Capitolo 5 "E il cuore resta immobile..."
P.O.V Alessia
Dopo una ventina di minuti arrivai a casa dei miei zii, bussai e dopo neanche dieci secondi mia cugina mi venne ad aprire.
"Ale!" Esclamò abbracciandomi.
Giorgia aveva 16 anni, non la vedevo da molto tempo.
La accolsi con un grande sorriso.
Appena entrai trovai mia zia in salotto e mi salutò calorosamente.
Andai a disfare i miei bagagli nel quale mi aiutò anche Giorgia.
C'era sempre una camera disponibile per me dai miei zii.
"Allora, hai incontrato qualche ragazzo carino a Milano?" Chiese curiosa sorridendomi.
Risi scuotendo la testa.
Sempre la stessa lei, non cambiava mai.
Anche se a dire la verità Michele era il più bel ragazzo che avessi mai incontrato.
Arrossii ai miei stessi pensieri.
"Devi dirmi qualcosa Ale?" Rise.
"No, assolutamente" alzai le mani ridendo.
Il mio telefono si accese all'improvviso al suono di una notifica.
Michele mi aveva scritto.
Il mio cuore perse un battito.
Visualizzai il messaggio.
-Ehi, dimmi tu quando sei libera
Sorrisi inconsapevolmente.
"Tu hai decisamente qualcosa da dirmi" esclamò Giorgia sporgendosi verso lo schermo del telefono per leggere i messaggi.
"No, non è vero" dissi scrivendo una risposta veloce.
-Quando vuoi, che vuoi fare?
La risposta non tardò ad arrivare.
-Un giro, magari ci andiamo a prendere qualcosa da mangiare, ti vengo a prendere io?
-Ok, puoi venire anche adesso, intanto io finisco di sistemare
Gli scrissi l'indirizzo e continuai a sistemare facendo più in fretta questa volta.
"Come mai tutta questa fretta?" domandò ancora mia cugina.
"Devo uscire" spiegai.
"Con chi?" Chiese sorridendo maliziosa.
"Nessuno" risi anche se il campanello mi smentì subito.
Riposi le ultime cose per poi chiudere la valigia e metterla al suo posto.
Presi il mio zaino e con mia cugina che mi seguiva andammo ad aprire.
La vista di Michele mi fece sussultare leggermente.
Non riuscivo ad abituarmi a lui.
Indossava una maglietta scura, una giacca grigia smanicata con il cappuccio, dei jeans e le sue Nike bianche.
Aveva un sorriso stampato in faccia e i capelli in disordine.
"Ciao" sorrise.
"Ciao" ricambiai mentre un sorriso mi spuntava sulle labbra.
Restammo a fissarci per qualche secondo ma il nostro contatto visivo venne interrotto dalla gomitata che ricevetti da mia cugina.
Arrossii un po'.
"Andiamo?" gli chiesi.
"Hai finito di sistemare le tue cose?" Chiese a sua volta.
Annuii.
"Tu?" Dissi.
"Be..." lui si grattò la nuca.
Risi.
"Ti prego dimmi che non hai messo a soqquadro la stanza dell'albergo"
"No...certo che no" disse distogliendo lo sguardo dal mio.
"Ok dai andiamo" esclamai ridendo mentre Giorgia ci fissava con un sorriso malizioso.
"Zia, esco a fare un giro" alzai la voce per farmi sentire.
"Ok, non tornare troppo tardi" la sua risposta mi arrivò subito.
"Ciao Giorgia" le sorrisi mentre lei mi guardava male.
Chiusi la porta mettendomi in spalla il mio zaino dove tenevo il telefono, le cuffie, la mia machina fotografica e il mio quadernetto che mi portavo dappertutto.
Mentre camminavamo ci comportavamo come due normali amici, come se ci conoscessimo da sempre.
Visitammo il Colosseo e altre cose, era da un po' che non tornavo a Roma.
Molti anni, forse una decina. Da quando ero bambina.
"Vieni, ti devo portare a mangiare in un posto" disse tirandomi per un braccio.
In effetti era ormai l'una e avevo un po' di fame.
Pranzare con Michele Bravi?
Dove sono, in un sogno?
Mi fece entrare in un locale non molto lontano, mi sorpresi che non fosse giapponese, lui mangiava sempre sushi.
Ci sedemmo ad un tavolo; il locale non era molto affollato, era abbastanza tranquillo in realtà.
"Si mangia bene qua, ci vengo ogni volta che torno a Roma" mi spiegò con un sorriso.
In effetti il posto era molto bello.
"Cosa prendi?" Disse guardando il menu.
