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Capitolo 33 "My will has fallen..."

Lo scrutai in attesa, poi lo vidi sospirare

"Andiamo bimba, non puoi essere arrabbiata con me" gli angoli della sua bocca si tirarono su in un piccolo sorriso

Abbassai lo sguardo per evitare di perdonarlo troppo in fretta, aveva ragione, non riuscivo ad avercela con lui per troppo tempo.

"Chi era al telefono?" Chiesi poco dopo

Lo vidi sospirare.

"Era...un vecchio amico" disse solo

"Davvero?! Perché non sembravi così felice di sentirlo" sbottai

"Già...era una questione in risolta, vecchie storie, tranquilla" mi rassicurò

"E con Giulio?" Chiesi ostinata

Lo vidi irrigidirsi.

"Ancora con questa storia?! Ti ho già detto che è partito e basta! Perché continui a chiederlo?!" Esclamò alzandosi in piedi

"Perché tu mi stai nascondendo qualcosa! So che lo stai facendo!" Replicai alzandomi e puntangli un dito contro

"Ti sbagli, è la verita!" Mi prese la mano, stringendola tra le sue dita

"Mi perdoni?" Chiese dolce sporgendo un poco il labbro inferiore

Sorrisi leggermente abbassando lo sguardo.

"Non lo so..." dissi

"E se dopo ti aiuto a studiare?" Propose sorridendo

"Va bene, ma lo faccio solo perché voglio andare bene a scuola" sorrisi

"Certo certo" ridacchiò mentre avvolgevo le braccia attorno al suo collo per abbracciarlo

Respirai il suo profumo mentre mi stringeva.

"Allora...vuoi una mano a studiare?" Chiese una volta che mi fui staccata

Annuì, poi lo vidi prendere una sedia e metterla accanto alla mia per sedercisi.

"Da cosa si inizia?" Sorrisi

"Storia" dissi e gli passai il libro

Lesse un po' e io mi persi a guardarlo manco fossi una maniaca.

Dopo un po' si decise ad alzare gli occhi dal libro e mi sorrise.

"Ok...iniziamo!" Esclamò poi ed iniziò aspiegarmi l'argomento

Ero appoggiata alla scrivania con il gomito e la testa appoggiata alla mano mentre lo guardavo attentamente.

All'inizio lo ascoltai, poi mi persi tra i miei pensieri.

Ripensai a tutto quello che era successo, al nostro incontro e tutto quello che era venuto dopo.

Poi pensai a come sarebbe stato averlo come fidanzato e istintivamente il mio sguardo si posò sulle sue labbra.

Sembravano così soffici e morbide.

Lui parlava ma io non riuscivo a sentire niente, solo i miei stessi pensieri.

Pensai a come si comportava quando era impegnanto in una storia.
Se già era dolce di natura chissà com'era da fidanzato.

"Alessia mi stai ascoltando?" Questa frase mi riportò alla realtà

Sbattei le palpebre velocemente per prestare attenzione alle sue parole.

"Cosa?" Chiesi confusa

"Ale hai capito tutto quello che ti ho detto?" Chiese

"Ehm s-si...si si, certo" dissi imbarazzata tirandomi su in un modo più composto

Lui rise di gusto.

"So di essere sfacciatamente bello, ma non fissarmi così mi fai paura" ridacchiò

Arrossì diventando un tutt'uno con i miei capelli.

"Vado in bagno, tu intanto studia, ok?" Sorrise

Annuì e lui si alzò sparendo oltre la porta della mia stanza.

Guardai il libro sbuffando.

Che figura di merda!

Ripresi a studiare seriamente sentendo poco dopo Michele rientrare e sedersi sul letto.

Finalmente dopo tanto tempo passato sul libro di storia riuscì a ripetere perfettamente senza impappinarmi con le parole.

Passai al libro di matematica ma invece di eseguire gli esercizi, accesi il telefono navigando un po' sui social.

"Niente telefono quando si studia" sentì la voce di Michele mentre mi toglieva il cellulare di mano

"Ehi!" Esclamai alzandomi

Lui ridacchiò mentre stendeva il braccio in alto per non farmelo prendere.

Saltellai per afferrare il telefono, inutilmente.

Già era uno spilungone, poi lui alzava anche il braccio.

"Ridammelo!"

"Tanto non ci arrivi nanetta" mi prese in giro ridendo

Incrociai le braccia al petto risedendomi sulla sedia, offesa.

"Non te la prendere nenetta, non ci posso fare niente se sei bassa" rise ancora sedendosi accanto a me

"Bello il tipo dello sfondo, comunque" rise

Sapevo che si riferiva al mio cellulare e alla foto che lo ritraeva e che aveva impostato come sfondo.

Nascosi un sorriso mentre scrivevo sul quaderno.

Non ci misi tutto quel tempo che mi ero immaginata, mi girai verso di lui, mentre stava smanettando il suo cellulare.

"Perché mi guardi così?" Chiese riponendo il suo telefono

"Ho finito" mi costrinsi a dire

"Bene" disse solo

"Ora mi ridai il telefono?" Chiesi

"Mm...non so, ero indeciso se portarmelo a casa o no" sorrise divertito alzandosi in piedi

Lo colpì al braccio, non tanto piano.

"Ahi!" Si lamentò

"Brutto spilungone" esclamai

"Non è colpa mia se sei una nanetta" rise

Incrociai le braccia al petto.

Lui rise.

"Andiamo bimba, io sono così doooolce" sporse il labbro inferiore chinandosi verso di me

Rimasi immobile, offesa.

"Tu non puoi essere arrabbiata con me" disse con voce bassa

Mi fece venire i brividi ma mi costrinsi a rimanere immobile.

"Daiii" rise circondandomi il corpo con le braccia

Mi lasciò un bacio vicino al lobo dell'orecchio e io mi lasciai sfuggire un sospiro.

Mi solleticò i fianchi facendomi il solletico.

Risi dimenandomi fra le sue braccia.
"Guarda che ti faccio il solletico" minacciò

Scossi la testa.

"Va bene va bene" risi e gli lasciai un bacio sulla guancia

"Temo di dover andare, mi aspettano in studio" disse staccandosi per poi guardare il cellulare.

Annuì anche se un po' delusa.

"Ci vediamo dopo" mi baciò la fronte, poi lo accompagnai all'ingresso

"Ciao" sussurrai

"A dopo bimba" sorrise, poi andò via

Rimasi a guardarlo mentre saliva in macchina, mi fece un segno di saluto, poi partì.

Sospirai chiudendo la porta.

"A te lui piace, non è vero?" la voce di mia madre mi fece sobbalzare

Mi girai di scatto trovandola proprio dietro di me.

"Ma quando sei arrivata?" dissi portandomi una mano sul petto

"Scusami" sorrise

Non risposi alla sua precedente domanda.

"Comunque si vede... Dal modo in cui lo guardi" mi fece un sorrisetto, poi mi invitò a seguirla in salone

Era così evidente?

"Ale, io e tuo padre ti dobbiamo dire una cosa" disse dopo un po' lei

Non era un buon segno. Proprio per niente.

~Spazio Autrice~

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