede, né segni particolari. Solo una catenina.-
Kay annuisce e continua le compressioni mentre Josh controlla le ferite sul viso.
Deve essere orribile, essere ridotti così e non avere nessuno. Guarda la mano sinistra dell'uomo, e non ha nemmeno la fede, è vero. Ma se avesse un fidanzata? Qualcuno su cui contare?
Pensa suo padre, che mette la fede in una collanina quando va a lavoro, in modo da non rischiare di perderla, e allora guarda la catenina dell'uomo, e c'è davvero una fede.
Quasi lo urla, quasi avvisa John, ma poi I suoi occhi vanno mezzo centimetro più in su. Al ciondolo della collanina, una luna in metallo.
Il duo cuore si ferma.
-John... - quasi scivola all'indietro.-Le compressioni.- lui prende il suo posto ma la osserva preoccupato. -Kay, cosa...-
-Non posso farlo io. Devi salire con lui sull'ambulanza.-
-Kay, nemmeno io sono autori...-
-Rachel!- urla, e la donna corre, perché se Kayleen CJ perde la pazienza allora è grave.
-Che succede.-
-Ho bisogno che John salga su quell'ambulanza con lu...-
-John non può... Che succede Kay? Cosa le succede?- si rivolge a John e lui scuote la testa.
-Non ne ho idea. Faceva le compressioni all'uomo senza nome e poi le è...-
-Lui ha un nome.-
-Si vabbè, hai capito cosa int... Aspetta, sai chi è?-
-Devi salire su quell'ambulanza J.- mormora, e di china a guardare la fede dell'uomo pregando che sia un altro pompiere con le stesse abitudini e più sfortuna. Un altro pompiere con la stessa collana, e gli stessi capelli.
-Kay, se sai chi è devi dirc... -
-Nathan Clay Johnson.- Afferma ad alta voce, ma è come se lo avesse urlato. - C'è mio padre steso per terra e io vorrei che fosse John ad accompagnarlo.-
Un' unica lacrima di terrore puro riga la sua guancia, ma nessuno può distinguerla dalla pioggia. Prende la collanina dal collo dell'uomo e la lega attorno al suo, mentre Rachel annuisce e l'ambulanza si avvicina.
-Vieni con noi?-chiede John e lei scuote la testa.
-No. Io chiamo mio padre e lui...-
-No, Trevor non può guidare sotto shock, ci sono già passata.- scuote la testa Rachel e John ha l'illuminazione
- Credi di essere in grado di guidare?-chiede e lei annuisce fredda, quindi lui le sorride di circostanza e calma mentre un altro paramedico prende in carico il padre di Kay, e Rachel gli fa segno di aspettare un istante.
John, nel suo metro e novanta, si cala per darle un bacio in fronte e le mette in mano le chiavi della sua macchina.
-Sii forte.-sussurra piano, e poi scatta di corsa verso l' ambulanza, e Kay lo adora un po' per conoscerla così bene.
Perché no, non lo sanno se "andrà tutto bene", ne se "ce la farà". Sanno che lei deve essere forte ora. Deve essere forte perché sa che suo padre crollerà.
Sa che suo padre crollerà, perché non ha con se la sua colonna portante. Perché la sua colonna portante potrebbe morire. A Kay piace sperare che non sia un perdi due, paghi uno.

🌪️

Trevor sta correggendo i compiti dei suoi studenti, ed sono buoni per una volta in vita sua. Ama il rumore della pioggia alla finestra, ama in generale quel tutto che può chiamare familiare.
Familiare il rumore dei cartoni di Lijah.
Familiare, i risolini di Katy.
Familiare, little talks che continua a suonare indisturbata della cuffietta che ha infilato nell'orecchio destro-canzone che poi non gli piace nemmeno tanto, se non fosse che è la preferita di Nate, e questo le permette di piazzarsi al secondo posto nelle sue preferenze, seconda solo a "Smile" di Mikky Ekko.
La porta si apre, e lui stende le labbra automaticamente, pronto a Nate e Kay stanchi ma contenti. Sa che attenderanno che Kay si faccia la sua doccia, per far sì che poi Trev possa accompagnare Nate nella sua, quindi sorride.
Sa che Nate sarà tranquillo ma stanco e si lamenterà di Billy Andrews che continua a essere velatamente omofobo e a rubargli ogni caso ostentando una bravura che non possiede, quindi sorride.
Sa che a quel punto un Lijah molto affamato si presenterà alla porta della camera da letto proponendo un piatto X da mangiare per cena e sorride, anche perché, una volta per un motivo, una volta per un altro finiranno a mangiare insalata.
È sempre così e Trev lo ama, quindi sorride.
Parte la prima strofa di Smile dalla riproduzione casuale del cellulare.
Non sono nemmeno cinque secondi

(smile, the worst is yet to come
We'll be lucky If we ever see the sun)

sorride. Kay sbuca da dietro il corridoio, con un espressione distrutta.
-Ora devi promettermi di restare calmo e forte, anche solo per finta, o finirò per crollare anche io.- afferma Kay, e Trev smette di sorridere.
Quello non è familiare per niente. Eppure sa cos'è.
È arrivato troppo presto.

La sala d'aspetto dell'ospedale è così terribilmente fredda da spezzargli il cuore e pullula di persone ansiolitiche che scattano, camminano chiacchierano o si torturano le mani, tranne per uno, terribilmente infangato e zuppo che si è abbandonato su una sedia in un angolo della sala. L'infermiera gli porge un plaid e lui le sorride grato.
Trev non lo ha nemmeno riconosciuto il migliore amico diciottenne di sua figlia, ma ha capito perché Kay ha chiesto di portare una felpa per lui.
Kay ha insistito per tenere Katia in braccio e occupare le mani, così lui ha in mano una felpa per John e la manina di Lijah stretta nell'altra.
Quando il ragazzo li vede sono a pochi passi di distanza e lui si alza in piedi rivelando gli occhi stanchi. Mantiene lo sguardo basso e Trev artiglia più forte la felpa tra le dita, pronto a sentirsi dire che suo marito è morto.
Non lo fa. Invece sussurra -Ha ripreso conoscenza al ventitreesimo minuto di rianimazione. Ora è in sala operatoria, per sistemare il possibile. Il cervello è rimasto senza aria per un po', ma le pupille reagivano. Ciò comunque non vuol dire che non potrebbe riportare dei defi...-
-Per ora è vivo!- sussurra Trev, e il diciassettenne annuisce, e allora Trev lo sta abbracciando, macchiandosi il cappotto di fango.
-Venti.- afferma piano Kay, mentre si sistema Kay in braccio, e Trev lascia perdere dal dentato omicidio per stritolamento di suo nipote, solo per girarsi verso la figlia.
-Che?-domanda, e lei
-I minuti da protocollo durante questo tipo di emergenze. Sono venti minuti di rianimazione, e si può lasciar perdere anche prima. Tu hai continuato?-
- L'importante è che ha funzionato. E poi siete la mia famiglia, Kay. Che dovevo fa...- ma Kay ha già lasciato la piccola a suo padre per abbracciare il migliore amico/cugino adottivo-operazione un po' complicata in realtà, considerando che lei è sul metro e sessanta e lui sul metro e novanta.
Quando si staccano, gli occhi di Trev luccicano di sollievo, e John prega il cielo di non avergli dato speranza invano, mentre Lijah, con le guance ancora rigate dalle lacrime silenziose ora sorrideva tranquillizzato.
-Mia mamma ha chiesto, e se vuoi che lei stacchi e venga non c'è problema.- afferma il biondo guardando lo schermo lesionato del telefono e Trev sorride perché si, Rachel lo conosce e sa che sta per avere una ttacco di ansia e di panico, ma va bene. È giusto così. C'è ancora speranza.
-No. La chiamo quando le cose cambiano.- afferma con un sorriso incerto.
-Io...-si blocca John -volete che re-volete stare un po' da soli?- chiede incerto, e Kay e Trev sti guardano con lo stesso guardò negli occhi.
-Ma scherzi?-Chiede Trev, e Kay continua per lui.
-Lo hai detto trenta secondi fa scemo, sei in famiglia. Ti abbiamo portato un cambio asciutto, ti accompagno fino al bagno.- e John sorride.

🌪️

Cosa è successo? non ricorda-è bloccato
Come è successo? Fa paura-fa male
Segui la luce! Non c'è nessuna luce-non più.

Lo sente male il dottore, ci vede appannato.
È come in una bolla, un'alone freddo.
Un ricordo soffuso di una Kay di quindici anni che dice che Little talks è una canzone di ospedale-sono in ospedale no?
Tutto si allontana un secondo, e resta solo la canzone nella sua testa.

Don't listen to every word I say
(-Ti amo. Sei il marito migliore del mondo-lo voglio)
Ascolta tutto, ricorda tutto.

The screams all sound same
(Kay urla e Lijah scoppia in lacrime, subito seguito da Kat)
Impara a riconoscerli. Prenditi cura dei tuoi figli.

And though the truth may vary this
(

-Suo marito è deceduto Duran...- la voce del dottore scompare di nuovo)
Non è qui. Non tornerà. Non. Può Cambiare.

Ship will carry our Bodies safe to shore
(-...non ha ricevuto ossiggeno per un po', ma gli organi sono aspor...-)
Il suo corpo è salvo. Salvo e morto.
Morto
Morto
Morto
Morto
Morto
Morto

Lo realizza. Lo processa. Niente più Nate. Niente più baci. Niente più amore della sua vita.
La bolla scoppia.
-NATE! -
John tiene in braccio la neonata e tiene su anche Kay che sembra voler crollare.

And tough the truth may vary this
-Possiamo salutarlo? -chiede Lija e il dottore annuisce.
Trev non sa come lo abbiano seguito fino alla stanza, ma lascia entrare prima Lijah e Kay, mentre John aspetta alle sue spalle con la bambina in braccio-lasciano che salutino il padre.
Poi tocca a Trev le guance rigate di lacrime-nessuno oltre Nate lo aveva mai visto piangere prima. Era raro. Nessuno lo aveva mai visto piangere davvero. Non più.
Ship will carry
Poggia le labbra sulla sua fronte gelida, poi sulle labbra chiare, e quello è ancora il suo odore ma è in un corpo vuoto. Nate non è là .
NATE NON È LÀ.
Guarda il dottore. - Si, è un donatore. Mi dia ciò che devo firmare e lo firmo.-
Our Bodies Safe To shore

-ok, but where's my mind?

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