"Oddio...non ne ho idea" risposi.
"Cosa vi porto ragazzi?" domandò una cameriera forse leggermente più grande di noi che guardava con troppo interesse Michele.
"Uhh...penso che prenderò il riso ai frutti di mare e della carne arrostita" conclusi.
"Si lo stesso per me" riferì Michele.
La ragazza gli sorrise e poi se ne andò.
Che simpatica.
"Quanto starai qui?" Chiesi allora per spezzare l'atmosfera.
"Tre giorni anch'io credo" sorrise.
Lo vidi mentre faceva qualche instagram stories, era così strano vedergliele fare dal vivo.
Risi dopo che spense il telefono.
"Cosa ridi?" commentò sorridendo.
Alzai le spalle.
"Sei buffo" dissi alzando le spalle.
Sorrise guardandomi negli occhi.
"Allora sono riuscito a spezzare quel limbo di monotonia?" domandò curioso.
"Direi proprio di sì" mormorai spostando lo sguardo sull'ambiente attorno a noi.
"Posso chiederti una cosa?" chiese poi esitando.
Annuii curiosa.
"Sento che ce qualcosa che ti fa stare male, che ti turba...c'è questo velo di tristezza attorno a te che cerca sempre di sopraffarti" disse guardandomi serio negli occhi.
Deglutii abbassando lo sguardo.
"Non pretendo che tu me lo dica, non lo farei mai, voglio solo che tu sappia che io sono qui se hai bisogno di parlare" continuò addolcendo la voce.
Il mio cuore perse un battito per la sua dolcezza.
"Io...vedi la mia famiglia si è trasferita a Milano per questioni di lavoro, mi hanno sradicato da tutto quello che conoscevo, dai miei amici, dalla mia casa" spiegai mentre ci arrivavano i piatti.
Lui mi ascoltava concentrato.
"Mi hanno portata qui e poi mi hanno lasciata sola...loro viaggiano molto per lavoro e io non li vedo quasi mai" conclusi infine concentrandomi sul mio piatto.
"Anche il giorno in cui ti ho incontrato, piangevo per causa loro ovviamente" mi strinsi nelle spalle.
"Mi dispiace tanto Alessia" mormorò poggiando la sua mano sopra la mia sul tavolo.
Alzai lo sguardo puntandolo sui suoi occhi smeraldo e sorrisi debolmente. Era così dolce.
"Grazie per questo invito comunque" dissi per cercare di cambiare discorso.
"Ma di che, mi fa molto piacere" affermò.
Abbassai lo sguardo arrossendo leggermente.
Dopo aver finito il primo ci portarono il secondo.
"Voglio farmi una foto per ricordarmi di questi giorni" dissi tirando fuori dallo zaini la mia polaroid.
"Te la fai con me?" Chiesi con un sorriso.
"Certo" rispose avvicinandosi a me con la sedia.
Allontanai la macchinetta con il braccio.
"Pronto?" mi preparai.
"Sempre" sorrise.
Ci inquadrai e poi feci per scattare, ma un secondo prima di premere il pulsante per fare la foto sentii Michele girare il viso e premere le labbra sulla mia guancia.
La foto venne scattata e poco dopo uscì dalla macchinetta.
Ci volle un po' per vederla bene e nel frattempo finimmo di mangiare.
"Guarda" dissi mostrandogli la foto.
Era venuta molto bene. Il mio sorriso non poteva essere più grande.
"Bella!" Esclamò lui entusiasta.
Presi una penna per scriverci qualcosa ma lui me la tolse dalle mani e prese la foto.
Scrisse sotto la data e il luogo, poi fece una dedica.
Giorni da ricordare♡~Michele Bravi
Gli sorrisi dopo che mi restituì tutto.
Pagammo e dopo uscimmo dal locale.
Non volevo tornare subito a casa, quindi girammo un altro po', poi dovetti per forza tornare dai miei zii.
Erano più o meni le tre quando mi trovai davanti alla porta.
"Grazie per aver speso del tempo con me, mi sono divertita molto"
"Vale lo stesso per me" sorrise abbracciandomi.
Lo strinsi forte ma dovetti lasciarlo troppo presto a parer mio.
Suonai il campanello e mi venne ad aprire Giorgia.
"Ci sentiamo dopo" mi salutò Michele facendomi l'occhiolino.
Arrossì un po', poi entrai.
"Tu devi raccontarmi molte cose" disse lei.
"Dopo dopo" risi salendo in camera.
~Spazio autrice☆~
Titolo della canzone?
Spero comunque che la storia vi stia piacendo.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro